Giuseppe D'Andrea: differenze tra le versioni

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|immagine = Sen Giuseppe d Andrea.jpg
|didascalia = Il senatore Giuseppe D'Andrea con il canonico Amedeo Franco e una persona ignota.
|carica = [[Senato del Regno d'(Italia)|Senatore del Regno d'Italia]]
|mandatoinizio = 1910
|mandatofine =  
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|tipo nomina =
|incarichi =
|sito = {{Senatori Regno}}
|partito =
|tendenza =
|titolo di studio =
|alma mater =
|professione =
|firma =
|carica2= [[Camera dei deputati|Deputato delladel RepubblicaRegno Italianad'Italia]]
|sito2= {{Deputati Regno}}
|mandatoinizio2=
|mandatofine2=
|legislatura2= XVII, XVIII, XIX, XX, XXI
|gruppo parlamentare2=
|coalizione2=
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|Attività2 = politico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , deputato e [[Senato del Regno (Italia)|senatore del Regno]]
}}
 
==Biografia==
Figlio del dottor Nicola e di Erminia Mastracchio, si laureò in giurisprudenza a vent'anni diventando presto un importante avvocato.
 
Nel 1885 difese il brigante [[Cosimo Giordano]] durante il processo celebratosi presso la [[Corte di Assise]] di [[Napoli]].
 
All'età di ventisei anni fu eletto al Consiglio Provinciale di Benevento del quale fu anche Presidente sino al 1892.
 
Nel 1892 fu eletto deputato al Parlamento. Sostenitore di [[Sidney Sonnino]], capeggiava il ''partito di sopra'' che a [[Cerreto Sannita]] era opposto al ''partito di sotto'', stretto attorno all'onorevole [[Antonio Venditti (politico)|Antonio Venditti]], [[Giovanni Giolitti|giolittiano]]. Nel 1902 gli uomini del Venditti al grido di "è o non è, viva Venditti", occuparono la sala delle votazioni impedendo agli avversari di votare e scatenando le vive proteste del D'Andrea che, alla [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera dei deputati]] (tornata del 30 marzo 1903), espose le sue lamentele al [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] che rispose affermando: "Sulle elezioni di Cerreto [...] sono i costumi che bisogna cambiare"<ref>Renato Pescitelli, ''Pietro Paolo Fusco nella Cerreto del primo <nowiki>'</nowiki>900'', A.B.E.T.E., 1969.</ref>.
 
Nonostante gli episodi di violenza esistenti fra i due candidati cerretesi, Giuseppe D'Andrea fu rieletto alla Camera per altre tre legislature (la diciannovesima, la ventesima e la ventunesima) nelle quali pronunciò diversi discorsi sulle spese di giustizia, sulla pubblica istruzione, sui lavori pubblici e sulla politica di Giolitti.
 
[[File:Lapide GdAndrea Cerreto.JPG|thumb|left|Epigrafe commemorativa sulla facciata di Palazzo D'Andrea in [[Cerreto Sannita]] (Bn).]]
 
Nel 1904 si ritirò dalla vita politica per poi essere nominato nel 1910 senatore del Regno su proposta del Sonnino durante i suoi cento giorni di governo. Nel Senato intervenne più volte in merito all'ordinamento giudiziario, alle ricerche minerarie del Mezzogiorno e all'ordinamento dell'Istituto Orientale di Napoli.
 
Con l'avvento del [[fascismo]] fu nominato membro della Commissione permanente d'istruzione dell'Alta Corte di Giustizia che doveva giudicare il quadrumviro [[Emilio De Bono]], senatore e capo della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]], sulle accuse a lui rivolte sulle responsabilità nel [[delitto Matteotti]] e nelle aggressioni contro altri politici antifascisti.
 
Il D'Andrea accettò l'incarico ma dopo le prime sedute, a causa della sua volontà di fare luce effettivamente sulle vicende, ricevette un avviso anonimo scritto su carta intestata della Camera dei Deputati:
 
{{quotecitazione|Illustre Senatore, Siamo perfettamente informati che Ella nella Commissione inquirente della Alta Corte di Giustizia rappresenta la corrente astiosamente ostile a S.E. De Bono, in quanto per ignobili rancori politici vorrebbe vederlo ingiustamente sacrificato alle vendette dell'Aventino. Badi che il giuoco potrebbe essere molto pericoloso per Lei e per tutto ciò che Le è caro. Al punto cui sono giunte le cose non si possono avere scrupoli o pietà neanche per il così detto santuario della vita privata. D'altra parte la lotta ora è impegnata in modo che una persona di più o di meno trovata stesa ad un canto della strada non ha alcuna importanza. Tanto ho creduto di doverLe comunicare per cercare di evitare avvenimenti dolorosi ed irreparabili. Uno che sa.<ref>{{cita libro | cognome=Pescitelli| nome=Renato| titolo=Palazzi, Case e famiglie cerretesi del XVIII secolo: la rinascita, l'urbanistica e la società di Cerreto Sannita dopo il sisma del 1688| anno=2001| editore=Don Bosco| città=| cid=Pescitelli Renato, Palazzi... }} Pag. 165</ref>}}
 
Il processo si concluse con l'assoluzione del De Bono.
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* Vincenzo Mazzacane, ''Profili di cerretesi'' in ''Memorie storiche di Cerreto Sannita'', Liguori Editore, 1990
* Cimone, ''I moribondi di Montecitorio'', Milano, I.E.I., 1919
 
==Voci correlate==
*[[Cosimo Giordano]]
*[[Antonio Venditti (politico)]]
*[[Michele Ungaro]]
*[[Storia di Cerreto Sannita]]
 
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==