Max David: differenze tra le versioni

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{{Bio
| Nome = Max
| Cognome = David
| Sesso = M
| LuogoNascita = Cervia
| GiornoMeseNascita = 24 dicembre
| AnnoNascita = 1908
| LuogoMorte = Milano
| GiornoMeseMorte = 24 marzo
| AnnoMorte = 1980
| Epoca = 1900
| Attività = giornalista
| Nazionalità = italiano
| Immagine = Max David.jpg
}}
 
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Nato a [[Cervia]] da antica famiglia ravennate di [[religione ebraica]] col nome di Massimo David, passò l'infanzia tra [[Cervia]] e [[Ravenna]], dove il padre Attilio gestiva una farmacia. I nonni erano stati animatori della vita culturale della città bizantina negli anni in cui muoveva i primi passi [[Corrado Ricci]], uno dei fondatori del sistema di tutela dei beni culturali nell'Italia postunitaria. Lo zio Ulderico era uno dei più valenti fotografi degli anni dieci e venti.
 
Il padre preparò per lui un futuro da farmacista, ma Massimo decise di non seguire le orme del genitore. Lasciò gli studi e iniziainiziò a girare il mondo.
A 17 anni si imbarcò come mozzo su un mercantile in partenza per il Nord Europa. Al ritorno, si iscrisse alla rinomata scuola di [[enologia]] di [[Conegliano|Conegliano Veneto]], dove si diplomò. Nel [[1931]], dopo il [[servizio di leva]], si trasferì a [[Milano]] per tentare la carriera di [[giornalista]]. Cominciò come [[cronaca nera|cronista di nera]], ma si occupò anche di cronache sportive e di interviste a personaggi dello spettacolo, firmandosi fin dai primi articoli Max David.
 
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David scrisse le sue prime corrispondenze di guerra dall'Africa: nel 1936 fu in [[Etiopia]] al seguito delle truppe italiane guidate dal generale Graziani. Nel [[1937]] seguì la [[guerra civile spagnola]]. Durante il [[secondo conflitto mondiale]] fu presente in tutti i fronti di guerra come inviato della «[[Gazzetta del Popolo]]» di [[Torino]]. Nell'ultimo periodo del conflitto fu bloccato in [[Spagna]], dove lavorò alla sua opera principale, ''Volapiè'', la storia della [[tauromachia]]. Tornò in Italia nel [[1945]].
 
Nel [[1948]] fu nel [[Vicino Oriente]] come inviato del «[[Il Giornale d'Italia (1901-1976)|Giornale d'Italia]]» di [[Roma]] e partecipò al [[conflitto arabo-israeliano]]. Quell'anno fu assunto dal «[[Corriere della Sera]]», il principale quotidiano italiano<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/parole_in_viaggio/autori/david.htm|titolo=Parole in viaggio|accesso=16 aprile 2016}}</ref>. Per il giornale milanese si trasferì in [[Cina]], dove raccontò la ritirata di [[Chiang Kai-shek]]; poi, ancora, in [[Pakistan]], poi al [[Cairo]] (1952-53), quindi in [[Kenya]] (dove narrò legli impreseattacchi terroristicheterroristici dei [[Mau-Mau]]) e in [[Argentina]], per la caduta di [[Juan Domingo Perón]], dove assistette all'ultima battaglia dei [[Juan Domingo Perón|Peronisti]] in difesa della sede del Partito. Narrò anche la caduta del regime di [[António de Oliveira Salazar|Salazar]] in [[Portogallo]].
 
Max David fu un giornalista di successo, con un grande fiuto per le notizie e una scrittura limpida, rapida e chiara. Ebbe una particolare predilezione per l'[[Africa]] e per il mondo dei [[cavallo|cavalli]]. Per oltre vent'anni fu inviato speciale del «[[Corriere della Sera]]» e della «[[Domenica del Corriere]]», che abbandonò a seguito della virata a sinistra di [[Piero Ottone]]. Nel [[1974]], grazie all'amicizia personale con [[Attilio Monti]], fu assunto dal «[[Resto del Carlino]]», dove rimase fino agli ultimi anni della carriera.
 
Tra un viaggio e l'altro tornava sempre a Cervia, nella villa dei genitori, o nella sua casa sulla collina di [[Bertinoro]], battezzata "''Ca' d'j pinsir"''.<ref>"La casa dei pensieri". Walter Della Monica, ''Poeti e scrittori di Romagna'', Cesena, Il Ponte Vecchio, 2015, p. 111.</ref> Si sposò due volte; dall'unione con la seconda moglie nacque Massimiliano David (1959).
 
Nel [[1966]], insieme ad [[Alteo Dolcini]], fondò il [[«Tribunato dei vini di [[Romagna]]» (centro di valorizzazione e diffusione della cultura, della lingua e del folclore romagnolo), del quale fu Primo Tribuno dal [[1967]] al [[1975]].
 
Morì in seguito ad un ictus a [[Milano]] nel [[1980]] <ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0023/articleid,1636_04_1980_0013_0023_25920648/ David: l'inviato scoprì la Romagna] Archiviolastampa.it</ref> ed è sepolto nel cimitero di [[Cervia]]. Lasciò i suoi libri in eredità alla [[Biblioteca Maria Goia|Biblioteca Comunale di Cervia]].
 
== Opere ==
Max David fu autore di libri dotati di notevole freschezza, vivacità e senso dell'umorismo, a cominciare da ''Volapié'' ([[1955]]), lodato da [[Ernest Hemingway]] e vincitore del [[Premio Bagutta#Vincitori del Premio Bagutta Sezione Opera Prima|Premio Bagutta Opera Prima 1955]]<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/Itemid,3/action,detail/id,0058_01_1956_0070_0003_14011525/|titolo=Il premio Bagutta 1955 assegnato a Giuseppe Lanza|pubblicazione=[[La Stampa]]|numero=70|pagina=3|data=22 marzo 1956|accesso=17 dicembre 2018|citazione=Stasera [...] sono stati assegnati i Premi Bagutta, Le assegnazioni sono state doppie, vale a dire valevoli per il 1954 e per il 1955. I vincitori sono: Alfonso Gatto (Bagutta 1954, lire 200 mila), per il volume di versi «La forza degli occhi», editore Mondadori; Giuseppe Lanza (Bagutta 1955, lire 200 mila) per il libro di novelle «Rosso sul lago», editore Cappelli; Marcella Olschki (Bagutta Opera Prima 1954, lire 100 mila) per «Terza liceo 1939», editrice Avanti; Max David (Bagutta Opera Prima 1955, lire 100 mila) per il libro «Volapié», Editrice Libraria Italiana}}</ref><ref>{{cita news|url=http://avanti.senato.it/avanti/files/Avanti%201896-1993%20PDF/Avanti-Lotto2/CFI0422392_19560322_70.pdf|formato=pdf|titolo=Il premio Bagutta|pubblicazione=[[Avanti!]]|edizione=Edizione Nazionale|autore=G. Bar.|numero=70|pagina=3|data=22 marzo 1956|accesso=20 dicembre 2018|via=[[Senato della Repubblica|Senato]]|citazione=Quest'anno il premio Bagutta è stato assegnato in duplice edizione, 1954 e 1955, non essendo stato l'anno scorso assegnato [...] I maggiori premi sono stati dati dunque a Giuseppe Lanza [...] per alcuni racconti pubblicati dall'editore Cappelli « Rosso sul lago » [...] L'altro premio maggiore è stato dato alla raccolta di liriche di Alfonso Gatto, « La borsa degli occhi » [...] Le Edizioni ''Avanti!'' [...] conquistandosi una delle sue opere « prima » con « Terza liceo » di Marcella Olski [...] altro premio opera « prima » è stato concesso a un giornalista del ''Corriere della Sera'' Max David per i racconti « Volayè ». La giuria ha pure dato a Cesco Tomaselli l'assegno per il migliore articolo sulla pastasciutta [...]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181224023937/http://avanti.senato.it/avanti/files/Avanti%201896-1993%20PDF/Avanti-Lotto2/CFI0422392_19560322_70.pdf|dataarchivio=24 dicembre 2018|urlmorto=sì}}</ref>. <br/>
Max David fu autore di libri dotati di notevole freschezza, vivacità e senso dell'umorismo, a cominciare da ''Volapié'' ([[1955]]), lodato da [[Ernest Hemingway]] e vincitore del [[Premio Bagutta]]. <br/>
L'elenco delle sue opere è il seguente:
* {{Cita libro|titolo=Volapiè|edizione=Collezione Meridiani|editore=Edizioni Librarie Italiane|città=Milano|anno=1954|isbn=}}
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Romagna}}
 
[[Categoria:Ebrei italiani]]