Contro Demostene (Iperide): differenze tra le versioni

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==Scoperta del papiro==
La versione frammentaria oggi conosciuta dell'orazione contro Demostene fu scoperta in un papiro ritrovato dagli Arabi in un sarcofago di legno a [[Sheikh Abd elEl-Qurna]], in [[Egitto]]: la prima parte del papiro fu venduta ad un italiano di nome Castellari, che nel 1847 a [[Tebe (Grecia)|Tebe]] la rivendette all'inglese Anthony Charles Harris;<ref name=M25>{{cita|Marzi|p. 25}}.</ref> la seconda parte fu acquistata nello stesso anno da Joseph Arden. Questo rotolo probabilmente risale alla seconda metà del [[I secolo]] d.C. ed è oggi conservato al [[British Museum]] (P. Lond. Lit. 132, inv. 108 e 115); contiene pochi errori ed è vergato con una scrittura elegante e chiara.<ref>{{cita|Marzi|p. 26}}.</ref>
 
Lo stesso Harris si affrettò a pubblicare, nell'agosto del 1848, la parte del papiro in suo possesso, contenente l'orazione contro Demostene e l'inizio dell'orazione [[per Licofrone]], ma si limitò a fornirne una riproduzione litografica, senza trascrizione del testo né ricostruzione dell'ordine dei frammenti;<ref>''Fragments of an oration against Demosthenes respecting the money of Harpalus'', published by A. C. Harris of Alexandria, Londra, s.t., 1848. Contiene la riproduzione di 32 frammenti su 11 tavole litografiche.</ref> questa [[editio princeps]] fu seguita da quelle di Hermann Sauppe e August Boeckh in Germania (1848), Samuel Sharpe (1849) e Churchill Babington (1850) in Inghilterra.<ref name=M25/>
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Questa orazione, che presenta numerose [[Interpolazione (filologia)|interpolazioni]], risulta molto frammentaria (è la peggio conservata delle sei orazioni superstiti di Iperide) e spesso la collocazione dei frammenti è dubbia.<ref name=M34>{{cita|Marzi|p. 34}}.</ref>
 
==Cenni alIl processo==
Al processo contro Demostene parlarono dieci oratori eletti dal popolo;<ref>{{cita|Iperide|13}}.</ref> il primo a parlare fu il capo di questi dieci, [[Stratocle]], che pronunciò un'orazione scritta da Dinarco, poi probabilmente venne Iperide, poi gli altri;<ref name=M36>{{cita|Marzi|p. 36}}.</ref> tra questi c'erano [[Pitea di Atene|Pitea]], [[Menesecmo]], [[Imereo]] e Patrocle o Procle.<ref name=M132>{{cita|Marzi|p. 132}}.</ref>
 
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;Fonti secondarie
*Christopher W. Blackwell, ''In the absence of Alexander. Harpalus and the failure of Macedonian autorityauthority'', New York, Lang, 1999.
*{{cita libro|curatore=Mario Marzi (su Iperide)|titolo=Oratori attici minori|volume=I|editore=UTET|anno=1977|cid=Marzi|città=Torino}}
*Nicola Sensale, ''Demostene nel processo arpalico attraverso le orazioni di Iperide e di [[Dinarco]]'', Avella, A. Ferrara, 1924.