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|nome= CCPL
|logo= Ccpl3.jpeg
|forma societaria= società cooperativa
|data fondazione= 1904
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|luogo fondazione= [[Reggio nell'Emilia]]
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|nazione= ITA
|sede=[[Reggio nell'Emilia]]
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|slogan= Insieme. Il nostro modo di fare impresa
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|anno dipendenti= 2012
}}
'''CCPL''' è un gruppo industriale [[Società cooperativa|cooperativo]] [[multibusiness]] costituito a [[Reggio Emilia]] nel [[1904]].
Si configura come [[cooperativa di secondo grado]]: la proprietà è detenuta da undici aziende cooperative agenti prevalentemente nel settore delle costruzioni e ubicate sul territorio nazionale italiano. Nel 2012 alle 11 Cooperative socie si è affiancata WeCoop - la cooperativa costituita dai dipendenti di CCPL - con il ruolo di socio sovventore.
Le principali aree di attività del Gruppo CCPL sono: '''fresh food packaging''', materiali da costruzioni, energia, '''[[facility management]]''', servizi alle imprese, property e '''[[project financing]]'''.
== La storia ==
=== Gli antefatti ===
Tra il [[XIX secolo|XIX]] e il [[XX secolo]] si avvia in Italia il processo di [[industrializzazione]] e [[capitalizzazione azionaria|capitalizzazione]] che arriva ben presto a coinvolgere [[Reggio Emilia]] e la sua provincia, modificandone l'agricoltura, l'economia e l'assetto sociale. La crescita demografica e l'ampliamento dei centri urbani porta alla revisione urbanistica della città. Vengono infatti demolite le cittadelle e la cinta muraria (con il ruolo di protezione) a favore dei viali di circonvallazione. Causa ed effetto della rivoluzione in atto è la [[ferrovia]], che assurge a simbolo di modernità.
L'evoluzione economica genera un vivace fermento sociale che porta alla nascita del [[movimento socialista]]. Affermatosi anche grazie all'impegno di leader come [[Camillo Prampolini]] e [[Antonio Vergnanini]], il movimento conquista Reggio Emilia e provincia all'inizio del Novecento, nonostante l'elitaria legge elettorale<ref>«Il programma dei socialisti nelle pubbliche amministrazioni era manipolato in via S. Paolo alla sede della Camera del lavoro, ove il Vergnanini teneva abilmente i fili di ogni iniziativa, e comprendeva: per il Comune, lavori di ampliamento del macello e annessa costruzione delle celle frigorifere, costruzione di Scuole e del cosiddetto Palazzo Rosso alla Formentaria per adibirlo ad uffici comunali, municipalizzazione della Società del Gas e dell'Acquedotto Levi, laicizzazione delle scuole e del cimitero, forno comunale, sussidio alla Camera del lavoro, modernizzazione degli uffici comunali; per la Provincia, costruzione della Reggio-Ciano e di diverse strade carrozzabili, fra cui quella fra Puianello e Casina, lungo la vallata del Crostolo, e quella fra Casina e Felina, sistemazione delle strade delle Radici e della Val d'Enza, allacciamento di alcuni centri importanti della pianura, abolizione del pedaggio sul ponte in chiatte di Viadana, erogazione di un sussidio alla Camera del lavoro, sviluppo della Scuola di Zootecnia a Caseificio, rinnovazione degli uffici, istituzione di una Camera arbitrale per i conflitti di lavoro; per le Opere Pie, la cosiddetta democratizzazione dei servizi, la laicizzazione del servizio assistenziale ospitaliero, una più ampia beneficenza pubblica, la rinnovazione razionale dei contratti di conduzione del patrimonio degli Enti.» V. Pellizzi, ''Profili di vita reggiana agli albori del XX secolo'', Officine grafiche fasciste, Reggio Emilia, 1937, ora in Antonio Canovi, ''Cento anni CCPL. Il racconto cooperativo di un Gruppo Industriale'', Milano, Reggio Emilia, CCPL, 2004, p. 81.</ref>.
=== 1904-1919: la nascita e l'affermazione del Consorzio ===
[[File:1904_Statuto_CCPL.jpg|thumb|upright=1.2|Atto costitutivo di CCPL, 1904]]
Le singole cooperative non dispongono della forza economica e della tecnostruttura necessarie a concorrere all'appalto ferroviario, nasce perciò l'idea di unirsi in un [[Consorzio]].
'''Il 16 ottobre 1904 viene costituito il “Consorzio delle Società Cooperative di Lavoro e Produzione della Provincia di Reggio Emilia” (CCPL)''' con sede a Reggio presso la Camera del Lavoro in via Farini. L'atto costitutivo è sottoscritto dai presidenti di ventisette cooperative della provincia. Il capitale sociale iniziale ammonta a 67.920 lire ripartito in 1.132 azioni da 60 lire (equivalenti a 217,30 €), di cui 462 sottoscritte dalle cooperative fondatrici e 670 da singoli cooperatori. Il 4 novembre 1904 l'amministrazione provinciale di ispirazione socialista affida al Consorzio la costruzione e gestione della ferrovia Reggio-Ciano.
Nonostante le difficoltà nell'agosto del 1907 il [[Consorzio]] inizia i lavori ferroviari assumendosene il rischio poiché il progetto è in attesa d'approvazione.
Per il [[movimento operaio]] e socialista la costruzione della ferrovia diventa un'epopea popolare che comincia ad avere una sempre più forte connotazione simbolica anche a livello internazionale, tant'è che viene portata come esempio da Charles Gide, dirigente dell'[[Alleanza Cooperativa Internazionale]]<ref>“La linea non è molto lunga (30 km), ed essa non apporta grandi dividendi, ma soltanto copre le sue spese; ma io non so che vi sia al mondo un altro esempio di una cooperativa operaia concessionaria di una ferrovia. Si vede in ciò un esempio rimarchevole di questa evoluzione che tende a fare della cooperazione un servizio pubblico” . Cfr. Charles Gide in Amus Fontanesi, CCPL 1904-1994, cit. p. 4.</ref>.
I lavori di costruzione vengono conclusi il 15 gennaio 1911 e per il Consorzio, che conta 105 addetti, si apre la nuova fase di gestione e manutenzione della ferrovia, la quale non esaurisce l'attività del Consorzio.
All'origine della nascita c'è infatti una vocazione [[industriale]] che si manifesta attraverso una rete di cooperative in grado di cimentarsi nell'ambito dei lavori pubblici. Lo Statuto sociale del Consorzio viene esteso all'assunzione di “appalti per la costruzione di opere pubbliche e lavori privati di ogni genere e all'esercizio di aziende commerciali e industriali” (art. 2).
Il quartiere Gardenia, nel quale lavorano fianco a fianco imprese private e cooperative, diventa il terreno di sperimentazione dell'attività del Consorzio che vi costruisce una prima casa per gli addetti alla ferrovia.
La redazione del bilanco del Consorzio rivela una dicotomia: è suddiviso nel “ramo ferroviario” e nel “ramo lavori”; il Consorzio si dota di una tecnostruttura adeguata all'espansione di questo secondo ramo.
Nel 1911 il Consorzio partecipa con la Cooperativa Muratori di Reggio Emilia alla ricostruzione della città di [[Messina]] distrutta tre anni prima dal terremoto.
Alla fine del primo conflitto mondiale al Consorzio è affidato il compito di guidare la riorganizzazione del sistema cooperativo locale che è molto indebolito. A tal fine il “ramo lavori” viene separato da quello ferroviario e diventa oggetto
L'assemblea del 23-09-1919 elegge il primo Consiglio di amministrazione. Presidente è Giovanni Bolognesi, alla guida della Cooperativa Muratori di Reggio Emilia. Di lì a un mese, Bolognesi muore e viene sostituito da Giacomo Vezzani, presidente della Cooperativa Falegnami di Reggio Emilia.
=== 1920-1945: la cattura del Consorzio nella cooperazione fascista
Nei primi anni venti il Consorzio Reggiano sviluppa la sua funzione di servizio e supporto a favore delle cooperative associate: nel 1921 crea al proprio interno
Nel 1922 si concludono le trattative con
I due Consorzi strutturano sempre meglio la loro azione sul territorio, ma nel frattempo la crisi politica precipita: lo [[squadrismo]] fascista organizza a Reggio Emilia le prime aggressioni alle sedi delle organizzazioni operaie come la [[Camera del Lavoro]], la tipografia “La Giustizia” e i circoli socialisti
a. si bastona qualche suo rappresentante;
b. i comuni conquistati dai fascisti non danno più lavori alle cooperative “rosse” o “bianche” ma solo alle cooperative diventate “nazionali” o “fasciste” e ai sindacati corporativi fascisti;
c. anche per la committenza privata, in questo clima, diventa difficile dare lavoro alle cooperative socialiste e persino cattoliche che sono di fronte al dilemma: arrendersi o perire”.
Cfr. Amus Fontanesi, CCPL 1904-1994, cit. p. 22.</ref>.
Nel 1922 il Consorzio Reggiano trasferisce la sede in corso Garibaldi 12 dove rimane sino al 1956.
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Altre cooperative, come la Muratori di Reggio, preferiscono farsi liquidare piuttosto che aderire agli organi fascisti. La Cooperativa Pittori conserva la propria indipendenza trasformandosi in società anonima.
Nel 1923 la cooperazione socialista tenta di costruire una Federazione Provinciale delle cooperative allo scopo di unificare tutte le entità politiche della cooperazione, compresa quella di stampo [[fascista]].
A questa iniziativa, che non si concretizza, segue la proposta
Nel 1924 le otto cooperative che lavorano sulla tratta
Il Consiglio di amministrazione del Consorzio fascista è presieduto da Luigi Benfatti mentre il direttore è
Nel 1926 il Consorzio Reggio-Ciano viene convogliato
Superata la “[[crisi Matteotti]]”, il governo fascista vara sei decreti prefettizi per evitare lo scioglimento delle cooperative e la ripartizione del capitale fra i soci. Nel 1925 vengono commissariate le più importanti cooperative locali e il Consorzio Reggiano. [[Dante Giordani]] (segretario dei sindacati fascisti e revisore del Consorzio fascista) è nominato commissario della Camera del lavoro, del CCPL e del Consorzio Reggiano.
Il 30 ottobre 1926, quando [[Mussolini]] arriva a [[Reggio Emilia]] per inaugurare i 29
Nel gennaio 1928 il commissario Dante Giordani porta a termine la fusione tra il Consorzio fascista e il Consorzio Reggiano (preventivamente svuotato di ogni risorsa economica). La sede rimane in via Garibaldi 12, nei locali
Nel 1929 la presidenza del [[Consorzio]] è affidata per la prima volta a un dirigente estraneo al territorio, il ragioniere bolognese Arnaldo Galliani, il quale è legato a Giovanni Fabbrici di [[Novellara]], influente personalità nel regime. La gestione di Galliani coincide con una maggiore diversificazione della attività: [[Bonifica dei suoli|bonifica]], movimento terra e grandi lavori edili.
Il territorio della provincia comincia ad essere inadeguato rispetto alle capacità produttive del Consorzio e delle cooperative associate. La scarsità di lavoro porta al ribasso dei prezzi alimentando una pericolosa concorrenza interna tra il Consorzio e le cooperative ad esso afferenti.
Si innesca una contrazione che impedisce di rispettare la paga sindacale minima ed è necessario lasciare il campo alle cooperative associate sul territorio provinciale; il [[Consorzio]] deve ricavare fuori dalla provincia gli utili necessari al mantenimento della propria tecnostruttura e, al tempo stesso, ridurre le tariffe dei servizi alle cooperative associate. Grazie anche al rilievo nazionale del nuovo presidente, il Consorzio si aggiudica diversi lavori:
Gli effetti della crisi vengono assorbiti nella seconda metà degli anni trenta grazie ai lavori legati alla realizzazione di [[infrastrutture]] [[militari]]. Accanto agli importanti lavori di bonifica e alla costruzione edifici civili nel Reggiano, il Consorzio collabora alla realizzazione degli aeroporti di Pavullo (MO) e Reggio Emilia,
I segni di ripresa economica sono accompagnati da crescenti tensioni tra il Consorzio e le cooperative più grandi, le quali vorrebbero operare direttamente sul mercato nella ricerca di appalti.
Nel 1932 Galliani si dimette e viene sostituito da Luigi Alberici della Muratori di Boretto.
Il 2 luglio 1943 il presidente Mariani è sostituito
Negli ultimi due anni del conflitto
Nel 1944 il Consorzio decide di acquistare
=== 1945-1970: La stagione delle grandi opere ===
Dopo la Liberazione i tre partiti antifascisti di massa costituiscono un'unica organizzazione sindacale e una sola centrale provinciale di cooperazione: la Federazione provinciale delle cooperative (Federcoop). Presidente è il socialista Arturo Bellelli, segretario della Camera del lavoro sino al 1925; vicepresidente il democristiano ing. Villani.
L'8 maggio 1945 il prefetto del [[CLN]], Vittorio Pellizzi, designa i commissari straordinari del Consorzio: il rag. Pietro Negroni, comunista, presidente; il geom. Alberto Pasini, democristiano, vicepresidente, Ivano Curti socialista, l'ing. Dante Montanari, socialista, direttore. La Commissione<ref>La Commissione, ai fini dell'epurazione, decide di attenersi esclusivamente a fatti concreti, licenziando solo nove persone tra cui il direttore Giuseppe Lombardini, il vicedirettore, ing. Igino Gazza e il segretario amministrativo, rag. Mario Canalini. La formula adottata tra le parti è, per la verità, quella delle dimissioni volontarie. Si tiene infatti a salvaguardare, anche in un passaggio di fase così drammatico, quello stile ovattato e nutrito di valori tecnici per cui il Consorzio si è distinto nel tempo. Sul tema dell'epurazione, Osvaldo Salvarani ricorda: “Alcuni erano fascisti, ma di questi non ricordo bene; altri rimasero, perché non erano stati degli attivisti. Perché poi bisogna dire una cosa: io sono figlio di un socialista, che era stato assunto perché aveva quattro figli. E teneva nel cassetto del comò, nel segreto del comò, la foto di Prampolini. Però se tu non ti iscrivevi ai Gruppi universitari fascisti, come ho fatto io, non potevi fare l'università!”. Cfr. Antonio Canovi, Cento anni CCPL, cit., p. 193.</ref> provvisoria procede all'epurazione dei dipendenti compromessi con il [[fascismo]] e alla verifica del bilancio.
Il 15 luglio 1945
I tre partiti antifascisti designano
Le cooperative e gli enti locali attribuiscono al [[Consorzio]] la funzione di promozione dell'occupazione e dello sviluppo del territorio. Il Consorzio si occupa della riparazione dei danni causati dai bombardamenti alle Reggiane e al CCFR. Gli accordi prevedono l'avvio immediato dei lavori a fronte di pagamenti dilazionati nel tempo, il Consorzio utilizza le proprie disponibilità finanziarie al fine di favorire la ripresa dell'attività.
Nel caso della fornace di [[Bibbiano]] il Consorzio interviene per sostenere un'iniziative nata dall'entusiasmo popolare, ma priva dell'adeguato supporto di competenze e mezzi.
Il 15 settembre 1946<ref>Alla fine del 1946 la struttura tecnica è così composta: direttore amministrativo dr. Dino Iori; vicedirettore amministrativo rag. Elisenna Pignedoli; direttore tecnico, ing. Giacomo Manuelli; vicedirettore tecnico geom. Rodolfo Bergomi; Lavori di bonifica, geom. Giovanni Lombardini, geom. Erennio Giovannelli, geom. Gaetano Guidi; Lavori Reggiane, geom. Rodolgo Bergomi, responsabile, geom. Walter Ragazzi, assistente Camillo Belpoliti; Lavori Iacp, prof. Bruno Borghi; Lavori FFSS, geom. Remo Gorrieri; Lavori Amministrazione provinciale, ing. Pietro Zacchini; Lavori Ospedale, geom. Giovanni Lombardini; Lavori Comune di Reggio Emilia, geom. Corrado Caselli. Cfr. Amus Fontanesi, CCPL 1904-1994</ref> la denominazione sociale del [[Consorzio]] muta in '''Consorzio Cooperative di Produzione e Lavori di Reggio Emilia'''.
Anche dopo la [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]] affiorano le tensioni interne comparse negli ultimi anni del regime: l'espansione delle attività di coordinamento da parte del Consorzio è vista come una sovrapposizione innaturale rispetto al ruolo degli organismi associati. Alcune cooperative protestano perché il Consorzio centralizza i servizi contabili per le buste paga dei loro dipendenti lasciando ad esse unicamente il recapito; altre si lamentano quando il Consorzio si aggiudica lavori a Verona, Cremona, Pistoia e Faenza e rivendicano il diritto di partecipare isolatamente alle aste.
Il ruolo manageriale di Curti e il suo peso politico servono per condurre il Consorzio fuori dalla situazione di stallo in cui si trova poiché è necessario affrontare la crisi legata alla trasformazione della cooperazione: le cooperative di birrocciai, legate al trasporto a cavallo, le potenti cooperative bracciantili nate dalla bonifica, le cooperative di montagna conoscono tutte un declino inevitabile.
Inoltre bisogna patrimonializzare la crescita della tecnostruttura sostenendo la formazione delle risorse umane e salvaguardando il patrimonio di attrezzature e capitali dai pericoli di dispersione causati dalle crisi gestionali delle singole cooperative.
Per Curti la soluzione è
Il Piano Fanfani per le [[case popolari]], tra il 1950 e il 1953, consente al Consorzio di aggiudicarsi molti appalti INA Casa a Milano.
Il capoluogo lombardo diventa un laboratorio nel quale il Consorzio si irrobustisce assieme alle cooperative che affrontano la sfida della crescita
I cantieri di [[Milano]] consentono alla cooperazione di valutare i modelli operativi
Nel 1956 viene inaugurata la nuova sede costruita
Durante la demolizione del palazzo Vicedomini vengono recuperati gli affreschi che tuttora esposti
Nella seconda metà degli anni
Con gli anni Sessanta, il Consorzio si dota di impianti che possano sostenere lo sviluppo delle grandi opere, è il momento in cui il settore degli inerti si espande ulteriormente. Nel 1962 viene inaugurata la nuova fornace di Quattro Castella e nel 1964 si acquista la fornace Reni, ristrutturata e messa subito in produzione. Nel 1965 si acquista dalla ditta Morini un impianto di produzione di pietrisco bituminoso e nel 1969 viene costruito un nuovo frantoio a Guardasone di Traversetolo.
Nel 1965 Ivano Curti lascia la carica dopo 20 anni di attività, viene sostituito da Livio Spaggiari già da alcuni anni affiancato a Curti nella direzione del Consorzio.
La formazione rappresenta un punto cardine dello sviluppo del movimento.
Dopo
=== 1971-1990: Industrializzazione, lavori edili, concentrazione ===
La produzione di prefabbricati favorisce la trasformazione in prospettiva sempre più industriale di una parte delle cooperative socie. La Muratori di Castelnuovo Sotto dà vita alla Cocep (prefabbricati industriali); la Braccianti di Cadelbosco Sopra avvia la produzione di marmette per pavimenti; la fornace di Fosdondo inizia a produrre prefabbricati per abitazioni; la Muratori di Campegine avvia la produzione di ceramica e solai. Nel 1961 la Cooperativa falegnami brevetta le prime porte prefabbricate, lo stesso fa la Cementori sulla propria gamma di prodotti. Nel 1962 è la volta della Cooperfer promossa dalla Muratori di Sant'Ilario che si è unificata nel 1960 con la cooperativa edile di Calerno per entrare nel mercato di mobili e infissi.
Il Consorzio stesso si unisce alle principali cooperative socie per realizzare nuove iniziative industriali, si profila la stagione delle Coopre. Il terreno di base è sempre collegato
Nel 1975 è la volta di Metalcopre 3, azienda di carpenteria a [[Gualtieri]], frutto di un salvataggio compiuto dal CCPL ai fini occupazionali; così come a Cassina dove nel 1974 nasce Cooprecar 4, impresa per carrozzeria per autobus sostenuta assieme al CCFR.
La diversificazione industriale si collega a un processo concentrazione tra le cooperative particolarmente vivace tra il
Il personale del Consorzio non è costituito da cooperatori bensì da dipendenti ancorché legati
Nel 1971 la necessità di convertire la fornace di Bibbiano rafforza la prospettiva industriale del Consorzio.
La buona riuscita della vicenda [[Coopbox]] favorirà lo sviluppo di altri stabilimenti.
Il 22 maggio 1975 viene deliberata
A partire dal 1976 il CCPL realizza a Reggio Emilia il Centro direzionale su un terreno di proprietà del Consorzio e della Cooperativa muratori di Cadelbosco; la sede del Consorzio si trasferisce così in via Gandhi, nel Centro Direzionale S. Pellegrino
In questo periodo il Consorzio svolge una funzione di supporto
Negli anni Ottanta il CCPL si configura come uno dei principali costruttori italiani.
Il Consorzio viene coinvolto
Mentre questi interventi accentuano la dimensione pluriregionale del Consorzio, viene acquisita [[TeleReggio (Emilia-Romagna)|TeleReggio]], la principale emittente televisiva locale. Lo sviluppo
Nel 1987 le grandi cooperative trasferiscono nel [[Consorzio Cooperative di Costruzione]] (CCC) di Bologna tutti i servizi commerciali dei vari consorzi territoriali (i tre emiliani, il sardo, il lombardo, il toscano e il veneto). Nel 1989 il Consorzio cooperativo assorbe anche il Conaco e viene riconosciuto dal movimento cooperativo come il solo Consorzio nazionale. I dipendenti del Consorzio che operano nel settore servizi commerciali (con annesso l'intero ramo di attività) passano al CCC con il riferimento a CCPL Costruzioni. Alcuni consiglieri del Consorzio diventano amministratori del nuovo organismo.
Nel 1988 il Consorzio si rivolge al Cast (Centro assistenza strategica dell'Università Bocconi) al fine di prediporre un'analisi strategica sul proprio futuro economico. Il piano di sviluppo delle attività industriali che il progetto di riorganizzazione cooperativa suggerisce a CCPL viene approvato e avviato.
=== 1991-2011: il Consorzio industriale ===
[[File:Ingresso_CCPL.jpg|thumb|left|upright=1.2|La sede del CCPL a Reggio Emilia]]
Il 15 maggio 1991 si dimette il presidente Piccinini, per un breve periodo è sostituito da Flavio Cagossi (presidente della Cooperativa Costruire) che riveste la funzione di garante nei confronti delle cinque maggiori cooperative: Coopsette, Orion, Unieco, Costruire e la parmense Sinco. Nel corso del primo semestre del 1992 vengono prese le decisioni che avviano la trasformazione di CCPL in un consorzio industriale.
Nel giugno del 1992 Cagossi si dimette ed è sostituito da Romano Salsi che rimane alla presidenza sino al 1997. Sono nominati consiglieri delegati i rappresentanti delle grandi cooperative. Lo stesso Comitato esecutivo, tradizionalmente espressione della tecnostruttura del Consorzio, è formato dai dirigenti delle cooperative di riferimento; per la prima volta il rapporto di trasmissione degli indirizzi tecnici si inverte e fluisce dalle Cooperative al Consorzio.
In questo processo di trasformazione, da organizzazione di servizio a organizzazione industriale, un primo punto di frizione è dato dal rapporto tra le grandi cooperative e quelle molte piccole, spesso di recente iscrizione, in grado di esercitare un potere di veto sulle scelte
Un secondo elemento di frizione riguarda la tecnostruttura interna nella quale si manifestano volontà diverse e contrastanti.
Nel 1994
Nello stesso anno una modificazione statutaria trasforma il CCPL da ente morale a cooperativa di secondo grado.
Tra il 1996 e il 1997 il giro
Le operazioni concluse con Orion, Costruire e Sinco si ispirano da una parte alla tradizione della solidarietà cooperativa,
Nel 2001 il Consorzio modifica di nuovo
</ref>.
Ciò risponde a
La nuova governance si ispira ad un nuovo modello: il gruppo cooperativo multibusiness unitario nel quale CCPL esercita il ruolo di capogruppo controllando e governando i sei [[business]]. Ogni area strategica
Nel 2011 CCPL ha un modello di business che si dispiega su 6 aree strategiche di affari (ASA), ognuna delle quali presidia i mercati di riferimento attraverso società controllate e partecipate.
== Attività ==
=== Fresh Food Packaging ===
L'area Fresh Food Packaging produce e commercializza contenitori per alimenti freschi e gastronomia in tutta Europa. [http://www.coopbox.com/pls/portal/docs/page/coopbox/cx_content/cx_intro/index.htm Coopbox Group] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110129025228/http://www.coopbox.com/pls/portal/docs/page/coopbox/cx_content/cx_intro/index.htm |date=29 gennaio 2011 }} società capofila dell'area della quale fanno parte anche Poliemme, Coopbox Eastern (Slovacchia), Promatec (Francia), Coopbox Hispania e Dynaplast (Spagna). Dal 2011 fa parte di quest'area di attività un'altra azienda francese: ONO Packaging, azienda che conta complessivamente 159 dipendenti e che ha sedi anche in Portogallo e Marocco.
=== Materiali da costruzione ===
=== Energia ===
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=== Facility Management ===
, operatore nella gestione calore per il mercato residenziale e privato, e '''Correggio Condotte''', specializzata nella realizzazione e manutenzione di impianti di distribuzione di acqua e gas.
=== Servizi alle imprese ===
In Servizi alle Imprese si muovono diverse aziende partecipate che operano in diversi settori: dall'Information
=== Property e Project Financing ===
Alle aziende dell'area Property e Project Financing è affidata la cura del patrimonio immobiliare del Gruppo (Resta) e l'attività di investimento in progetti di sviluppo nei campi delle energie rinnovabili e delle energie pulite (PFM - Project Financing Management)
== La Raccolta d'Arte di CCPL ==
Sono oltre trecento le opere che costituiscono la Raccolta d'Arte del Gruppo CCPL, frutto di un'attività
La raccolta si compone di pezzi unici e multipli, tra cui fotografie, incisioni e doni d'arte, realizzati dal secondo dopoguerra ad oggi.
Le recenti acquisizioni sono orientate ad autori storicizzati che hanno segnato la storia
Per quanto riguarda i maestri storicizzati, si segnalano i nomi di Enzo Brunori, Arturo Carmassi, Enrico Della Torre, Pompilio Mandelli, Mattia Moreni e Riccardo Licata, oltre alle ricerche
Per quanto concerne l'area emiliana si segnalano diversi artisti, conosciuti ed apprezzati a livello nazionale, dalla generazione di Vittorio Cavicchioni, Carlo Mattioli, Gino Gandini e Marco Gerra, a Davide Benati, Omar Galliani, Franco Guerzoni, Graziano Pompili, Alfonso Borghi e molti altri.
Una sezione a parte è costituita dagli affreschi cinquecenteschi: un prestigioso ciclo pittorico salvato dalle demolizioni di Palazzo Vicedomini a Reggio Emilia.
==Note==
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Profili di vita reggiana agli albori del XX secolo, Officine grafiche fasciste, Reggio Emilia, 1937<br />
Antonio Canovi, Cento anni CCPL. Il racconto cooperativo di un Gruppo Industriale, Milano, Reggio Emilia, CCPL, 2004<br />
N. Caiti, R. Guarnieri, La memoria dei «rossi». Fascismo, Resistenza e Ricostruzione a Reggio Emilia, introduzione e cura di A.Canovi, prefazione di L. Casali, Ediesse, Roma, 1996
==Voci correlate==
*[[Lega delle Cooperative]]
*[[Società cooperativa]]
*[[Enercoop]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
==Collegamenti esterni==
* {{collegamenti esterni}}
{{Portale|
[[Categoria:Aziende della provincia di Reggio Emilia]]
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