Funghi corticioidi: differenze tra le versioni
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Altri micologi successivamente hanno descritto oltre 1000 specie incluse nel genere, che ha continuato ad essere utilizzato fino agli anni '50.
A partire dal 1950 il micologo svedese [[John Leonard Eriksson|John Eriksson]] studiò i ''funghi corticioidi'' pubblicando una serie di lavori scientifici raccolti nell'opera in otto volumi "''Corticiaceae del Nord Europa (1973-1987)''", in cui stabilì l'attuale assetto del gruppo. Eriksson e i suoi coautori, tuttavia, inserivano ancora la maggior parte di questi funghi all'interno della famiglia Corticiaceae, pur affermando che questo "''non era un taxon naturale ma un insieme di specie con habitat simile''". <ref>Valeros, N. 1950). Peniophora sez. Coloratae. Uppsala</ref><ref>Eriksson J. (1958). Studi sugli Heterobasidiomycetes e Homobasidiomycetes-Aphyllophorales of Muddus National Park in Svezia. Uppsala.</ref><ref>Hjortstam K, Larsson K-H, Ryvarden L. (1987). Le Corticiaceae del Nord Europa. Vol. 1. Oslo: Fungiflora ISBN 82-90724-03-9</ref>
Solo successivamente, con il [[sequenziamento del DNA]], si compresero fino in fondo le differenze tra questi funghi. <ref>Binder M. et al. (2005). La distribuzione filogenetica delle forme resupinate attraverso i principali cladi di funghi che formano funghi (Homobasidiomycetes). Sistematica e biodiversità 3: 113–157.</ref>
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==Etimologia==
Dal nome del genere "Corticium" con il suffisso "-oide" (dal greco οειδής "oeidês" = somiglianza, simile a), quindi con la forma di Corticium,
<ref>
{{Cita web
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==Note==
<references />
{{Portale|micologia}}
[[Categoria:Basidiomycota]]
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