Quartiere San Leonardo (Teramo): differenze tra le versioni

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{{Quartiere
|nomeQuartiere = San Leonardo o Sant'Anna
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== Gonfalone ==
Gonfalone rosso, con galea in campo rosso, in oro armata di remi.<ref>{{Cita web|url=http://www.delfico.it/Testi%20Savini%201933%2001.htm/|titolo=Degli Stemmi e dei Gonfaloni di Teramo e dei suoi quattro quartieri|accesso=18 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305164013/http://www.delfico.it/Testi%20Savini%201933%2001.htm|dataarchivio=5 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Cenni storiciStoria ==
[[File:Meisner Teramo Interamna in Italia.jpg|thumb|left|upright=1.6|Mappa storica di Teramo del 1627]]
Il quartiere è uno dei più antichi di Teramo, già esistente all'epoca romana di ''Interamnia Praetutiorum'', come dimostrano i vari resti di "domus" romane patrizie, con i relativi mosaici, tra i quali quello del Leone, nonché il bastione della Torre Bruciata, poi divenuto campanile della primitiva Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis. Con l'avvento del [[Medioevo]], il quartiere si popolò sempre di più, divenendo il centro pulsante della vita religiosa teramana, con la fondazione della chiesa di San Getulio, poi Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis. Oggi di questo complesso rimangono solo la [[chiesa di Sant'Anna dei Pompetti]], che all'epoca del XII secolo era una cappella del primo Duomo, e la [[Torre Bruciata (Teramo)|Torre Bruciata]].
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[[File:Largo Melatini and Chiesa Di Sant'Antonio, Teramo, Italy - 20090729.jpg|thumb|upright=1.2|Largo Melatini e chiesa di Sant'Antonio di Padova]]
 
Dell'epoca romana in largo Sant'Anna, si trova una fastosa villa, accanto laalla chiesa, del I secolo a.C., con ampio peristilio con colonne. L'impluvium per la raccolta dell'acqua piovana è decentrata rispetto al peristilio, suisu cui si affacciano tre ambienti affiancati. Quello centrale è maggiore, il pavimento in ''opus spicatum'' è in mosaico bianco, con fascia perimetrale nera, i muri conservano intonaci decorati con leggere campiture geometriche sul fondo bianco, al cui centro ci sono motivi vegetali in rilievo.<br/>L'ambiente settentrionale ha l'ingresso verso l'esterno, ha il pavimento in cocciopesto con tessere bianche a forma di rombi. Gli intonaci sono dipinti a fondo rosso, con campiture geometriche e decorazioni vegetali, l'ambiente meridionale, il cui muro esterno è stato successivamente riutilizzato come fondazione della Cattedrale, reca anch'esso una soglia di pietra che immette al peristilio.
 
La Torre Bruciata è un bastione romano del II secolo a.C., addossata alla chiesa di Sant'Anna, con basamento quadrato, mura possenti, alta 10 metri. Usata come torre campanaria della vecchia cattedrale, reca ancora i segni dell'incendio di Roberto di Loritello.
[[File:Corso vecchio e Duomo - panoramio.jpg|thumb|upright=1.3|Corso Cerulli con a sinistra il Palazzo Castelli e a destra i portici Savini]]
La ricostruzione di Teramo, nonostante la distruzione dei Normanni, fu molto veloce, e già ad esempio per volere del vescovo Guido II nel 1158 il nuovo [[Duomo di Teramo|Duomo di Santa Maria Assunta]] veniva consacrato solennemente, in posizione diversa dall'antica cattedrale, nella Piazza del Mercato, accanto al nuovo Episcopio, edificato a mo' di fortino protettivo. Nel [[XIII secolo]] il quartiere, come la città tutta, fu controllata dai vescovi Aprutini, tra i quali spicca [[Niccolò degli Arcioni]]. Nel secolo successivo il quartiere divenne roccaforte della famiglia [[Melatino]], che nel 1372 costruì la dimora gentilizia, ancora oggi esistente. I Melatino amministrarono la città per molti anni, e nel XV secolo, con l'arrivo della famiglia [[Acquaviva (famiglia)|famiglia Acquaviva]] di [[Atri]], scatenò numerose rivolte, tra le quali la congiura del 1407 ai danni di Andrea Matteo Acquaviva.
 
Nel corso degli anni seguenti il quartiere fu amministrato delle famiglie Pompetti, Scimitarra e Mezucelli, che componevano nel XVIII secolo le 12 famiglie patrizie dei quattro rioni storici. Benché sconvolto dai terremoti, il quartiere mantenne sempre un aspetto medievale-rinascimentale, fino alle profonde trasformazioni del primo e del secondo Novecento, specialmente durante l'amministrazione comune Gambacorta, che distrusse degli edifici sul Corso De Michetti per ammodernarlo, come testimoniano i portici medievali di case gentilizie, abbattute per lasciar posto al solito ecomostro del boom economico, con alla base le arcate gotiche. Nel corso del Novecento altresì sono state scoperte numerose testimonianze del passato eomano, come i mosaici di Bacco, di Porta Carrese, e della domus del Leone.
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[[File:Chiesa di Sant'Anna dei Pompetti (Teramo) - interno.jpg|thumb|Interno di Sant'Anna dei Pompetti]]
*[[Chiesa di Sant'Anna dei Pompetti]]: la chiesa, conosciuta un tempo come San Getulio, è ciò che rimane della vecchia Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis, distrutta nell'incendio del 1156 di Roberto di Loritello. Oggi è nota come Sant'Anna dei Pompetti, dal nome della famiglia che ne aveva la proprietà.<ref>{{Cita web|url=http://www.teramoculturale.it/index.php?id=20&itemid=335/|titolo=Chiesa di Sant'Anna de' Pompetti}}</ref>Dopo l'incendio della cattedrale rimase in piedi solo la cappella, che venne sistemata il più possibile per essere riconsacrata, mentre il nuovo Duomo veniva ricostruito a poca distanza. In questa chiesa vennero conservate le spoglie incorrotte di San Berardo, che erano state protette nella Torre Bruciata. Sant'Anna dei Pompetti fu costruita sopra una domus romana del I secolo a.C., come dimostrano i resti del piazzale, e costitutiva il nartece d'ingresso dell'antica cattedrale, e ciò è testimoniato da un affresco del XII secolo ritraente due angeli che sorreggono un clipeo che reca la mano benedicente di Dio. Il tempio originario doveva essere a tre navate con abside centrale. Le navi erano divise da archi ogivali poggiani su pilastri o su colonne isolate. Tre grandi arcate immettevano nel presbiterio articolato in tre campate, di cui solo quella centrale coperta a volta esiste oggi. L'impianto attuale è il risultato di ricostruzioni dopo il XII secolo, e corrisponde alla sola zona presbiteriale della cattedrale romanica, che era molto più lunga, poiché si estendeva con le sue tre navate per tutta l'area della piazza.<ref>{{Cita web|url=http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=chiesaRomTE&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=chiesero5324&tom=324/|titolo=Chiesa di Sant'Anna dei Pompetti|accesso=28 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180818150817/http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=chiesaRomTE&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=chiesero5324&tom=324%2F|dataarchivio=18 agosto 2018|urlmorto=sì}}</ref>Oggi la chiesa consta di tre ambienti, tre campate quadrate divise da arcate poggianti su semicolonne in cotto, addossate a pilastri. Le campante presentano tre diverse coperture, quella di destra ha copertura a tetto, quella di sinistra a volta a crociera in laterizio, quella centrale a volta a crociera con costoloni poggianti su semicolonne angolari. La campata mediana è più interessante perché nell'abside è conservata una galleria sopraelevata aperta sul triforio (navata centrale), appartenente all'originaria cattedrale. In essa sono presenti elementi di spoliazione romana, dall'edificio della domus, come le due colonne e i capitelli corinzi marmorei. Sono conservati all'interno della chiesa affreschi del XIV secolo, della Madonna del Latte di [[Giacomo di Campli]], affiancata da [[Sant'Apollonia]] e [[Santa Lucia]].
 
*Chiesa dell'Annunziata: confina con il quartiere San Giorgio, in via Nicola Palma. La chiesa è menzionata sin dal 1351, anche se oggi si presenta in stile neoclassico. Confina con il quartiere San Giorgio ad Ovest, ha la facciata coronata da dentelli e mensole, articolata da un riquadro, sormontato da lunetta, in cui si apre il portale ornato da un cornicione aggettante, sorretto da mensole. L'interno che si presenta in stile settecentesco, ha navata unica con transetto a conclusione rettilinea. Di notevole interesse è l'altare barocco dipinto e dorato nel 1691 da Giovanni Battista Minelli, nelle nicchie laterali ci sono le statue di San Giovanni e una santa ignota, al centro di una tela ritraente la Madonna del Purgatorio. L'altare fu commissionato dalla Compagnia del Suffragio dei Morti, pregevole anche un crocifisso ligneo del XVI secolo
 
*Chiesa di [[San Bartolomeo]]: fu costruita davanti ilal teatro romano, all'inizio del XVI secolo, e inizialmente dedicata a [[San Francesco di Paola]], e utilizzata coma cappella privata della famiglia Urbani. Il piccolo portale è in pietra con architrave piano, recante la scritta CHARI/TAS, e sorretto da mensola a voluta. L'interno a navata unica conserva un piccolo organo settecentesco, nonché una statua in terracotta della Madonna adorante, seduta in trono, priva del Bambino, ridipinta successivamente la sua realizzazione, e dedicata all'Addolorata, con l'inserimento del cuore trafitto dalle sette spade. Sarebbe stata realizzata nella bottega di Nocella di Campli, che ripeteva i modelli delle Madonna di [[Silvestro dell'Aquila]] (XV secolo).
 
[[File:SantAntonioTeramo.jpg|thumb|Chiesa di Sant'Antonio]]
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[[File:PalazzoCastelli.jpg|thumb|Palazzo Castelli]]
 
*Palazzo Castelli - Muzii: si trova lungo il Corso Cerulli, così nominata per il proprietario Muzio Muzii, avvocato
*Palazzodiscendente Castellidell'omonimo -storico Muzii:teramano sidel trovaXVI lungo il Corso Cerulli, così nominata per il proprietario Muzio Muzii, storico teramanosecolo, che commissionò all'architetto Vincenzo Pilotti la realizzazione del palazzo, nonché della residenza urbana Villa Camilla, in contrada Nepezzano. Il palazzo fu completato nel 1908, e poi passò ai Castelli, da cui il nome attuale. Maddalena Castelli nel 1986 avviò dei lavori di restauro, cosicché il palazzo oggi è uno dei meglio conservati della città, con impianto rettangolare a quattro livelli, affiancato da un corpo più basso, che occupa due piani. Il piano nobile del palazzo e il secondo sono inquadrati, agli angoli, da lesene con capitelli decorati da volute e festoni; le finestre rettangolari presentano ricche decorazioni a stucco, ispirate a repertori floreali liberty, che compaiono anche sul parapetto del terrazzo.<ref>{{Cita web|url=http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=schedaLibertyTE&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuLibe51384&tom=1384/|titolo=Palazzo Muzii Castelli|accesso=28 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180818150804/http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=schedaLibertyTE&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuLibe51384&tom=1384%2F|dataarchivio=18 agosto 2018|urlmorto=sì}}</ref>Fra le finestre del quarto ed ultimo livello si ammira un ciclo pittorico con scene raffiguranti Floria (dea dei cereali) e Pomona (dea dei frutti), opera di Ernesto Aurini, realizzate con la collaborazione di Giuseppe Zina. Il palazzo è di grande importanza perché costruito sopra il complesso delle terme romane di ''Intaramnia'', e già nel 1565 Muzio Muzii parlava della scoperta di ambienti riscaldati con il sistema delle ''suspensurae'' sotto il pavimento della sua casa, ossia delle fornaci di riscaldamento. Dell'impianto termale si conservano il pavimento con pilastrini in mattoni, due vasche di riscaldamento, impianti per raccolta delle acque, e iscrizioni varie conservate nel museo archeologico
 
*Palazzo Savini: si trova davanti ilal Palazzo Castelli. Si tratta di uno dei palazzi più importanti della città, e venne costruito all'inizio dell'800 sopra le vecchie carceri, edificato sopra una domus romana, come testimonia il mosaico del Leone, nel seminterrato. Questo palazzo rappresenta la tipica edilizia civile ottocentesca teramana, con suddivisioni dei settori in cornici marcapiano e paraste, e ordine regolare di finestre architravate, con trattamenti ad intonaco colorato.
 
*Portici Savini: sono dei portici in stil neogotico posti nei pressi della chiesa di Sant'Antonio, a testimoniare la tradizione degli edifici patrizi con i porticati rinascimentali. Il materiale è in mattone rosso concio, e le arcate a tutto sesto sono fasciate da cornice in stucco.
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[[File:Teramo - Casa dei Melatino.jpg|thumb|Casa Melatino]]
*[[Casa dei Melatino]]: il palazzo è uno degli edifici civili più anjtichi e interessanti della città, della famiglia Melatino, che si occupò della ricostruzione del quartiere dopo la distruzione di Roberto di Loritello. L'acquisto e il restauro del Palazzo Melatini da parte della Fondazione Tercasi ha permesso di rendere fruibile l'edificio attraverso la creazione di spazi museali finalizzati alla sistemazione e alla valorizzazione delle maioliche di [[Castelli (Italia)|Castelli]]. L'edificazione del primo nucleo abitativo sempre risalire al 1232, successivamente furono effettuati altri interventi, come è evidente dalla stratigrafia muraria sopravvissuta. Attualmente il palazzo ha solo una facciata a vista, oltre a quella interna che guarda sul giardino, mentre sui lati sono addossati altri palazzi. In facciata le tracce delle colonne in laterizio, di archi ogivali, anch'essi in laterizio, sono la testimonianza della presenza di un antico portico prospiciente la piazza, secondo il modello tipico dei porticati teramani. Le finestre in serie potrebbero essere coeve e costituire l'indizio di un rifacimento della facciata, avvenuto forse nel periodo rinascimentale. Alcune finestre presnetanopresentano la singolarità di avere una colonnina divisoria centrale, ossia essere bifore. Una finestra ha la colonnina ottagonale che poggia una base, da cui sporge un volto umano che regge il capitello ornato da una sere di fiori a quattro petali, e foglie lanceolate. Altre colonnine sono decorate da volti barbuti maschili o femminili, da un corpo serpentiforme che si avvolge lungo il fusto e da basi modellate in maniera antropomorfa.
 
[[File:TorreBruciata.JPG|thumb|upright=0.8|Torre Bruciata]]
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*[[Ospedale psichiatrico di Teramo]] "Sant'Antonio Abate": è stato uno dei più grandi e tristemente noti manicomini del centro-sud Italia. L'ospedale dalla sua fondazione (1323) visse 675 anni, per 117 anni fu ospedale psichiatrico, fino alla chiusura nel 1998. L'ospedale nel 1862 divenne Congregazione della Carità, nel 1937 fece parte degli Ospedali e Istituti Riuniti; si trova a Porta Melatina: il nucleo embrionale va individuato nel luglio 1881, quando su iniziativa del Presidente della Congregazione Berardo Costantini, venne istituita in apposita sala al piano terra dell'edificio dell'ospizio, la sezione specifica per i pazienti affetti da disturbi psichici.<ref>{{Cita web|url=https://www.ospedalepsichiatrico.it/l-ospedale/|titolo=Ospedale}}</ref>
[[File:Ingresso principale ospedale Teramo.jpg|thumb|left|Ingresso principale dell'ospedale]]
laLa scelta di occuparsi dei malati mentali, attraverso la creazione di una struttura per accoglieaccogliere i dementi, fu assolutamente strategica per la Congregazione della Carità, e ben presto affluirono all'ospedale uomini, donne e bambini allontanati dalle famiglie, e anche dagli altri ospedali della regione. Sul finire dell'800 le condizioni di vita della popolazione abruzzese, quella teramana soprattutto, erano assai precarie: malnutrizione, alta mortalità infantile, alloggi insalubri e carenze igienico sanitarie. L'ospedale disponeva della sala per l'accoglienza di 20 persone, ma già nel 1893 l'ingresso numeroso di altri pazienti fece lievitare gli internati a 203 unità. L'opera di ampliamento durò dal 1894 al 1900, con l'accorpamento di altri edifici limitrofi. La struttura si trova al confine delle mura nord, tra Porta delle Recluse e Porta Melatina, e si articola in un impianto rettangolare irregolare, che accorpa altre strutture minori al grande troncone. L'aspetto è quello severo e austero delle strutture ottocentesche d'educazione e di cura, con semplici divisioni in cornici, e finestre ogivali, che accennano a un vago stile neogotico. L'ospedale, chiuso nel 199081998, è rimasto per anni abbandonato, fino a un progetto di recupero iniziato nel 2017.
 
[[File:Teramo porta Madonna.jpg|thumb|upright=0.8|Antica immagine di Porta Madonna]]
*Porta Reale o Porta Madonna: si trova allo sbocco ad est del Corso De Michetti, ed è una delle storiche porte di accesso al centro storico. Insieme a Porta Melatina si tratta di un arco onorario, e non di fortificazione, edificato nel 1925 in onore di [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] che visitò la città. L'arco si chiama anche Porta Madonna perché volge verso il santuario di Santa Maria delle Grazie, e fu costruito in maniera molto rozza e semplice, con un grande arco a tutto sesto sorretto da pilastri murari laterali. L'arco infatti, come si presenta oggi, è frutto di un restauro apportato durante il Ventennio, con dei blocchi di travertino, cui furono apposti dei fasci littori, successivamente rimossi.
Davanti lall'ingresso dal Piazzale Madre Teresa, dove si trova il santuario, si trova una statua ritraente [[Giuseppe Garibaldi]] nelle vesti di condottiero.
 
[[File:PortaCittadinaTeramo.JPG|thumb|left|upright=0.8|Porta Melatina]]
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*'''[[Santuario della Madonna delle Grazie (Teramo)|Santuario di Santa Maria delle Grazie]]''': il monastero femminile delle benedettine, intitolato a "Santa Maria delle Grazie", fu fondato nel [[XII secolo]] (anno 1154) dall'abate Teodino, e sorgeva fuori le mura. Il monastero inizialmente era intitolato a Sant'Angelo delle Donne, ma nel 1448 fu trasformato dai Frati Minori Osservanti, che lo ricostruirono quasi totalmente tra il 1460 e il 1470, conservando solo parte del chiostro. L'assetto attuale del santuario è frutto di una ristrutturazione molto corposa del 1892-900, opera di Cesare Mariani, che ha cambiato notevolmente l'aspetto sia esterno che interno della chiesa. In passato la facciata era romanica, a coronamento orizzontale, provvista di un portico a tre arcate, e di un oculo centrale, l'interno era barocco, così come il campanile. Il tutto è stato adattato alla maniera neogotica: all'interno sull'altare maggiore si conserva la statua lignea policroma della [[Madonna col Bambino]] (XV secolo), opera di Giovanni di Biasuccio, simile all'icona della Vergine nel [[santuario di Santa Maria dei Lumi]] a [[Civitella del Tronto]]. Pregevole è anche una croce processuale del 1563, insieme ad opere ex voto databili dal XV secolo in poi, come un rilievo argenteo con la scena della Natività, due calici seicenteschi napoletani. Il chiostro romanico-gotico rivela i segni dei vari rifacimenti, i bracci lunghi, scanditi da arcate a tutto sesto impostate su tozzi pilastri ottagonali, risalgono al Quattrocento, quelli brevi articolati ad arcate a sesto acuto sono invece del Trecento, mentre le copertura sono a volte a crociera. Nel refettorio del convento ci sono alcuni affreschi del 1637 che narrano la vita di [[Gesù]], di interesse il ritratto del Cristo vendemmiatore.
 
*'''Area archeologica "Madonna delle Grazie"''': si trova presso il sagrato della Madonna delle Grazie, scoperta nel 1980 dalla Soprintendenza Archeologica. Si tratta di case appartenenti alla fase tardo-repubblicana e d'inizio dell'impero di [[Augusto]], gli ambienti con murature d'opera incerta di ciottoli di fiume, conservano pavimentazioni in cocciopesto con decorazioni geometriche di tessere lapidee bianche, che formano motivi di reticolato a doppio meandro. All'estremità orientale due ambienti presentano una decorazione più complessa, con fascia perimetrale a meandro, racchiudente un clipeo suddiviso in rombi, e gli angoli mostrano dei delfini e quattro bastoni alati, con due serpenti "[[caduceo|caducei]]". All'epoca augustea risale una grande domus con peristilio centrale, mentre nel III secolo d.C. fu costruita una piccola fabbrica, forse lavanderia, per la tintura dei panni, utilizzata nel secolo successivo.
 
== Monumenti scomparsi ==
*Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis: si trovava su Piazza Sant'Anna, menzionata come chiesa di San Getulio nel 601 d.C. da [[Gregorio Magno]], e nel IX secolo. La cattedrale, essendo ampliata nei secoli, dovette inglobare parte dell'antica domus romana rinvenuta nella piazza, e fu rimessa in lucw negli scavi del 1980-83, quella usata sino al 11571156 quando la struttura fu distrutta da Roberto di Loritello. Il complesso a pianta rettangolare con abside centrale, affiancato da due ambienti laterali, ha tre navate divise da colonnati realizzati con materiale di spoglio e differenti pavimentazioni (cocciopesto per le navate laterali, lastre di pietra per la centrale). Per la decorazione architettonica furono impiegati elementi di pietra (plutei, finestre traforate), che a mattoni. Tutto l'edificio di cui rimane la chiesetta di Sant'Anna, poggia su strutture romane visibili nel,a teca protettiva di Largo Torre Bruciata. La cattedrale era affiancata dall'antico Episcopio, rimesso in luce presso la chiesa di Santa Caterina, la cosiddetta "casa San Berardo", che lo inglobò nel XIX secolo. A difesa dell'area era la Torre bruciata, antico bastione romano.
*Riqualificazione di Largo Torre Bruciata: per permettere lo scavo archeologico della ''domus romana'' accanto alla chiesa di Sant'Anna, si demolì l'intero palazzo settecentesco dei Pompetti.
*Riqualificazione dell'area del teatro romano: negli anni 60 fu demolito il sobborgo medievale di vico San Bartolomeo e vico Teatro antico, fu distrutta anche la casa-torre dei Cerulli.
 
*Palazzo seicentescoCiotti di Corso De Michetti: si trovava in corrispondenza dei portici medievali, ed era decorato da un portale rinascimentale con cornice in bugnato grezzo. Fu distrutto nel 1957 perché ritenuto di scarso valore storico, e al suo posto fu costruito un anonimo condominio. Stessa sorte ebbe la casa con i portici, rasa al suolo meno i suddetti portici, per la costruzione di un altro condominio, in totale mancanza di qualsiasi criterio artistico e architettonico tra le due strutture.
 
*Case Bonolis porticate di Corso De Michetti: erano vicino alla chiesa di Sant'Antonio, furono demolite all'inizio degli anni '70 durante l'amministrazione Gambacorta. Fu progettato il condominio "Miliardo", e furono salvati solo i portici ad arco sul corso, poiché un soprintendente fece uno studio in merito, ipotuzzando il portico come rimasuglio dell'acquedotto romano. Il palazzo venne realizzato didietro.
*Palazzo seicentesco di Corso De Michetti: si trovava in corrispondenza dei portici medievali, ed era decorato da un portale rinascimentale con cornice in bugnato grezzo. Fu distrutto nel 1957 perché ritenuto di scarso valore storico, e al suo posto fu costruito un anonimo condominio. Stessa sorte ebbe la casa con i portici, rasa al suolo meno i suddetti portici, per la costruzione di un altro condominio, in totale mancanza di qualsiasi criterio artistico e architettonico tra le due strutture.
 
Nell'era delle demolizioni, si era progettata la demolizione anche della casa Muzii Castelli, opera di Vincenzo Pilotti.
*Case porticate di Corso De Michetti: demolite all'inizio degli anni '60, e si trovavano presso Porta Madonna, per lasciar posto a moderni condomini.
 
== Piazze e strade ==