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'''Het Geheugen van Nederland''' ('La Memoria dei Paesi Bassi') è una delle più grandi collezioni digitali relative alla storia olandese. Sul sito internet sono presenti centinaia di migliaia di immagini storiche, clip audio, video e testi catalogati in 76 collezioni digitali. Insieme, danno un quadro composito della storia e della cultura olandese.
La 'Memoria dei Paesi Bassi' ('Het Geheugen van Nederland', abbreviato GVN) è un progetto della Biblioteca Reale olandese (KB), sostenuto tra il 2000 ed il 2003 da una sovvenzione di 7 milioni di euro, sulla falsariga dell'esempio di ''[[American Memory]]'' (un progetto condotto dalla [[Library of Congress|Biblioteca del Congresso]]).
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''Memoria dei Paesi Bassi'' ha sviluppato contratti di collaborazione con istituzioni estere che dispongono di raccolte che mettono in risalto gli aspetti della storia olandese. Ci sono progetti comuni con la [[Library of Congress|Biblioteca del Congresso]] degli Stati Uniti e la [[British Library]] di Londra.
 
==Istituti partecipanti==
 
Le seguenti istituzioni sono coinvolti nello sviluppo e nell'implementazione di ''Memoria dei Paesi Bassi'':
 
 
 
{{Bio
|Nome = Georg Renatus
|Cognome = Solta
|Sesso = M
|LuogoNascita = Wien
|GiornoMeseNascita = 18 aprile
|AnnoNascita = 1919
|LuogoMorte = Wien
|GiornoMeseMorte = 2 maggio
|AnnoMorte = 2005
|Attività = filologo
|Attività2 = linguista
|Attività3 = professore universitario
|Epoca = 1900
|Nazionalità = austriaco
|Immagine = Georg Renatus Solta.jpg
|Didascalia = L'indoeuropeista Georg Renatus Solta (1919-2005).
}}
[[File:Georg Renatus Solta1.jpg|thumb|upright|Firma di Georg Renatus Solta.]]
 
[[File:Stjepan_Stevo_Filipović.jpg|thumb|right|200px|Il partigiano croato [[Stjepan Filipović]] nella celebre fotografia ripresa da un collaboratore locale serbo alcuni secondi prima della sua esecuzione, mentre grida «morte al fascismo, libertà al popolo».<br />
==Vita==
L'esecuzione avvenne nella località serba di [[Valjevo]], allora occupata dalle truppe naziste dell'occupante tedesco.]]
'''«Morte al fascismo, libertà al popolo!»''' ([[serbocroato]]: ''Smrt fašizmu, Sloboda narodu!''; [[sloveno]]: ''Smrt fašizmu, Svoboda narodu!''; [[macedone]]: ''Смрт на фашизмот, слобода на народот!'' [''Smrt na fašizmot, sloboda na narodot!'']; [[bulgaro]]: ''Смърт на фашизма, свобода на народа!'' [''Sm’rt na fašizma, svoboda na naroda!'']; [[albanese]]: ''Vdekje fashizmit, liri popullit!'') è il grido di battaglia ed il [[motto]] dei [[Fronte jugoslavo (1941-1945)#Resistenza jugoslava|partigiani jugoslavi]] che combatterono contro gli [[Invasione della Jugoslavia|occupanti tedeschi]] durante la [[Seconda Guerra Mondiale]].
 
È stato spesso richiamato dalla [[propaganda]] e nella pubblicistica del [[Titoismo|regime titino]] e, più in generale, [[Lega dei Comunisti di Jugoslavia|comunista]] del dopoguerra, venendo talvolta abbreviato nella sigla '''SFSN'''' (o, nella versione cirillica, '''СФСН''', per esempio in scritte murali, informali o di regime), comune a tutti gli idiomi che lo avevano adottato.<br />
Nato a [[Vienna]], compie i primi studi a [[Linz]], diplomandosi a pieni voti il 13 giugno 1934 al locale [[Liceo classico]] (''humanistisches Gymnasium''). Dall’autunno dello stesso anno frequenta i corsi dell’[[Università di Vienna]], approfondendo in particolare gli studi di [[linguistica comparativa indoeuropea]], [[filologia classica]] e [[filologia romanza]]. La sua carriera accademica inizia prima ancora di completare gli studi: dal 1 luglio 1938 è Bibliotecario dell’Istituto di indoeuropeistica (''Institut für Indogermanistik'') dell’Università di Vienna, ed in breve tempo diviene assistente di ricerca (1 luglio 1940). Suoi mentori sono [[Paul Kretschmer]], [[Wilhelm Havers]] e [[Albin Lesky]]. Consegue il Dottorato di ricerca con una dissertazione relativa agli ‘Studi toponomastici protoitalici’ (''Altitalische Ortsnamenstudien''). Secondo alcune affermazioni dello stesso Solta, un importante riferimento e modello di studioso fu per lui [[Norbert Jokl]], ebreo, suo docente all’Università di Vienna, assassinato nel 1942 dai [[nazisti]] austriaci. Jokl lo avviò, in particolare, allo studio della [[linguistica albanese]], di cui era stato tra i fondatori.
 
== Storia ==
Dopo un’interruzione per motivi di salute, Solta riprende la sua carriera accademica dal 1949, come consulente scientifico: posizione in cui rimane anche dopo la sua abilitazione, conseguita nel 1953 (''Zur Stellung des Armenischen innerhalb der indogermanischen Sprachen'' ['La collocazione dell’armeno nell’ambito delle lingue indoeuropee']). Solo dal 1955 ritorna ad essere assistente all’Istituto di indoeuropeistica, essendo infine promosso nel 1967 a professore straordinario e nel 1973 a professore ordinario di [[linguistica indoeuropea]].
Eletto nel 1984 membro corrispondente della classe storico-filosofica dell’[[Accademia austriaca delle scienze]], Solta si contraddistingue, oltre che per i suoi studi di ambito indoeuropeistico e balcanico, anche per l’alto profilo accademico e personale riconosciutogli da colleghi e allievi.
Muore a Vienna il 2 maggio 2005.
 
La prima occorrenza documentaria risale al mese di agosto 1941, quando un editoriale del quotidiano partigiano croato ''[[Vjesnik]]'' (''Messaggero'') uscì con un titolo simile. Ma è a partire dal 22 maggio 1942, data dell’impiccagione del partigiano [[Stjepan Filipović]] da parte dei tedeschi, che l’espressione ha conosciuto una fortuna crescente. <br />
==Opere==
 
Poco prima della sua esecuzione, un fotografo serbo riuscì ad immortalare il momento in cui Filipović, alzando i pugni in alto, proferendo le sue ultime invettive contro i nazisti e gli ustascia, pronunciò infine le parole «Morte al fascismo, libertà al popolo!»<ref>Sinclair Upton, Sagarin Edward, Teichnerhe, Albert, ''Cry for Justice: An Anthology of the Literature of Social Protest'', L. Stuart, 1963; p. 438.</ref>.<br />
* ''Altitalische Ortsnamenstudien'' ['Studi di toponomastica protoitalica'] (Vienna, 1939) (Tesi di dottorato).
Il grido, inneggiante alla libertà e alla resistenza, accompagnato dall’ultima immagine di Filipovic (più volte ricordata per la sua somiglianza ad un [[3 maggio 1808|noto quadro]] di [[Goya]], benché questo rappresenti più un gesto di disperazione, che di fiera resistenza), divenne in breve tempo il simbolo della resistenza antifascista ed antinazista jugoslava, e venne in seguito adottato anche dai [[Storia della Bulgaria nella seconda guerra mondiale|partigiani bulgari]] che combattevano contro i tedeschi.<br />
* ''Zur Stellung des Armenischen innerhalb der indogermanischen Sprachen'' ['La collocazione dell’armeno nell’ambito delle lingue indoeuropee'] (Vienna, 1953) (Tesi d’abilitazione).
* ''Die Stellung des Armenischen im Kreise der Indogermanischen Sprachen'' (versione ampliata per la pubblicazione dell’opera precedente, Vienna 1960)
* ''Palatalisierung und Labialisierung'' [Palatalizzazione e Labializzazione], IF 70, pp. 276–315. (Vienna, 1965)
* ''Zur Stellung der lateinischen Sprache'' ['La collocazione del latino'] (Vienna, 1974) ISBN 3700100426.
* ''Einführung in die Balkanlinguistik mit besonderer Berücksichtigung des Substrats und des Balkanlateinischen'' ['Introduzione alla linguistica balcanica, con particolare riferimento al substrato ed al latino balcanico'] (Vienna, 1980) ISBN 3534076257.
* (in collaborazione con G. Deeters e V. Inglisian) ''Armenisch und Kaukasische Sprachen'' [Lingue armene e caucasiche] (Vienna, 1995) ISBN 9004008624.
 
== Uso del motto ==
==Collegamenti esterni==
 
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-049-1553-13, Kroatien, Split, Mauer mit Aufschrift.jpg|thumb|left|Il motto, dipinto su una muraglia a [[Spalato]] nel sttembre del 1943.]]
Biografia breve
La riunificazione dei movimenti antifascisti clandestini in [[Jugoslavia]] fu simboleggiata proprio dalla comune adozione, sia in contesti formali che informali, del saluto ispirato al celebre grido.<br />
* {{de}} {{DNB-Portal|107496798 Bibliografia}}
In genere colui che salutava diceva, con il [[Pugno alzato|pugno alzato]]: «Morte al fascismo!», a cui l'interlocutore rispondeva, ripetendo il gesto: «Libertà al popolo».