Kenelm Digby: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Kenelm
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|Sesso = M
|LuogoNascita = Gayhurst
|GiornoMeseNascita = 11 luglio
|AnnoNascita = 1603
|NoteNascita = <ref>Vittorio Gabrieli, ''Sir Kenelm Digby: un inglese italianato nell'età della controriforma'', Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1957, p. 26.</ref>
|LuogoMorte = Londra
|GiornoMeseMorte = 11 giugno
|AnnoMorte =
|Epoca = 1600
|Attività = filosofo
|Attività2 = diplomatico
|Nazionalità = inglese▼
|Attività3 = corsaro
|Immagine = Kenelm Digby.jpg
|DimImmagine = 180
}}
== Biografia ==
Appartenente alla piccola nobiltà dello [[Buckinghamshire]], Kenelm era figlio di sir [[Everard Digby]], giustiziato nel [[1606]] per la sua partecipazione alla [[Congiura delle polveri]].
Allevato al [[chiesa cattolica|cattolicesimo]] nel [[1618]] frequentò senza laurearsi l'[[università di Oxford]] dove ebbe come maestro il matematico, astronomo ed [[occulto|occultista]] [[Thomas Allen (erudito)|Thomas Allen]] ([[1542]]–[[1632]]) che stimò tanto il giovane allievo da chiamarlo il [[Giovanni Pico della Mirandola|Pico della Mirandola]] del suo tempo e che ne divenne amico lasciandogli in eredità alla sua morte la sua biblioteca <ref>Vittorio Gabrieli, ''Sir Kenelm Digby: un inglese italianato nell'età della controriforma'', Ed. di Storia e Letteratura, 1957 p.18</ref>
Tra il [[1620]] e il [[1623]] Digby si recò in Europa e soggiornò in Italia dove frequentò la corte dei [[Medici]] e dove nel [[1621]] fu colpito dal [[vaiolo]].<ref>V.Gabrieli, ''op.cit'', p.26 e sgg.</ref>
Nel [[1623]] si recò a [[Madrid]] dove seppe guadagnarsi il favore del [[principe di Galles]], il futuro [[Carlo I d'Inghilterra]] che si trovava colà per negoziare le sue nozze con l'[[infante|infanta]]. Tornato in Inghilterra nell'ottobre dello stesso anno fu insignito del titolo di [[baronetto]] da [[Giacomo I d'Inghilterra]] per ricompensarlo del suo servizio al figlio.
Verso il [[1625]] sposò con un matrimonio tenuto segreto per qualche anno Venetia Stanley, una donna dal passato burrascoso, da tempo amata: una figura resa ancora più enigmatica e dai contorni confusi che egli idealizzandola ne fece nelle sue memorie.<ref>«I trascorsi giovanili della Stanley comunque che sir Kenelm cavallerescamente giustifica e condona sia nelle Memorie che nelle nuove lettere, sembra fossero pienamente riscattati dalle virtù coniugali di Lady Digby» (In V.Gabrieli, ''op,cit.'', p.103</ref>
[[File:Sir Kenelm Digby by Sir Anthony Van Dyck.jpg|thumb|upright=0.8|Ritratto da [[Van Dyck]]]]
Nel [[1628]] Digby offrì il suo servizio come [[corsaro]] gentiluomo all'Inghilterra in guerra con la Spagna e la Francia. Con una flottiglia composta da due navigli, l<nowiki>'</nowiki>''Eagle'' e il ''George and Elisabeth'', Digby perlustrò il Mediterraneo rimanendo poi per qualche tempo alla fonda ad [[Algeri]] per un'epidemia che aveva colpito il suo equipaggio. La sua impresa quindi perse di efficacia poiché, come egli scrive: «la voce della mia presenza negli Stretti si sparse per tutti quei mari e io persi la migliore stagione» non potendo più contare sulla sorpresa.<ref>V. Gabrieli, ''op.cit.'', p.46</ref>
Dopo aver suscitato l'ostilità dei [[venezia]]ni vendendo le merci ricavate dagli [[abbordaggio|abbordaggi]] nei porti da quelli controllati, si scontrò con scarso successo con le [[galea|galee]] veneziane schierate a difesa di navi spagnole nella baia di [[Alessandretta]]. Tornato in Inghilterra nel [[1629]] la sua fama di pirata gentiluomo gli valse un'ampia notorietà di patriota e devoto alla Corona anche per la sua conversione al [[protestantesimo]] avvenuta nel [[1630]].
La morte della moglie nel [[1633]] colpì profondamente Digby, anche per le voci che circolavano sulla morte della consorte che si diceva dovuta ad avvelenamento procurato dallo stesso marito per gelosia. Voci che portarono, fatto insolito per l'epoca, a far condurre dalle autorità un'autopsia che stabilì la causa della morte a una non meglio precisata malattia congenita <ref>V. Gabrieli, ''op.cit'', p.101 e 115</ref>.
Digby si ritirò dalla vita pubblica e tornò nel [[1635]] alla religione cattolica che difese in diverse opere (''A conference with a lady about choice of a religion'' ([[1638]]).
In esilio volontario a Parigi per aver sostenuto [[Carlo I d'Inghilterra|Carlo I]] nella sua [[Guerre dei Vescovi|lotta per stabilire episcopato in Scozia]] fu costretto a tornare in Francia quando i [[puritani]] nel [[1641]] lo avevano fatto dichiarare [[apostasia|apostata]] dal Parlamento.
Durante la [[Guerra civile inglese]] fu incaricato di missioni diplomatiche segrete che egli condusse con scarsi risultati.<ref>In ''Enciclopedia Treccani'' alla voce corrispondente</ref> sia dalla regina consorte [[Enrichetta Maria di Borbone-Francia]] sia dallo stesso [[Oliver Cromwell]] che gli fece ottenere nel [[1656]] la restituzione dei suoi beni incamerati dallo Stato.<ref>V. Gabrieli, ''op.cit.'' p.229</ref>
Con la Restaurazione tornò nel [[1660]] in Inghilterra dove fu uno dei fondatori della [[Royal Society]] ([[1663]]). Godé del favore della regina madre Enrichetta Maria ma non fu altrettanto benvisto dal re Carlo II che lo bandì temporaneamente dalla corte. Molto stimato morì a Londra all'età di 62 anni probabilmente per [[Nefrolitiasi|calcoli renali]].
Suo discendente fu lo scrittore, nobile e religioso [[Henry Digby Beste]].
== Pensiero e opere ==
Pur estimatore della fisica moderna di [[Galileo Galilei]] e del razionalismo di [[Cartesio]] e [[Pierre Gassendi|Gassendi]], egli condivideva le credenze del suo tempo nell'occultismo e nell'[[alchimia]]. Fu lui a diffondere in Europa la "[[Polvere di simpatia]]" un preparato composto di [[Acido solforico|vetriolo]] impastato con gomma dalle virtù mediche risanatrici <ref>La Polvere di Simpatia, o Unguento Armario, era una sostanza che si doveva applicare sull'arma che aveva prodotto una ferita, o su un panno intriso del sangue del ferito procurando così una più rapida guarigione che poteva avvenire anche a distanza dalle piaghe o dalla lesione.</ref>. A Digby viene attribuito l'uso di imbottigliare lo [[champagne]] in pesanti bottiglie di vetro chiuse ermeticamente da [[tappo di sughero|tappi di sughero]], sino allora usati solo per chiudere le botti. In questo modo il vino manteneva le sue qualità più a lungo rispetto a quello conservato nelle botti.<ref>''Dalla botte alla tavola del re'', in ''Alto Adige'' dell'11 giugno 2005</ref>
Pur disprezzando la cultura accademica seicentesca, il pensiero di Digby rimase nel solco tradizionale della filosofia aristotelica a cui si ispirano i suoi due trattati sulla natura del corpo e dell'anima.<ref>Come filosofo naturale «sembra sia stato il primo a spiegare la necessità dell'ossigeno per la vita delle piante». (in ''Sapere.it'' alla voce corrispondente)</ref>
Tra i suoi scritti più importanti vi sono:
* ''Observations upon Religio Medici'', (1643);
* ''Two Treatises: Of Bodies and of Man's Soul'', (1643);
* ''Letters between Lord George Digby and Sir Kenelm Digby Concerning Religion'', (1651);
* ''A Discourse concerning Infallibility in Religion'', (1652);
* ''Institutiones peripateticae ad mentem Kenelmi'', Lione 1646, Londra, 1647; Parigi, 1655, pubblicate dal suo amico Thomas White (1593–1676) con lo pseudonimo di Thomas Anglus.
* ''Demonstratio immortalitatis animae rationalis'', Parigi, 1651, seconda edizione Parigi 1655, con una prefazione di Thomas Anglus.
== Note ==▼
▲==Note==
<references/>
== Voci correlate ==
{{Portale|Biografie|Filosofia}}▼
* [[Ritratto di Lady Venetia Digby come allegoria della Prudenza]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Corsari britannici]]
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