Infermiere Disaster Manager: differenze tra le versioni

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L''''infermiere Disaster Manager''' è una figura professionale, originatasi negli [[Stati Uniti d'America]] e diffusasi negli ultimi decenni in [[Europa]], responsabile dell'attuazione dei piani operativi in caso di maxiemergenze interne alla struttura ([[PEIVAC]]) oppure esterne ([[PEIMAF]]).
{{F|Medicina|Settembre 2011}}L'infermiere Disaster Manager è una figura nata negli ultimi decenni: essa deriva dall'adattamento delle capacità professionali infermieristiche per affrontare le necessità fisico-emotive delle persone coinvolte in un disastro di natura ambientale (tsunami, terremoto, alluvione, frana ecc.) o causato dall'uomo (guerra, attacco terroristico, incidente ferroviario...). Egli deve essere in grado di operare sia all'interno della struttura ospedaliera, sia sul luogo della catastrofe.
 
Egli agisce in caso di maxiemergenza, ossia di un disastro improvviso che causa nella fase iniziale di risposta una temporanea insufficienza dei mezzi di soccorso
== Funzione ==
Lo scopo fondamentale del Disaster Manager è quello di raggiungere il miglior livello di sicurezza e salute per le persone e la comunità coinvolte in un disastro. Lo scenario nel quale egli si trova a operare vede la presenza limitata o l'assenza totale di equipaggiamento, infrastrutture e servizi. Il suo ruolo in Italia è coordinato con gli operatori della Protezione Civile.
== La gestione delle maxiemergenze ==
Il Disaster Manager agisce in caso di maxiemergenza, ossia di un disastro improvviso che causa nella fase iniziale di risposta una temporanea insufficienza dei mezzi di soccorso. Esso deve quindi operare con tempestività ed efficienza. L'Associazione Italiana di Medicina delle Catastrofi ha importato dall'esperienza americana le figure del Medical Disaster Manager (MDM) – a capo delle unità extraospedaliero – e l'Hospital Disaster Manager (HDM) – che cura l'organizzazione ospedaliera, anche nel caso la maxiemergenza si verifichi all'interno della struttura sanitaria a seguito di cedimenti, blackout o incendi oppure per infestazione. Nel secondo caso si parla di attuazione del Piano di Emergenza Interno per EVACuazione (PEIVAC). Il disaster Manager coordina le squadre di soccorso, il personale sanitario e l'utilizzo delle risorse disponibili.
== I momenti dell'intervento ==
Il lavoro del Disaster Manager si sviluppa in tre fasi. La prima consiste nel pianificare gli interventi prima dell'eventuale disastro, nel controllo delle procedure, nella formazione e aggiornamento continuo del personale, nella preparazione delle strutture e delle risorse. La seconda è contemporanea al verificarsi del disastro e concerne la risposta immediata, il coordinamento dell'intervento, l'analisi e la soluzione dei problemi, la comunicazione con i colleghi, le persone coinvolte a vario titolo nell'evento e i mezzi di informazione. Qui la pianificazione si attua attraverso le fasi di accettazione, triage, stabilizzazione, diagnostica e ricovero.<ref>Vengono seguite le Linee Guida predisposte dal Dipartimento della Protezione civile nel settembre 1998 per la pianificazione intraospedaliera (Pubblicazione n. 54).</ref> La terza, a posteriori, prevede la valutazione dei risultati, la correzione degli errori e la pianificazione per il prossimo evento.
== La figura dell'infermiere come Disaster Manager ==
L'infermiere professionale è un cardine della gestione delle maxiemergenze. Per le figure con formazione adeguata è prevista l'assegnazione di compiti fondamentali quali il triage, l'assistenza ai pazienti critici, l'allestimento delle aree di ricovero nella prima fase di soccorso. Spetta a lui, dunque, gestire in prima persona la fase iniziale del soccorso.
== Piano di Emergenza Interno per Massiccio Afflusso di Feriti - PEIMAF ==
La pianificazione del PEIMAF deve seguire alcune fasi ben definite. Un dato assoluto da considerare nella progettazione del PEIMAF è che l’Ospedale, in caso di disastro deve funzionare attraverso un’attenta gestione delle risorse. Se progettiamo uno schema molto rigido, il primo problema non previsto rischia di “spezzare” la sequenza programmata. Gli obiettivi sono i seguenti:
1) assicurare un adeguato trattamento, cura ed eventuale ricovero ad un gran numero di feriti che superano le normali capacità ricettive del D.E.A. (Dipartimento di Emergenza ed Accettazione);
2) integrarsi con gli altri Piani di Emergenza;
3) mantenere, anche in emergenza, una attività minima di routine.
Le fasi fondamentali su cui si basa il PEIMAF sono, in sintesi:
a) identificazione della catena di allarme;
b) preparazione percorsi e aree di trattamento;
c) attivazione della catena di comando – formazione dei quadri di coordinamento con il Corso H.D.M.;
d) attivazione dei sistemi di comunicazione e informazione (in questo ruolo è preposto un H.D.M con compiti specifici);
e) attivazione di procedure specifiche, descritte dal Piano e disponibili in tutti i Reparti e sulla rete informatica ospedaliera;
f) disponibilità di presidi specifici (schede di triage, cartelloni riepilogativi delle procedure, casacche colorate per identificare i ruoli operativi e di coordinamento, kits triage, kits paziente, megafoni);
g) attivazione di un’Unità di Crisi Strategica.<ref>Pierangelo Bozzetto, L’emergenza intraospedaliera: integrazione tra il PEIMAF ed i piani di emergenza interna, EURAC Bolzano – 22-23 novembre 2008 4th International Congresso on Disaster Medicine and Disaster Management. URLhttp://protezionecivile.crialtoadige.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=374&Itemid=32. consultato il 25 agosto ore 14.20. </ref>
Le indicazioni generali del PEIMAF dell'Ospedale Martini di Torino sono quelle su cui si è basato il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, che poi le ha rese operative in tutti gli ospedali italiani.
== Il sistema organizzativo ==
Gli Hospital Disaster Manager operano in un ambito organizzativo totalmente diverso rispetto a quello di routine. Si tratta, infatti, dell’Hospital Disaster Management, che prevede la creazione di team, ciascuno di essi coordinato da un H.D.M.: ogni team persegue un obiettivo ben definito. L’impiego di simulazioni e scenari relativi a differenti tipologie di maxiemergenze consente la costruzione di modelli su cui preparare gli interventi concreti. L’organizzazione H.D.M. permette di migliorare in modo notevole i risultati ottenuti con l’utilizzo di un approccio organizzativo convenzionale. Occorre approfondire l’efficacia di tale modello in caso di eventi catastrofici di portata superiore. La presenza di operatori addestrati, di piani di emergenza testati e di un sistema organizzativo quale l’H.D.M. garantisce una risposta migliore rispetto a situazioni in cui si privilegino gli approcci tradizionali nella gestione di maxiemergenze.
== Il futuro ==
Per la sanità italiana è urgente migliorare l'efficienza del Sistema di intervento degli ospedali in caso di catastrofe, sia in caso di maxiemergenze, sia in quello di incidente interno. Nelle realtà ospedaliere non esiste ancora una figura unitaria, adeguatamente formata, che coordini e gestisca i Piani di Emergenza, perché il personale medico – infermieristico in servizio non possiede le conoscenze necessarie per operare in un ambito così complesso. Gli anestesisti, i chirurghi o gli internisti gestiscono le emergenze cliniche, ma non quelle organizzative; i medici esperti in programmazione ospedaliera hanno, invece, una competenza limitata nella gestione dei casi clinici.
Occorre perciò dare vita a una figura sanitaria che conosca le problematiche del soccorso di massa extraospedaliero e sia in grado di gestire i Piani di Emergenza conoscendo le finalità di questi e le risorse interne a disposizione. Questa figura di nuova concezione è l'Hospital Disaster Manager (H.D.M.). L’H.D.M. deve conoscere gli aspetti logistici della struttura in cui opera, associando capacità clinica e di management della crisi, senza trascurare gli aspetti di comunicazione in emergenza.
 
== BibliografiaAttività ==
Lo scopo fondamentale del Disaster Manager è quello di raggiungere il miglior livello di sicurezza e salute per le persone e la comunità coinvolte in un disastro. Lo scenario nel quale egli si trova a operare vede la presenza limitata o l'assenza totale di equipaggiamento, infrastrutture e servizi. Il suo ruolo in Italia è coordinato con gli operatori della Protezione Civile.
. Linee Guida predisposte dal Dipartimento della Protezione civile nel
 
settembre 1998 per la pianificazione intraospedaliera, Pubblicazione n. 54,
Il lavoro del Disaster Manager si sviluppa in tre fasi;
1998
 
. P. Bozzetto, "L'emergenza intraospedaliera: integrazione tra il
*'''La prima''' consiste nel pianificare gli interventi prima dell'eventuale disastro, nel controllo delle procedure, nella formazione e aggiornamento continuo del personale, nella preparazione delle strutture e delle risorse;
PEIMAF ed
Il lavoro del Disaster Manager si sviluppa in tre fasi. La prima consiste nel pianificare gli interventi prima dell*'''eventuale disastro, nel controllo delle procedure, nella formazione e aggiornamento continuo del personale, nella preparazione delle strutture e delle risorse. La seconda''' è contemporanea al verificarsi del disastro e concerne la risposta immediata, il coordinamento dell'intervento, l'analisi e la soluzione dei problemi, la comunicazione con i colleghi, le persone coinvolte a vario titolo nell'evento e i mezzi di informazione. Qui la pianificazione si attua attraverso le fasi di accettazione, triage, stabilizzazione, diagnostica e ricovero.<ref>Vengono seguite le Linee Guida predisposte dal Dipartimento della Protezione civile nel settembre 1998 per la pianificazione intraospedaliera (Pubblicazione n. 54).</ref> La terza, a posteriori, prevede la valutazione dei risultati, la correzione degli errori e la pianificazione per il prossimo evento. ;
i piani di emergenza interna",4th International Congresso on Disaster
*'''La terza''', a posteriori, prevede la valutazione dei risultati, la correzione degli errori e la pianificazione per il prossimo evento.
Medicine and Disaster Management, EURAC Bolzano, 22-23 novembre 2008
 
. F. Della Corte, "La formazione dei medici e degli infermieri per la
== IlNel futuromondo ==
Medicina dei Disastri", Disaster Medicine ed Emergenze Mediche, Corso
=== Italia ===
di
{{cn|Il ruolo di tali infermieri è spesso coordinato con gli operatori della [[Protezione Civile]].}} L'Associazione Italiana di Medicina delle Catastrofi ha importato dall'esperienza americana le figure del:
formazione per medici ed infermieri, 4-7 Novembre 2003, Firenze, in
 
www.criticalpatient.org/Disaster_Medicine/dellacorte/Dellacorte.htm
* Medical Disaster Manager (MDM), che è a capo delle unità extraospedaliere (PEIMAF)
. F. Santoianni, "Protezione civile Disaster Management - Emergenza e
* Hospital Disaster Manager (HDM), che cura l'organizzazione ospedaliera sia in caso di PEIMAF sia in caso di PEIVAC
soccorso: pianificazione e gestione", cap. 8 - 9, Accursio, Firenze,
 
2007
L'Hospital Disaster Management (il cui lavoro si integra con le strutture e il personale della [[Protezione Civile]] a livello regionale e provinciale) prevede la creazione e il coordinamento di team specifici, ciascuno di essi coordinato da un Disaster Manager. I team sono composti da personale in grado di gestire con una competenza specifica i bisogni fisico-emotivi delle persone coinvolte in un disastro ambientale o causato dall'uomo, che si preparano ad affrontare varie maxiemergenze per mezzo di esercitazioni e simulazioni di scenari; da questo lavoro scaturiscono poi i modelli che servono per dare vita ai piani operativi. I principali sono il PEIVAC (per maxiemergenze interne alla struttura) e il PEIMAF (per maxiemergenze sul territorio). Tale organizzazione consente una risposta più efficiente se paragonata a quella tradizionale.
 
L'infermiere Disaster Manager deve essere in grado di operare in gruppo sia all'interno di ogni singola struttura ospedaliera, sia sul luogo dell'eventuale catastrofe. Ogni gruppo è coordinato da un Hospital Disaster Manager.
 
L'infermiere professionale è un cardine della gestione delle maxiemergenze. Per le figure con formazione adeguata è prevista l'assegnazione di compiti fondamentali quali il triage, l'assistenza ai pazienti critici, l'allestimento delle aree di ricovero nella prima fase di soccorso. Spetta a lui, dunque, gestire in prima persona la fase iniziale del soccorso.
 
=== Piano di Emergenza Interno per Massiccio Afflusso di Feriti - (PEIMAF) ===
La pianificazione del PEIMAF si attiene a uno schema prestabilito, in grado di essere flessibile a seconda del tipo di maxiemergenza; tale piano viene elaborato sotto la supervisione dell'Hospital Disaster Manager e la sua operatività si basa sulle figure di infermieri Disaster Manager, addestrati per intervenire in situazioni di simile gravità. Esso deve garantire il soccorso e il trattamento, eventuale ricovero incluso, a un numero di persone di gran lunga superiore allo standard di ricettività del Dipartimento di Emergenza ed Accettazione. Inoltre, il PEIMAF si inserisce in una rete integrata di Piani di Emergenza (Protezione Civile, Comune...) e deve comunque garantire l'attività di routine sufficiente per coloro che si trovino già ricoverati nella struttura.
L'implementazione del PEIMAF prevede che, una volta scattato l'allarme e individuate le aree di trattamento, vengano attivati sia la catena di comando sia i sistemi di comunicazione e informazione; in ogni reparto della struttura devono poi essere disponibili dei presidi specifici. L'ultimo passo consiste nella creazione di un'Unità di Crisi Strategica.
 
g)Per attivazionequanto diriguarda un’Unitàl'Italia, le indicazioni generali del PEIMAF dell'Ospedale Martini di CrisiTorino Strategica.sono quelle su cui si è basato il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, che poi le ha rese operative in tutti gli ospedali italiani<ref>Pierangelo Bozzetto, L’emergenzaL'emergenza intraospedaliera: integrazione tra il PEIMAF ed i piani di emergenza interna, EURAC Bolzano – 22-23 novembre 2008 4th International Congresso on Disaster Medicine and Disaster Management. URLhttpURL http://protezionecivile.crialtoadige.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=374&Itemid=32 {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304105154/http://protezionecivile.crialtoadige.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=374&Itemid=32 |data=4 marzo 2016 }}. consultato il 25 agosto ore 14.20. </ref> .
 
=== Piano di Emergenza Interno per EVACuazione (PEIVAC) ===
Il PEIVAC può essere attivato sia per eventi strutturali come cedimenti, black out o incendi oppure per esigenze di trasloco o per infestazione, quindi in una qualsiasi situazione in cui è prevista un'evacuazione della struttura.
Esattamente come il PEIMAF il piano è pre-organizzato e coinvolge diverse professionalità e ne identifica i ruoli attraverso delle “action card” (distribuzione dei ruoli in modo preordinato).
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
{{Portale|lavoro|medicina}}
*Carlo Calamandrei, L'assistenza infermieristica. Storia, teoria, metodi (nuova edizione aggiornata), NIS, 1993
.* Linee Guida predisposte dal Dipartimento della Protezione civile nel settembre 1998 per la pianificazione intraospedaliera, Pubblicazione n. 54, 1998
*P. Bozzetto, "L'emergenza intraospedaliera: integrazione tra il PEIMAF ed i piani di emergenza interna",4th International Congresso on Disaster Medicine and Disaster Management, EURAC Bolzano, 22-23 novembre 2008
* F. Della Corte, "La formazione dei medici e degli infermieri per la Medicina dei Disastri", Disaster Medicine ed Emergenze Mediche, Corso di formazione per medici ed infermieri, 4-7 novembre 2003, Firenze, in www.criticalpatient.org/Disaster_Medicine/dellacorte/Dellacorte.htm
. *F. Santoianni, "Protezione civile Disaster Management - Emergenza e soccorso: pianificazione e gestione", cap. 8 - 9, Accursio, Firenze, 2007.
 
==Voci correlate==
[[Categoria:Infermieristica]]
*[[Disastro]]
[[Categoria:Professioni sanitarie]]
*[[Disaster manager]]
*[[Infermiere]]
*[[Ospedale]]
 
{{Portale|lavoro|medicina}}
[[Categoria:Professioni sanitarieinfermieristiche]]