Cofanetto Franks: differenze tra le versioni

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[[File:Franks casket 03.jpg|thumb|350pxupright=1.6|Il cofanetto Franks Caskets è esposto al [[British Museum]]. Pannello frontale e coperchio]]
Il '''CofanettoFranks FranksCasket''' (o '''Cofanetto Auzon''') è un piccolo [[scrigno]] [[anglosassoni|anglosassone]] fatto di ossa di [[balena]] risalente agli inizi dell'[[VIII secolo]], ora è custodito nel [[British Museum]]. Il cofanetto è fittamente decorato con [[bassorilievi]] di episodi narrativi e iscrizioni prevalentemente in [[Alfabeto runico|rune anglosassoni]]. Generalmente si suppone provenga dalla [[Regno di Northumbria|Northumbria]]<ref>The first considerable publication, by George Stephens, ''Old-Northern<!--Old-Northern in original--> Runic Monuments of Scandinavia and England'' (1866–1901) I-II:470-76, 921-23, III:200-04, IV:40-44, placed it in Northumbria and dated it to the 8th century. Although A.S. Napier (1901) concurs with an early 8th-century Northumbrian origin, [[Mercia]], and a 7th-century date, have also been proposed. The British Museum website (see external links) says Northumbria and "first half of the 8th century AD", as does Webster (2012a:92), "early part of the eighth century".</ref> ed è di incredibile valore per gli studi sugli albori dell'arte e della cultura anglosassone. Sia l'identificazione delle imaginiimmagini sia l'interpretazione delle iscrizioni runiche sono state molto importanti per l'avanzamento in questi campi.<ref>Vandersall summarises the previous scholarship as at 1972 in setting the casket into an art-historical, rather than linguistic context. Mrs Leslie Webster, former Keeper at the British Museum and the leading expert, has published a new short book on the casket (Webster 2012b).</ref>
 
L'opera presenta diverse influenze culturali e tematiche. InculdeInclude una singloaresingolare rappresentazione cristiana, l'[[Adorazione dei MagiEpifania|adorazione dei Re Magi]] insieme a rappresentazonirappresentazioni derivanti dalla [[Impero romano|storia romana]] (imperatore [[Tito (imperatore romano)|Tito]]), dalla [[Mitologia romana|mitologia romana]] ([[Romolo e Remo]]) e da almeno una delle leggende appartenenti alle credenze delle [[Popoli germanici|popolazioni germaniche]]: quella di [[Weland il fabbro]]. Tra le varie interpretazioni figurano un episodio della legenda di [[Sigfrido|Sigurd]], uno sconosciuto della vita di [[Egil]], fratello di Weland, una legendaleggenda omerica riguardante [[Achille]], e forse anche un'allusione alla leggendaria fondazione dell'[[Inghilterra]] di [[Hengest del Kent|Hengist]] e [[Horsa del Kent|Horsa]].
 
L'iscrizione "mostra un deliberato virtuosismo linguistico e alfabetico; nonostante sia scritta maggiormente in [[inglese antico]] e in [[alfabeto runico|rune]], l'artista ha inciso anche parti nell'[[alfabeto latino]] e romano, poi nuovamente in rune concludendo in [[lingua latina]]".<ref name="Webster 2000">Webster (2000).</ref> Alcune rune sono intagliate capovolte o al contrario.<ref>Parsons (1999, 98-100) has an important discussion on the runes used in the Franks Casket.</ref>
 
== Storia ==
[[File:Franks Casket right panel original on display in Bargello Museum.jpg|thumb|left|320pxupright=1.5|Il pannello di destra originale, esposto al [[Museo Nazionalenazionale del Bargello]], Firenze]]
È generalmente accettato che lo scrigno servisse per la vita monastica, forse come sostegno per un'importante figura mondana, e particolarmente indicato sembra essere l'episodio della fondazione di [[Ripon]] da parte di [[Vilfrido di York]].<ref>Webster (2012a:97); Ripon was suggested by Wood, who was able to connect Ripon with Brioude through the Frankish scholar Frithegod "active in both areas in the middle tenth century (Wood 1990, 4-5)" - Webster (1991) from BM collection database.</ref> La storia post [[medievale]] dello scrigno è sconosciuta sino alla metà del [[XIX secolo]], quando le investigazioni di W.H.J. Weale ne hanno dimostrato l'appartenenza alla chiesa di Saint-Julien a [[Brioude]]; È possibile fosse stato depredato durante la [[rivoluzione francese]].<ref>Vandersall 1972:24 note 1.</ref> La proprietà passò ad una famiglia di [[Auzon]], un villaggio nella regione francese dell'[[Alta Loira]]. Viene usata come scatola per il cucito fin quando i cardini e altri pezzi argentati che tenevano insieme i pannelli furono scambiati per un anello d'argento. Senza il loro supporto lo scrigno si ruppe. Le parti furono mostrate a un certo professor Mathieu della vicina [[Clermont -Ferrand]], che le vendette a un antiquario di [[Parigi]] dal quale furono acquistate nel 1857 da Sir [[Augustus Wollaston Franks]], che successivamente le donò nel 1867 al British Museum, dove fu curatore della collezione medievale e del [[Regno Unito]]. Il pannello di destra fu ritrovato più tardi in un cassetto dalla famiglia di Auzon e venduto al [[Museo Nazionalenazionale del Bargello]] di [[Firenze]], dove fu identificato come parte dello scrigno nel 1890. L'esposizione del British Museum include un suo calco.<ref>Webster (1991), from British Museum collection database</ref>
 
==Descrizione==
Il cofanetto è lungo 22,9 cm, largo 19 e alto 10,9 ed è databile alla prima metà dell'VIII secolo in base alla lingua delle sue incisioni e ad altri fattori.<ref>Measurements from British Museum Collections Database webpage. For date see note to lead.</ref> Sono presenti altri "[[Titulus|tituli]]" all'interno del campo dell'immagine, che identificano alcune figure sottostanti non dettagliate. Manca la placca fatta in vari metalli preziosi che sicuramente adornava inizialmente lo scrigno, e sembra che originariamente fosse stato dipinto.<ref>Webster (2012a:92).</ref>
[[File:Lipsanoteca di Brescia.jpg|thumb|right|270px|La [[Lipsanoteca di Brescia]], uno degli esemplari meglio conservati dei modelli [[Tarda antichità|tardo antichi]] che hanno ispirato il Cofanetto Franks. Tardo IV secolo.]]
 
Il cofanetto è chiaramente fatto su modello degli scrigni [[Tarda antichità|tardo antichi]] in [[avorio]] come quello di [[Brescia]];<ref>Webster (1991); Webster (2012a:92); Webster (2012b:30-33).</ref> lo [[Scrigno di Veroli]], custodito al [[Victoria and Albert Museum|V&A Museum]], ne è un'interpretazione [[bizantina]] classicheggiante realizzata intorno all'anno 1000.<ref> name="Webster (2000).<"/ref>
Il cofanetto è lungo 22,9 cm, largo 19 e alto 10,9 ed è databile alla prima metà dell'VIII secolo in base alla lingua delle sue incisioni e ad altri fattori.<ref>Measurements from British Museum Collections Database webpage. For date see note to lead.</ref> Sono presenti altri "[[Titulus|tituli]]" all'interno del campo dell'immagine, che identificano alcune figure sottostanti non dettagliate. Manca la placca fatta in vari metalli preziosi che sicuramente adornava inizialmente lo scrigno, e sembra che originariamente fosse stato dipinto.<ref>Webster (2012a:92).</ref>
 
Il cofanetto è chiaramente fatto su modello degli scrigni [[Tarda antichità|tardo antichi]] in [[avorio]] come quello di [[Brescia]];<ref>Webster (1991); Webster (2012a:92); Webster (2012b:30-33).</ref> lo [[Scrigno di Veroli]], custodito al [[Victoria and Albert Museum|V&A Museum]], ne è un'interpretazione [[bizantina]] classicheggiante realizzata intorno all'anno 1000.<ref>Webster (2000).</ref>
 
==Interpretazioni==
 
Leslie Webster pensa che il cofanetto sia stato creato per un contesto monastico, nel quale il creatore "possedeva chiramentechiaramente grandi doti e ingegnosità per fabbricare un oggetto così visivamente e intellettualmente complesso. È generalmente accettato che le scene tratte da tradizioni diverse fossero state scelte attentamente per contrastarsi a vicenda e dare l'idea di una serie omnicomprensivaonnicomprensiva di messaggi di [[cristianità]]. Quello che inizialmente era visto come un assemblaggio eccentrico e abbastanza casuale di storie pagane, germaniche e cristiane è ora inteso come una serie sofisticata e perfettamente in accordo con il concetto che la chiesa aveva sulla [[storia dell'universo]]. Potrebbe esser servito per contenere un libro, forse quello dei [[salmi]], ed esser stato presentato come un "recipiente mondano, probabilmente reale"<ref>Webster (2012a:96-97). (both quoted, in that order)</ref>
 
===Pannello frontale===
[[File:Franks casket 03 detail.jpg|thumb|left|340pxupright=1.5|Dettaglio del pannello frontale che rappresenta la legenda germanica di [[Weland il fabbro]] e l'[[Epifania|adorazione dei Magi]] cristiana.]]
Il pannello frontale originariamente aveva una serratura e presenta nella parte sinistra elementi della legendaleggenda germanica di [[Weland il fabbro]], mentre a destra l'adorazione dei Magi. Weland (pronunciato anche Wayland, Weyland o Welund) sta all'estrema sinistra nella fucina come servo di re [[Niðhad]], che ha ricevuto il colpo mutilante che lo ha storpiato. Sotto la fucina c'è il corpo senza testa del figlio di Niðhad ucciso da Weland, il quale fa un calice col teschio del cadavere; la sua testa è probabilmente l'oggetto tenuto tra le pinze da Weland. Con l'altra mano Weland offre il calice contenente birra avvelenata a [[Bodvild]], la figlia di Niðhad, la quale una volta incosciente sarà violentata dall'eroe. C'è un'altra figura femminile nel centro della scena, forse un'aiutante di Weland, o di nuovo la stessa [[Bodvild]]. A destra della scena Weland (o suo fratello) cattura uccelli per poi fabbricare delle ali, con le loro piume, per poter scappare.<ref>This scene was first explained by Sophus Bugge, in Stephens (1866-1901, Vol. I, p. lxix), as cited by Napier (1901, p. 368). See also Henderson (1971, p. 157).</ref>
 
In netto contrasto, la parte destra della scena mostra uno dei più comuni soggetti cristiani rappresentati a quel tempo; tuttavia qui "la nascita di un eroe redime peccati e sofferenze".<ref>Webster (1991)</ref> I tre re [[Magi_Magi (Bibbia)|Magi]] sono identificati dall'iscrizione "magi", e guidati dalla stella cometa si avvicinano alla [[madre di Gesù|Madonna]] sul trono col bambino reggendo i doni tradizionali. L'uccello simile ad un'oca ai piedi del primo re potrebbe rappresentare lo [[Spirito Santo]], che è solitamente rappresentato da una colomba o un angelo. Nonostante la stranezza, l'insieme ha senso per l'epoca.
 
Intorno al pannello è presente la seguente iscrizione, che non ha nulla a che fare con le scene ma è un indovinello sul fatto che il materiale dello scrigno sia di osso di una balena per giunta [[Spiaggiamento_di_cetaceiSpiaggiamento di cetacei|arenata]].
 
:''Fisc flodu ahof &nbsp; on fergen-berig''
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: L'innondazione ha gettato il pesce sulla scogliera montuosa
: Il re del terrore si è fatto triste sguazzando tra i ciotoliciottoli.
: Osso di balena.<ref name="Page 1999, p. 175">Page (1999, p. 175).</ref>
 
===Pannello di sinistra===
[[File:Franks Casket left panel.jpg|thumb|left|320pxupright=1.5|[[Romolo e Remo]] rappresentati sul pannello di sinistra.]]
Il pannello di sinistra rappresenta le mitologiche figure dei fondatori di Roma [[Romolo e Remo]], allattati da una lupa supina sul fondo della scena. Più in alto è presente la stessa lupa o un'altra, e ci sono due uomini con lance che si avvicinano da entrambi i lati. L'iscrizione recita:
 
:''Romwalus and Reumwalus, twœgen gibroþær,''
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: Romolo e Remo, due fratelli.
: una lupa li ha allevati a Roma,
: lontani dalla loro terra natia.<ref> name="Page (1999, p. 175).<"/ref>
 
Carol Neuman de Vegvar (1999) ha notato che anche alcune opere e monete provenienti dall'[[Anglia orientale]] ritraggono Romolo e Remo (ad esempio l'antichissimo [[Bratteato_di_Undley|bratteato di Undley]]).<ref>Another Anglo-Saxon bone plaque, existing only in a fragment at the [[Castle Museum, Norwich]], which was found at [[Larling]], [[Norfolk]], also shows Romulus and Remus being suckled, with other animal ornament. (Wilson 1984, p. 86).</ref> La studiosa suggerisce che a causa delle analogie tra la storia di Romolo e Remo e quella dei fratelli che si suppone abbiano fondato l'Inghilterra ([[Hengest del Kent|Hengist]] e [[Horsa del Kent|Horsa]]), "la legenda di due fratelli emarginati o viaggiatori che guidano un popolo e contribuiscono alla formazione di un regno era probabilmente familiare nel contesto anglosassone dell'VIII secolo intorno al cofanetto Franks e potrebbe essere un monito sulla predestinazione reale."<ref>Neuman de Vegvar (1999, pp. 265–6)</ref>
 
===Pannello posteriore===
[[File:Franks casket 01.jpg|thumb|320pxupright=1.5|La [[Prima_guerra_giudaica|prima guerra giudaica]] rappresentata sul pannello posteriore.]] Il pannello posteriore rappresenta [[Assedio_di_Gerusalemme_Assedio di Gerusalemme (70)|l'assedio di Gerusalemme]] da parte di [[Tito_Tito (imperatore romano)|Tito]] durante la [[prima guerra giudaica|prima guerra giudeo-romana]]. L'iscrizione è in [[inglese antico]] e in latino e parte di quest'ultima è in caratteri romani (sotto in maiuscolo). Infine è presente una trascrizione in caratteri runici di un testo latino. Nell'angolo sul fondo sono presenti due parole isolate; l'iscrizione recita:
 
:''her fegtaþ titus end giuþeasu''
Line 62 ⟶ 60:
: Giudizio / ostaggio.<ref>Page (1999, pp. 176–7).</ref>
 
In alto a sinistra i romani guidati da Tito, in armatura e con la spada sguainata, attaccano un edificio al centro della scena, probabilmente il [[Tempio_di_Gerusalemme|tempio di Gerusalemme]]. In alto a destra la popolazione giudea scappa guardandosi le spalle. In basso a sinistra un giudice seduto annuncia "la sventura" o il destino dei giudei sconfitti, che come racconta [[Flavio_Giuseppe|Flavio Giuseppe]] saranno venduti come schiavi. Nella scena in basso a destra lo schiavo o ostaggio ("gisl") viene condotto via.
 
===Coperchio===
[[File:Franks Casket Lid Detail.jpg|330pxupright=1.5|thumb|Alcuni studiosi sostengono che sul coperchio del cofanetto sia rappresentata una legenda di Egil altrimenti scomparsa; Ll'eroe respinge un esecitoesercito con arco e frecciefrecce e la donna dietro di lui potrebbe essere sua moglie Olrun. Un'altra interpretazione è che la scena rappresenti un frangente della guerra di Troia riguardateriguardante Achille.]]
 
Il coperchio non è integro. Leslie Webster ha suggerito che potrebbero esserci stati altri pannelli di [[argento]] che insieme al resto, avrebbero dato l'intera immagine. La parte centrale rotonda è vuota e si suppone ospitasse il pomello metallico di una maniglia.<ref>MacGregor, Arthur. ''Bone, Antler, Ivory and Horn'', [[Ashmolean Museum]], 1984, ISBN 0-7099-3507-2, ISBN 978-0-7099-3507-0, [http://books.google.co.uk/books?id=o0MflvaPJ3MC&pg=PA201&dq=Franks+Casket&hl=en&ei=UsejS6PXB9GF4QbCorCBCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CEwQ6AEwAw#v=onepage&q=Franks%20Casket&f=false Google books] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121111065843/http://books.google.co.uk/books?id=o0MflvaPJ3MC&pg=PA201&dq=Franks+Casket&hl=en&ei=UsejS6PXB9GF4QbCorCBCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CEwQ6AEwAw#v=onepage&q=Franks%20Casket&f=false|data=11 novembre 2012}}</ref> Il coperchio mostra la scena di un [[arciere]] che difende con le prorpieproprie forze un [[fortino]] contro una truppa d'attacco, che a giudicare dalle proporzioni con l'[[eroe]] potrebbe essere di [[gigante (mitologia)|giganti]]; una targa sull'eroe segna il nome Ægili.
 
Nel 1866 Sophus Bugge ha approfondito la sua tesi sulla raffigurazione del coperchio con l'impressione che l'arciere in alto sia [[Egil]], il fratello di Weland; ha quindi suggerito che l'opera intagliata racconti una storia che lo riguarda, ma della quale non sappiamo nulla. Il soggetto si difende con frecce e arco. Dietro di lui sembra esserci una donna seduta in casa; probabilmente si tratta della sposa di Egil, [[Aliruna|Ölrún]]."<ref>Napier (1901, p. 366), quoting Bugge in Stephens (1866-1901, vol. I, p. lxx).</ref> Nella [[Mitologia_norrena|mitologia norrena]] [[Egil]] è il fratello di [[Weland_il_fabbroWeland il fabbro|Weland]], uno dei protagonisti del pannello frontale; nella [[Þiðrekssaga]] è descritto come un maestro arciere e nella [[Völundarkviða]] è narrata la sua unione in matrimonio con la fanciulla cigno Olrun. Anche l'iscrizione della [[Fibbia_di_PforzenFibbia di Pforzen|fiaba di Pforzen]] fa riferimenti alla coppia Egil e Olrun (Áigil andi Áilrun) ed è datata all'incirca allo stesso periodo del cofanetto. La pagina web del British Museum e Leslie Webster sono d'accordo sulla già citata tesi che "il coperchio possa rappresentare un episodio relativo all'eroe germanico Egil e riporta solo una targa che recita 'aegili' = 'Egil'."<ref>British Museum Collections Database webpage, accessed Jan. 26, 2013; Webster (2012), p. 92</ref>
 
[[Josef_Strzygowski|Josef Strzygowski]] (citato da Viëtor nel 1904) invece ha proposto che il coperchio rappresenta una scena riguardante la caduta di [[Troia]] senza tuttavia elaborare l'ipotesi. Karl Schneider (1959) ha identificato la parola "Ægili" sul coperchio come la traduzione in anglosassone, al nominativo singolare o al dativo singolare, del nome dell'eroe greco [[Achille]]. Come nominativo singolare indicherebbe che l'arciere è Achille, mentre al dativo singolare potrebbe rappresentare o che la cittadella appartiene ad Achille o che la freccia che sta per esser scoccata sia per lui. Schneider ha interpretato la scena sul coperchio come l'episodio narrato nell'[[Iliade]] del massacro del fratello di [[Andromaca (mitologia)|Andromaca]] da parte di [[Achille]] a [[Tebe (Greciacittà greca antica)|Tebe]], con l'eroe nei panni dell'arciere e la madre di Andromaca tenuta prigioniera dietro di lui nella tenda. Amy Vandersall (1975) ha confermato l'ipotesi di Schneider sulla lettura di Ægili come Achille; tuttavia se così fosse il coperchio rappresenterebbe l'attacco dei [[Troiani (popolo)|troiani]] contro l'accampamento greco, con [[Teucro (figlio di Telamone)|Teucro]] nelle vesti dell'arciere greco e la persona dietro di lui (interpretata come una donna dalla maggior parte degli studiosi) come Achille nella sua tenda.
 
Altri autori vedono sul coperchio un messaggio biblico o cristiano: Marijane Osborn ha osservato che molti dettagli del [[Salmi|salmo]] 90, "specialmente per come appare nella traduzione in inglese antico, [...] potrebbero combaciare con dettagli dell'immagine del coperchio del cofanetto: L'anima difesa nel quinto verso e portata al sicuro [...] nel santuario/rifugio del nono verso, la battaglia spirituale per l'anima dilaga, i missili volanti nel sesto verso e un difensore angelico nell'undicesimo verso."<ref>Osborn (1991b: 262-3). [[PsalmsSalmi|Psalm]] 90 in the Vulgate bible and Old English translation referenced by Osborn corresponds to Psalm 91 in Protestant and Hebrew bibles.</ref> Webster (2012b:46-8) ha notato che la bestia a due teste (scolpita sia sopra che sotto la figura nella stanza dietro l'arciere) appare anche sotto i piedi di [[Cristo]] in un'illustrazione del manostrittomanoscritto ''Commento ai Salmi'' di [[Cassiodoro]], proveniente dalla Northumbria e risalente all'VIII secolo. Leopold Peeters (1996:44) avanzò la possibilità che il coperchio rappresenti la sconfitta di [[Agila_I|Agila I]], capo [[Arianesimo|ariano]] dei [[visigoti]] di [[Spagna romana]] e [[Settimania]]" nel 554 dalle forze romane cattoliche.
 
===Pannello di destra===
[[File:Franks Casket right panel.jpg|thumb|320pxupright=1.5|Il calco del pannello di destra a Londra.]]
Il pannello Bargello è il più controverso sia riguardo all'immagine che ai testi, infatti nessuna delle ipotesi avanzate è abbastanza accreditata. A sinistra una figura animale seduta su un piccolo cumulo tondeggiante affronta un guerriero con [[elmo]] e [[armatura]]. Nel centro un animale su due zampe, solitamente interpretato come un cavallo, affronta una figura che regge una bacchetta o una spada e che sovrasta qualcosa delimitato da una linea curva. A destra ci sono tre figure: probabilmente quella al centro è tenuta stretta dalle due ai lati.
 
Raymond Page traduce l'iscrizione come:
 
:''Her Hos sitiþ on harmberga''
:''agl[.] drigiþ swa hiræ Ertae gisgraf''
:''sarden sorga and sefa torna.''
:''risci / wudu / bita''
 
: Qui siede Hos sul cumulo della disperazione;
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====Sigurd e Grani?====
[[File:Sigurd saga rune stone.jpg|thumb|left|[[Pietre_di_SigfridoPietre di Sigfrido|La pietra runica di Sigurd]] in Svezia orientale rappresenta il suo cavallo Grani.]]
Nel 1899, Sigurd Söderberg ha proposto che il pannello di destra rappresenta "la raffigurazione di una scena del mito di Sigurd, spiegato da iscrizioni runiche."<ref>As cited by Clark (1930, p. 339)</ref> Nel 1930, Eleanor Clark ha aggiunto: "in effetti, chiunque guardi la figura di un cavallo chinato sulla tomba di un uomo non può fare a meno di ripensare alle parole contenute nel ''Guthrunarkvitha'' (II, 5):
 
: La testa di Grani era piegata sull'erba,
: il destriero sapeva bene che il suo signore era stato ucciso."<ref>Translation of H.A. Bellows, Oxford Univ.University Press, 1926, as cited by Clark (1930, p. 339).</ref>
 
Clark, nell'ammettere che si tratta di una "storia estremamente oscura,"<ref>Clark (1930, p. 340)</ref> ha asserito che la scena dev'esser tratta da una [[leggenda]] germanica, e che non ci sono altri casi nell'intera mitologia norrena riguardanti un cavallo che piange su un morto.<ref>Clark (1930, p. 342)</ref> Ha concluso quindi che la piccola persona senza gambe dentro il tumulo centrale dev'essere proprio Sigurd, le cui gambe sono state strappate via dal lupo menzionato nella storia di Guthrun. Clark ha interpretato le tre figure sulla destra come Gurthrun portato via dalla tomba di Sigurd dai suoi assassini, Gunnar e Hogne, e la figura femminile prima di Grani come la dea norrena [[Urðr]], giudice dei morti. Il guerriero sulla sinistra sarebbe quindi di nuovo Sigurd, ora nuovamente integro per l'oltretomba, e "giubilante sulla via per l'Odainsaker, il reame beato per i mortali che se lo meritano. Il cancello di questo campo beato è sorvegliato da un drago alato che si nutre della vegetazione immortale che cresce solo in quel posto, mentre l'uccello sghignazzante senza corpo denomina il luogo "le mura di Hel."<ref>Clark (1930, pp. 352–3).</ref>
 
====Hengist e Horsa?====
[[File:Flag of Kent.svg|thumb|160pxupright=0.7|Il cavallo bianco del Kent si dice derivi dallo vessillo di Horsa]]
A.C. Bouman (1965) e Simonne d'Ardenne (1966)<ref>D'Ardenne independently put forward Bouman's Hengist and Horsa reading, which she only discovered as her own article was going to press.</ref> hanno invece interpretato lo 'stallone in lutto' (in inglese antico "hengist") nel centro del pannello di destra come [[Hengest del Kent|Hengist]], che insieme a suo fratello [[Horsa del Kent|Horsa]] ha condotto per la prima volta le tribù dei sassoni, angli e Juti in [[Britannia]] ed è diventato il primo re anglosassone inglese sia secondo '[[Historia_ecclesiastica_gentis_AnglorumHistoria ecclesiastica gentis Anglorum|la storia ecclesiastica]] di [[Beda_il_Venerabile|Beda il Venerabile]]', sia secondo la '[[Cronaca_anglosassone|Cronaca anglosassone]]'. La piccola persona sotto il tumulo sepolcrale sarebbe quindi Horsa, morto nella battaglia di Ægelesthrep nel 455 e sepolto in un tumulo di [[selce]] ad Horsted, vicino [[Aylesford]]. Bouman ha suggerito che la donna che compiange la sua scomparsa potrebbe quindi essere la famosa sorella di Hengist, Renwein.
 
Bouman e d'Ardenne hanno identificato la strana creatura a sinistra con testa di cavallo, vesti e atteggiamento da umano e ali di uno spirito come una rappresentazione di Horsa, stavolta nelle sembianze di uno spirito, seduto sul proprio tumulo sepolcrale. Horsa (il cui nome significa cavallo in inglese antico) sarebbe quindi l'"Hos" citato dalle iscrizioni sul pannello, seduto su un cumulo di disperazione." Inoltre i due studiosi hanno notato altre piccole raffigurazioni dei cavalli in ogni angolo del pannello, forse per richiamare il tema dei due famosi equini.
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====Gli dei del bosco?====
[[File:Tangelgarda Odin.jpg|thumb|left|La [[stele di Tängelgårda]] presenta due [[valknut]] tra le gambe del cavallo come nel pannello di destra del cofanetto Franks. [[Gotland]], Svezia.]]
Solitamente 'her hos sitæþ' viene letto come "qui siede il cavallo" ma Wilhelm Krause (1959) li ha invece separati in 'herh' (tempio) e 'os' (divinità) e successivamente Alfred Becker (1973, 2002), seguendo l'intuizione di Krause, ha interpretato il primo come 'bosco sacro', ovvero il luogo dove ai tempi dei pagani gli [[Æsir]] venivano lodati, ed il secondo come dea o [[valkiriavalchiria]]. Sulla sinistra, un guerriero "ha incontrato la sua fine travestita da mostro spaventoso...come risultato, il guerriero riposa nella sua tomba, collocata al centro della sezione. Sulla sinistra del cumulo c'è un cavallo contrassegnato da due trifogli, i simboli divini... Sul cumulo vediamo un calice, mentre alla sua destra una donna con un bastone. È la sua valchiria, che è scesa da cavallo e gli si avvicina in forma di uccello. In quel punto del racconto la dea è la sua bellissima "sigwif" ("donna della fortuna"), la compagna affettuosa dell'eroe, forse persino la sua amata, che lo rianima con un sorso dal suo calice e lo conduce nel [[Valhalla]]. Il cavallo potrebbe essere Sleipnir, il famoso stallone di [[Odino]]." <ref>Becker (2000, unpaginated section "H-panel (Right Side) - The Picture").</ref>
 
Krause e Becker hanno interpretato i due trifogli o valknut tra le gambe dello stallone come indicatori del regno dei morti; rappresentazioni simili sono visibili sulle steli di [[stele_di_Tängelgårdastele di Tängelgårda|Tängelgårda]] e [[Stele_di_Stora_HammarStele di Stora Hammar|Stora Hammras]], entrambe situate a [[Gotland]], [[Svezia]]. Il simbolo è presente su altre due immagini del cofanetto Franks: sul pannello frontralefrontale come indicatore del terzo dei Magi, ovvero quello che porta la [[mirra]] e sul coperchio, la cui raffigurazione secondo Becker rappresenta il Valhalla.
 
====La pazzia di Nabucodonosor?====
[[File:William Blake - Nebuchadnezzar (Tate Britain).jpg|thumb|right|[[Nabucodonosor II|Nabucodonosor]] di [[William Blake]]. ([[Tate Gallery]]) ]]
Leopold Peeters (1996) ha proposto che il pannello di destra presenta un'illustrazione scultorea dei capitoli 4 e 5 del ''[[Libro_di_Daniele|libro di Daniele]]'': la creatura selvaggia sulla sinistra rappresenta [[Nabucodonosor II|Nabucodonosor]] ("Tu sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d’erbad'erba come i buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo.".<ref name="las">[{{Cita web|url=http://lasacrabibbiaelaconcordanza.lanuovavia.org/bc/27-dan/dan-04.html|titolo=Daniele Dacapitolo 4|sito=lasacrabibbiaelaconcordanza].lanuovavia.org|accesso=2022-02-02}}</ref>. La figura d'avantidavanti a lui è "il vigilante" che ha decretato il destino di Nabucodonosor in sogno (4.13-31) e il quadrupede al centro della scena rappresenta una delle creature selvagge con cui vive. Alcuni elementi citati da Peeters sono tratti direttamente dal poema in inglese antico basato sul [[libro di Daniele]].
 
Secondo Peeters, le tre figure sulla destra potrebbero quindi rappresentare la moglie di [[Baldassar]] e le sue concubine mentre fanno riti blasfemi e irriverenti ({{Passo biblico|Daniele 5:1-4, 22|libro=no}}).<ref name=las/>. Il cadavere nel tumulo al centro rappresenta proprio [[Baldassar]] ucciso quella stessa notte, mentre la donna che lo compiange potrebbe essere la regina madre. Le rune criptiche sul pannello potrebbero essere un riferimento alle misteriose scritte apparse sulle mura del palazzo durante i festeggiamenti.
 
====La morte di Baldr?====
[[Image:Hotherus and wood maidens by Froelich.jpg|left|thumb|Hother e le fanciulle lignee di Lorenz Frølich]]
David Howlett (1997) ha identificato le illustrazioni del panellopannello di destra con la versione della morte di [[Baldr]] narrata dallo storico danese [[Saxo Grammaticus]] nella sua opera "[[Gesta Danorum]]",<ref>Schneider (1959) similarly identified the right panel with Saxo’s version of the death of Balder.</ref>, risalente alla fine del [[XII secolo]]. Secondo Grammaticus il rivale di Baldr, Hother, incontra di notte tre fanciulle in un bosco fetido ed umido e da esse riceve un'armatura leggera e una cintura che gli permetteranno di sconfiggere Baldr. Hother ferisce a morte Baldr, che muore tre giorni dopo ed è sepolto sotto un tumulo.
 
Howlett ha identificato le tre figure sulla destra con le tre fanciulle del bosco (che potrebbero essere le tre [[Norne]]) e l'uomo avvolto nel sudario nel tumulo centrale come Baldr. "La donna alla destra del tumulo è [[Hel_Hel (Divinità)|Hel]], '[[Proserpina]]' nella narrazione di Grammaticus, che profetizza la morte di Baldr e condanna [[Odino]] al dolore e all'umiliazione. Lo stallone sulla sinistra del tumulo è Odino, il padre di Baldr.<ref>Howlett (1997: 280-1).</ref>" Secondo la storia di Grammaticus a questo punto Odino genera un secondo figlio, [[Váli|Boe]] (Bous o Váli), per vendicare la morte di Baldr. Howlett ha interpretato il guerriero sulla sinistra come Boe ed "è facile notare che il tumulo è rappresentato due volte e che lo stallone che compiange nel centro del pannello è identico alla figura seduta sulla sinistra, dove conserva la testa e gli zoccoli."<ref>Howlett (1997: 281).</ref>
 
====La penitenza di Rhiannon?====
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Austin Simmons (2010) analizza le iscrizioni della cornice nei seguenti segmenti:
 
:''herh os-sitæþ on hærm-bergæ''
:''agl drigiþ swæ hiri er tae-gi-sgraf''
:''sær-den sorgæ and sefa-tornæ''
 
Traducendoli come "L'idolo siede lontano sul tremendo colle, soffre l'umiliazione con dolore e rabbia furente come il covo di dolore gli impone." Linguisticamente, il segmento os- rappresenta il prefisso verbale oþ- assimilato alla sibilante seguente, mentre nella seconda parte del secondo verso, "er" è una parola indipendente situata prima di un composto verbale di tre parti (tae-gi-sgraf). La prima parte "tae" è una rara forma della particella-prefisso "to-".<ref name="Simmons 2010">Simmons (2010).</ref>
 
L'iscrizione si riferisce in maniera specifica alla scena sulla sinistra del pannello di destra. Secondo Simmons, l'idolo (herh) è [[Satana]] nella forma di un [[mulo]] mentre viene torturato dall'inferno personificato e bardato. La scena fa riferimento allo scritto apocrifo [[Vangelo_di_Nicodemo|vangelo di Nicodemo]], un famoso testo medievale tradotto in anglosassone. In una versione della storia della "[[Discesa_di_Cristo_agli_inferi|Discesa di Cristo agli inferi]]", un inferno personificato incolpa Satana d'aver causato la [[Crocifissione_di_GesùCrocifissione di Gesù|Crocifissione]], che ha permesso a Cristo di discendere nel regno degli inferi e liberare le anime imprigionate. Per questo l'inferno tortura Satana come punizione. Simmons separa le altre scene sulla destra e le interpreta come la rappresentazione della [[Nascita_di_GesùNascita di Gesù|Natività]] e della [[Passione_di_GesùPassione di Gesù|Passione]].<ref> name="Simmons (2010).<"/ref>
 
===Considerazioni runologiche e numerologiche===
[[File:Franks Casket front, words Fisc Flodu.jpg|thumb|right|L'iscrizione "Fisc Flodu" sul pannello frontale del cofanetto Franks presenta l'allitterazione sulla runa "feoh", la quale è connotazione di ricchezza o tesoro.]]
Ogni runa anglosassone è [[Acrofonia|acrofonicamente]] legata ad un nome in inglese antico che fornisce all'[[ideogramma]] una determinata connotazione, come descritto nell' "Old English rune poem". Le iscrizioni sul cofanetto Franks presentano nei versi allitterazioni miranti a dare enfasi ad una determinata runa su ogni lato. Secondo Becker (1973, 2002), esse narrano una storia relativa alle illustrazioni, che a loro volta rappresentano momenti emblematici della vita e dell'oltretomba di un re guerriero. L'iscrizione frontale presenta l'allitterazione sia della runa F-''feoh'' (ricchezza) sia della runa G-''gyfu'' (regalo), in riferimento ai gioielli prodotti da Wayland il fabbro e i regali dei re Magi. "in questa scatola il nostro guerriero ha conservato il suo tesoro, anelli, cinte e bracciali d'oro, gioielli che ha ricevuto dal suo signore, … che li da ai suoi servitori… questo è ''feohgift'', un dono non solo per rendere fedele questo o quel seguace, ma anche per onorarlo di fronte ai suoi commilitoricommilitoni nella grande sala." <ref>Becker (2002, unpaginated, section ''The Casket – a Warrior’s Life'')</ref> L'iscrizione riguardo a Romolo e Remo presenta l'allitterazione della runa R-''rad'' (viaggio o cavalcata) che rievoca sia quanto i gemelli abbiano dovuto viaggiare lontano da casa sia la chiamata alle armi del padrone. Il pannello di Tito presenta la runa T-''[[Týr|tiw]]'' (il dio anglosassone della vittoria) a dimostrazione che l'apogeo della vita di un re guerriero è la gloria ottenuta sconfiggendo i suoi nemici. Il pannello di destra presenta prima l'allitterazione della runa H-''hagal'' (tempesta di grandine o sventura), poi della S-''sigel'' (sole, luce, vita) nella descrizione della morte dell'eroe e della sua salvezza finale.
 
Becker presenta anche un'analisi [[numerologia|numerologica]] dell'iscrizione, notando che sul pannello frontale e su quello di sinistra sono presenti 72 (3 x 24) segni e 288 (12 x 24) su tutto il cofanetto. Tutti questi numeri sono multipli di 24 (3 x 8), il numero runico magico del [[Fuþark_anticoFuþark antico|futhark antico]], ovvero il primo alfabeto runico continentale preservato all'interno di quello [[Fuþorc|anglosassone]], più esteso. "Per raggiungere determinati valori l'intagliatore ha dovuto seglierescegliere forme alquanto inusuali di parole e ortografia, che hanno rappresentato un rompicapo per intere generazioni di ricercatori." <ref>Becker (2002, unpaginated section ''F-panel (Front) - Number and value of the runes''.</ref>
 
Osborn (1991a 1991b) è daccordod'accordo sulla natura intenzionale della cifra 72. Tuttavia, "sebbene [Becker] lo vedeveda come un indicatore di magia pagana, io credo non sia tutto qui. Per me è un altro esempio di adattamento del materiale pagano per scopi cristiano evagelicievangelici, a mo' di ''interpretatio'' romana. L'artista ha usato attentamente le rune aggiungendo i punti sul pannello frontale e riducendone il numero sulla scena di destra con l'uso di [[Rune legate|rune legate]], cosicché ognuna delle tre iscrizioni contenga esattamente 72 elementi. L'associazione più ovvia ad un elemento cristiano riguardo a questo numero è, almeno per gli anglosassoni, con i discepoli missionari incaricati da Cristo oltre ai dodici apostoli. Il numero di questi discepoli è menzionato solo nelle scritture di Luca 10, e ci sono due versioni di questo testo: Nonostante la Bibbia protestante affermi che Cristo incaricò settanta apostoli in più, la versione della [[Vulgata]] conosciuta agli anglosassoni specifica settantadue. Commentando questo numero, [[Beda_il_VenerabileBeda il Venerabile|Beda]] lo associa alla missione d'evangelizzazione evidentemente verso tutte le nazioni, dato che settantadue erano le nazioni delle genti, un multiplo delle dodici tribù di IstraeleIsraele rappresentate dai dodici apostoli."<ref>Osborn (1991b: 260-1). Howlett (1997: 283) concurs with Becker and Osborn that "The carver counted his characters."</ref>
 
==Note==
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* Henderson, George, ''Early Medieval Art'', 1972, rev. 1977, Penguin, pp.&nbsp;156–158.
* Hough, Carole and John Corbett, ''Beginning Old English''. Palgrave, 2013.
* Howlett, David R., ''British Books in Biblical Style''. Dublin, Four Courts Press, 1997.
* Wolfgang Krause, "Erta, ein anglischer Gott", ''Die Sprache'' 5; Festschrift Havers (1959), 46-54.
* Arthur Napier, in ''An English Miscellany,'' in honor of Dr. F.J. Furnivall, Oxford, 1901.
* Neuman de Vegvar, Carol L. "The Travelling Twins: Romulus and Remus in Anglo-Saxon England." Ch. 21 in Jane Hawkes and Susan Mills, eds., ''Northumbria's Golden Age'', Sutton Publishing, Phoenix Mill Thrupp, Strand, Gloucestershire, 1999, pp.&nbsp;256–267.
* Osborn, Marijane. "The Seventy-Two Gentiles and the Theme of the Franks Casket." ''Neuphilologische Mitteilungen: Bulletin de la Societe Neophilologique/ Bulletin of the Modern Language Society'' '''92''' (1991a): 281-288.
* Osborn, Marijane. "The Lid as Conclusion of the Syncretic Theme of the Franks Casket," in A. Bammesberger (ed.), ''Old English Runes and their Continental Background'', Heidelberg 1991b, pp.&nbsp;249–268.
* R. I. Page, ''An Introduction to English Runes'', Woodbridge, 1999.
* Parsons, D. ''Recasting the Runes: the Reform of the Anglo-Saxon Futhorc'' (''Runron'' '''14'''), Uppsala 1999.
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* David M. Wilson, ''Anglo-Saxon Art: From The Seventh Century To The Norman Conquest'', Thames and Hudson (US edn. Overlook Press), 1984.
* Wood, Ian N., "Ripon, Francia and the Franks Casket in the Early Middle Ages", ''Northern History'', 26 (1990), pp.&nbsp;1–19.
 
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
 
* BBC Four, [httphttps://www.bbc.co.uk/programmes/b00t6xzx Treasures of the Anglo Saxons], presented by Janina Ramirez. First broadcast 10 Aug. 2010. [httphttps://www.youtube.com/watch?v=zQrfSHlhapo Part 3 of 4] discusses the Franks Casket and the Welund legend.
* British Museum, [http://www.britishmuseum.org/explore/highlights/highlight_objects/pe_mla/t/the_franks_casket.aspx The Franks Casket], elementary Explore/Highlights page, with 4 low-resolution photos.
* British Museum, [http://www.britishmuseum.org/research/search_the_collection_database/search_object_details.aspx?objectid=92560&partid=1 The Franks Casket / The Auzon Casket], more technical Research/Collection Database page, with more detailed discussion and 35 higher-resolution photos.
* British Library, UK Web Archive [httphttps://www.webarchive.org.uk/wayback/archive/20120304230122/http://www.franks-casket.de/english/ ''Franks Casket''], preserving Alfred Becker's website.
 
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