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[[File:Khwarazm oasis.jpg|thumb|La Corasmia, a sud del lago d'Aral, in un'immagine satellitare del 2009.]]
La '''Corasmia''' o '''Khwārizm''' ([[Lingua persiana|persiano]]/[[Lingua araba|arabo]] خوارزم, ''Ḫ<sup>v</sup>ārazm'' o ''Ḫwārizm''; [[Lingua uzbeka|uzbeko]] ''Xorazm''; [[Lingua inglese|inglese]] ''Khwãrezm'') è una regione storica dell'[[Asia centrale|Asia centro-occidentale]], corrispondente attualmente a parti dell'[[Uzbekistan]] e del [[Turkmenistan]]. Comprendeva le [[oasi]] situate lungo il corso inferiore dell'[[Amu Darya]] (l'antico ''[[Amu Darya|Oxus]]'') e attorno al suo delta, ed era compresa tra il [[lago d'Aral]] (a nord), i deserti del [[Karakum]] e del [[Kyzylkum]] e l'[[altopiano di Ustyurt]], che la limitavano sugli altri lati. In epoca islamica, confinava con le regioni del [[Grande Khorasan|Khorasan]] e della [[Transoxiana]].
 
Città principale della regione (assieme a [[Kath]] e a [[Khiva]]) è stata per lungo tempo Gurgānj, l'odierna [[Kunya-Urgench|Konye-Urgench]] («Vecchia Urgench»), nell'estremo nord del Turkmenistan. La città non deve essere confusa con la città di [[Urgench]], fondata in Uzbekistan nella seconda metà del XIX secolo.
 
Fino alla sua completa turchizzazione etnica e linguistica, completatasi nel tardo Medioevo, i [[Corasmi]] di lingua [[Iranici|iranica]] costituivano il principale gruppo etnico della regione.
 
== Storia ==
=== Preistoria ===
Reperti risalenti al [[Neolitico]], all'[[età del Bronzo]] e alla prima [[età del Ferro]] indicano che nell'area ferveva già una certa attività.
 
=== Antichità ===
La storia antica di questa regione non è ben conosciuta; oltre alle notizie di carattere mitico che si trovano nelle fonti persiane circa la partecipazione di essa alle favolose guerre tra [[Persiani|Irani]] e [[Tūrān|Turani]], abbiamo in [[Erodoto]] notizia di un regno corasmio precedente alla conquista persiana. Dopo essere appartenuta all'[[Persia#L'impero achemenide|impero persiano]] (Erodoto assegna i Corasmi con i [[Parti]], gli [[Aria (regione storica)|Arii]] e i [[Sogdiana|Sogdiani]] al sedicesimo [[Satrapie achemenidi|distretto fiscale]] di [[Dario I di Persia|Dario]]), la regione era divenuta autonoma quando vi giunse [[Alessandro Magno]]; [[Arriano]] (IV, 5) narra che nel 328 a.C. il suo re, Farasmane, offrì spontaneamente la sua sottomissione al Macedone. Fino alla [[Conquista islamica della Transoxiana|conquista araba]] che vi introdusse l'[[Islam]] e la sua cultura, non si hanno notizie sicure sul paese; quando il famoso condottiero musulmano [[Qutayba ibn Muslim]] si impadronì della regione nel 712 d.C., vi trovò regnante una dinastia residente nella città di Kāth, sul cui passato [[Al-Biruni|al-Bīrūnī]] dà molte notizie in gran parte leggendarie, insieme con altre di molto valore sulle religioni e sul calendario, che indicano che il paese conservava elementi antichi di cultura iranica, così come [[Iranici|iranica]] era la sua lingua, il [[Lingua corasmia|corasmio]]. Questi sovrani di Kāth portavano già il nome di ''[[Impero corasmio|Khwārizm Shāh]]'', rimasto poi proprio di tutti i dominatori della regione; essi continuarono a governare sotto la supremazia del governatore arabo del [[Grande Khorasan|Khorāsān]] residente a [[Merv]], così come avvenne per [[Bukhara]]. Il potere centrale arabo cedette poi man mano, come altrove, all'affermarsi delle dinastie nazionali. Così nel 995 d.C. il principe di Gurgānj (''al-Giurgiāniyyah'') Maḥmūd ibn Muḥammed, che era rimasto indipendente, fondò una dinastia di Khwārizm Shāh già autonoma, che estese il suo potere su tutto il paese, e presso la quale vissero per qualche tempo al-Bīrūnī, nato presso Khiva, e anche [[Avicenna]]. Sotto questi sovrani, la Corasmia si affermò come importante centro di [[cultura araba]] e [[Cultura persiana|persiana]].
 
Nel 1017 [[Mahmud di Ghazna]] si impadronì della regione, che fu da lui affidata al governo di Altun Tash, dalla cui famiglia fu governata finché cadde sotto la [[Impero selgiuchide|supremazia selgiuchide]]; questa si protrasse, con qualche interruzione e con varie vicende, complicate dalle lotte con le stirpi turche, fino alla morte del sultano [[Ahmed Sanjar]] (1157). Durante la dominazione selgiuchide si era affermata sempre più l'influenza della famiglia di [[Anushtigin]], che [[Malik Shah I|Malik Shah]] aveva fatto governatore della Corasmia, e di cui il figlio Qutb ad-Din Muhammad assunse già il titolo di ''Khwārizm Shāh''; accanita fu la lotta tra Atsiz, figlio di Qutb ad-Din e Sanjar, che subì da lui una memoranda sconfitta. Alla morte di Sanjar il paese era saldamente in mano alla nuova dinastia di ''Khwārizm Shāh'', che lo portò al suo massimo splendore e lo liberò anche dal tributo dovuto ai [[Kara Khitay]], sconfitti definitivamente nel 1210. Tra i più famosi sovrani di questa dinastia ricordiamo Ala ad-Din Tekish, suo figlio [[Muhammad II del Khwarezm|Ala ad-Din Muhammad]] e il figlio di quest'ultimo [[Jalal al-Din Mankubirni]], che difese eroicamente, ma inutilmente, il suo regno contro [[Gengis Khan]], che nel 1221 prese Gurganj. Nel più glorioso periodo di questa dinastia, il regno dei ''Khwārizm Shāh'', elemento assai importante nell'equilibrio politico di allora, giungeva dagli [[Urali]] al [[Golfo Persico]], e dall'[[Indo]] quasi all'[[Eufrate]], con gran parte della Persia. Anche Bukhara era sotto il loro dominio. Alla floridezza economica promossa dalla posizione cosi favorevole nella valle dell'[[Amu Darya]], corrispondeva una brillante fioritura di scienza e letteratura; Gurgānj fu un centro assai importante di cultura araba e persiana.
 
=== Età moderna ===
In seguito alla disgregazione dell'impero mongolo, la regione della Corasmia si ritrovò suddivisa tra il [[Khanato dell'Orda d'Oro]] e il [[Khanato Chagatai|Khanato di Chagatai]], e la sua capitale Gurganj (oggi [[Kunya-Urgench|Konye-Urgench]], «Vecchia Gurganj», da non confondere con la moderna città di [[Urgench]], situata a vari chilometri di distanza), nuovamente ricostruita, divenne nuovamente uno dei più grandi e importanti centri commerciali dell'Asia centrale. A metà del XIV secolo, la Corasmia ottenne l'indipendenza dal [[Khanato dell'Orda d'Oro]] sotto la dinastia Sufide. Tuttavia, [[Tamerlano]] riteneva la Corasmia una potenziale rivale per [[Samarcanda]] e, nel corso di cinque campagne, distrusse completamente Gurganj nel 1388. A seguito di questo evento, nonché ad uno spostamento del corso dell'Amu Darya, il centro principale della Corasmia si spostò a [[Khiva]], che divenne, nel XVI secolo, la capitale del [[Khanato di Khiva]], retto dalla dinastia degli [[Khanato di Khiva|Arabshanidi]].
 
Durante il regno di [[Pietro I di Russia|Pietro il Grande]] di Russia, le presunte voci della presenza di [[oro]] sulle sponde dell'[[Amu Darya]], assieme al desiderio di garantire all'[[Impero russo]] una rotta commerciale verso l'Indo (nell'attuale [[Pakistan]]), una spedizione commerciale armata, guidata dal principe Alexander Bekovich-Cherkassky, venne inviata nella regione, ma fu respinta da Khiva.
 
Fu solamente sotto gli zar [[Alessandro II di Russia|Alessandro II]] e [[Alessandro III di Russia|Alessandro III]] che ebbero inizio i primi seri tentativi di annettere la regione. Uno dei pretesti principali per condurre spedizioni militari russe contro Khiva fu quello di liberare gli schiavi russi detenuti nel khanato e impedire la futura cattura e vendita di altri schiavi.
 
Nei primi anni di quello che in seguito verrà definito il «Grande gioco», gli interessi russi nella regione entrarono in collisione con quelli dell'[[Impero britannico]], occupato, nel 1839, nella [[prima guerra anglo-afghana]].
 
Il Khanato di Khiva si ridusse gradualmente di dimensioni a seguito dell'avanzata russa nel [[Turkestan]] (la regione comprendente anche la Corasmia) e, nel 1873, venne siglato un trattato di pace che faceva di Khiva un [[protettorato]] russo quasi indipendente.
 
Dopo che la presa di potere da parte dei [[Bolscevismo|bolscevichi]] a seguito della [[rivoluzione d'ottobre]], nel territorio dell'antico Khanato di Khiva venne istituita la [[Repubblica Sovietica Popolare Corasmia]] (successivamente Repubblica Socialista Sovietica Corasmia), che però ebbe breve durata, in quanto nel 1924 venne infine incorporata nell'[[Unione Sovietica]] e l'antico Khanato si ritrovò suddiviso nelle nuove [[Repubblica Socialista Sovietica Turkmena]], [[Repubblica Socialista Sovietica Uzbeka|Uzbeka]] e [[Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Karakalpaka|Karakalpaka]] (inizialmente parte della [[Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Kazaka]] come Oblast' del Karakalpakstan).
 
La più vasta regione storica della Corasmia subì un'ulteriore divisione. La parte settentrionale divenne la [[Repubblica Socialista Sovietica Uzbeka]] e nel 1925 quella occidentale divenne la [[Repubblica Socialista Sovietica Turkmena]]. Inoltre, nel 1936, la parte nord-occidentale divenne la [[Repubblica Socialista Sovietica Kazaka]]. A seguito del collasso dell'[[Unione Sovietica]] nel 1991, queste divennero rispettivamente [[Uzbekistan]], [[Turkmenistan]] e [[Kazakistan]]. Molte delle antiche città corasme sono situate al giuorno d'oggi nella [[Regione di Khorezm|Provincia di Khorezm]], in [[Uzbekistan]].
 
Oggi, l'area in passato occupata dalla Corasmia è abitata da una popolazione mista di [[uzbeki]], [[caracalpachi]], [[turkmeni]], tagiki, [[tatari]] e [[kazaki]].
 
{{Tassobox
|nome=Folidoti
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<!-- CLASSIFICAZIONE -->
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I '''Folidoti''' ('''Pholidota''' <span style="font-variant: small-caps">[[Max Carl Wilhelm Weber|Weber]], [[1904]]</span>, [[1904]]) sono un [[Ordine (tassonomia)|ordine]] di [[Mammalia|mammiferi]] comprendente attualmente una sola famiglia, quella dei pangolini ([[Manidae|Manidi]]). Questi sono animali insettivori specializzati nella cattura di [[Formicidae|formiche]] e [[Isoptera|termiti]], come indica chiaramente la presenza di forti [[Artiglio|artigli]] e di una bocca di forma tubulare munita di una mascella priva di denti e di una lunga [[Lingua (anatomia)|lingua]]. Si differenziano da tutti gli altri mammiferi per la presenza di un rivestimento corporeo formato da grandi scaglie cornee sovrapposte. In caso di minaccia, possono arrotolarsi su sé stessi formando una palla. I pangolini possono vivere sul terreno o sugli alberi, a seconda della specie, e conducono di solito una vita notturna, anche se le notizie riguardanti la loro biologia sono piuttosto scarse. La famiglia comprende tre generi e otto specie, di cui quattro diffuse in [[Asia orientale]], [[Asia meridionale|meridionale]] e [[Sud-est asiatico|sud-orientale]] e quattro nell'[[Africa]] a sud del [[Deserto del Sahara|Sahara]]. I pangolini prediligono sia le foreste che le distese aperte e si incontrano in pianura e sulle montagne fino a medie altitudini.
 
L'attuale nome con cui viene indicata la famiglia dei pangolini, Manidae, venne introdotto nel 1821. In passato, nel XIX secolo e agli inizi del XX secolo, i pangolini erano considerati parenti stretti dei [[Vermilingua|formichieri]] e degli [[Dasypodidae|armadilli]]. Con i primi condividono la bocca priva di denti e dotata di una lunga lingua. L'assenza dei denti portò alla creazione di un [[taxon]] chiamato Edentata, in cui tutti e tre i gruppi di animali furono classificati a lungo. Solamente a partire dalla metà degli anni '80 i moderni studi di [[Biologia molecolare|genetica molecolare]] hanno dimostrato che i pangolini sono più strettamente imparentati con l'ordine dei Carnivori. Le somiglianze con i formichieri e gli armadilli, quindi, sono solamente frutto di una [[convergenza evolutiva]]. A causa della mancanza dei denti, ma anche dello stile di vita specializzato, i pangolini del passato hanno lasciato pochi resti fossili. I primi rappresentanti della famiglia dei Manidi risalgono al [[Pliocene]], circa 5 milioni di anni fa, ma forme imparentate con essi erano presenti già nell'[[Eocene]] medio, circa 47 milioni di anni fa.
 
Tutte e otto le specie di pangolino sono oggi considerate più o meno minacciate e protette a livello internazionale. Le principali cause che ne minacciano la sopravvivenza sono il consumo della carne, che viene venduta come una specialità alimentare esotica, da un lato, e l'utilizzo delle scaglie e di altre parti del corpo in rituali locali, nonché nella [[medicina tradizionale cinese]], dall'altro. Di conseguenza, i pangolini non vengono solo cacciati intensamente, ma sono anche tra i mammiferi più contrabbandati del mondo.
 
== Descrizione ==
=== Aspetto esterno ===
[[File:Pangolin's tail.jpg|thumb|right|[[Manis pentadactyla|Pangolino cinese]] (''Manis pentadactyla'') imbalsamato: si possono notare i grandi artigli delle zampe anteriori e la coda muscolosa, in grado di sostenere il peso dell'animale.]]
[[File:4anteater.jpg|thumb|left|[[Manis crassicaudata|Pangolino indiano]] (''Manis crassicaudata'').]]
I pangolini hanno un corpo allungato con arti corti, testa piccola e appuntita e coda lunga. La lunghezza testa-tronco varia a seconda della specie, dai 25-43 cm dei più piccoli [[Phataginus tricuspis|pangolino tricuspide]] (''Phataginus tricuspis'') e [[Phataginus tetradactyla|pangolino dalla coda lunga]] (''Phataginus tetradactyla'') ai 67-81 cm del rappresentante più grande della famiglia, il [[Smutsia gigantea|pangolino gigante]] (''Smutsia gigantea''). La coda misura a sua volta dai 25 ai 70 cm. Nei pangolini che vivono sugli alberi la lunghezza della coda supera quella del resto del corpo, mentre nelle altre specie essa presenta lunghezza uguale o inferiore. Il peso varia tra 1,6 e 33 kg, con i maschi generalmente più grandi delle femmine. Una specie fossile, ''Manis palaeojavanica'', vissuta nel Sud-est asiatico durante il [[Pleistocene]], raggiungeva una lunghezza totale di circa 2,5 m, rappresentando così la più grande specie di pangolino finora conosciuta<ref name="Dubois 1926"/><ref name="Gaubert 2011"/><ref name="Heath 2013"/>.
 
La testa del pangolino è piccola e di forma conica. Anche gli [[Occhio|occhi]] sono piccoli, protetti da [[Palpebra|palpebre]] sporgenti e prive di ghiandole. Le specie africane sono prive di padiglione auricolare, mentre in quelle asiatiche spesso è presente solo una cresta ispessita. Il naso è chiuso da una piega cutanea (''Plica alaris''), di particolare utilità quando gli animali aderiscono con i loro musi alle strutture costruite dagli insetti per assumere il cibo<ref name="Gaubert 2011"/><ref name="Heath 2013"/>.
 
La principale caratteristica di questi animali, tuttavia, è il rivestimento costituito da grandi scaglie cornee che ricopre la parte superiore della testa, il tronco, la parte esterna degli arti (in alcune specie non gli avambracci) e la parte superiore e inferiore della coda. Solo il muso, il ventre e l'interno degli arti sono privi di scaglie, ma sono ricoperti da una pelle grigia e ruvida ricoperta da peli bianchi, marroni o neri. Nei pangolini africani, la serie mediana delle scaglie, a due terzi circa della lunghezza del corpo, si biforca verso la coda in due serie distinte, mentre in quelli asiatici la stessa serie di scaglie prosegue ininterrotta fino alla punta della coda. Sul lato inferiore della coda, inoltre, i pangolini arboricoli presentano una superficie libera ricoperta di pelle ispessita. Nelle specie asiatiche, tra le scaglie della parte posteriore del corpo crescono singoli peli<ref name="Gaubert 2011"/><ref name="Heath 2013"/>.
 
Gli arti sono corti e forti e terminano con cinque dita (''pentadattili''). Le zampe anteriori mostrano adattamenti a uno stile di vita fossorio, in quanto le tre dita centrali sono dotate di lunghi artigli ricurvi, di cui quello centrale è significativamente più grande. Gli artigli del primo e del quinto dito, tuttavia, sono di dimensioni ridotte e non vengono utilizzati durante lo scavo. Le zampe posteriori sono più forti e leggermente più lunghe, e dotate anch'esse di cinque dita munite di artigli. Generalmente, gli artigli delle zampe anteriori dei pangolini che vivono sul terreno sono più lunghi e meno ricurvi di quelli che vivono sugli alberi; questi ultimi, a loro volta, possiedono gli artigli delle zampe posteriori notevolmente più lunghi, in modo da consentire la locomozione sugli alberi<ref name="Pocock 1924"/><ref name="Gaubert 2011"/><ref name="PSG"/>.
 
=== Cranio ===
[[File:Manis tricuspis 02 MWNH 320.JPG|thumb|Cranio di [[Phataginus tricuspis|pangolino tricuspide]] (''Phataginus tricuspis'').]]
Il cranio raggiunge un lunghezza compresa tra 6 e 16 cm. Ha generalmente una forma conica, con un [[Muso|rostro]] di forma tubolare un po' più stretto del resto della testa e leggermente accorciato verso la parte anteriore. Poiché il cibo non viene masticato, i [[muscoli masticatori]] sono notevolmente regrediti, tanto che come siti per la connessione rimangono solo poche prominenze ossee. Ciò fa sì che il cranio sia molto liscio, nonché uno tra quelli dalla struttura più semplice all'interno della classe dei mammiferi<ref name="Walker"/>.
 
Una particolarità del cranio degna di nota è lo sviluppo incompleto dell'[[arcata zigomatica]], una caratteristica che i pangolini condividono con i [[Vermilingua|formichieri]] sudamericani, anch'essi animali specializzati in una dieta a base di formiche e termiti, e si ritiene pertanto che sia un aspetto correlato a questo tipo di alimentazione. Tuttavia, in alcuni pangolini, come il pangolino cinese, si incontrano talvolta esemplari con l'arcata zigomatica fusa<ref name="Emry 2004"/>. Altre caratteristiche generali del cranio sono la lunghezza dell'[[osso nasale]] e la grandezza dell'[[osso parietale]] rispetto all'[[osso frontale]]<ref name="Gaudin et al. 1999"/><ref name="Rose et al. 2005"/>.
 
I [[Dente|denti]] mancano completamente e la mascella inferiore è concepita solo come un semplice osso a forma di lama, con articolazioni alla sua estremità debolmente sviluppate, posteriori e sferiche, che lasciano poco spazio per il movimento della stessa. La [[sinfisi]] della mascella inferiore forma una superficie piatta su cui può scorrere la lingua<ref name="Heath 1992"/><ref name="Gaubert 2011"/>. Tuttavia, all'estremità posteriore della sinfisi, si trova una coppia di protuberanze ossee, appuntite e di forma [[Cono|conica]], somiglianti a dei [[Canino (anatomia)|canini]], segno distintivo di tutti i pangolini<ref name="Gaudin et al. 1999"/><ref name="Rose et al. 2005"/>.
 
=== Rivestimento dermico ===
[[File:Manis scales.jpg|thumb|Primo piano dell'armatura di scaglie.]]
L'armatura di scaglie, assieme al resto della pelle, costituisce da un quarto a un terzo circa del peso corporeo totale. È formata da 160-290 scaglie singole, di cui poco meno della metà sulla coda. Sono mobili e si sovrappongono tra loro come delle tegole. Sono disposte in file, il cui numero varia, sul dorso, da 13 a 25. Il colore delle scaglie varia dal marrone scuro al verde oliva fino al giallastro. Hanno forma triangolare a «V»; le più grandi possono essere larghe e lunghe da 7 a 8 cm. Sulla loro superficie sono presenti delle ondulazioni nel senso della lunghezza, mentre gli spigoli sono appuntiti. Le scaglie più grandi sono situate di solito sul dorso, con la punta rivolta all'indietro. Quando l'animale si appallottola su sé stesso, le estremità affilate delle scaglie lo fanno assomigliare ad una [[Strobilo|pigna]] semiaperta. Tale armatura protegge i pangolini sia dai morsi delle [[Formicidae|formiche]] e delle [[Isoptera|termiti]] che dai parassiti della pelle, nonché dagli attacchi dei grandi predatori o dalle ferite provocate dal passaggio in tane sotterranee<ref name="Gaubert 2011"/><ref name="Irshad et al. 2015"/>.
 
Le scaglie sono formazioni [[Cheratina|cheratinizzate]] dell'[[epidermide]], appoggiate su piegature rivolte all'indietro del [[derma]] sottostante. Nella sezione trasversale si possono distinguere tre strati: lo strato dorsale superiore occupa circa un sesto dello spessore e consiste di cellule appiattite fortemente cheratinizzate. Lo strato intermedio, che occupa lo spazio più grande, è formato da cellule meno cheratinizzate e appiattite. Lo strato ventrale (o inferiore) forma la parte inferiore della scaglia e ha uno spessore di appena poche cellule. Tutti e tre gli strati si formano a partire da diverse aree germinali dell'[[epidermide]]. L'assenza di filamenti indica che le squame non corrispondono a peli appiccicati tra loro come si pensava in precedenza. La loro struttura è paragonabile a quella delle [[Unghia|unghie]] dei [[Primates|primati]] e, come queste, le scaglie crescono costantemente, compensando l'usura. Di conseguenza, differiscono anche dalle squame che ricoprono il corpo dei [[Squamata|rettili squamati]], che a volte devono essere cambiate ogni anno<ref name="Spearman 1967"/>.
 
Si ritiene che l'armatura di scaglie sia una caratteristica comparsa già nelle prime fasi evolutive dei pangolini, come ''Eomanis'', vissuto nell'[[Eocene]] medio, circa 47 milioni di anni fa, i cui resti fossili sono stati rinvenuti a [[Pozzo di Messel|Messel]], in Assia<ref name="Königswald et al. 1981"/>. Forse questi animali svilupparono originariamente solo una coda squamosa, in maniera [[Omologia (biologia)|omologa]] a quanto si riscontra oggi in alcuni rappresentanti dell'ordine dei [[Rodentia|roditori]], come il [[Mus musculus|topolino domestico]] o la [[Myocastor coypus|nutria]], o delle [[Scandentia|tupaie]], e solo successivamente le scaglie andarono a formare un'armatura completa del corpo<ref name="Meyer et al. 2013"/>.
 
=== Scheletro ===
[[File:Manis tetradactyla skeleton.jpg|thumb|Scheletro di [[Phataginus tetradactyla|pangolino dalla coda lunga]] (''Phataginus tetradactyla'').]]
Il numero di vertebre varia da specie a specie, e va dalle 48 del [[Smutsia temminckii|pangolino di Temminck]] (''Smutsia temminckii'') alle oltre 70 del pangolino dalla coda lunga<ref name="Heath 1995"/>. A seconda delle specie, la [[colonna vertebrale]] è formata in tutto da 7 vertebre cervicali, da 12 a 15 vertebre toraciche, da 5 o 6 vertebre lombari, da 2 a 4 vertebre sacrali e da 21 a 50 vertebre caudali<ref name="Jentink 1882"/><ref name="Gaubert 2011"/>. I pangolini riescono a raggomitolarsi perfettamente su sé stessi, in quanto il [[Bacino (anatomia)|bacino]] è molto corto, l'[[ileo]] è piegato verso l'esterno e le [[Vertebra lombare|vertebre lombari]] sono allungate. Le [[Vertebra caudale|vertebre caudali]] presentano una serie di [[Chevron (anatomia)|chevron]] sul lato inferiore, che fungono da base per i forti muscoli della coda, grazie ai quali essa può essere avvolta intorno al corpo quando l'animale si arrotola<ref name="Storch 2004"/>. Il [[Sterno#Processo xifoideo o ensiforme|processo xifoideo]] all'estremità posteriore dello [[sterno]] giunge fino alla [[Bacino (anatomia)|regione pelvica]] e funge da punto di inserzione per i complessi muscoli della lingua<ref name="Doran et al. 1973"/>.
 
In tutte le specie di pangolino, sia in quelle scavatrici che in quelle arboricole, l'[[Omero (anatomia)|omero]] è particolarmente forte. Presenta un'articolazione del gomito molto ampia e - caratteristica tipica di questi animali - una sviluppata ''crista deltoidea'', una cresta ossea che funge da punto di inserzione per i muscoli della spalla. Nel [[femore]], la terza sporgenza (''Trocanther tertius''), un altro punto di inserzione muscolare, è situato verso il basso, in prossimità dell'articolazione del ginocchio, ed è quindi appena visibile. Nei Folidoti più primitivi questa era situata molto più alto ed era più sviluppata<ref name="Emry 1970"/><ref name="Botha et al. 2007"/>. Un'altra caratteristica particolare del pangolino sono le estremità delle dita (vale a dire le falangi distali), sia delle zampe anteriori che posteriori, che hanno una forma allungata e presentano in cima profonde rientranze in cui si inseriscono gli artigli<ref name="Rose et al. 2005"/>.
 
=== Organi interni ===
Una particolarità dei pangolini è la lunga lingua vermiforme ricoperta di [[saliva]] appiccicosa, grazie alla quale assumono il cibo. Nel pangolino gigante essa può essere lunga fino a 70 cm ed essere estroflessa fuori per 25 cm, mentre nel pangolino cinese essa può crescere fino a 41 cm di lunghezza e avere un diametro di 1,1 cm<ref name="Lin et al. 2015"/>. La sua complessa muscolatura è costituita da fibre muscolari estendentisi longitudinalmente e radialmente. A riposo, la sua parte anteriore viene tenuta arrotolata in bocca. La superficie della lingua è irruvidita nella parte anteriore da una serie di papille coniche, mentre sulla sua parte superiore si trovano papille gustative fungiformi. La lingua non è collegata con l'[[osso ioide]], come in altri mammiferi, ma con la parte posteriore dello sterno attraverso un sistema muscolare esterno, [[Omologia (biologia)|corrispondente]] in parte all'osso ioide. L'osso ioide, invece, ha una funzione diversa: viene utilizzato infatti per frantumare all'ingresso dell'[[esofago]] gli insetti rimasti attaccati alla lingua. Le [[Ghiandola salivare|ghiandole salivari]] sono molto grandi e si estendono fin nella regione toracica e ascellare<ref name="Doran et al. 1973"/><ref name="Chan 1995"/><ref name="Prapong et al. 2009"/>.
 
Lo [[stomaco]], molto muscoloso, è deputato alla frantumazione meccanica degli insetti. È dotato di un [[Tessuto epiteliale|epitelio squamoso]] corneo e stratificato, che lo protegge dai morsi e dal veleno delle formiche e delle termiti. La muscolatura del [[piloro]], notevolmente sviluppata, macina il cibo ingerito e garantisce un'ulteriore frantumazione grazie ad una serie di spine ossificate (spine piloriche); in aggiunta, per favorire tale processo, i pangolini ingeriscono piccoli sassolini. Le [[Stomaco#Epitelio|ghiandole piloriche]] sono molto lunghe e di forma tubolare, e sono riunite in ammassi ghiandolari che si svuotano attraverso un passaggio centrale verso il piloro<ref name="Nisa et al. 2010"/><ref name="Beal et al. 2009"/>. Nel pangolino cinese l'intero [[Intestino|tratto intestinale]] raggiunge una lunghezza di 5,2 m e circa 1 cm di diametro. È di forma tubolare e non presenta alcuna differenza tra l'[[intestino tenue]] e l'[[intestino crasso]]: solo pochi esemplari presentano un leggero ispessimento o formazione a spirale che potrebbero indicare la transizione da intestino tenue a crasso. Il [[Cieco (anatomia)|cieco]] non è presente<ref name="Lin et al. 2015"/>. I pangolini sono dotati di [[Ghiandola anale|ghiandole anali]], le cui secrezioni odorose vengono utilizzate come mezzo di comunicazione e, forse, di difesa. Le femmine hanno un [[utero]] bicorne (''Uter bicornis''). I maschi hanno un [[pene]] piccolo, ma non hanno [[scroto]]: i testicoli sono situati infatti sotto la pelle<ref name="Gaubert 2011"/><ref name="Heath 2013a"/>.
 
Il [[cervello]] è molto semplice e di piccole dimensioni - nel pangolino di Giava ha un peso che costituisce appena lo 0,2-0,5% del peso corporeo<ref name="Weber 1892"/>. Solo il [[bulbo olfattivo]] è ben sviluppato, e si ritiene pertanto che l'olfatto giochi un ruolo importante nella ricerca del cibo e nella comunicazione con i conspecifici. Secondo quanto indicherebbe la struttura del cervello, e principalmente del [[cervelletto]], le specie asiatiche sarebbero più primitive di quelle africane<ref name="Hackethal 1976"/>.
 
== Distribuzione e habitat ==
[[File:Manis ranges.png|thumb|Distribuzione dei pangolini.
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'''Specie asiatiche'''
{{legenda|#333399|Pangolino indiano}}
{{legenda|#ffaa22|Pangolino cinese}}
{{legenda|#11bbff|Pangolino di Giava}}
{{legenda|#ff0000|Pangolino delle Filippine}}
----
'''Specie africane'''
{{legenda|#4444dd|Pangolino di Temminck}}
{{legenda|#22dd22|Pangolino tricuspide}}
{{legenda|#22aa00|Pangolino gigante}}
{{legenda|#ff0090|Pangolino dalla coda lunga}}
]]
I pangolini vivono nell'[[Africa]] a sud del [[Sahara]] e nell'[[Asia meridionale]], [[Sud-est asiatico|sud-orientale]] e nelle regioni meridionali di quella [[Asia orientale|orientale]]. In Africa, la loro area di distribuzione si estende dal [[Senegal]] e dal [[Sudan]] fino al [[Sudafrica]]. In Asia, sono diffusi dal [[Pakistan]] e dal [[Nepal]], attraverso l'[[India]], la [[penisola indocinese]], la [[Cina]] meridionale e la [[penisola malese]], fino al [[Borneo]] e alle [[Filippine]]. I pangolini vivono quindi principalmente in regioni [[Clima tropicale|tropicali]]<ref name="Gaubert 2011"/>.
 
Il loro ''habitat'' comprende un'intera varietà di ambienti diversi, come foreste rivierasche e [[Palude|paludose]], [[Foresta pluviale|foreste pluviali]], [[Savana|savane]] aperte e savane arbustive, oltre a formazioni vegetative a mosaico. Inoltre, si adattano bene anche ad ambienti secondari creati dall'uomo, come [[Piantagione|piantagioni]], giardini urbani e terreni agricoli, che devono tuttavia fornire abbastanza ripari sotto forma di alberi o rocce e tane. Questi animali, tuttavia, evitano gli insediamenti umani e i campi coltivati e sono sensibili ai [[Pesticida|pesticidi]]. Sui [[Niligiri|monti Nilgiri]], in India, il [[Manis crassicaudata|pangolino indiano]] (''Manis crassicaudata'') viene segnalato fino ad un'altitudine di circa 2300 m. Requisito fondamentale per la presenza dei pangolini è, oltre a una fitta vegetazione di sottobosco, la presenza di fonti alimentari sufficienti di [[Formicidae|formiche]] e [[Isoptera|termiti]] e di acqua<ref name="Gaubert 2011"/>.
 
A causa dei diversi ''habitat'' frequentati e in alcuni casi alla specializzazione su diversi tipi di fonti alimentari, le specie [[Simpatria|simpatriche]] raramente tendono ad occupare le stesse [[Nicchia ecologica|nicchie ecologiche]]. In alcuni casi, tuttavia, si incontra un maggior grado di specializzazione. Per esempio, nelle regioni in cui coabita con il pangolino tricuspide, il pangolino dalla coda lunga tende a prediligere regioni più acquitrinose. Il [[Manis pentadactyla|pangolino cinese]] (''Manis pentadactyla''), invece, vive anche nelle regioni settentrionali del Vietnam, dove condivide l'areale con il [[Manis javanica|pangolino di Giava]] (''Manis javanica''): quest'ultimo, tuttavia, si incontra quasi sempre ad altitudini superiori ai 600 m. Anche con gli altri insettivori altamente specializzati, come l'[[Orycteropus afer|oritteropo]] africano (''Orycteropus''), non c'è quasi nessuna competizione nelle stesse aree occupate, grazie alla particolare specializzazione di nicchia dei pangolini<ref name="Gaubert 2011"/>.
 
== Note ==
<references/>
 
{{Tassobox
|nome=Canguro rosso
|statocons=LC
|statocons_versione=iucn3.1
|statocons_ref=<ref name=IUCN>{{IUCN|summ=40567|autore=Ellis, M., van Weenen, J., Copley, P., Dickman, C., Mawson, P. & Woinarski, J. 2016}}</ref>
|immagine=[[File:Red_kangaroo_-_melbourne_zoo.jpg|230px]]<br/>Maschio allo [[zoo di Melbourne]]<br/>[[File:RedKangaroo1.jpg|230px]]<br/>Femmina allo zoo di Nashville
<!-- CLASSIFICAZIONE: -->
|dominio=[[Eukaryota]]
|regno=[[Animalia]]
|sottoregno=[[Eumetazoa]]
|superphylum=[[Deuterostomia]]
|phylum=[[Chordata]]
|subphylum=[[Vertebrata]]
|infraphylum=[[Gnathostomata]]
|superclasse=[[Tetrapoda]]
|classe=[[Mammalia]]
|sottoclasse=[[Theria]]
|infraclasse=[[Metatheria]]
|superordine=[[Australidelphia]]
|ordine=[[Diprotodontia]]
|sottordine=[[Macropodiformes]]
|infraordine=
|superfamiglia=
|famiglia=[[PsittaculidaeMacropodidae]]
|sottofamiglia=[[Platycercinae]]
|tribù=[[Pezoporini]]
|sottotribù=
|genere='''[[PezoporusMacropus]]'''
|sottogenere= Osphranter
|specie='''PM. flaviventrisrufus'''
|sottospecie=
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: -->
|biautore=([[AlfredAnselme JohnGaëtan NorthDesmarest|NorthDesmarest]]
|binome=PezoporusMacropus flaviventrisrufus
|bidata=[[19111822]])
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE -->
|triautore=
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|tridata=
<!-- ALTRO -->
|sinonimi=''Kangurus rufus''<br/><span style="font-variant: small-caps">[[Anselme Gaëtan Desmarest|Desmarest]], [[1822]]</span>
|sinonimi?=
|sinonimi=
|nomicomuni=
|suddivisione=[[Areale]]
|suddivisione_testo=[[File:Western_Ground_Parrot_distribution_mapRed_kangaroo.svgjpg|230px]]
}}
 
Il '''canguro rosso''' ('''''Macropus rufus''''' <span style="font-variant: small-caps">([[Anselme Gaëtan Desmarest|Desmarest]], [[1822]])</span>) è il più grande tra tutti i [[Macropodidae|canguri]], oltre ad essere il più grosso [[Mammalia|mammifero]] terrestre originario dell'[[Australia]] e il più grande [[Metatheria|marsupiale]] vivente. È diffuso in gran parte dell'[[Australia]] continentale: evita solamente le più fertili aree del sud, la costa orientale e le foreste pluviali del nord.
Il '''pappagallo terragnolo occidentale''' ('''''Pezoporus flaviventris''''' <span style="font-variant:small-caps">[[Alfred John North|North]], [[1911]]</span>) è un raro [[Aves|uccello]] della [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] degli [[Psittaculidae|Psittaculidi]] endemico dell'Australia Occidentale<ref name=IOC>{{IOC|titolo=Family Psittaculidaeb|url=http://www.worldbirdnames.org/bow/parrots/|accesso=11 giugno 2016}}</ref> e strettamente imparentato con il [[Pezoporus wallicus|pappagallo terragnolo orientale]] (''P. wallicus'') e il misterioso [[Pezoporus occidentalis|pappagallo notturno]] (''P. occidentalis'')<ref name=Murphy/><ref name=Leeton>{{cita pubblicazione|autore=Peter R. J. Leeton, Leslie Christidis, Michael Westerman e Walter E. Boles|anno=1994|titolo=Molecular phylogenetic relationships of the Night Parrot (''Geopsittacus occidentalis'') and the Ground Parrot (''Pezoporus wallicus'')|pubblicazione=[[The Auk|Auk]]|volume=111|numero=4|pp=833-843|url=http://sora.unm.edu/sites/default/files/journals/auk/v111n04/p0833-p0843.pdf|doi=10.2307/4088815}}</ref>. Con una popolazione che si aggira sulle 40 unità, è uno degli uccelli più rari del mondo<ref name=Murphy/><ref>{{cita web|titolo=DNA Uncovers One of the World's Rarest Birds|url=http://www.sciencedaily.com/releases/2010/11/101123102403.htm|editore=Science Daily|dataaccesso=24 novembre 2010}}</ref>.
 
== Descrizione ==
Il piumaggio del pappagallo terragnolo occidentale è simile a quello della sua controparte orientale, ma le piume dell'addome e le [[Penne copritrici|copritrici]] sotto-caudali sono di colore giallo brillante con strisce nere indistinte. Nei giovani esemplari, inoltre, la regione attorno alla testa, le copritrici alari e il dorso sono di colore grigio-bruno, diversamente da quanto avviene nei giovani della specie orientale, in cui le stesse zone sono di colore verde brillante (come nell'adulto). Questa differenza di piumaggio fornirebbe una migliore mimetizzazione ai giovani esemplari, dalle abitudini più nomadi, che scorrazzano nell<nowiki>'</nowiki>''habitat'' tipico delle regioni aride sud-occidentali in cui risiedono. Al contrario, il pappagallo terragnolo orientale vive in zone dove la vegetazione è molto fitta, con poche zone di terreno aperto.
[[File:Macropus rufus 02 MWNH 926.JPG|thumb|left|Il cranio (museo di Wiesbaden, Germania).]]
[[File:Female_Red_Kangaroo_(Macropus_rufus).jpg|thumb|right|Una femmina al Botanic Garden Zoo di [[Wagga Wagga]], Australia.]]
È un canguro molto grande, con lunghe orecchie appuntite e muso squadrato. I maschi sono ricoperti da una corta pelliccia bruno-rossastra, che sbiadisce fino a divenire di un ''beige'' chiaro sulle parti inferiori e sugli arti. Le femmine sono più piccole dei maschi e presentano un manto di colore grigio-azzurro con sfumature marroni, grigio chiaro sul ventre, anche se le femmine che vivono nelle regioni aride mostrano una colorazione più simile a quella dei maschi. Possiede arti anteriori dotati di piccole unghie, arti posteriori muscolosi usati per saltare e una coda robusta che viene spesso utilizzata come un treppiede quando l'animale è in posizione di riposo. Le zampe del canguro rosso funzionano un po' come una fascia elastica, con il [[tendine di Achille]] che si allunga quando l'animale scende e rilascia la sua energia per spingerlo in alto e in avanti, consentendogli la sua caratteristica andatura a balzi. Così facendo, i maschi possono coprire anche 8-9 m di lunghezza e 1,8-3 m di altezza con un unico salto, anche se l'andatura media è di 1,2-1,9 m<ref>{{cita web|url=http://www.zoo.org.au/Healesville/About/Our_Animals/Red_Kangaroo|titolo=Red Kangaroo – Zoos Victoria|editore=www.zoo.org.au|accesso=16 aprile 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080714103312/http://www.zoo.org.au/Healesville/About/Our_Animals/Red_Kangaroo|dataarchivio=14 luglio 2008}}</ref><ref name=ADW/>.
 
I maschi possono raggiungere una lunghezza di 1,3-1,6 m, ai quali vanno aggiunti altri 1,2 m di coda. Le femmine sono notevolmente più piccole, con una lunghezza del corpo di 85-105 cm e una coda di 65-85 cm<ref name=ADW>{{cita web|autore=M. Yue|anno=2001|url=http://animaldiversity.ummz.umich.edu/site/accounts/information/Macropus_rufus.html|titolo|Macropus rufus|sito=Animaldiversity.ummz.umich.edu|accesso=25 settembre 2015}}</ref><ref name=Arkive>{{cita web|url=http://www.arkive.org/red-kangaroo/macropus-rufus/#text=Facts|titolo|Macropus rufus|titolo=Red kangaroo videos, photos and facts – ''Macropus rufus''|sito=ARKive|accesso=25 settembre 2015}}</ref>. Le femmine pesano tra i 18 e i 40 kg, mentre i maschi generalmente pesano circa il doppio, potendo raggiungere tra i 55 e i 90 kg<ref name=Arkive/><ref name="Wood">{{cita libro|autore=Gerald Wood|titolo=The Guinness Book of Animal Facts and Feats|anno=1983|isbn=978-0-85112-235-9}}</ref>. In posizione eretta, un canguro rosso misura circa 1,5 m di altezza alla sommità della testa<ref>{{cita libro|autore=P. Menkhorst e F. Knight|titolo=A Field Guide to the Mammals of Australia|anno=2001|editore=Offord University Press|città=Melbourne|isbn=0-19-555037-4}}</ref>. I maschi più grandi, comunque, possono superare gli 1,8 m di altezza: l'esemplare più grande di cui sono state confermate le dimensioni era alto circa 2,1 m e pesava 91 kg<ref name="Wood"/>.
Secondo le analisi del DNA molecolare il pappagallo terragnolo occidentale si sarebbe separato dai pappagalli terragnoli dell'Australia orientale circa 2 milioni di anni fa<ref name=Murphy>{{cita pubblicazione|titolo=A cryptic and critically endangered species revealed by mitochondrial DNA analyses: the Western Ground Parrot|autore=Stephen A. Murphy, Leo Joseph, Allan H. Burbidge e Jeremy Austin|anno=2010|pubblicazione=Conservation Genetics|doi=10.1007/s10592-010-0161-1|volume=12|numero=2|pp=595-600}}</ref>.
 
Il canguro rosso mantiene la temperatura interna in un punto di omeostasi di circa 36 °C grazie a tutta una serie di adattamenti fisici, fisiologici e comportamentali. Tra questi ricordiamo uno strato di pelliccia isolante, l'abitudine di essere meno attivo e rimanere all'ombra quando le temperature sono più elevate, nonché il rinfrescarsi ansimando, sudando e leccandosi gli arti anteriori.
== Tassonomia ==
Descritto come specie separata da [[Alfred John North]] nel 1911 a causa del piumaggio differente<ref>{{cita libro|autore=[[Alfred John North]]|p=175|titolo=Nests and eggs of birds found breeding in Australia and Tasmania|anno=1911|editore=Australian Museum|città=Sydney|url=https://www.biodiversitylibrary.org/item/42060#page/7/mode/1up|dataaccesso=20 novembre 2010}}</ref>, il pappagallo terragnolo occidentale deve l'epiteto specifico, ''flaviventris'', dai termini [[Lingua latina|latini]] ''flavus'', «giallo oro», e ''venter'', «pancia»<ref>{{cita libro|autore=D. P. Simpson|titolo=Cassell's Latin Dictionary|editore=Cassell Ltd.|anno=1979|edizione=5|città=Londra|pp=250 e 634|isbn=0-304-52257-0}}</ref>. Già nel 1912, tuttavia, [[Gregory Mathews]] lo considerò una sottospecie del [[Pezoporus wallicus|pappagallo terragnolo orientale]], non ritenendolo abbastanza differente da giustificarne il rango di specie a sé<ref>{{cita pubblicazione|autore=G. M. Mathews|anno=1912|url=https://www.biodiversitylibrary.org/ia/novitateszoologi18lond#page/304/mode/1up|titolo=Reference List to the Birds of Australia|pubblicazione=Novitates Zoologicae|volume=18|pp=171-455}}</ref><ref name=interimplan>{{cita web|url=http://www.dec.wa.gov.au/pdf/plants_animals/threatened_species/irps/fauna/pez_wal_irp6.pdf|titolo=Interim Recovery Plan No. 6: Western Ground Parrot interim recovery plan 1996 to 1999|autore=Allan H. Burbidge, John Blyth, Alan Danks, Kelly Gillen e Brenda Newbey|data=Giugno 1997|sito=Department of Environment and Conservation website|editore=Western Australian Threatened Species and Communities Unit, Department of Conservation and Land Management, WA Government|città=Wanneroo, WA|dataaccesso=21 novembre 2010}}</ref>. Tale classificazione è stata seguita dalla maggior parte degli autori, finché nel 2010 uno studio molecolare non ha dimostrato la sua diversità genetica dalle popolazioni originarie di Australia orientale e Tasmania<ref name=Murphy/>. La terza specie del genere è il misterioso e gravemente minacciato pappagallo notturno (''P. occidentalis'')<ref name="Leeton"/>. La posizione filogenetica del genere ''[[Pezoporus]]'' all'interno della famiglia degli [[Psittaculidae|Psittaculidi]] è tuttora poco chiara<ref name="Leeton"/><ref name="Christidis1991">{{cita pubblicazione|autore=L. Christidis, R. Schodde, D. D. Shaw e S. F. Maynes|anno=1991|titolo=Relationships among the Australo-Papuan parrots, lorikeets, and cockatoos (Aves, Psittaciformes) – protein evidence|pubblicazione=Condor|volume=93|pp=302-317|doi=10.2307/1368946|numero=2|url=http://sora.unm.edu/node/104423}}</ref>.
 
Grazie alla posizione dei suoi occhi, il canguro rosso ha un campo visivo di circa 300° (precisamente di 324° con circa 25° di sovrapposizione)<ref>{{cita web|titolo=Red Kangaroo Fact Sheet|url=http://library.sandiegozoo.org/factsheets/red_kangaroo/red_kangaroo.html|sito=library.sandiegozoo.org|accesso=4 ottobre 2015}}</ref>.
== Descrizione ==
[[File:Pezoporus wallicus Göteborgs Naturhistoriska Museum 01.png|thumb|left|upright|Esemplare impagliato al museo di storia naturale di [[Göteborg]].]]
Il piumaggio del pappagallo terragnolo occidentale è pressoché identico a quello del [[Pezoporus wallicus|pappagallo terragnolo orientale]] (''P. wallicus''), ma le piume dell'addome e delle [[Penne copritrici|copritrici]] sotto-caudali sono di colore giallo brillante con striature nere indistinte<ref name=lendon>{{cita libro|titolo=Australian Parrots in Field and Aviary|edizione=2|autore= Alan H. Lendon|anno=1973|p=310|editore=Angus and Robertson|città=Sydney|isbn=0-207-12424-8}}</ref><ref name="Forshaw78">{{cita libro|autore=Joseph M. Forshaw e William T. Cooper|anno=1978|annooriginale=1973|titolo=Parrots of the World|edizione=2|editore=Landsdowne Editions|città=Melbourne, Australia|p=275|isbn=0-7018-0690-7}}</ref>. Nei giovani esemplari, inoltre, la regione attorno alla testa, le copritrici alari e il dorso sono di colore grigio-bruno<ref name=Whitlock13/>, diversamente da quanto avviene nei giovani della specie orientale, in cui le stesse zone sono di colore verde brillante (come nell'adulto)<ref name="Forshaw78"/>.
 
== Biologia ==
[[File:Red Kangaroo.jpg|thumb|left|Canguro rosso in un ambiente arido.]]
Il pappagallo terragnolo occidentale di solito si alimenta da solo o in compagnia di un altro uccello. Viene avvistato solo di rado, perché di giorno si alza in volo o emette i suoi richiami solo raramente, e resta generalmente nascosto tra la bassa vegetazione. Il suo piumaggio gli conferisce una buona mimetizzazione. Se scoperto, fugge via volando basso al di sopra della vegetazione, per poi atterrare nuovamente dopo aver percorso 100 metri o giù di lì. Questi voli a zig-zag sono caratterizzati da brevi fasi di planata e rapidi battiti d'ala<ref name=Whitlock13>{{cita pubblicazione|autore=F. Lawson Whitlock|pubblicazione=Emu|anno=1913|volume=13|numero=4|p=202-05|titolo=Spotless Crake and Western Ground-parrot|doi=10.1071/MU913202}}</ref>. La specie fa udire il suo richiamo al tramonto e al mattino presto, prima del sorgere del sole<ref name=interimplan/>; si tratta di un acuto grido variabile udibile anche da una certa distanza, al quale fanno eco i membri della stessa specie che si trovano nelle vicinanze.
[[File:Shattuck 26294, Red Kangaroo, Desert Park, Alice Springs, NT.jpg|thumb|Canguro rosso al Desert Park di Alice Springs.]]
Mentre il record mondiale di [[salto in alto]] per l'uomo è di 2,45 m e quello di [[salto in lungo]] è di 8,96 m, il canguro può elevarsi fino a 3,3 m in altezza e spingersi oltre 9 m in lunghezza. Questo marsupiale, tuttavia, si esibisce in tali prestazioni solo in caso di estrema necessità, per esempio quando deve fuggire, in campo aperto, da un predatore. Di solito, invece, se si deve spostare per andare ad abbeverarsi o soltanto per avvicinarsi a un suo simile, si limita a compiere salti inferiori ai 2 m di lunghezza. Quando procede con la sua andatura prettamente bipede (zampe posteriori), il canguro sembra rimbalzare sul suolo e scattare in alto come una molla. Tale tipo di spostamento può raggiungere i 20 km orari, ma, in caso di pericolo, questo animale è in grado di lanciarsi anche a velocità superiori. Quando bruca, il canguro si tiene di solito proteso in avanti e si sposta molto lentamente servendosi di tutti e quattro gli arti, un po' come si muove il [[coniglio]]. Esso poggia le zampe anteriori sul suolo e attira la coda a sé, lasciando che le zampe posteriori basculino liberamente. In questa posizione, il peso si sposta sulla parte posteriore del corpo e sulla coda, che funge per così dire da «quinta zampa». Questo tipo di locomozione quadrupede, basato sulla successione di quattro movimenti distinti, sembra esiga un quantitativo di energia di gran lunga superiore a quello necessario per il salto. Studi effettuati per calcolare il consumo energetico di un canguro in movimento hanno dimostrato che, quando il grande marsupiale si sposta a una velocità inferiore ai 18 km orari, impiega più energia di un animale dello stesso peso che corra a quattro zampe. Al contrario, quando accelera, il canguro consuma meno [[ossigeno]] grazie a un meccanismo fisiologico favorito dalle fasce muscolari molto elastiche.
 
Di indole piuttosto placida, il canguro rosso sa tuttavia difendersi con estremo accanimento in caso di necessità. Se un esemplare isolato viene attaccato da una muta di dingo (''[[Canis lupus dingo|Canis familiaris dingo]]'') o cani selvatici, esso cerca preferibilmente di rifugiarsi nel primo specchio d'acqua disponibile, immergendosi fino al petto. Qui, in posizione eretta, il canguro attende che i cani nuotino verso di lui per poi cercare di afferrarli con le zampe anteriori e di tenerli sott'acqua fino a farli annegare. Se questa tattica fallisce, per esempio per la scarsa profondità dell'acqua, o più facilmente per l'assoluta mancanza d'acqua, l'animale si mette allora con la schiena contro un albero e respinge gli assalitori sferrando potenti calci, che si rivelano spesso mortali se colpiscono con precisione il bersaglio. Allo stesso modo, quando due maschi si battono per una femmina, talvolta si afferrano e si prendono a pugni; se il combattimento diventa più violento, i contendenti saltano in avanti l'uno verso l'altro e si sferrano reciprocamente potenti calci, cercando di procurarsi profonde ferite nel ventre.
 
=== Alimentazione ===
Quando manca circa un'ora al calare del sole, i canguri iniziano a mettersi alla ricerca del cibo e a dirigersi verso le più vicine sorgenti d'acqua. Il canguro rosso, come la maggior parte degli altri canguri, si nutre essenzialmente di [[Erba|erbe]] (dal 60% al 90% del suo [[Dieta|regime alimentare]]) e di piante erbacee a fiori come l'[[Medicago sativa|erba medica]] o il [[Trifolium|trifoglio]]; inoltre, è particolarmente ghiotto di ''[[Triodia|Triodia spinifex]]'', o «erba porcospino», una [[Poaceae|graminacea]] le cui foglie, rigide e appuntite come spilli, assomigliano ad aculei. Questa pianta, che cresce nelle regioni aride e semiaride, si presenta in forma di cespugli che talvolta ricoprono la savana per centinaia di chilometri. Anche i [[Chenopodium|chenopodi]], piccole piante erbacee molto ricche di sali, rientrano nel regime alimentare del canguro, in una porzione non superiore al 10% della sua dieta complessiva. Il canguro rosso invece, al contrario dei suoi cugini prossimi, i [[Macropus robustus|wallaroo]], non consuma praticamente mai [[Foglia|foglie]] di [[acacia]] o di [[Eucalyptus|eucalipto]]. Le ricerche non hanno chiarito per quale motivo il canguro prediliga alcune piante e ne trascuri altre. L'équipe del biologo australiano P. T. Bailey ha ipotizzato che un possibile criterio di selezione possa essere costituito dalla percentuale di [[Glucidi|zuccheri]] (carboidrati solubili) presente in alcune piante. I maschi mangiano in media un'ora in più delle femmine, forse perché queste attingono a nutrimenti più ricchi di [[proteine]], soprattutto durante i periodi di siccità, e perché concentrano le loro ricerche di cibo in pascoli più favorevoli, probabilmente per migliorare la qualità del loro latte. In tale direzione si sono mosse le ricerche del biologo australiano A. E. Newsome, che ha studiato le differenze nei regimi alimentari dei canguri maschi e dei canguri femmine dell'Australia centrale. Questi marsupiali impiegano parecchie ore per nutrirsi. Nel 1986, l'australiano D. Priddel ha stabilito che, in qualsiasi stagione, i canguri dedicano dalle 7,1 alle 10,5 ore al giorno per cibarsi. Altri studi hanno dimostrato che il 78% del tempo riservato alla brucatura era notturno: durante le 6 ore successive al tramonto e poco prima dell'alba. Oltre che di notte, i canguri si dedicano alla propria alimentazione durante le prime due ore del giorno (80% della brucatura diurna) e poco prima del calare del sole. Questi animali, infatti, nonostante un buon adattamento al clima arido del loro areale di diffusione, temono comunque il caldo eccessivo: per questo, durante le giornate più torride nelle savane del Nuovo Galles del Sud, essi cercano l'ombra.
La specie si nutre dei [[Seme|semi]] di varie specie di piante, in particolar modo di carici quali ''Mesomelaena stygia'', ma una parte consistente della sua dieta è costituita anche dai boccioli e dalla base dei fiori delle piante dei generi ''[[Beaufortia]]'', ''[[Dryandra]]'' e ''[[Grevillea]]''. Un esemplare è stato visto mangiare le foglie semi-succulente della ''Daviesia pachyphylla''. Nel complesso si può affermare che il pappagallo terragnolo occidentale ha una dieta piuttosto varia, che sfrutta gran parte della varietà floristica dell<nowiki>'</nowiki>''habitat'' in cui risiede<ref name=interimplan/>.
 
Allo stato selvatico, il canguro rosso vive generalmente in piccoli gruppi piuttosto liberi, forse senza una stretta gerarchia. Il gruppo raramente supera gli 8-10 individui e in tal caso comprende un maschio, una o più femmine e i piccoli di entrambi i sessi. I maschi sono organizzati in base a una sommaria gerarchia, sovente basata sulle dimensioni, che si manifesta in particolare durante il corteggiamento della femmina. Spesso si incontrano piccoli gruppi di giovani animali o isolati esemplari anziani; sono frequenti anche gruppi ristretti di 2-3 animali. In genere, il comportamento sociale dei canguri è legato alle condizioni meteorologiche e ambientali. Pertanto, quando le piogge abbondanti fanno spuntare nuova vegetazione nella savana, essi hanno comportamento piuttosto individualistico, mentre diventano gregari quando la siccità inaridisce i pascoli. In tali circostanze, questi marsupiali sono capaci di percorrere da 10 a 20 km per ritrovarsi a brucare, in gruppi di diverse decine di animali, su pascoli abbondanti, dove i primi canguri arrivati non respingono mai gli esemplari che giungono in seguito.
 
=== Riproduzione ===
Il canguro rosso si [[Accoppiamento (zoologia)|accoppia]] per tutto l'anno, in quanto il ciclo riproduttivo è influenzato dalle condizioni ambientali e non è legato a una stagione definita. La femmina raggiunge la [[maturità sessuale]] fra i 14 e i 22 mesi di vita, il maschio dopo i 2 anni di età. Il [[Ciclo estrale|ciclo]] della femmina dura 35 giorni. L'[[Ovulo (gamete)|ovulo]] si sviluppa nell'[[utero]] fino a diventare, nel giro di circa 33 giorni, un [[embrione]] [[larva]]le con un peso che va da 0,8 a 1 g, e lungo da 2,5 a 5 cm. Nudo, però con le zampette anteriori già dotate di unghie, l'embrione comincia la sua ascesa - della durata di 5 minuti - verso il [[marsupio]], aggrappandosi ai peli della madre. Una volta raggiunta la meta si attacca con la bocca a uno dei 4 [[Capezzolo|capezzoli]] e resta in questa posizione per tutto il periodo dello [[sviluppo embrionale]] (190 giorni). Dopo 110 giorni, il piccolo immaturo è ricoperto di peli ed entro 150 giorni inizia a fare capolino con la testa dalla tasca; dopo 200 giorni esso comincia a uscirne, ma vi rientra immediatamente al minimo pericolo. Fra i 235 e i 250 giorni circa, il piccolo canguro abbandona definitivamente la tasca materna. A questo stadio del suo sviluppo pesa fra i 2 e i 4 kg e succhia ancora il latte della madre, pur dimostrandosi molto più indipendente. Per un po' di tempo, il cucciolo continuerà ancora a seguire la madre. Solo dopo un anno, quando peserà circa 10 kg, lo [[svezzamento]] sarà completato.
The most recently found [[Bird nest|nest]] of the western ground parrot, found in 1913, was described as a slight depression among low prickly vegetation (possibly the genus ''[[Hakea]]'') on a low ridge.<ref name=Whitlock13/> Fledglings have been recorded from September to November. Males feed females on the ground in "mate-feeding arenas", arriving silently just after dusk. Females elicit food from the male by issuing a short rasping begging call (termed ''scree''). On hot dry days the male has difficulty in moving his [[Crop (anatomy)|crop]] contents as he does not go to water sources during the day. Instead he derives his liquid from the plant material ingested. Hence when the day is hot and dry the crop contents becomes thick and difficult to regurgitate. In the later periods of nesting the female becomes very insistent and will even chase the male when he stops feeding her. Typically at the end of feeding his mate the male gives a loud call and moves a short distance away, while the female leaves undetected from the area. The male may then roost near this site. The nest can be as much as 400&nbsp;m (1300&nbsp;ft) from this area, as indicated by the presence of a nearly fledge chick of a known pair monitored in 2005. The female can lay up to five eggs in a recess within a clump of low vegetation which she lines with vegetation. A vacant nest may have been found in 1989 by Ray Garstone while working in Fitzgerald River National Park. While the long unburnt habitat is necessary for nesting it is often adjacent to younger more recently burnt habitat which can provide a richer and more varied food source. Being among the few ground nesting parrots the young ground parrots leave the nest before fledge and are only capable of short unsteady flight. These young have only been seen on two occasions in the last 90 years. Post fledging the young are assumed to be attended by the male (field indications support this).
 
Il [[Clima dell'Australia|clima]], caratterizzato dall'alternanza di [[Stagione secca|periodi secchi]] e [[Stagione delle piogge|piovosi]], influisce sulla riproduzione dei canguri. Una volta che una femmina ha dato alla luce un piccolo, ha luogo un [[Ciclo estrale|estro venereo]] ''[[Post-partum|post partum]]'' (viene liberato un [[Ovulo (gamete)|ovulo]]), mentre il piccolo precedente si trova ancora nella tasca marsupiale in fase di sviluppo poco avanzata. Questo nuovo ovulo viene [[Fecondazione|fecondato]], ma resta nell'utero allo stadio di [[Blastocisti|blastocito]] (sviluppo precoce) fino al successivo periodo delle piogge. Solo allora il suo sviluppo riprende, quando la femmina porta ancora nel marsupio, che tuttavia ben presto lascerà, un piccolo di qualche mese. A questo punto il ciclo ricomincia. Una femmina, dunque, può simultaneamente custodire, nel proprio marsupio, un piccolo già grande che prende ancora il latte a una prima mammella, un embrione in via di sviluppo che succhia il latte a una seconda mammella, oltre a un ovulo nell'utero, in attesa che il primogenito lasci la tasca.
Seven critically endangered western ground parrots have been transferred by the Department of Parks and Wildlife of Western Australia in July 2014 from a secluded south coast enclosure in Western Australia to the Perth Zoo, where it is hoped they will breed.<ref>Parks and Wildlife, Government of Western Australia, Media Statement, Minister’s office - 6552 5800, July 2014</ref>
 
== Distribuzione e habitat ==
L'[[Australia]] è caratterizzata dalla presenza di varie fasce climatiche. La costa settentrionale da [[Penisola di Capo York|Capo York]] a [[Brisbane]] presenta temperature uniformi ed elevate con abbondanti piogge, soprattutto in estate ([[clima equatoriale]] con [[monsone]]). Qui predomina la [[foresta equatoriale]], ricca di liane e felci arborescenti. Le coste sud-orientali e sud-occidentali godono di un clima marittimo, pressoché [[Clima mediterraneo|mediterraneo]], con precipitazioni poco abbondanti, soprattutto in inverno. Nelle regioni orientali si estendono foreste di [[Eucalyptus|eucalipto]], di [[araucaria]] e di felci arborescenti. Il canguro rosso è diffuso in un'area piuttosto vasta, che coincide con i territori più aridi dell'Australia. La specie è insediata nelle steppe semiaride delle regioni meridionali - coperte di [[Bush (paesaggio)|sterpaglie]], di [[Acacia|acacie]] e di [[piante alofite]], cioè che vivono in ambienti salini - e nell'[[Outback|entroterra]]. Quest'ultimo è costituito da una regione orientale secca, dove dominano la [[steppa]] e la [[savana]] tropicale, coperte da arbusti desolati di acacie e da eucalipti nani, e da una regione centrale dal clima molto più secco, pressoché desertico, dove risalta una vegetazione rada di cespugli compatti e di arbusti particolarmente carichi di spine chiamati ''scrubs'', fra i quali ''[[Triodia|Triodia spinifex]]'', una graminacea detta «erba porcospino».
[[File:Westerngroundparrotsing.jpg|thumb|Un esemplare lancia il suo richiamo.]]
In passato, questa specie era diffusa lungo tutta la costa dell'angolo sud-occidentale dell'Australia, da [[Perth]] fino a [[Geraldton]] a nord e, verso est, lungo la South Coast, alla Israelite Bay. Tuttavia, sembra che fosse scomparsa dalla costa occidentale già a partire dal 1900<ref name=interimplan/>. Attualmente, il suo areale è limitato a due località lungo la costa meridionale dell'Australia Occidentale, a est di [[Albany (Australia)|Albany]]: la popolazione più numerosa vive all'interno del [[parco nazionale di Cape Arid]]<ref name=friends/>.
 
Il ciclo vitale del canguro rosso è strettamente correlato con le condizioni climatiche. Nelle regioni più aride, dove le precipitazioni non superano mai i 250 mm l'anno, i frequenti periodi di [[siccità]] limitano le dispinibilità alimentari e la qualità del cibo, con inevitabili ripercussioni sulla riproduzione e sulle possibilità di sopravvivenza del canguro. Fra il 1975-1976 e il 1982, per esempio, la popolazione di canguri rossi è raddoppiata nelle regioni occidentali del [[Nuovo Galles del Sud]] grazie a condizioni climatiche favorevoli, mentre la siccità del 1982 ha portato a un decremento degli esemplari di questa specie pari, in media, al 43%. Osservazioni a lungo termine hanno potuto accertare che un incremento di 100 mm delle precipitazioni medie annue nelle regioni orientali del Paese (480 mm) è accompagnato da un parallelo aumento del 30% degli esemplari di canguri. Nelle regioni occidentali, si registra un identico incremento di canguri, anche se le precipitazioni medie annue (205 mm) aumentano di soli 50 mm. D'altra parte, quando in queste aree si verificano, rispettivamente, tassi di piovosità media annua inferiori di 100 mm e di 60 mm alle medie abituali, le popolazioni di canguri restano stabili, diminuendo solo qualora le piogge divengano ancora più scarse.
''Habitat'' più comune di questa specie è la bassa brughiera con una grande diversità di piante che si sviluppa sulle sabbia bianca. I pappagalli sembrano essere più numerosi nelle brughiere che non hanno subito incendi da decenni, ma sono stati trovati anche in aree sei anni dopo un incendio. Di solito prediligono le zone con una componente piuttosto alta di [[Cyperaceae|carici]].
 
==Behaviour==
=== Conservazione ===
[[File:Mob of Red Kangaroos (Macropus rufus).jpg|left|thumb|Mob of red kangaroos at the Wagga Wagga Botanic Gardens]]
Il pappagallo terragnolo occidentale è una delle specie di uccelli più rare del mondo<ref name=Murphy/>. Dal 1900, il numero di esemplari è diminuito del 60% circa e recentemente la sua popolazione è stata stimata a meno di 140 individui, confinati prevalentemente nel parco nazionale di Cape Arid<ref name=friends>[http://www.western-ground-parrot.org.au Friends of the Western Ground Parrot], accessed 18 November 2010</ref><ref>A. H. Burbidge e J. Blyth (2008) ''Threatened and rare birds of Western Australia''. Department of Environment and Conservation, Perth</ref>, dove un incendio boschivo nel gennaio 2011 potrebbe averne diminuito ulteriormente il numero. Nel [[parco nazionale del fiume Fitzgerald]] la specie non viene più avvistata dal 2012, ma gli studiosi sperano che qualche esemplare possa essere ancora presente nell'area. Nel novembre 2015, un incendio devastante ha distrutto quasi il 90% della vegetazione del parco nazionale di Cape Arid, lasciando intatte solamente due sacche di ''habitat'', dove un numero sconosciuto di esemplari di pappagallo terragnolo è fortunatamente riuscito a sopravvivere. Più recentemente, alcuni uccelli sono stati avvistati e uditi nella vicina [[riserva naturale di Nuytsland]] per la prima volta dal 2006, ma attualmente il numero di esemplari di pappagallo terragnolo occidentale presenti in natura è sconosciuto. Per cercare di salvaguardare la specie è stato lanciato un programma di recupero su ampia scala, è stata ancora presa in considerazione dalla IUCN, ma possiede tutti i requisiti per essere considerata «in pericolo critico»<ref name=Murphy/>, proprio come figura sulla Lista Rossa nazionale stilata dal Governo australiano<ref>{{cita web|titolo=Pezoporus wallicus flaviventris — Western Ground Parrot|url=http://www.environment.gov.au/cgi-bin/sprat/public/publicspecies.pl?taxon_id=26024|editore=Department of Sustainability, Environment, Water, Population and Communities|dataaccesso=25 novembre 2010}}</ref>. I fattori principali che ne minacciano l'esistenza sono le catture da parte dei [[Specie aliena|predatori introdotti]], come volpi<ref>Department of the Environment, Water, Heritage and the Arts (DEWHA) (2008). [http://www.environment.gov.au/biodiversity/threatened/publications/tap/pubs/tap-fox-report.pdf Threat abatement plan for predation by the European red fox, DEWHA, Canberra].</ref> e gatti randagi<ref>C. R. Dickman, E. Denny e T. Buckmaster, 2010 [http://www.environment.gov.au/biodiversity/invasive/publications/pubs/feral-cat-impacted-sites.pdf Identification of sites of high conservation priority impacted by feral cats]. Report for the Australian Government Department of the Environment, Water, Heritage and the Arts. Canberra, Australia.</ref><ref>Department of the Environment, Water, Heritage and the Arts (DEWHA) (2008). [http://www.environment.gov.au/biodiversity/threatened/publications/tap/pubs/tap-cat-report.pdf Threat abatement plan for predation by feral cats, DEWHA, Canberra].</ref>, e gli [[Incendio boschivo|incendi boschivi]]<ref name=Murphy/>. Inoltre, gran parte della vegetazione locale è vulnerabile alle malattie trasmesse da un fungo, ''Phytophthora cinnamomi'', e non è ancora chiaro che tipo di impatto potrebbe avere sulla popolazione del pappagallo la perdita di alcune fonti di cibo proprie della sua dieta<ref name=interimplan/>.
Red kangaroos live in groups of 2–4 members. The most common groups are females and their young.<ref name="Tyndale 2005"/> Larger groups can be found in densely populated areas and females are usually with a male.<ref>{{cite journal|author=Johnson, C. N. |year=1983|title=Variations in Group Size and Composition in Red and Western Grey Kangaroos, ''Macropus rufus'' (Desmarest) and ''M. fulignosus'' (Desmarest)|journal=Australian Wildlife Research|volume=10|pages= 25–31|doi=10.1071/WR9830025 }}</ref> Membership of these groups is very flexible, and males (boomers) are not territorial, fighting only over females (flyers) that come into heat. Males develop proportionately much larger shoulders and arms than females.<ref>{{cite journal|author= Jarman, P. |year= 1983|title=Mating system and sexual dimorphism in large, terrestrial, mammalian herbivores|journal=Biological Reviews|volume=58|pages=485–520|doi=10.1111/j.1469-185X.1983.tb00398.x|issue= 4}}</ref> Most agonistic interactions occur between young males, which engage in ritualised fighting known as ''boxing''. They usually stand up on their hind limbs and attempt to push their opponent off balance by jabbing him or locking forearms. If the fight escalates, they will begin to kick each other. Using their tail to support their weight, they deliver kicks with their powerful hind legs. Compared to other kangaroo species, fights between red kangaroo males tend to involve more wrestling.<ref name = "McCullough 2000"/> Fights establish dominance relationships among males, and determine who gets access to estrous females.<ref name="Tyndale 2005"/> Alpha males make agonistic behaviours and more sexual behaviours until they are overthrown. Displaced males live alone and avoid close contact with others.<ref name="Tyndale 2005"/>
[[File:Fighting red kangaroos 1.jpg|thumb|right|Fighting red kangaroos]]
 
===Reproduction===
Nel novembre 2015, intensi incendi boschivi attorno ad Esperance hanno distrutto il 90% dell<nowiki>'</nowiki>''habitat'' del pappagallo<ref>{{cita web|url=http://www.abc.net.au/news/2015-11-30/fears-for-rare-western-ground-parrot-after-esperance-fires/6987740|titolo=Fears for rare western ground parrot after Esperance fires destroy 90 per cent of habitat|autore=Rhiannon Shine|data=2015|sito=ABC News|editore=Australian Broadcasting Corporation|data accesso=1° dicembre 2015}}</ref>.
{{see also|Kangaroo#Reproduction and life cycle}}
The red kangaroo breeds all year round. The females have the unusual ability to delay birth of their baby until their previous Joey has left the pouch. This is called [[embryonic diapause]]. Copulation may last 25 minutes.<ref name = "McCullough 2000"/> The red kangaroo has the typical reproductive system of a kangaroo. The neonate emerges after only 33 days. Usually only one young is born at a time. It is blind, hairless, and only a few centimetres long. Its hind legs are mere stumps; it instead uses its more developed forelegs to climb its way through the thick fur on its mother's [[abdomen]] into the pouch, which takes about three to five minutes. Once in the pouch, it fastens onto one of the two teats and starts to feed. Almost immediately, the mother's sexual cycle starts again. Another egg descends into the uterus and she becomes sexually receptive. Then, if she mates and a second egg is fertilised, its development is temporarily halted. Meanwhile, the neonate in the pouch grows rapidly. After approximately 190&nbsp;days, the baby (called a [[joey (marsupial)|joey]]) is sufficiently large and developed to make its full emergence out of the pouch, after sticking its head out for a few weeks until it eventually feels safe enough to fully emerge. From then on, it spends increasing time in the outside world and eventually, after around 235&nbsp;days, it leaves the pouch for the last time.<ref>[http://planet.uwc.ac.za/nisl/biodiversity/loe/page_193.htm Evolution of Biodiversity], BCB705 Biodiversity, University of the Western Cape</ref> While the young joey will permanently leave the pouch at around 235&nbsp;days old, it will continue to suckle until it reaches about 12&nbsp;months of age. A doe may first reproduce as early as 18 months of age and as late as five years during drought, but normally she is two and a half years old before she begins to breed.<ref name="auswild">{{cite book |title=Wildlife of Australia |last=Serventy |first=Vincent |year=1985 |publisher=Sun Books |___location=South Melbourne |isbn=0-7251-0480-5 |pages=38–39 }}</ref>
 
The female kangaroo is usually permanently pregnant, except on the day she gives birth; however, she has the ability to freeze the development of an embryo until the previous joey is able to leave the pouch. This is known as [[diapause]], and will occur in times of drought and in areas with poor food sources. The composition of the milk produced by the mother varies according to the needs of the joey. In addition, red kangaroo mothers may "have up to three generations of offspring simultaneously; a young-at-foot suckling from an elongated teat, a young in the pouch attached to a second teat and a blastula in arrested development in the uterus".<ref name = "McCullough 2000">McCullough, Dale R. and McCullough, Yvette (2000) ''Kangaroos in Outback Australia'', Columbia University Press. {{ISBN|0-231-11916-X}}.</ref>
 
The kangaroo has also been observed to engage in [[Alloparenting|alloparental care]], a behaviour in which a female may adopt another female's joey. This is a common parenting behaviour seen in many other animal species like wolves, elephants and [[fathead minnow]]s.<ref>{{cite journal|author=Riedman, Marianne L. |year=1982|title=The Evolution of Alloparental Care in Mammals and Birds|journal= The Quarterly Review of Biology |volume=57 |issue=4|pages=405–435|jstor=2826887 |doi=10.1086/412936}}</ref>
 
==Relationship with humans==
[[File:Western australia kan.jpg|thumb|A red kangaroo crossing a highway]]
The red kangaroo is an abundant species and has even benefited from the spread of agriculture and creation of man-made waterholes. However competition with livestock and rabbits poses a threat. It is also sometimes shot by farmers as a pest although a "destruction permit" is required from the relevant state government.
 
Kangaroos dazzled by headlights or startled by engine noise often leap in front of vehicles, severely damaging or destroying smaller or unprotected vehicles. The risk of harm to vehicle occupants is greatly increased if the windscreen is the point of impact. As a result, "kangaroo crossing" signs are commonplace in Australia.
 
===Commercial use===
Like all [[Australian wildlife]], the red kangaroo is protected by legislation, but it is so numerous that there is regulated harvest of its hide and [[kangaroo meat|meat]]. Hunting permits and commercial harvesting are controlled under nationally approved management plans, which aim to maintain red kangaroo populations and manage them as a renewable resource. Harvesting of kangaroos is controversial, particularly due to the animal's popularity.<ref name="auswild"/>
 
In the year 2000, 1,173,242 animals were killed.<ref>
{{cite web|url=http://www.environment.gov.au/biodiversity/trade-use/wild-harvest/kangaroo/national.html |title=National commercial Kangaroo harvest quotas |publisher=www.environment.gov.au |accessdate=2009-04-16 |deadurl=yes |archiveurl=https://web.archive.org/web/20110606114835/http://www.environment.gov.au/biodiversity/trade-use/wild-harvest/kangaroo/national.html |archivedate=6 June 2011 }}
</ref> In 2009 the government put a limit of 1,611,216 for the number of red kangaroos available for commercial use. The [[kangaroo industry]] is worth about [[Australian dollar|A$]]270 million each year, and employs over 4000 people.<ref name=ki>
{{cite web
|url=http://www.kangaroo-industry.asn.au/media/ki_med_kit_gen.html
|title=Kangaroo Industry Assocn of Australia – Background Info
|publisher=www.kangaroo-industry.asn.au
|accessdate=2009-04-16
}}
</ref>
The kangaroos provide meat for both humans and pet food. Kangaroo meat is very lean with only about 2% fat. Their skins are [[kangaroo leather|used for leather]].
 
== Note ==