Eros con l'arco: differenze tra le versioni

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{{Opera d'arte
[[Image:Cupido4b.jpg|thumb|Copia romana conservata nei [[Musei Capitolini]] inv. 410.]]
|immagine = Cupido4b.jpg
 
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[[Image:Cupido4b.jpg|thumb|titolo = Copia romana conservata nei [[Musei Capitolinicapitolini]] (inv. 410.]])
|artista = copia romana da [[Lisippo]]
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|data = [[impero romano|epoca imperiale romana]]
|opera = scultura
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|materiale = marmo
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|città = [[Roma]]
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}}
[[File:Eros bow Louvre Ma448 n01.jpg|thumb|right|Copia dell'opera conservata al [[Museo del Louvre]]]]
L<nowiki>'</nowiki>'''''Eros con l'arco''''' è un archetipo originariamente bronzeo creato da [[Lisippo]] per il santuario di [[Tespie]] probabilmente tra il [[338 a.C.|338]] e il [[335 a.C.]] L'opera alla quale accenna [[Pausania il Periegeta|Pausania]] (IX, 27.3) è conosciuta da una ingente serie di copie marmoree per lo più di epoca imperiale [[Scultura romana|romana]].
 
== Descrizione ==
Gli studi relativi all'opera di Lisippo ebbero origine all'inizio dell'XIX secolo grazie a [[Ennio Quirino Visconti]] che identificò la copia presente nei [[Musei Capitolinicapitolini]] di [[Roma]] (inv. 410) e proveniente da [[Villa d'Este (Tivoli)|Villa d'Este]] a [[Tivoli]].
 
La copia più antica e fedele all'originale è probabilmente il torso conservato alla [[Centrale Montemartini]] (Musei Capitolini 2138), datato al [[I secolo a.C.]] Come si intuisce da questo marmo, l'originale bronzeo doveva presentare la gamba destra più avanzata rispetto alla sinistra, leggermente inclinata e con il tallone leggermente sollevato. Una seconda caratteristica dell'originale doveva essere la posizione del braccio sinistro il quale, differentemente dalle copie di età imperiale, doveva presentarsi aderente al torso nell'area dei pettorali, ma distaccato e proteso ad occupare lo spazio anteriore all'altezza dell'addome, il quale restava conseguentemente libero e ben modellato. Questo schema corrisponde alla tipica ricerca lisippea continuamente approfondita a partire dall'[[Agias]], come si può dedurre dalle riproduzioni ceramografiche dell'archetipo (Parigi, Museo del Louvre: MN706; Atene, Museo del Ceramico: PA156, 2443, 2444, 1932), fino alla piena realizzazione dell'[[ApoxyomenosApoxyómenos]]. Il movimento sinuoso del busto con l'accentuato contrapposto si perde nelle copie più tarde, ma è ancora pienamente compreso nella copia al [[Museo nazionale romano]] (inv. 129185).
 
La comprensione del gesto dell'Eros, descritto nel passo di [[Publio Ovidio Nasone]] (''Metamorfosi'', V, 379-383: «''e opponendovi il ginocchio curvò il flessibile corno''») risulta più agevole a seguito del ritrovamento, nel Ninfeo degli [[Eroti]] di [[Ostia (città antica)|Ostia]] nel 1940, di due copie (Ostia, [[Museo ostiense]] 139 e e 1364) che hanno portato grazie alla conservazione, seppure in frammenti, del braccio e della mano sinistra nuovi elementi che facilitano l'esegesi. La mano sinistra con il medio sporgente tendeva la corda per saggiare la flessibilità dell'arma con un movimento opposto alla spinta effettuata dalla destra (si conserva il braccio destro fino al gomito nel ''pendant''), alla quale corrispondeva la forza opposta all'estremità inferiore dell'arco da parte della coscia destra.
 
La posizione dell'arco differisce tra le varie ricostruzioni e copie. Nella copia dei Musei Capitolini il foro che ancora contiene il perno metallico al quale si agganciava l'arco bronzeo è stato riempito con stucco e si trovava sul lato esterno della coscia. Altre copie presentano la tangenza tra gamba e arco al di sotto del ginocchio, in una posizione che non può essere funzionale alla pressione necessaria all'azione, e alcune ([[Museo archeologico nazionale di Venezia]] 121; Museo nazionale romano) conservano l'estremità dell'arco a forma di testa d'aquila, un particolare che non è escluso potesse trovarsi nell'originale bronzeo. Assente doveva essere invece nell'archetipo il tronco d'albero e la posizione della faretra nelle copie marmoree risulta totalmente arbitraria.
La copia più antica e fedele all'originale è probabilmente il torso conservato alla [[Centrale Montemartini]] (Musei Capitolini 2138), datato al [[I secolo a.C.]] Come si intuisce da questo marmo, l'originale bronzeo doveva presentare la gamba destra più avanzata rispetto alla sinistra, leggermente inclinata e con il tallone leggermente sollevato. Una seconda caratteristica dell'originale doveva essere la posizione del braccio sinistro il quale, differentemente dalle copie di età imperiale, doveva presentarsi aderente al torso nell'area dei pettorali, ma distaccato e proteso ad occupare lo spazio anteriore all'altezza dell'addome, il quale restava conseguentemente libero e ben modellato. Questo schema corrisponde alla tipica ricerca lisippea continuamente approfondita a partire dall'[[Agias]], come si può dedurre dalle riproduzioni ceramografiche dell'archetipo (Parigi, Museo del Louvre: MN706; Atene, Museo del Ceramico: PA156, 2443, 2444, 1932), fino alla piena realizzazione dell'[[Apoxyomenos]]. Il movimento sinuoso del busto con l'accentuato contrapposto si perde nelle copie più tarde, ma è ancora pienamente compreso nella copia al [[Museo nazionale romano]] (inv. 129185).
 
La prima menzione del dio Eros armato di arco e frecce la si riscontra nell'opera di [[Euripide]] ''[[Ifigenia in Aulide]]''<ref>{{Cita libro|autore=[[George M. A. Hanfmann]]|titolo=Dizionario delle antichità classiche|città=Cinisello Balsamo|editore=Paoline|anno=1995|p=849}}.</ref>: {{citazione|Avventurato chi prova fa<br />della dea dell'amore con<br />temperanza e misura,<br />e con grande placidità<br />lungi dagli estri folli, perché<br />duplice è l'arco della beltà<br />che l'Amore (Eros) tende su di noi:<br />l'uno ci porta felicità,<br />l'altro la vita torbida fa.|[[Euripide]] ''[[Ifigenia in Aulide]]'' 542-50. Traduzione di [[Filippo Maria Pontani]] in [[Euripide]] ''Le tragedie''. Milano, Mondadori, 2007}}
La comprensione del gesto dell'Eros, descritto nel passo di [[Ovidio]] (''Metamorfosi'', V, 379-383: «''e opponendovi il ginocchio curvò il flessibile corno''») risulta più agevole a seguito del ritrovamento, nel Ninfeo degli Eroti di [[Ostia]] nel 1940, di due copie (Ostia, [[Museo ostiense]] 139 e e 1364) che hanno portato grazie alla conservazione, seppure in frammenti, del braccio e della mano sinistra nuovi elementi che facilitano l'esegesi. La mano sinistra con il medio sporgente tendeva la corda per saggiare la flessibilità dell'arma con un movimento opposto alla spinta effettuata dalla destra (si conserva il braccio destro fino al gomito nel ''pendant''), alla quale corrispondeva la forza opposta all'estremità inferiore dell'arco da parte della coscia destra.
 
== Note ==
La posizione dell'arco differisce tra le varie ricostruzioni e copie. Nella copia dei Musei Capitolini il foro che ancora contiene il perno metallico al quale si agganciava l'arco bronzeo è stato riempito con stucco e si trovava sul lato esterno della coscia. Altre copie presentano la tangenza tra gamba e arco al di sotto del ginocchio, in una posizione che non può essere funzionale alla pressione necessaria all'azione, e alcune ([[Museo archeologico nazionale di Venezia]] 121; Museo nazionale romano) conservano l'estremità dell'arco a forma di testa d'aquila, un particolare che non è escluso potesse trovarsi nell'originale bronzeo. Assente doveva essere invece nell'archetipo il tronco d'albero e la posizione della faretra nelle copie marmoree risulta totalmente arbitraria.
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|curatore=Paolo Moreno|titolo= Lisippo : l'arte e la fortuna|curatore=Paolo Moreno|città=Milano|editore=Fabbri|anno=1995|edizione=Catalogo della mostra tenuta a Roma|pagineanno= 1995|editore=Fabbri|città=Milano|pp. =111-129 |ISBN= ISBN 88-450-5738-0|cid=Moreno 1995}}
 
==Collegamenti esterni==
*[https://web.archive.org/web/20080827181305/http://www.museicapitolini.org/percorsi/percorsi_per_sale/museo_capitolino/galleria/statua_di_eros_che_incorda_l_arco Immagine della copia in marmo dei Musei Capitolini] sul sito dei Musei Capitolini
 
{{Portale|antica Grecia|scultura}}