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{{struttura militare
== Storia ==
|Nome = Castello di Francavilla Fontana
{{Vedi anche|Storia d'Italia}}
|Nome originale =
{{Nota
|Parte di =
|titolo=Le origini del nome
|Posizione geografica =
|contenuto=
|Struttura = Castello
{{Vedi anche|Etimologia del nome Italia}}
|Immagine = Castello Imperiali scorcio.JPG
Il significato del [[toponimo]] “Italia” è tuttora controverso ed è stato oggetto di ricostruzioni non soltanto da parte di [[linguisti]] ma anche di [[storici]], tradizionalmente attenti alla questione; non sempre, tuttavia, ci si trova di fronte ad [[etimologie]] in senso stretto bensì ad ipotesi che poggiano su considerazioni estranee alla ricostruzione specificatamente [[linguistica]] del nome, e che con il tempo hanno formato un ricco ''corpus'' di soluzioni<ref>{{cita|Manco||Manco, 2009}}</ref> tra le quali sono numerose quelle che si riferiscono a tradizioni non dimostrate (come ad esempio l'esistenza di un [[Italo re degli enotri|re di nome Italo]]) o comunque fortemente problematiche (come ad esempio la connessione del nome con la [[Vitis|vite]]). Quel che è solitamente giudicato come sicuro è che il nome inizialmente indicasse solo la parte posta nell'estremo [[meridione d'Italia]], ma anche su questo punto si registrano posizioni discordi.{{senza fonte}}
|Didascalia = Scorcio del castello
|Stato =
|Stato attuale = ITA
|Suddivisione = {{IT-PUG}}
|Città = [[Francavilla Fontana]]
|LatGradi = 40
|LatPrimi = 31
|LatSecondi = 53
|LatNS = N
|LongGradi = 17
|LongPrimi = 35
|LongSecondi = 9
|LongEW = E
|Tipologia = Castello tardo medievale
|Utilizzatore =
|Primo proprietario =
|Stile =
|Funzione strategica =
|Termine funzione strategica =
|Inizio costruzione = XV secolo
|Termine costruzione =
|Costruttore =
|Materiale =
|Armamento =
|Altezza =
|Demolizione =
|Condizione attuale = In fase di restauro
|Proprietario attuale =
|Visitabile =
|Presidio =
|Comandante attuale =
|Comandanti storici =
|Occupanti =
|Azioni di guerra =
|Eventi =
|Note =
|Sito web =
}}
 
Il '''Castello di Francavilla Fontana''', è una costruzione a metà tra una [[fortezza]] e un palazzo gentilizio (''castello-palazzo'').<ref>{{Cita|Clavica, Jurlaro|p. 101.|Clavica, Jurlaro, 2007}}</ref> Noto anche come ''Palazzo Imperiali'', dal nome dei [[Imperiale (famiglia)|fuedatari]] che acquistarono il feudo di [[Francavilla Fontana|Francavilla]] nel [[1572]],<ref>{{Cita web|url=http://www.mondimedievali.net/castelli/Puglia/brindisi/francavilla.htm|accesso=17-6-2010|titolo= Castello Imperiali - Mondimedievali}}</ref> fu costruito nella metà del [[XV secolo]] come baluardo difensivo della città, mantenne le sue funzioni inalterate fino agli inizi del [[XVIII secolo]], quando gli [[Imperiale (famiglia)|Imperiali]], decisero di trasformarlo in dimora signorile. Alla morte dell'ultimo discendente, fu incamerato tra i beni del regno e abbandonato per alcuni anni, quando, intorno a metà [[Ottocento]], e fino agli [[anni Duemila]] ha ospitato gli uffici del Comune.
=== Preistoria ===
Il popolamento del territorio italiano risale alla [[preistoria]], epoca di cui sono state ritrovate importanti testimonianze [[archeologiche]]. L'Italia è stata abitata almeno a partire dal periodo [[Paleolitico]]. Tra i più interessanti [[siti archeologici italiani]] risalenti a questo periodo si ricorda quello di [[Monte Poggiolo]], presso [[Forlì]] e la [[Grotta dell'Addaura]], presso [[Palermo]].<ref>{{Cita web|url=http://www.iipp.it/|accesso=29-1-2010|titolo=Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria}}</ref>
 
=== PrimeStoria popolazioni ===
{{vedi anche|Popoli dell'Italia antica}}
 
Le informazioni sugli abitanti della penisola in epoca preromana sono, in taluni casi, incomplete e soggette a revisione continua. Popolazioni di ceppo [[Indoeuropei|indoeuropeo]], trasferitesi in Italia dall'[[Europa Orientale]] e [[Europa Centrale|Centrale]] in varie ondate migratorie ([[veneti]], [[umbri|umbro]]-[[sanniti|sabelli]], [[latini]], ecc.), si sovrapposero ad etnie pre-[[indoeuropee]] già presenti nell'attuale territorio italiano, o assorbendole, oppure stabilendo una forma di convivenza pacifica con esse. In [[Italia settentrionale]], accanto ai [[Celti]] (comunemente chiamati [[Galli]]), vi erano i [[Liguri]] (originariamente non indoeuropei poi fusisi con i Celti) stanziati in [[Liguria]] e parte del [[Piemonte]] mentre nell'Italia nord-orientale vivevano i [[Paleoveneti]] di probabile origine [[illiri|illirica]] o, secondo alcune fonti, provenienti dall'[[Asia Minore]].<ref name="Protostoria">{{Cita web|url=http://www.franco-felicetti.it/apriDocumento.asp?nome=antica_mod18.pdf|accesso=30-1-2010|titolo=Il cammino della civiltà verso occidente: le popolazioni italiche prima di Roma}}</ref>
 
[[File:Etruscan civilization italian map.png|thumb|150px|right|Espansione della civiltà etrusca nel corso dei secoli]]
Nell'Italia più propriamente peninsulare, accanto agli [[Etruschi]], convivevano tutta una serie di popoli, in massima parte di origine indoeuropea, fra cui: [[Umbri]] in [[Umbria]]; [[Latini]], [[Sabini]], [[Falisci]], [[Volsci]] ed [[Equi]] nel [[Lazio]]; [[Piceni]] nelle [[Marche]] ed in [[Abruzzo]] Settentrionale; [[Sanniti]] nell'[[Abruzzo]] Meridionale, [[Molise]] e [[Campania]]; [[Apuli]] e [[Messapi]] in [[Puglia]]; [[Lucani]] e [[Bruttii]] nell'estremo Sud; [[Siculi]], [[Elimi]] e [[Sicani]] (non indoeuropei, probabilmente autoctoni) in [[Sicilia]]. La [[Sardegna]] era abitata, fin dal [[II millennio a.C.]], dai Sardi, risultato, forse, di un connubio tra le preesistenti popolazioni megalitiche presenti nell'Isola ed il misterioso popolo dei ''[[Shardana]]''.<ref name="Protostoria"/><ref>{{Cita web|url=http://www.centrostudilaruna.it/storia-della-prima-italia.html|accesso=30-1-2010|titolo=Storia della prima Italia}}</ref>
 
=== La ''Magna Graecia'' ===
{{vedi anche|Magna Grecia}}
Tra l'[[VIII secolo a.C.|VIII]] ed il [[VII secolo a.C.]], coloni provenienti dalla [[Grecia]] cominciarono a stabilirsi sulle coste del sud Italia e della Sicilia. Le prime componenti stabilitesi in Italia furono quelle ioniche e quelle [[Peloponneso|peloponnesiache]]: gli [[Eubei]] e i [[Rodi]]i fondarono [[Cuma]], [[Reggio Calabria]], [[Napoli]], [[Naxos]] e [[Messina]], i [[Corinto|Corinzi]] [[Siracusa]] (i quali a loro volta fonderanno la città di [[Ankon]], l'odierna [[Ancona]]), i Megaresi [[Leontinoi]], gli [[Spartani]] [[Taranto]], mentre i coloni provenienti dall'[[Acaia]] fondarono [[Sibari]] e [[Crotone]]. Oltre a quelle sopra menzionate, altre importanti furono [[Metaponto]], fondata anch'essa da coloni [[Achei]], [[Heraclea]] e [[Locri Epizefiri]].
 
L'importanza della [[colonizzazione greca]] per i popoli italici è dovuta al fatto che essi vennero così a contatto con forme di governo [[democrazia|democratiche]] caratterizzate da forti responsabilizzazioni del [[cittadino]], e con espressioni artistiche e culturali elevate.<ref>{{Cita web|url=http://www.bpp.it/Apulia/html/archivio/1987/II/art/R87II015.html|accesso=30-1-2010|titolo=Uomini e vicende di Magna Grecia}}</ref>
 
=== L'età romana ===
[[File:LocationRomanEmpire.png|thumb|left|Massima espansione dell'Impero romano]]
 
La [[regione geografica italiana]] fu unita politicamente per la prima volta in [[epoca romana]] con la [[Repubblica romana]] ([[509 a.C.|509]]-[[27 a.C.]]), ma il carattere [[Impero romano|imperiale]] delle conquiste effettuate nei secoli seguenti da [[Roma]] e dai ''[[Popoli dell'Italia antica|socii italici]]'' finì per snaturare il carattere nazionale che la regione geografica italiana stava acquisendo sul finire del [[I secolo a.C.]]<ref>{{Cita|AA.VV|pp. 73, 95, 97.|AA.VV, 2006}}</ref>
 
Giunta all'apice dello sviluppo politico, economico e sociale, Roma con il suo [[Impero romano|impero]] è considerata una tappa importantissima della storia, con un'irripetibile organizzazione socio-politica e per l'importanza del segno lasciato nella storia dell'[[storia dell'uomo|umanità]]. In tutti i territori sui quali estesero i propri confini i romani costruirono [[città]], [[Strade romane|strade]], [[Ponte|ponti]], [[Acquedotto|acquedotti]], fortificazioni, esportando ovunque il loro modello di [[civiltà]] e al contempo assimilando le popolazioni e civiltà assoggettate, in un processo così profondo che per secoli, ancora dopo la fine dell'impero, queste genti continuarono a definirsi ''romane''. La civiltà nata sulle rive del [[Tevere]], cresciuta e diffusasi in [[Repubblica romana|epoca repubblicana]] ed infine sviluppatasi pienamente in [[Impero romano|età imperiale]], è alla base dell'attuale [[civiltà occidentale]].
 
L'unione politica della [[regione geografica italiana]] realizzatasi in epoca romana termina nel [[476]] d.C con la fine dell'[[Impero romano d'Occidente]] (anno in cui per convenzione viene anche fatta terminare l'[[Storia antica|Antichità]] e iniziare il [[Medioevo]]). Nel [[476]] il re degli [[Eruli]], [[Odoacre]], ultimo di una lunga schiera di condottieri germanici che nel periodo di decadenza dell'Impero romano d'Occidente avevano condotto le proprie orde in territorio italico, depone infatti l'ultimo imperatore d'occidente, [[Romolo Augusto]].<ref>{{cita|Zecchini|cap. IV.|Zecchini, 1993}}</ref>
 
=== Il Medioevo ===
[[File:Iron Crown.JPG|thumb|left|La [[Corona Ferrea]] del Regno d'Italia durante il [[Medioevo]], attualmente custodita nel [[duomo di Monza]]]]
 
A partire dal [[493]], con il [[Regno ostrogoto]], si realizza nuovamente l'unità politica della [[penisola italiana]]. Il Regno [[ostrogoto]] è la prima di tante occasioni mancate nel [[Medioevo]] per affermare anche nella [[regione geografica italiana]] un processo di formazione della coscienza nazionale come già era avvenuto in altri Paesi europei. Dal [[535]] al [[553]], la penisola italiana diventa teatro della [[guerra gotica (535-553)|guerra gotica]], che vede l'imperatore d'Oriente [[Giustiniano I di Bisanzio|Giustiniano I]] deciso ad assoggettare il Regno ostrogoto. La conquista della penisola italiana da parte di Giustiniano I è portata a termine nel [[553]] con la sconfitta definitiva degli [[Ostrogoti]] e l'annessione di tutto il territorio del Regno ostrogoto all'[[Impero bizantino|Impero romano d'Oriente]]. Il conflitto, protrattosi per quasi un ventennio, devasta l'intera penisola italiana, tanto da portarla a una grave crisi demografica, economica, politica e sociale.<ref>{{cita|Zecchini|cap. XIII.|Zecchini, 1993}}</ref>
 
===Dalle origini ai Bonifacio===
La penisola, indebolita e impoverita, non ha la forza di opporsi a una nuova invasione [[germani]]ca, quella dei [[Longobardi]], capeggiata da [[Alboino]]. Tra il [[568]] e il [[569]] i [[Longobardi]], spesso appoggiati dalla popolazione esasperata dalla fiscalità [[Bisanzio|bizantina]], occupano gran parte dell'Italia: entrando dal [[Friuli]], ben presto conquistano gran parte dell'Italia centro-settentrionale, che prende il nome di [[Langobardia Maior]], e poi dell'Italia meridionale, che chiamano [[Langobardia Minor]].<ref name="Volpe">{{cita|Volpe|Cap. IV.|Volpe, 1969}}</ref>
[[File:Italia 1000 v2.svg|right|thumb|L'Italia nell'anno [[1000]]]]
 
L'origine del castello risale al [[1450]] circa,<ref name= "Clavica, Poso 74_75" /> quando [[Giovanni Antonio del Balzo Orsini]] impose alla popolazione la continuazione delle mura concesse da [[Filippo I d'Angiò]] e in più la costruzione di una castello merlato "da sostenere qualsiasi assedio".<ref name= "Clavica, Poso 74_75" >{{Cita|Clavica, Poso|p. 74.|Clavica, Poso, 1990}}</ref> Più che un castello, inizialemnte esso era una torre quadrata bastionata dotata di fossato, ponte levatoio,<ref>{{Cita web|url=http://books.google.it/books?id=F2kmtzt7wqcC&pg=PA307&dq=francavilla+fontana&lr=&as_brr=3&cd=13#v=onepage&q=francavilla%20fontana&f=false|accesso=12-4-2010|titolo=Studi in onore di Giosuè Musca - Google libri}}</ref> saettiere e vie sotterranee.<ref name="ref2">{{Cita|Coco|p.91|Coco, 1988}}.</ref>
Il regno dei [[Longobardi]] si protrae per circa due secoli, fino a quando essi vengono sconfitti a nord da [[Carlo Magno]] nel [[774]],<ref name="Volpe"/> e a sud, più tardi, dai [[Normanni]]. Da allora la penisola perde definitivamente un'unità politica che non ritroverà fino al [[1861]] con la nascita del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].
[[File:Castello Francavilla F.na lato est.JPG|thumb|right|Lato est (con scorcio al primo piano del loggiato)]]
 
Dopo circa un secolo, intorno al [[1547]] la fortezza fu ampliata e modificata dal duca [[Giovanni Bernardino Bonifacio]], umanista che aveva ereditato i feudi di Francavilla e di [[Oria]] dal padre<ref name= "Clavica, Poso 74_75" /> e che, in quell'anno, decise di trasferire la sua dimora dal [[castello di Oria]] a quello di Francavilla.<ref name="ref2"/> In questa fase il castello accentuò la sua funzione di fortezza con ulteriori opere di fortificazione di architettura rinascimentale.
Ciò nonostante, ci sono nei secoli successivi dei tentativi di costituire un [[Regno d'Italia]] autonomo dal [[Sacro Romano Impero Germanico]], ad opera in particolare di [[Berengario del Friuli]] ([[850]]-[[924]]), e poi di [[Arduino d'Ivrea]] ([[955]]-[[1015]]),<ref>{{cita|Montanelli||Montanelli, 1994}}</ref>
 
===Gli Imperiali===
Se durante l'[[alto Medioevo]] il sentimento nazionale italiano si mantiene piuttosto in ombra, partecipando alla contesa tra le due potenze di allora, il [[Papa]]to e l'[[Impero]], con i quali si schierano rispettivamente i [[Guelfi]] e i [[Ghibellini]], esso tuttavia rimane sempre vivo. La vittoria nella [[battaglia di Legnano]] ad opera della [[Lega Lombarda]] contro l'imperatore [[Federico Barbarossa]] ([[1176]]), e la rivolta dei [[Vespri siciliani]] contro il tentativo del [[Carlo I d'Angiò|re di Francia]] di assoggettare la [[Sicilia]] ([[1282]]), saranno assunte dalla retorica [[Romanticismo|romantica]] ottocentesca come i simboli del primo risveglio di una coscienza di patria. Questi episodi nascondevano tuttavia interessi di altra natura, soprattutto economici.<ref>{{cita|AA.VV|pp. 150-151.|AA.VV, 2006}}</ref>
 
Nel [[1701]]<ref name="ref2"/> Michele Imperiali decise di trasformare la fortificazione in residenza (i lavori continuarono fino al [[1730]]).<ref name= "Clavica, Poso 74_75" /> Nel [[1739]] [[Michele Imperiali (junior)|Michele Junior]] lo fece isolare, facendo demolire un muro ed alcune botteghe dal lato nord e demolendo archi e colonne che sostenevano un pergolato sul portone d'ingresso.<ref name= "RefB" >{{Cita|Clavica, Poso|p. 75.|Clavica, Poso, 1990}}</ref> Nonostante non servisse più come fortezza, il castello fu comunque dotato di prigioni sotterranee e, probabilmente, anche di trabocchetti da usare contro i nemici del principe.<ref name="Ref3">{{Cita|Coco|p.92|Coco, 1988}}.</ref> In questa fase, inoltre, le sale superiori del castello furono abbellite con decorazioni, tele di un certo valore artistico, assieme ad una grande biblioteca contenente anche documenti pergamenacei (oggi andati quasi tutti perduti) e una cappella situata al pianterreno.<ref name="Ref3"/>
In questi anni, nella penisola italiana si sviluppano le [[Repubbliche marinare]] ([[Amalfi]], [[Genova]], [[Pisa]] e [[Venezia]]), e i liberi [[Comune medievale|Comuni]] di popolo, totalmente autonomi. Questi sono i primi segnali di un cambiamento radicale che, consolidandosi e accompagnato anche dal risveglio religioso che si era avuto nel [[XIII secolo|Duecento]] con le figure di [[Gioacchino da Fiore]] e [[Francesco d'Assisi]], porteranno al [[Rinascimento]].<ref>{{cita|Burdach||Burdach, 1986}}</ref>
 
Nel [[1782]], morto Michelino senza lasciare alcun erede, il palazzo divenne proprietà del regno; in seguito [[Vincenzo Imperiali]] di [[Latiano]], dopo aver intentato causa al Regio Fisco ottenne il titolo di principe di [[Francavilla Fontana]], ereditando dal castello anche gioielli, mobili, arredamento, libreria e attrezzatura del teatro.<ref name= "RefB" />
Con la definitiva uscita di scena degli [[Hohenstaufen|imperatori di Germania]], il fervore della civiltà comunale raggiunge infine il suo apogeo economico, spirituale, artistico, alimentato dall'idea politica di numerosi poeti, tra cui [[Dante Alighieri]], e dall'esigenza, fatta propria da [[Cola di Rienzo]], della rinascita dell'unità d'Italia.<ref>Così il Burdach: {{q|Dall'[[XI secolo]] i comuni italici erano giunti al fiore del benessere economico e civile [...] e quando, dopo la morte dell'imperatore [[Federico II]] e il tramonto della casa di [[Svevia]], ebbe termine la terribile lotta fra Impero e Papato per l'egemonia politica universale, quando l'Italia si sentì libera dal dominio tedesco, il suo sentimento nazionale divampò in un grande incendio spirituale, politico-sociale, artistico. Questa fu la fonte spirituale del Rinascimento. L'antico pensiero di Roma, mai scomparso, vi fece affluire nuova e maggiore forza. [[Cola di Rienzo]], ispirato all'idea politica di [[Dante]], ma oltrepassandola, proclamò, profeta di un lontano avvenire, la grande esigenza nazionale della Rinascita di [[Roma]]. E su questa base l'esigenza dell'unità d'Italia.|[[Konrad Burdach]], ''Dal Medioevo alla Riforma'', tratto dalla ''Grande Antologia Filosofica'', Marzorati, Milano, 1964, vol. VI, pagg. 213-214.}}</ref>
 
=== L'etàabbandono ed modernail riutilizzo===
[[File:Scorcio palazzo imperiali.jpg|thumb|left|Scorcio del castello]]
[[File:Cosimo.jpg|thumb|right|[[Cosimo de' Medici]], primo ''Padre della Patria''. ([[Galleria degli Uffizi]])]]
 
Abbandonato in seguito fino al [[1821]],<ref name= "RefB"/> il castello divenne proprietà del Comune, che sino ad oggi ha curato sistemazioni interne e nuovi adattamenti degli ambienti ai vari usi, alterando in molti casi anche la stessa distribuzione dei vani.<ref name= "RefB"/>
Diversi fattori impediscono tuttavia la nascita di uno [[Stato]] unitario come sta avvenendo nel resto d'Europa: oltre alla suddivisione in tanti piccoli Comuni, che successivamente si tramutano in [[Signorie]], c'è anche il timore da parte del [[Papa]]to di veder sorgere una potenza statale in grado di compromettere la sua autonomia. Sarà per questo ed altri motivi che l'Italia deve supplire con l'intelligenza strategica dei suoi capi politici alla superiorità di forze degli stati nazionali europei.
Un esempio è la figura del Signore di [[Firenze]] [[Cosimo de' Medici]], non a caso soprannominato ''Pater Patriae'', ovvero "Padre della Patria", e considerato uno dei principali artefici del [[Rinascimento fiorentino]]: la sua politica estera, infatti, mirante al mantenimento di un costante e sottile equilibrio fra i vari stati italiani, sarà profetica nell'individuare nella concordia italiana l'elemento chiave per impedire agli stati stranieri di intervenire nella penisola appofittando delle sue divisioni.<ref name="ReferenceA">{{cita|AA.VV|pp. 223-225.|AA.VV, 2006}}</ref>
 
Durante la seconda guerra mondiale nel secondo piano del castello furono accasermati dei reparti militari di transito, e tra quelli: il [[67º Reggimento Fanteria Legnano|67º Reggimento di Fanteria]] (che sarebbe partito per la Libia), il 139º Reggimento, reduce dalla [[Grecia]] e la Legione CC.NN. "Val Bradano".<ref>{{Cita|Argentina|p. 147|Argentina 1970}}.</ref>
L'importanza della strategia di Cosimo, proseguita dal suo successore al comando di [[Firenze]] [[Lorenzo il Magnifico]] nella sua continua ricerca di un accordo tra gli stati italiani in grado di sopperire alla loro mancanza di unità politica, non viene tuttavia compresa dagli altri prìncipi della penisola, ed essa si conclude con la morte di Lorenzo nel [[1492]]. Da allora l'Italia diventa il teatro di numerose invasioni straniere: dapprima da parte dei [[francesi]] ad opera di [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]], poi delle truppe [[Spagna|spagnole]] di [[Carlo V]]. L'inizio della dominazione straniera si deve quindi al ritardo del processo politico di unificazione, e ciò fa registrare anche coraggiosi episodi di [[patriottismo]] (come il gesto di [[Ettore Fieramosca]] nella [[Disfida di Barletta]])<ref>{{cita|Procacci||Procacci, 2001}}</ref>
 
Attualmente il castello è in fase di restauro; dopo i lavori, deventerà polo museale.<ref>{{Cita web|url=http://www.architettorusso.it/Francavilla.html#|accesso=30-9-2010|titolo=Architetto Fernando Russo: restauro Palazzo Imperiali}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.lattanzisrl.it/|accesso=30-9-2010|titolo=Ditta Lattanzi s.r.l. - Informazioni sul restauro del castello}}</ref>
Nella seconda metà del [[Cinquecento]] comincia il tramonto della vitalità rinascimentale, già indebolita anche dalle nuove tensioni religiose dovute all'avvento della [[Riforma protestante]] in Europa, che avevano portato ad episodi luttuosi come il [[sacco di Roma (1527)|sacco di Roma]] del [[1527]] ad opera dei [[Lanzichenecchi]]. Soltanto la [[Repubblica di Venezia]] riuscirà a mantenere una certa prosperità e autonomia politica. Il [[Seicento]] è invece un secolo di crisi per tutto il resto della penisola. La Chiesa, che ha dovuto subìre la perdita dell'unità cristiana dei fedeli, cerca ora con la [[Controriforma]] di rafforzare la sua presenza nei paesi rimasti cattolici, operandovi iniziative educative e assistenziali ma anche isolandoli dall'influsso degli Stati protestanti. Se l'Italia viene così salvaguardata dai [[guerra dei trent'anni|conflitti religiosi]] che si accendono oltralpe, ne sconta però le conseguenze in termini di carestie, spesso seguite da epidemie.<ref>Famosa è la peste descritta ne ''[[I promessi sposi]]'' da [[Alessandro Manzoni]], che dimezzò la popolazione di [[Milano]] e provocò in tutta Italia un milione e mezzo di morti.</ref> Scoppiano perciò numerose rivolte contro il dominatore spagnolo, la più celebre delle quali si verifica a Napoli nel [[1647]] ad opera di [[Masaniello]], ma non portano a nessun cambiamento.
 
== Architettura ==
Nel [[Settecento]] finisce il lungo periodo di pace e di torpore: a seguito dei [[trattati di Utrecht]] e [[Pace di Rastatt|Rastatt]], gli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] d'[[Austria]] si impossessano di vari domini italiani, e subentrano agli spagnoli.<ref name="ReferenceA"/> Dalla seconda metà del secolo, poi, con la diffusione dell'[[illuminismo]], anche l'Italia viene investita da importanti riforme.
[[File:Piano terra Francavilla Fontana.svg|thumb|left|Pianta del piano terra del castello prima degli allargamenti]]
 
I progetti del modello orsiniano sono quasi sconosciuti, anche se si ipotizza che all'epoca il castello doveva essere una fortezza con tutte le caratteristiche difensive tipiche dalla zona.<ref name= "RefC" >{{Cita|Clavica, Poso|p. 76.|Clavica, Poso, 1990}}</ref>
=== L'Unificazione ===
Il modello rinascimentale reca ancora tracce visibili sulla struttura: la [[merlatura]], le cornici marcapiano, il fossato e quasi l'intero cortile interno;<ref name= "RefC" /> i tratti settecenteschi presenti sono tuttavia semplici rifiniture della fortificazione.<ref name= "RefC" />
[[File:Giuseppe Garibaldi (1866).jpg|thumb|left|[[Giuseppe Garibaldi]], padre fondatore del [[Risorgimento]]]]
 
=== Architettura esterna ===
Con l'arrivo nella penisola italiana delle truppe [[età napoleonica|napoleoniche]]<ref>A testimonianza dell'influsso francese, un'eredità ancora ben presente è il [[tricolore italiano]] inizialmente adottato nelle piccole ed effimere repubbliche create da Bonaparte nella penisola italiana centro-settentrionale.</ref> ([[1796]]), si ha un risveglio del sentimento nazionale,<ref>{{Cita web|http://www.isspe.it/Apr2002/g__portalone.htm|accesso= 6-8-2009|titolo= Istituto siciliano di studi politici ed economici}}</ref> il cui primo e concreto accenno di riscossa si può individuare nel [[Proclama di Rimini]],<ref>{{Cita web|url= http://www.immaginidistoria.it/immagine2.php?id=12&id_img=254|accesso= 6-8-2009|titolo= Proclama di Rimini}}</ref> con cui [[Gioacchino Murat]], il [[30 marzo]] [[1815]] durante la [[guerra austro-napoletana]], rivolge un accorato appello a tutti gli italiani affinché si uniscano per salvare il [[Regno di Napoli]] posto sotto la sua sovranità, unico garante della loro indipendenza contro un occupante straniero.
[[File:Castello Francavilla Fontana lato ovest.JPG|thumb|left|Scorcio del lato ovest del castello]]
 
Il castello comprende tre piani asimmetricamente distribuiti, che ostentano un evidente eclettismo. È circondato da un largo fossato; Nel pianterreno, dalla superficie scarpata, riconosciamo l'aspetto delle fortezze. È illuminato da monofore e casamatte di diverse dimensioni con stipiti strombati.
Il periodo della [[storia d'Italia]] in cui l'affermarsi di una coscienza nazionale porta all'unità politica e all'indipendenza della nazione italiana è detto [[Risorgimento]]. Tale periodo occupa un lungo arco temporale di vari decenni, concludendosi solo nel [[1861]] con la nascita del Regno d'Italia, sotto la dinastia di [[Casa Savoia]].
 
Una [[cornice marcapiano|linea marcapiano]], la tipica cordonatura a dentelli rinascimentale, circonda quasi continuamente l'intero palazzo. La fila delle finestre del primo piano, finemente decorate e leggermente aggettanti, produce un piacevole contrasto luminoso sulle pesanti masse murarie. Agli spigoli del castello si inseriscono gli stemmi della famiglia [[Imperiali]], sormontati da corona, sorretti da un mascherone, diversi per ogni spigolo e delimitati da grossi grappoli (evidenti segni di gusto [[barocco]]).
Esso vede i primi patrioti aderire inizialmente alla ''[[Carboneria]]'', che dà luogo ai [[moti del 1820-1821]], duramente soppressi dagli austriaci. Seguono altri tentativi insurrezionali, tra cui quelli sfortunati dei [[fratelli Bandiera]] ([[1844]]), i [[moti del 1848]] che portano alla [[prima guerra di indipendenza]] contro l'oppressione austriaca, e vedono il coinvolgimento anche delle popolazioni cittadine, in particolare durante le famose [[cinque giornate di Milano]], e la spedizione nel [[1857]] di [[Carlo Pisacane (patriota)|Carlo Pisacane]] nel [[Regno delle Due Sicilie]], conclusasi con un massacro.<ref>''Eran trecento, eran giovan e forti e sono morti'': così il ritornello della poesia ''[[La spigolatrice di Sapri]]'' di [[Luigi Mercantini]], considerata una delle più alte testimonianze della poesia patriottica risorgimentale, descrive la sfortunata spedizione di Carlo Pisacane.</ref> Soltanto con la [[seconda guerra di indipendenza italiana]] del [[1859]] l'[[Austria]] cederà la [[Lombardia]] al [[Regno sabaudo]], e si innescherà così il definitivo processo di unificazione, culminante con l'[[impresa dei Mille]] ([[1860]]).
 
Sulla facciata principale, leggermente spostato verso occidente, si apre un elegante portale. È compreso tra due colonne, poggiate su dadi e dai capitelli compositi, che sorreggono abachi allungati e si confondono con la [[trabeazione]], limitata da un listello. Lo racchiude un cornice profilata da un toro e particolarmente aggettante ai lati.
Le personalità coinvolte in tale processo furono molte, ma quattro spiccano su tutte: [[Giuseppe Mazzini]], fondatore della [[Giovine Italia]] e figura eminente del [[movimento liberale repubblicano]] italiano ed europeo; [[Giuseppe Garibaldi]], repubblicano e di simpatie socialiste; [[Camillo Benso conte di Cavour]], statista in grado di muoversi sulla scena europea per ottenere sostegni, anche finanziari, all'espansione del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]]; [[Vittorio Emanuele II di Savoia]], abile a concretizzare il contesto favorevole con la costituzione del Regno d'Italia.<ref>{{cita|AA.VV|p. 357.|AA.VV, 2006}}</ref>
Gli stipiti sono orlati da tondini che si piegano all'altezza dell'imposta dell'[[Arco (architettura)|arco]], sormontato da un encarpo che ne sottolinea la curva, interrotta, al centro, dallo stemma degli Imperiali.
Più imponente è il portale posteriore, spostato verso il lato orientale con un sovrastante balcone in ferro.
 
Il primo piano, dall'aspetto meno severo, ha le facciate dalle superfici rigidamente verticali, alleggerite da finestre, che sono orlate da cornici raffiguranti, in alcune, petali intrecciati ed, in altre, gruppetti di foglioline di alloro racchiuse in anuli. Le sormontano brevi frontoni, ornati con festoni floreali.
=== Il Regno d'Italia e il fascismo (1861–1946) ===
[[File:Coat_of_arms_of_the_Kingdom_of_Italy_(1870).svg|200px|thumb|Stemma del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]]]
Il [[Regno d'Italia]] nacque nel [[1861]] e la popolazione, rispetto l'originario [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]], quintuplicò. Istituzionalmente e giuridicamente il Regno venne configurandosi come un ingrandimento del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]], esso fu infatti una monarchia costituzionale.<ref>{{Cita web|url=http://www.governo.it/150_italia_unita/unita_italia/schede/relazione_talamo.pdf|accesso=30-1-2010|titolo=1861: Unità d'Italia}}</ref>
 
[[File:Castello Imperiali scorcio 2.JPG|thumb|right|Lato est: al primo piano è situato il loggiato]]
Le questioni che tennero banco nei primi anni della riunificazione d'Italia furono la cosiddetta "[[questione meridionale]]" ed il [[brigantaggio]] antisabaudo delle regioni meridionali (soprattutto tra il [[1861]] e il [[1869]]).<ref>{{Cita web|url=http://www.franco-felicetti.it/apriDocumento.asp?nome=contemporanea_mod16.pdf|accesso=30-1-2010|titolo=L'Italia ed i problemi post-unitari}}</ref>
 
==== Loggiato ====
L'inizio del [[Monarchia|regno]] vide l'Italia impegnata anche in una serie di guerre di espansione coloniale in [[Somalia]] e in [[Eritrea]].
Allo scoppio della [[Prima guerra mondiale]] l'Italia assunse inizialmente una posizione di [[neutralità]], per poi scendere al fianco degli alleati il [[23 maggio]] [[1915]] in seguito alla firma del segreto [[Patto di Londra]]. Dopo i primi due anni di [[guerra di trincea]], fatta di piccoli avanzamenti e ritirate, l'Italia subì nella [[battaglia di Caporetto]] il pesantissimo attacco delle forze austro-tedesche ([[24 ottobre]] [[1917]]), la cui avanzata venne fermata però sulla linea del [[Piave]]. A partire da questo fiume, divenuto sacro alla patria, l'esercito italiano riuscì, con l'apporto di [[ragazzi del '99|nuove leve]] ancora diciassettenni, a sferrare una [[offensiva del Piave|controffensiva]] nel giugno [[1918]], fino alla vittoria finale ottenuta nella [[battaglia di Vittorio Veneto]] ([[4 novembre]]). Con la fine della Grande Guerra l'Italia completò la sua riunificazione nazionale acquisendo il [[Trentino-Alto Adige]], la [[Venezia Giulia]], l'[[Istria]] ed alcuni territori del [[Friuli]] ancora irredenti. La guerra però portò numerosissimi morti soprattutto nella fascia di età compresa tra 20 e 24 anni.<ref>{{cita|Mortara||Mortara, 1925}}</ref><ref>{{en}}{{cita web|cognome=Glei|nome=D. A.|coautori=S. Bruzzone; G. Caselli|url=http://www.demographic-research.org/Volumes/Vol13/15/default.htm|titolo=The effects of war losses on mortality estimates for Italy - A first attempt (L'effetto delle perdite di guerra nella stima della mortalità in Italia - Un primo tentativo)|accesso=30-1-2010}}</ref><ref>{{cita web|url=http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/dawinci.jsp?q=pl01000100112000|titolo=Dati Censimento Istat|accesso=30-1-2010}}</ref> Inoltre, l'Italia non vide riconosciuti i diritti territoriali sulla [[Dalmazia]] (incluse le città di [[Zara (Croazia)]], [[Sebenico]] e [[Tenin]]) acquisiti in base al [[Patto di Londra]], con cui aveva negoziato la propria entrata in guerra.
 
Sulla facciata orientale si inserisce uno rifinitissimo loggiato di gusto [[barocco leccese]].
In questo contesto il [[23 marzo]] [[1919]] [[Benito Mussolini]] fondò a [[Milano]] il primo [[fascio di combattimento]], un nuovo movimento che si autodefinì ''partito dell'ordine'' e che riuscì a guadagnarsi la fiducia dei ceti più ricchi e conservatori.
Si compone di quattro arcate, addossate alla parete entro le quali sono ricavate altrettante porte-finestre, incorniciate da foglioline e sovrastate da [[Timpano (architettura)|timpani]] triangolari spezzati, sui cui lati si adagia una foglia di [[palma]], sezionata verticalmente e racchiusa da [[caulicoli]].
Le colonne che separano le arcate dalla loggia, terminante con una trabeazione che produce un effetto di movimento, sono sorrette da piedistalli. Una balaustra, suddivisa in gruppi di colonnine dalla linea classicheggiante, compresi tra pilastrini, accoglie lo stemma degli Imperiali e conclude la loggia, sorretta da mensoloni robusti.
Le colonne sono decorate da motivi di viticci che si avvolgono sinuosamente e le ricoprono completamente, mentre l'intera arcata è decorata con delle rosette.
 
=== Architettura interna ===
In vista delle elezioni del [[6 aprile]] [[1924]] Mussolini fece approvare una nuova legge elettorale (c.d. "[[Legge Acerbo]]") che avrebbe dato i tre quinti dei seggi alla lista che avesse raccolto il 40% dei voti. Il ''listone'' guidato da Mussolini ottenne il 64,9% dei voti.<ref name="matteotti">{{Cita web|http://carlimoretti.files.wordpress.com/2009/05/vicende-storico-costituzionali.ppt|accesso=30-1-2010|titolo=Vicende storico-costituzionali}}</ref>
[[File:Fossato Castello Francavilla F.na.JPG|thumb|left|upright|Scorcio del fossato e della base scarpata]]
 
==== Piano terra ====
Il [[30 maggio]] [[1924]] il deputato [[socialista]] [[Giacomo Matteotti]] prese la parola alla [[Camera dei deputati|Camera]] contestando i risultati delle elezioni ed il clima intimidatorio in cui erano svolte. Il [[10 giugno]] [[1924]] Matteotti venne rapito e ucciso.<ref name="matteotti"/>
 
Superato l'androne dalle [[volta a botte|volte a botte]], si accede nel cortile scoperto, di forma quadrata e con un portico triangolare, sorretto da colonne di tipo [[dorico]]-toscano con [[echino]] tagliato ad ovuli. In questo cortile si aprono varie stanze e corridoi, che un tempo servivano da mensa, uccelleria, prigioni, cantina, magazzini, dispensa ed armeria.
Successivamente, dopo un discorso in Parlamento, Mussolini si dichiarò [[dittatore]]. Nel biennio [[1925]]-[[1926]] vennero emanati una serie di provvedimenti liberticidi e venne creato un ''Tribunale speciale'' con amplissimi poteri, in grado di mandare al confino con un semplice provvedimento amministrativo le persone sgradite al regime.
 
==== Fonte battesimale ====
[[File:Benito Mussolini and Adolf Hitler.jpg|thumb|left|[[Benito Mussolini]] con [[Adolf Hitler]]]]
 
Sempre nel cortile interno si trova un fonte battesimale pedobattista datato al [[XIV secolo]] ed appartenuto all'antica Chiesa Madre. L'oggetto rivela passate manomissioni; la conca è decorata a baccelli e sull'orlo, segnato da listelli, è scolpito un [[fregio]], raffigurante delfini affrontati, che si legano a motivi floreali che si interrompono nella zona dove è stato sovrapposto lo stemma, a forma di bucranio o testa di cavallo e recante: nella banda di sinistra la croce dei [[Cavalieri di Malta]], in quella destra un [[Grifone (mitologia)|grifo]] alato e sotto un motto in latino.
Dal [[1938]] in [[Europa]] si iniziò a respirare aria di [[guerra]]: [[Hitler]] aveva già annesso l'[[Austria]] e i [[Sudeti]] e con la successiva [[Conferenza di Monaco]] gli venne dato il lasciapassare per l'annessione di tutta la [[Cecoslovacchia]] mentre [[Mussolini]], dopo l'[[Etiopia]], stava cercando nuovi obiettivi per non perdere il passo dell'alleato tedesco. La vittima designata venne trovata nell'[[Albania]]. In due soli giorni ([[7 aprile|7]]-[[8 aprile]] [[1939]]), con l'ausilio di 22.000 uomini e 140 carri armati, [[Tirana]] fu conquistata.
 
==== Piani superiori ====
Il [[22 maggio]] 1939 venne firmato il [[Patto d'Acciaio]] tra [[Germania nazista|Germania]] e Italia.
 
Lo scalone, probabilmente fatto da [[Mauro Manieri]],<ref name= "Clavica, Poso 81_82" >{{Cita|Clavica, Poso|pp. 81-82|Clavica, Poso, 1990}}.</ref> porta al ballatoio dal piano superiore, dove si affacciano finestre e porte ornate con cornici e fregi simili alle finestre cinquecentesche della facciata.
Il [[10 giugno]] [[1940]] l'Italia entrò nella [[Seconda guerra mondiale]] come alleata della Germania contro [[Francia]] e [[Regno Unito]]. Nel [[1941]] fu dichiarata guerra all'[[Unione Sovietica]] e con l'[[Impero giapponese]] agli [[Stati Uniti d'America]].
Le stanze dei due piani sono disposte intorno al cortile e le porte interne "ad orecchio" sono la traccia dell'opera del Manieri.
 
Nella sala consiliare si trova il seicentesco caminetto in pietra leccese. Esso ha un profilo rimarcato dai festoni floreali degli stipiti, da un motivo di uccelli che si abbeverano nello stesso vaso sul fregio e infine dal timpano a forma di drappo, che accoglie lo stemma Imperiali-[[Spinola]] sormontato da una corona e chiuso da due profili femminili incoronati d'[[alloro]].
Molte difficoltà militari però colpirono [[Mussolini]]. Il [[24 luglio]] [[1943]] si riunì il [[Gran Consiglio del Fascismo]] e il mattino seguente il duce venne sfiduciato. [[Vittorio Emanuele III]] decise quindi di sostituirlo a capo del governo con [[Pietro Badoglio]]. Proprio mentre si trovava a colloquio con il re, Mussolini venne arrestato. Il Paese si trovò nel caos e diviso in due: il [[Regno del Sud]] a fianco degli alleati contro la Germania e la [[Repubblica Sociale Italiana]], formata dai reduci fascisti. Di fatto, erano entrambi due stati-fantoccio, rispettivamente degli anglo-americani e dei tedeschi. In questo quadro drammatico, nacquero però le prime [[partigiano|formazioni partigiane]] che con la [[Resistenza italiana|Resistenza]], soprattutto nel centro-nord, diedero vita al primo nucleo dell'Italia libera. Nell'aprile del [[1945]] le forze nazi-fasciste vennero sconfitte.
 
In quasi tutto il secondo piano le pareti sono abbellite da quadri. Da segnalare le tele raffiguranti Andrea e Michele III Imperiali, l' ''Ultima cena'' e ''[[Santa Agnese]]'', quest'ultima opera di [[Pacecco De Rosa]].
La fine della guerra vide l'Italia in condizioni critiche: i combattimenti ed i bombardamenti aerei avevano ridotto molte città e paesi a cumuli di macerie, le principali vie di comunicazione erano interrotte.<ref>{{Cita web|url=http://www.insmli.it/pubblicazioni/86/l_ItalianellaSecondaguerramondialeenellaResistenza.pdf|accesso=30-1-2010|titolo=L'Italia nella seconda guerra mondiale}}</ref>
 
La sala del Sindaco, detta di [[San Carlo]], conserva la [[volta a padiglione]] con decorazioni in stucco e dorate, caricate da successivi lavori di manutenzione.
Il numero di [[Conteggio delle vittime della seconda guerra mondiale per nazione|italiani morti]] a causa della guerra fu molto elevato: sono stimati tra 415.000 (di cui 330.000 militari e 85.000 civili)<ref>{{cita|De Martino||De Martino, 2005}}</ref> e 443.000 morti,<ref>Secondo il rapporto ''Morti e dispersi per cause belliche negli anni 1940-45'', compilato nel 1957 da ''Roma: Istituto Centrale Statistica'' i morti militari furono 291.376, di cui 204.346 prima dell'armistizio (66.686 morti in battaglia o per ferite, 111.579 dispersi certificati morti e 26.081 morti per cause non belliche) e 87.030 dopo l'armistizio (42.916 morti in battaglia o per ferite, 19.840 dispersi certificati morti e 24.274 morti per cause non belliche), i prigionieri morti sono inclusi in questo elenco. I civili morti sono stati 153.147 (123.119 dopo l'armistizio) inclusi 61.432 in attacchi aerei (42.613 dopo l'armistizio). Per ulteriori approfondimento si veda [http://www.demographic-research.org/ qui]. A questi vanno aggiunti 15.000 soldati africani coscritti. Sono incluse le 64.000 vittime delle repressioni e genocidi nazisti (tra cui 30.000 prigionieri). I morti militari dopo l'armistizio includono 5.927 schierati con gli alleati, 17.166 partigiani e 13.000 della [[Repubblica Sociale Italiana]]. 1.000 persone del popolo [[Rom (popolo)|rom]] e 8.562 ebrei morirono.</ref> stimando che la popolazione italiana all'inizio del conflitto fosse di 43.800.000 persone si arriva conteggiare circa una vittima ogni 100 italiani.
In una delle tante sale è ubicata la cappella di [[Santa Maria delle Grazie]], voluta dallo stesso Michele Imperiali.
Purtroppo manca gran parte del ricco arredo degli Imperiali (mobili, gioielli, argenti) che altrimenti abbellirebbero maggiormente gli interni.<ref name= "Clavica, Poso 81_82" />
 
== Note ==
=== Dalla nascita della Repubblica ai giorni nostri (1946–2010) ===
<references/>
[[File:AlcideDeGasperi.jpg|thumb|left|[[Alcide De Gasperi]]]]
Il [[2 giugno]] [[1946]] un [[referendum]] istituzionale sancì la fine della [[monarchia]] e la nascita della [[Repubblica]] Italiana. Per la prima volta in Italia, per questa occasione, anche la donne ebbero [[Suffragio universale#In Italia|diritto al voto]]. Il [[1º luglio]] Enrico de Nicola venne nominato primo [[presidente della Repubblica Italiana]].
Il primo [[presidente del Consiglio dei ministri]] fu [[Alcide De Gasperi]], esponente della [[Democrazia Cristiana]] e, salvo poche eccezioni, dal [[1946]] al [[1993]] la [[Presidenza del Consiglio]] fu [[Democrazia Cristiana|democristiana]].
La nuova [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione repubblicana]] entrò in vigore il [[1º gennaio]] [[1948]].<ref>{{Cita web|url=http://legislature.camera.it/frameset.asp?content=%2Faltre_sezionism%2F304%2F8964%2Fdocumentotesto.asp%3F|accesso=30-1-2010|titolo=L'Assemblea Costituente}}</ref>
{| {{prettytable|align=right|width=300px}}
|+Organizzazioni internazionali <!--titolo della tabella -->
|-
| bgcolor="#EFEFEF" | Membro [[NATO]] dal:
| [[4 aprile]] [[1949]] <!--ingresso nella NATO - nella forma "anno"-->
|-
| width="120px" bgcolor="#EFEFEF" | Membro [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] dal:
| [[14 dicembre]] [[1955]] <!--ingresso all'ONU - nella forma "giorno" - "anno"-->
|-
| bgcolor="#EFEFEF" | Membro [[Unione europea|UE]] dal:
| [[1º gennaio]] [[1958]] <!--ingresso nell' UE - nella forma "anno"-->
|}
 
== Bibliografia ==
In quegli anni si ebbe il cosiddetto "miracolo economico" che portò alla crescita del [[Prodotto interno lordo]] del 6.3%, riducendo sensibilmente il divario storico con Paesi quali [[Inghilterra]], [[Germania]] e [[Francia]]. Si registrò un'elevata disponibilità di [[manodopera]], dovuta ad un forte flusso di migrazione dalle campagne alle città e dal sud verso il nord.
*{{Bibliografia|Argentina, 1970|Feliciano Argentina, ''La città natia'', Fasano, Schena, 1970. {{NoISBN}}}}
*{{Bibliografia|Clavica, Jurlaro, 2007|Fulgenzio Clavica e Rosario Jurlaro (a cura di), ''Francavilla Fontana'', Milano, Mondadori Electa, 2007. ISBN 978-88-370-4736-8.}}
*{{Bibliografia|Clavica, Poso, 1990|Fulgenzio Clavica e Regina Poso (a cura di), ''Francavilla Fontana. Architettura e immagine'', Galatina, Congedo, 1990. ISBN 88-7786-339-0.}}
*{{Bibliografia|Coco, 1988|Primaldo Coco, ''Francavilla Fontana nella luce della storia'', Galatina, [[Congedo Editore]], 1988. ISBN 88-7786-088-X}}
 
== Voci correlate ==
Contribuì alla crescita dell'Italia anche la creazione della [[Comunità europea del carbone e dell'acciaio|CECA]] e successivamente della [[CEE]], a cui l'Italia aderì fin dall'inizio.
 
*[[Barocco]]
[[File:falcone borsellino.jpg|thumb|L'immagine più nota dei due giudici Falcone e Borsellino]]
*[[Francavilla Fontana]]
Il [[1968]] vide l'Italia trasformarsi radicalmente sul piano sociale, in seguito alle migliorate condizioni di vita dovute al [[boom economico]] ed al sorgere di movimenti radicali, soprattutto [[Comunismo|comunisti]], che portarono profonde modifiche al costume, alla mentalità generale e in particolare alla scuola.<ref>{{Cita web|url=http://www.griseldaonline.it/formazione/testi_summer/bomm.doc|accesso=30-1-2010|titolo=Il boom economico}}</ref>
*[[Imperiali]]
Negli [[anni settanta]] e [[anni 1980|ottanta]] si ebbero forti tensioni politiche, dipendenti anche dalle strategie legate alla [[Guerra Fredda]], che portarono alla forte attività di gruppi terroristici sia di estrema destra che di estrema sinistra, legati a trame di poteri politici occulti. Questo periodo, detto degli [[anni di piombo]], culminò con l'omicidio dell'allora presidente della [[Democrazia Cristiana]] [[Aldo Moro]] da parte delle [[Brigate Rosse]] e con l'attentato [[neofascista]] di [[Piazza Fontana]] a Milano.
 
{{Francavilla Fontana}}
Negli [[anni novanta]], i giudici [[sicilia]]ni [[Giovanni Falcone]] e [[Paolo Borsellino]], vittime essi stessi per la causa, aiutati da valenti uomini della polizia, riuscirono a fare arrestare i maggiori membri di [[Cosa nostra]].
{{Portale|architettura|Puglia}}
 
<!-- [[Categoria:Francavilla Fontana]]
Nel [[1992]] le indagini di [[Mani pulite]] sul fenomeno dilagante delle [[Corruzione|tangenti]] coinvolsero numerosi esponenti di tutto il [[pentapartito]] guidato da [[Bettino Craxi]]. Lo scandalo decretò la fine dei tradizionali partiti di governo.
[[Categoria:Palazzi della provincia di Brindisi|Francavilla Fontana]] -->
Nel caos politico derivato dalla disintegrazione dell'ordine precedente emerse il nuovo partito [[Forza Italia]], costituito dall'imprenditore [[Silvio Berlusconi]] che, in contrapposizione ai partiti di sinistra, si pose come alternativa al vecchio sistema, pur inglobandone alcuni dei protagonisti. In questa fase, definita "[[Seconda Repubblica (Italia)|Seconda Repubblica]]", si consolidò il principio del [[bipolarismo]], attraverso le figure di Berlusconi e di [[Romano Prodi]]. Nel [[2008]] dopo diverse alternanze, al governo salì [[Popolo della Libertà]], nato dall'unione di Forza Italia e [[Alleanza Nazionale]].