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[La altri. ] Questi brani possono essere associati a differenti epoche storiche e provenire da diversi contesti culturali. Il genere sfrutta la musica come un mezzo che stimola le masse ad agire verso un malesseredenuncia sociale. La canzone di protesta nasce dalla necessità di esternare il malcontento verso una determinata situazione. Il suo scopo è, il più delle volte, indirizzare l’ascoltatore verso un cambiamento. Il discontento espressoespressa da una canzone del genere non appartiene al singolo autore ma ad un intero gruppo di individui. Per questo motivo, il messaggio veicolato da un brano assume una rilevanza maggiore rispetto all’autore, che occupa a volte un ruolo marginale. Tuttavia, nell'età contemporanea, non sono rari artisti musicali divenuti popolari in tutto il mondo. Molti autori di canzoni di protesta, inoltre, hanno anche associato alla loro carriera musicale attività di [[Attivismo]], fruttoa testimonianza del proprio impegno politico e sociale.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Elizabeth J.|cognome=Kizer|data=1983-01|titolo=Protest song lyrics as rhetoric|rivista=Popular Music and Society|volume=9|numero=1|pp=3–11|accesso=2020-11-14|doi=10.1080/03007768308591202|url=http://dx.doi.org/10.1080/03007768308591202}}</ref>
 
[ essenzialmente di protesta. ] Questo tipo di canzoni ispirarono ampiamente la [[Contestazione]] giovanile diffusosi negli Stati Uniti e in Europa a partire dalla fine degli anni Sessanta. Tra gli artisti famosi legati a questo periodo si possono citare [[Bob Dylan]], [[Joan Baez]] e, tra gli altri, gli [[Inti-Illimani]]. La musica è stata utilizzata come mezzo di protesta anche al di fuori del movimento della Controcultura della seconda metà del Novecento. [ Sebbene .... esistere. ] Dylan è l’autore del famoso brano pacifista [[Blowin' in the Wind|''Blowin' in the Wind'']], scritto nel 1963, alla vigilia della [[Guerra del Vietnam]] e considerato una delle più conosciute canzoni di protesta. Egli stesso, tuttavia, lo definì "non una canzone di protesta o simili, poiché io non scrivo canzoni di protesta… L’ho scritta come qualcosa che doveva essere detto, da un individuo a un altro".<ref>{{Cita web|url=https://www.dissentmagazine.org/online_articles/the-political-bob-dylan|titolo=The Political Bob Dylan|sito=Dissent Magazine|accesso=2020-11-14}}</ref>
 
== Nel mondo ==
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Più recentemente, nel novembre 2019, il canto femminista cileno ''Un Violador en Tu Camino,'' eseguito per la prima volta durante le proteste di piazza dello stesso anno, è diventato virale in tutto il mondo.<ref>{{Cita news|lingua=en-GB|nome=Charis|cognome=McGowan|url=https://www.theguardian.com/world/2019/dec/06/chilean-anti-rape-anthem-becomes-international-feminist-phenomenon|titolo=Chilean anti-rape anthem becomes international feminist phenomenon|pubblicazione=The Guardian|data=2019-12-06|accesso=2020-11-16}}</ref>
 
=== GiapponeHong Kong ===
Il 2014 fu l'anno della cosiddetta [[Proteste a Hong Kong del 2014|Rivoluzione degli ombrelli]], iniziata con lo scopo di ottenere dalla [[Cina]] il suffragio universale nel paese. L'inno non ufficiale intonato dai partecipanti durante le proteste fu il brano ''Boundless Oceans, Vast Skies,'' del gruppo rock di Hong Kong [[Beyond (gruppo musicale)|Beyond]]. Inoltre, una versione in [[Lingua cantonese|cantonese]] del brano ''Do You Hear the People Sing?'', dal musical [[Les Misérables (musical)|Les Misérables]], venne utilizzata come canzone di protesta simbolo del movimento. Anche in seguito, soprattutto durante i disordini e le [[Proteste a Hong Kong del 2019-2020|proteste per la democrazia del 2019-2020]], la musica ha continuato ad avere un ruolo fondamentale. I brani del 2014, infatti, sono stati utilizzati dai manifestanti anche in questa occasione. <ref>{{Cita web|url=https://folklife.si.edu/magazine/protest-music-of-hong-kong|titolo=Do You Hear the People Sing? A Summer of Protest Music in Hong Kong|autore=September 18, 2019 {{!}} Ho Chak Law {{!}} Comments|sito=Smithsonian Center for Folklife and Cultural Heritage|lingua=en-US|accesso=2020-12-11}}</ref> Nel 2019, inoltre, il brano, ''[[Glory to Hong Kong]],'' scritto da un anonimo, ha cominciato a circolare online fino a divenire la canzone simbolo delle proteste di quell'anno. L'approvazione di una nuova [[Legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong|legge sulla sicurezza]], nel giugno del 2020, ha portato ad un'ulteriore privazione della libertà di espressione. Ad esempio, riprodurre o intonare il brano ''Glory to Hong Kong'' è stato vietato in tutte le scuole del paese.<ref>{{Cita web|url=https://u.osu.edu/mclc/2020/07/18/a-brief-history-of-hk-protest-music/|titolo=A brief history of HK protest music|sito=MCLC Resource Center|data=2020-07-18|lingua=en-US|accesso=2020-12-20}}</ref>
<ref>{{Cita web|url=https://oxford.universitypressscholarship.com//mobile/view/10.1093/acprof:oso/9780199334681.001.0001/acprof-9780199334681|titolo=Revolution Will Not Be Televised: Protest Music After Fukushima - Oxford Scholarship|sito=oxford.universitypressscholarship.com|accesso=2020-12-05}}</ref>
 
=== Italia ===
I [[Canti della Resistenza]] sono un'insieme di canzoni popolari legate alla [[Resistenza italiana]], insieme di movimenti opposti all'occupazione nazifascista durante la [[Seconda guerra mondiale]]. Il tema principale affrontato da questi brani è la lotta per la liberazione dell'Italia e dei suoi cittadini. Il brano ''Bella Ciao,'' sebbene abbia origini molto dibattute'','' è fra le canzoni più conosciute sul tema della Resistenza e può essere ritenuta una canzone di protesta. ''Bella Ciao'' viene ancora oggi intonata in più occasioni durante proteste per la libertà in Italia e nel resto del mondo.<ref>{{Cita web|url=https://lanostrastoria.corriere.it/2018/07/10/la-vera-storia-di-bella-ciao-che-non-venne-mai-cantata-nella-resistenza/|titolo=La vera storia di “”Bella ciao”, che non venne mai cantata nella Resistenza|sito=lanostrastoria.corriere.it|lingua=it|accesso=2021-01-04}}</ref>
 
Nel 1957, a Torino, si formarono i [[Cantacronache]], un complesso di poeti e musicisti che, nelle loro composizioni, denunciavano le problematiche dell'Italia del secondo dopoguerra. I Cantacronache sono considerati tra le maggiori influenze della canzone d'autore italiana degli anni Sessanta e Settanta, i cui autori pubblicarono numerosi brani di protesta durante gli anni della contestazione. Tra i cantautori italiani più influenti vi furono [[Fabrizio De André]], [[Francesco Guccini]], [[Rino Gaetano]], [[Franco Battiato]], [[Eugenio Finardi]] e altri.<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/la-canzone-d-autore-in-italia_(Enciclopedia-Italiana)|titolo=La canzone d'autore in Italia in "Enciclopedia Italiana"|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2021-01-04}}</ref> Tra le canzoni di protesta del genere può essere citata [[La guerra di Piero]], un brano di De André del 1964 contro la guerra.<ref>{{Cita web|url=https://www.rockit.it/articolo/musica-protesta-politica-italia|titolo=Dov'è finita la musica di protesta in Italia?|sito=Rockit.it|lingua=it|accesso=2021-01-04}}</ref>
 
=== Regno Unito e Irlanda ===