Utente:Jose Antonio/Sandbox: differenze tra le versioni
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|Nome = Raul Forti 
|Immagine = Raul Forti.jpg 
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Il 20 settembre 1920 Forti aderì alla chiamata del professore [[Francesco Brombin]] che aveva selezionato una quarantina di giovani con i quali costituire un [[fascio di combattimento]] a [[Ferrara]]<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 195}}</ref><ref>{{cita|Vivarelli|p. 94 una dozzina secondo altre fonti}}</ref>. Forti ne divenne segretario amministrativo e poco tempo dopo anche comandante della squadra d'azione ferrarese<ref>{{cita|Ferretti|p. 43}}</ref>. Inizialmente la squadra di Forti iniziò sottraendo dagli edifici pubblici le [[Bandiera rossa|bandiere rosse]] esposte sostituendole con il [[tricolore italiano]]<ref>{{cita|Ferretti|p. 43}}</ref>. Il primo scontro di piazza a Ferrara avvenne il 15 novembre 1920 quando in corso Vittorio Emanuele II la squadra fascista incappò in una comunista che marciava intonando [[Bandiera rossa (canzone)|bandiera rossa]]<ref>{{cita|Ferretti|p. 45}}</ref>. Nello scontro che seguì Forti, che comandava i fascisti, in una colluttazione fu ferito a un dito da un colpo di pistola<ref>{{cita|Ferretti|p. 45}}</ref>. 
Su richiesta del bolognese [[Leandro Arpinati]] al federale di Ferrara [[Olao Gaggioli]] fu costituito un plotone di ferraresi da inviare in supporto a Bologna<ref>http://parridigit.istitutoparri.eu/public/multimediale/1/Monografie/multimedia_source/La_/st/La_strage_di_palazzo_d_Accursio.pdf p.268</ref> dove le elezioni amministrative erano state vinte dai socialisti<ref>{{cita|Ferretti|p. 46}}</ref>, il 19 novembre il comando fu affidato a Forti e al [[tenente]] Magni. La rappresentanza ferrarese il 21 novembre 1920 ebbe l'onore di aprire il corteo, ma quando giunsero quasi in piazza del Nettuno dove erano state esposte numerose bandiere rosse sfondarono il cordone di sicurezza predisposto dalla forza pubblica dirigendosi quindi verso il Comune che si trovava in [[palazzo d'Accursio]]<ref>{{cita|Ferretti|p. 46}}</ref>. Nella piazza la folla accorsa per presenziare l'insediamento del nuovo sindaco, il socialista [[Ennio Gnudi]], presa dal panico, cercò rifugio sotto gli archi di palazzo d'Accursio dove fu bersagliata da [[bombe a mano]] dalle [[Guardie Rosse (Italia)|Guardie Rosse]] che l'aveva scambiata per gli assalitori. [[Strage di Palazzo d'Accursio|Nella giornata si contarono diversi morti]]. 
Il 12 ottobre 1921 si sposò con Elsa Castaldini.  
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Il 21 agosto 1926 Raul Forti fu nominato commissario del [[Parma Football Club]]<ref>http://www.parmaelasuastoria.it/ita/La%20fascistizzazione%20dello%20sport.aspx?idMostra=49&idNode=381</ref>. Sempre nello stesso anno divenne direttore del quotidiano "''[[Gazzetta di Parma|Il corriere emiliano]]''"<ref>http://www.parmaelasuastoria.it/ita/Gli%20anni%20del%20Littorio.aspx?idMostra=49&idNode=370</ref>. 
In seguito Forti fu trasferito a [[Genova]] dove fu al centro di un caso relativo alla [[massoneria]]. Nel giugno 1928 arrestò il professor Nalbone, un importante esponente della [[Gran Loggia d'Italia degli Alam]], più nota come loggia di [[Piazza del Gesù (Roma)|loggia di piazza del Gesù]]. Forti si impossessò della borsa del professore che conteneva gli elenchi degli iscritti alla massoneria fino al trentesimo grado che aveva vistato lui stesso. E' possibile che Forti avesse cercato  di impossessarsi della borsa per eliminare le prove della sua militanza ad alti gradi della massoneria. Ma ciononostante la polizia, nel corso di una ispezione a casa di Nalboni rinvenne l'intero archivio massonico. Poche settimane dopo Forti fu escluso dai ranghi della [[MVSN]]. 
== Opere == 
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