Max David: differenze tra le versioni

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Nato a [[Cervia]] da antica famiglia ravennate di [[religione ebraica]] col nome di Massimo David, passò l'infanzia tra [[Cervia]] e [[Ravenna]], dove il padre Attilio gestiva una farmacia. I nonni erano stati animatori della vita culturale della città bizantina negli anni in cui muoveva i primi passi [[Corrado Ricci]], uno dei fondatori del sistema di tutela dei beni culturali nell'Italia postunitaria. Lo zio Ulderico era uno dei più valenti fotografi degli anni dieci e venti.
 
Il padre preparò per lui un futuro da farmacista, ma Massimo decise di non seguire le orme del genitore. Lasciò gli studi e iniziainiziò a girare il mondo.
A 17 anni si imbarcò come mozzo su un mercantile in partenza per il Nord Europa. Al ritorno, si iscrisse alla rinomata scuola di [[enologia]] di [[Conegliano|Conegliano Veneto]], dove si diplomò. Nel [[1931]], dopo il [[servizio di leva]], si trasferì a [[Milano]] per tentare la carriera di [[giornalista]]. Cominciò come [[cronaca nera|cronista di nera]], ma si occupò anche di cronache sportive e di interviste a personaggi dello spettacolo, firmandosi fin dai primi articoli Max David.
 
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Max David fu un giornalista di successo, con un grande fiuto per le notizie e una scrittura limpida, rapida e chiara. Ebbe una particolare predilezione per l'[[Africa]] e per il mondo dei [[cavallo|cavalli]]. Per oltre vent'anni fu inviato speciale del «[[Corriere della Sera]]» e della «[[Domenica del Corriere]]», che abbandonò a seguito della virata a sinistra di [[Piero Ottone]]. Nel [[1974]], grazie all'amicizia personale con [[Attilio Monti]], fu assunto dal «[[Resto del Carlino]]», dove rimase fino agli ultimi anni della carriera.
 
Tra un viaggio e l'altro tornava sempre a Cervia, nella villa dei genitori, o nella sua casa sulla collina di [[Bertinoro]], battezzata "''Ca' d'j pinsir"''.<ref>"La casa dei pensieri". Walter Della Monica, ''Poeti e scrittori di Romagna'', Cesena, Il Ponte Vecchio, 2015, p. 111.</ref> Si sposò due volte; dall'unione con la seconda moglie nacque Massimiliano David (1959).
 
Nel [[1966]], insieme ad [[Alteo Dolcini]], fondò il [[«Tribunato dei vini di [[Romagna]]» (centro di valorizzazione e diffusione della cultura, della lingua e del folclore romagnolo), del quale fu Primo Tribuno dal [[1967]] al [[1975]].
 
Morì in seguito ad un ictus a [[Milano]] nel [[1980]] <ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0023/articleid,1636_04_1980_0013_0023_25920648/ David: l'inviato scoprì la Romagna] Archiviolastampa.it</ref> ed è sepolto nel cimitero di [[Cervia]]. Lasciò i suoi libri in eredità alla [[Biblioteca Maria Goia|Biblioteca Comunale di Cervia]].
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{{Portale|biografie|Romagna}}
 
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