Pietro Plescan: differenze tra le versioni
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▲{{NN|biografie|arg2=arte|aprile 2013}}
{{Bio
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|GiornoMeseNascita = 2 agosto
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| Attività = pittore▼
|LuogoMorte = Milano
| Attività2 = incisore▼
|GiornoMeseMorte = 7 febbraio
| Nazionalità = italiano▼
|AnnoMorte = 2022
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
}}
== Biografia ==
=== Formazione ===
Nonostante il
I primi maestri negli anni dell'adolescenza sono [[Domenico Cantatore]] e [[Luciano Minguzzi]], suoi professori al Liceo Artistico di Brera.<ref name=Mosaico>Mario de Micheli. ''Tata Ferrero, Pietro Plescan: mostra di grafica'' (catalogo della mostra). Chiasso, Galleria Mosaico, 1986.</ref>
Nella prima metà degli anni cinquanta frequenta l'
In questi anni entra in contatto con gli artisti legati al [[Realismo esistenziale]], movimento che indaga il rapporto tra l'uomo e le cose che lo circondano. Fanno parte del gruppo gli artisti Floriano Bodini, Mino Ceretti, Giuseppe Guerreschi, [[Bepi Romagnoni]] e Tino Vaglieri.
In questi anni espone in luoghi non convenzionali come macellerie e fabbriche dismesse.<ref name=Negri>Antonello Negri. ''Aspetti della ricerca figurativa 1970/1983'' (catalogo della mostra). Milano, Rotonda della Besana, 1984</ref>
=== Gli anni del realismo ===
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Il senso di abbandono e decadenza che si coglie nei disegni che ritaggono la periferia di Milano, dilaniata dagli sconvolgimenti bellici della seconda guerra mondiale, è presente anche negli interni squallidi e solitari.<ref name=Negri/>
A causa del carattere schivo, l'artista predilige le mostre collettive alle personali: dal 1955 partecipa al [[Premio Suzzara]](MN) dimostrando un interesse nei confronti di un'arte realista destinata ad un pubblico popolare e inizia la collaborazione quarantennale con il [[Museo della Permanente]] a Milano partecipando alle rassegne della Biennale Nazionale e Triennale dell'
=== La crisi degli anni sessanta e settanta ===
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A questa produzione dal grave peso esistenziale ne affianca una di puro piacere estetico: il nudo.
Il disegno del modello dal vero, soprattutto femminile, è una vera e propria ossessione tanto che oltre ad insegnare figura disegnata presso il Liceo Artistico di Brera, nei pomeriggi frequenta le lezioni della Scuola libera del nudo nell'
L'
La sua produzione è amplissima e caratterizzata da una tecnica molto personale che prevede la costruzione anatomica attraverso l'intreccio di linee portanti che si infittiscono nei punti più significativi.
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Dal 1991 per un decennio circa è titolare della cattedra di Pittura all' Accademia di Brera.<ref name=Treccani/>
== Tecnica ==
La produzione maggiore di Plescan è legata allo studio della figura femminile dal vero.
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== Fortuna critica ==
L'artista
▲L'artista oggi è abbastanza noto nel contesto milanese ed è invitato a collaborare con importanti istituzioni artistiche milanesi tra cui il Museo della Permanente, Fondazione Corrente e Palazzo Reale.
Tra i critici che hanno scritto di lui ricordiamo [[Ernesto Treccani]] e [[Mario De Micheli]].<ref name=Mosaico/>
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Il critico Z. Birolli è il primo ad individuare il legame con Giacometti in un testo del 1973.<ref name=Birolli/>
Plescan è descritto come un artista impegnato a difendere la sua ricerca dal mercantilismo e dalla voracità di passeggeri estimatori ma disponibile al confronto.<ref name=Bellinelli/>
Negli ultimi anni l'artista gode di una nuova popolarità grazie agli scritti del critico A. Negri e ad un rinnovato interesse per il realismo esistenziale.
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Plescan aveva un fratello, [https://air.unimi.it/retrieve/handle/2434/153660/139551/articolo%20pagg%2033-34-35.PDF Dimitri], morto nel 2010, anch'esso un pittore. Aveva anche una sorella, Elisabetta, morta nel 2011. Il loro padre era originario della Moldavia, mentre la loro madre veniva da Piacenza ed era una sarta.
Pietro Plescan è stato sposato due volte ed ha un figlio, Giorgio Dimitri, nato nel 1962 dal suo primo matrimonio.
== Commenti critici ==
* E. Bellinelli: “ Pietro Plescan contrappone all'enorme peso umano e psicologico rappresentato dalla asfissiante società in cui vive, la trascrizione pensosa, palpitante e critica dell'immagine esistenziale della donna”.<ref name=Bellinelli/>
* G. Cavazzini: “ L'analisi mentale di Pietro Plescan traduce in negativo i segni dell'anatomia classica e illumina con efficacia didattica, sulle trame del processo formale, la precarietà di una coesione figurativa”.<ref name=Cavazzini>. ''La figura. Realtà e miraggio'' (catalogo della mostra). Milano, Galleria d'Arte Cocorocchia, 1979</ref>
== Note ==▼
<references />▼
== Bibliografia ==
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* ''Gioveni Donne, e belle...Disegni 1965-2000'', Milano, Chimera Editore, 2000
* Valentina Panozzo, ''La ricerca figurativa di Pietro Plescan negli anni del realismo esistenziale'' (tesi di laurea in Scienze dei Beni Culturali presso Università degli Studi di Milano), Milano, 2012
▲== Note ==
▲<references />
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.premiosuzzara.it/opere-autori/plescan-pietro,372.html#.UWLbSlcUPLk] - Profilo dell'artista sul sito web della Galleria del Premio Suzzara.
* [
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