Best Current Practice: differenze tra le versioni
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Il concetto di ''Best Current Practice'' è derivato da quello di ''best practice'' o «[[migliore pratica]]», che ha però una valenza più ampia, in quanto si riferisce ad una procedura, esperienza ecc. di tipo più stabile e consolidato, laddove nella BCP si mette in evidenza il valore «corrente» della stessa, cioè legato ad un contesto temporale e settoriale più specifico. Inoltre, il termine BCP negli ultimi anni è riferito quasi esclusivamente all'ambito informatico, dove ha acquisito un significato molto preciso.
BCP è infatti anche il nome di una serie di documenti numerati pubblicati dall'[[Internet Engineering Task Force]]. Tutti i documenti di questa serie sono anche ''[[Request for Comments|Requests for Comments]]'' (RFC); mentre un dato numero di RFC si riferisce sempre ad una specifica versione di un documento, un numero di BCP si riferisce alla revisione più recente del documento. (Così, le citazioni si riferiscono sia a un numero di BCP che a un numero di RFC.) Le BCP «rappresentano delle linee guida ufficiali (''guideline'') e raccomandazioni (''recommendation'') provenienti da IETF, ma non sono dei veri e propri standard. Esempio: RFC 1918 (''Address Allocation for Private Internets'') o RFC 2026 (''The Internet Standard Process - Revision 3'').»<ref>Leone Randazzo, {{
* Esempio: [[BCP 38]], [[BCP 47]].
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