Pietro Plescan: differenze tra le versioni

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{{Bio
| Nome = Pietro
| Cognome = Plescan
| Sesso = M
| LuogoNascita = Milano
|GiornoMeseNascita = 2 agosto
| AnnoNascita = 1929
| Attività = pittore
|LuogoMorte = Milano
| Attività2 = incisore
|GiornoMeseMorte = 7 febbraio
| Nazionalità = italiano
|AnnoMorte = 2022
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
| Attività = pittore
| Attività2 = incisore
| Nazionalità = italiano
}}
L'artista èFu legato al movimento del realismo esistenziale e titolare della cattedra di Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera negli anni novanta.<ref name=Treccani>Giorgio Seveso. ''Per Ernesto Treccani'' (catalogo della mostra). Milano, Fondazione Corrente, 2010</ref>
 
== Biografia ==
 
=== Formazione ===
Nonostante il nomecognome esotico, Pietro Plescan nasce a Milano, così come milanese è la sua formazione e produzione.
I primi maestri negli anni dell'adolescenza sono [[Domenico Cantatore]] e [[Luciano Minguzzi]], suoi professori al Liceo Artistico di Brera.<ref name=Mosaico>Mario de Micheli. ''Tata Ferrero, Pietro Plescan: mostra di grafica'' (catalogo della mostra). Chiasso, Galleria Mosaico, 1986.</ref>
 
Nella prima metà degli anni cinquanta frequenta l' Accademia di Belle Arti di Brera con il fratello Dimitri seguendo i corsi di [[Achille Funi]], [[Mauro Reggiani]] e Benvenuto Disertori.<ref name=Mosaico/>
 
In questi anni entra in contatto con gli artisti legati al [[Realismo esistenziale]], movimento che indaga il rapporto tra l'uomo e le cose che lo circondano. Fanno parte del gruppo gli artisti Floriano Bodini, Mino Ceretti, Giuseppe Guerreschi, [[Bepi Romagnoni]] e Tino Vaglieri.
In questi anni espone in luoghi non convenzionali come macellerie e fabbriche dismesse.<ref name=Negri>Antonello Negri. ''Aspetti della ricerca figurativa 1970/1983'' (catalogo della mostra). Milano, Rotonda della Besana, 1984</ref>
 
=== Gli anni del realismo ===
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Il senso di abbandono e decadenza che si coglie nei disegni che ritaggono la periferia di Milano, dilaniata dagli sconvolgimenti bellici della seconda guerra mondiale, è presente anche negli interni squallidi e solitari.<ref name=Negri/>
 
A causa del carattere schivo, l'artista predilige le mostre collettive alle personali: dal 1955 partecipa al [[Premio Suzzara]](MN) dimostrando un interesse nei confronti di un'arte realista destinata ad un pubblico popolare e inizia la collaborazione quarantennale con il [[Museo della Permanente]] a Milano partecipando alle rassegne della Biennale Nazionale e Triennale dell' Incisione.<ref name=Negri2>Antonello Negri. ''Galleria del Premio Suzzara. Catalogo delle opere 1948-2003'' (catalogo della mostra). Mantova, Associazione della Galleria del Premio Suzzara, 2004</ref>
 
=== La crisi degli anni sessanta e settanta ===
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A questa produzione dal grave peso esistenziale ne affianca una di puro piacere estetico: il nudo.
 
Il disegno del modello dal vero, soprattutto femminile, è una vera e propria ossessione tanto che oltre ad insegnare figura disegnata presso il Liceo Artistico di Brera, nei pomeriggi frequenta le lezioni della Scuola libera del nudo nell' Accademia milanese.
 
L' artista frequenta questo corso pomeridiano dal 1963 e fino al 2011 era possibile vederlo quotidianamente tra i banchi di Brera.<ref name=Bellinelli>[[Eros Bellinelli]]. ''Pietro Plescan'' (catalogo della mostra). Lugano, Edizioni Pantarei, 1975</ref>
 
La sua produzione è amplissima e caratterizzata da una tecnica molto personale che prevede la costruzione anatomica attraverso l'intreccio di linee portanti che si infittiscono nei punti più significativi.
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Dal 1991 per un decennio circa è titolare della cattedra di Pittura all' Accademia di Brera.<ref name=Treccani/>
 
OggiNegli ultimi anni Plescan, pur abbandonando la pittura, si dedica al disegno e all' incisione (notevole la serie degli autoritratti con la tecnica della ceramolle) e frequenta, seppur saltuariamente, la Scuola Libera del Nudo dove gode di grande popolarità tra i colleghi docenti e gli studenti di vecchia e nuova generazione.
 
== Tecnica ==
 
La produzione maggiore di Plescan è legata allo studio della figura femminile dal vero.
 
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== Fortuna critica ==
L'artista oggi è divenuto abbastanza noto nel contesto milanese ed è invitato a collaborare con importanti istituzioni artistiche milanesi tra cui il Museo della Permanente, Fondazione Corrente e Palazzo Reale.
 
L'artista oggi è abbastanza noto nel contesto milanese ed è invitato a collaborare con importanti istituzioni artistiche milanesi tra cui il Museo della Permanente, Fondazione Corrente e Palazzo Reale.
 
Tra i critici che hanno scritto di lui ricordiamo [[Ernesto Treccani]] e [[Mario De Micheli]].<ref name=Mosaico/>
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Il critico Z. Birolli è il primo ad individuare il legame con Giacometti in un testo del 1973.<ref name=Birolli/>
 
E.[[Eros Bellinelli]] è autore di una biografia dedicata all'artista nel 1975.
Plescan è descritto come un artista impegnato a difendere la sua ricerca dal mercantilismo e dalla voracità di passeggeri estimatori ma disponibile al confronto.<ref name=Bellinelli/>
 
Negli ultimi anni l'artista gode di una nuova popolarità grazie agli scritti del critico A. Negri e ad un rinnovato interesse per il realismo esistenziale.
 
== CommentiVita criticiprivata ==
Plescan aveva un fratello, [https://air.unimi.it/retrieve/handle/2434/153660/139551/articolo%20pagg%2033-34-35.PDF Dimitri], morto nel 2010, anch'esso un pittore. Aveva anche una sorella, Elisabetta, morta nel 2011. Il loro padre era originario della Moldavia, mentre la loro madre veniva da Piacenza ed era una sarta.
 
Pietro Plescan è stato sposato due volte ed ha un figlio, Giorgio Dimitri, nato nel 1962 dal suo primo matrimonio.
 
== Commenti critici ==
* E. Bellinelli: “ Pietro Plescan contrappone all'enorme peso umano e psicologico rappresentato dalla asfissiante società in cui vive, la trascrizione pensosa, palpitante e critica dell'immagine esistenziale della donna”.<ref name=Bellinelli/>
* G. Cavazzini: “ L'analisi mentale di Pietro Plescan traduce in negativo i segni dell'anatomia classica e illumina con efficacia didattica, sulle trame del processo formale, la precarietà di una coesione figurativa”.<ref name=Cavazzini>. ''La figura. Realtà e miraggio'' (catalogo della mostra). Milano, Galleria d'Arte Cocorocchia, 1979</ref>
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
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* ''Gioveni Donne, e belle...Disegni 1965-2000'', Milano, Chimera Editore, 2000
* Valentina Panozzo, ''La ricerca figurativa di Pietro Plescan negli anni del realismo esistenziale'' (tesi di laurea in Scienze dei Beni Culturali presso Università degli Studi di Milano), Milano, 2012
 
== Note ==
<references />
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.premiosuzzara.it/opere-autori/plescan-pietro,372.html#.UWLbSlcUPLk] - Profilo dell'artista sul sito web della Galleria del Premio Suzzara.
* [httphttps://www.youtube.com/watch?v=-MkeH9UI--E] - Intervista a Pietro Plescan, in qualità di assistente dell'artista Francesco De Rocchi, realizzata in occasione della mostra ''Il Chiarismo. Omaggio a De Rocchi'' allestita a Palazzo reale nel 2010.
 
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