Giuseppe Toscanelli: differenze tra le versioni

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|carica2 = [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Deputato del Regno d'Italia]]
|sito2 = {{Deputati Regno}}
|legislatura2 = {{NumLegRegno|D|VIII|IX|X|XI|XII|XIII|XIV|XV|XVI|XVII}}
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==Biografia==
Figlio di Giovanni Battista e Angela Cipriani, la famiglia era originaria della [[Svizzera]] e trasferitasi a Pisa nel XVIII secolo. Costruttori edili affermati, negli anni divennero una delle famiglie facoltose della città toscana e acquistarono lo storico Palazzo Lanfranchi, divenuto [[Palazzo Toscanelli]].<ref name=treccani>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-toscanelli_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Giuseppe Toscanelli|accesso=19/05/20}}</ref>
 
Sesto di nove figli, negli studi ebbe come maestro [[Antonio Guadagnoli]]. Iscrittosi successivamente all'[[Università di Pisa]], in quegli anni si avvicinò alle idee [[Risorgimento italiano|risorgimentali]]. Allontanato una prima volta dall'ateneo, venne infine espulso e il padre lo confinò in una tenuta di famiglia in [[Corsica]]. Rientrò in Italia e aderì al [[Battaglione universitario romano]] guidato dal comandante [[Livio Zambeccari]] e prese parte alla [[prima guerra d'indipendenza]]. Si trasferì a [[Venezia]] e nel [[1849]] partecipò alla difesa della città contro le truppe austriache guidate da [[Josef Radetzky]]. Non potendo rientrare nel [[Granducato di Toscana]] divenne esule nella città di [[Torino]] per poi rientrare nella sua città natale nel 1850, dove si riscrisse all'università venendo definitivamente espulso a seguito di un duello.<ref name=treccani/>
 
Cognato di [[Ubaldino Peruzzi]] che era convolato a nozze con la sorella, fece la conoscenza di [[Francesco De Sanctis]] che lo presentò a [[Camillo Benso conte di Cavour|Cavour]]. La familiarità con l'ambiente politico lo avvicinò in amicizia a [[Bettino Ricasoli]], che lo influenzò nelle scelte politiche successive quale rappresentante del [[Regno di Sardegna]] durante le trattative di annessione del granducato toscano.<ref name=treccani/>
 
Fu tra i primissimi affiliati alla [[Massoneria in Italia|Massoneria]] del [[Grande Oriente d'Italia]], tra la fine del [[1859]] e l'inizio del [[1860]]<ref>Fulvio Conti, ''I Fratelli e i Profani. La Massoneria nello spazio pubblico'', Pacini ed. Pisa, 2020, p. 60.</ref>.
 
==Note==
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==Collegamenti esterni==
* {{collegamenti esterni}}
 
{{portale|biografie|politica|Risorgimento}}
{{controllo di autorità}}
[[Categoria:Massoni]]