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[[File:Tzedakah (charity) box, Charleston, 1820, silver, National Museum of American Jewish History.JPG|thumb|upright=1.4|Cofanetto della Tzedakah (carità), Charleston, 1820, argento, ''National Museum of American Jewish History'']]
{{Avvisounicode}}
'''''Zedaqah''''', '''''Tzedakah''''' o ''''' Ṣ'daqah''''' ({{ebraico|צדקה }}) è una parola [[ebraico|ebraica]] che letteralmente significa ''giustizia'' o ''rettitudine'', ma viene comunemente usata per significare '''''[[carità]]''''',<ref>Rabbi Hayim Halevy Donin, ''To Be A Jew'', Basic Books, 1972, pp. 48.</ref> sebbene sia un concetto differente dalla carità perché ''zedaqah'' è un obbligo morale e non consiste unicamente nella elargizione di denaro, mentre la carità viene tipicamente interpretata come un'elargizione spontanea di denaro per benevolenza e segno di generosità. Si basa sulla parola ebraica צדק, (''[[Zaddiq|Tzedeq]]'') che significa ''[[giustizia di Dio]]'', ''[[giustizia sociale]]'' o semplicemente ''[[giustizia]]'', ed è correlata alla parola ebraica ''[[zaddiq]]'', che significa "giusto" come aggettivo (o "persona giusta" come [[sostantivo]]).
[[File:Tzedakah (charity) box, Charleston, 1820, silver, National Museum of American Jewish History.JPG|thumb|upright=1.4|Cofanetto della Tzedakah (carità), Charleston, 1820, argento, ''National Museum of American Jewish History''.]]
'''''Zadaqah''''', '''''Tzedakah''''' o ''''' Ṣ'daqah''''' ({{ebraico|'''צדקה''' }}; [[lingua araba|arabo]]: '''صدقة''') è una parola [[ebraico|ebraica]] che letteralmente significa ''giustizia'' ma viene comunemente usata per significare '''''[[Carità]]'''''.<ref>Rabbi Hayim Halevy Donin; ''To Be A Jew.'' Basic Books, New York; 1972, pp. 48.</ref> Si basa sulla parola ebraica צדק, (''Tzedeq'' o ancora ''[[zaddiq]]'', ''Giusto'') che significa ''[[giustizia di Dio]]'', ''[[giustizia sociale]]'' o semplicemente ''[[giustizia]]''. Nell'[[ebraismo]] ''Zedaqah'' si riferisce all'obbligo religioso di fare ciò che è bene e giusto, che per l'ebraismo sono parti importanti della vita spirituale. [[Maimonide]] asserisce che, mentre la seconda forma più alta di ''Zedaqah'' è di fare donazioni anonime a favore di destinatari sconosciuti, la forma veramente più alta è quella di fare donazioni, prestiti o società che rendano i destinatari indipendenti invece di chiedere beneficenza. A differenza della [[filantropia]] o carità generica, che sono completamente volontarie, la ''Zedaqah'' viene vista come un'obbligazione religiosa che deve essere effettuata indipendentemente dalla situazione finanziaria, anche se si è poveri. La ''Zadaqah'' è considerata una delle tre azioni principali che possono annullare un "decreto celeste" sfavorevole, favorisce inoltre la redenzione.
{{vedi anche|Tiqqun}}
== Nella letteratura rabbinica: "dare ed avere, avere e dare" ==
V'è [[letteratura rabbinica]] classica sulle regole [[Tanakh|bibliche]]<ref>''[[Pentateuco]], [[Deuteronomio]]'' {{passo biblico|Deut|15.8}}: il [[Rambam]] la cataloga come 195° (oppure 479°) [[Mitzvah]] "positiva", finanche inclusa nell'[[Principi di fede ebraica#Amore per il prossimo|amore per il prossimo]]</ref> sulla Zedaqah.<br />Sulle rimanenze, che si applicava solo a campi di grano, frutteti e vigne ma non agli orti, gli scrittori rabbinici classici erano molto più severi in merito a chi poteva riceverle. Si affermava che il contadino non poteva beneficiare delle spigolature e non si permetteva di fare discriminazioni tra i poveri, né tentare di spaventarli con cani o leoni;<ref>[[Hullin]] 131a, [[Pe'ah]] 5:6 - [[Maimonide]], ''[[Mishneh Torah]]'', 4:11</ref> al fattore non era permesso nemmeno di aiutare i poveri a raccogliere le rimanenze. Si sosteneva però che la legge era applicabile solamente in [[Canaan]],<ref>[[Talmud di Gerusalemme]], [[Pe'ah]] 2:5</ref>, sebbene anche molti scrittori rabbinici classici stabilitisi in [[Babilonia]] osservassero tali leggi;<ref>[[Hullin]] 134b. Cfr. Maimonide, ''[[Mishneh Torah]]'', 1:14</ref> si reputava che le regole bibliche si applicassero solo agli indigenti ebrei ma ne beneficiavano anche non ebrei per amor di pace civica<ref>[[Gittin]] 59b.</ref>
 
Nell'[[ebraismo]] ''zedaqah'' si riferisce all'obbligo morale e religioso di fare ciò che è bene e giusto, che per l'[[ebraismo]] sono parti importanti della vita spirituale. [[Maimonide]] asserisce che, mentre la seconda forma più alta di ''zedaqah'' è fare donazioni anonime a favore di destinatari sconosciuti, la forma più alta è fare donazioni, prestiti o società che rendano i destinatari indipendenti invece di vivere chiedendo beneficenza. A differenza della [[filantropia]] o carità generica, che sono completamente volontarie, la ''zedaqah'' viene vista come un obbligo morale e religioso che deve essere adempiuto indipendentemente dalla propria situazione finanziaria, per un ammontare non inferiore al 10% del proprio reddito, ma mai superiore al 20%. La ''zedaqah'' è considerata una delle tre azioni principali che possono annullare un "decreto celeste" sfavorevole.<ref>Maurizio Picciotto, Shlomo Bekhor (curr.), ''Tzedakà: Giustizia o Beneficenza?'', Mamash, 2009, pp. 23-41 e ''passim''.</ref> La ''zedaqah'' può anche consistere in cessione di beni non materiali come per esempio il proprio tempo o le proprie cure.
[[Maimonide]] elenca i suoi Otto Livelli del Dare, come li descrive nella ''[[Mishneh Torah]]'', ''Hilkhot matanot aniyim'' ("Leggi sul Dare ai Poveri"), Cap. 10:7-14:
 
Il termine è affine a [[saddka|''sadaqah'' o ''saddka'']] ({{arabo| صدقة }}), termine [[islamico]] con significato analogo.<ref>{{cita libro|autore=Abdul Aziz Said|titolo=Contemporary Islam: Dynamic, Not Static|editore=Taylor & Francis |anno=2006|isbn=9780415770118|p=145|url=http://books.google.com/books?id=4bs7g0O4eLYC&pg=PA145|lingua=en}}</ref>
 
== Precedenti nell'Antico Israele ==
La [[Bibbia ebraica]] insegna l'obbligo di aiutare i bisognosi, ma non impiega un unico termine per tale obbligo.<ref>Ronald L. Randle, ''The JPS guide to Jewish traditions'', Jewish Publication Society, 2004, p. 531: "Tzedakah (hqdx) - La Bibbia ripetutamente sottolinea l'obbligazione di aiutare gli indigenti, ma non designa mai un termine speciale per tale requisito. I Rabbini adottarono la parola "tzedakah" per applicarla alla carità..."</ref> Il termine ''tzedekah'' appare 157 volte nel [[Testo Masoretico]], tipicamente in relazione alla "rettitudine" di per se stessa, usualmente al singolare, ma a volte al plurale ''tzedekot'', relativamente ad atti di carità.<ref>"La parola "elemosine", tuttavia, è ben lungi dall'esprimere il significato completo dell'[[ebraico]] ''ẓedaḳah'', che è [[carità]] nello spirito di probità o giustizia. Secondo il concetto [[Mosè|mosaico]], la ricchezza è un prestito proveniente da [[Dio (ebraismo)|Dio]] e i poveri hanno un certo diritto ai beni dei ricchi; mentre i ricchi vengono positivamente esortati a condividere la generosità di Dio con i poveri."{{cita libro |autore=Kaufmann Kohler|titolo=Alms|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/1295-alms|opera=1906 [[Jewish Encyclopedia]] |accesso=3 aprile 2016|lingua=en}}</ref> Nel [[Septuaginta]] questo veniva a volte tradotto ''eleemosyne'', "elemosina".<ref>Come dal ''Lexicon'' di [[Wilhelm Gesenius]]; "{{Cita passo biblico|Deuteronomio|6:25}}: καὶ ἐλεημοσύνη ἔσται..."</ref><ref>"... derivava dal [[lingua greca|greco]] ἐλεημοσύνη (misericordia), usato dagli [[ebrei]] di [[lingua greca]] a denotare quasi esclusivamente l'offerta di carità ai bisognosi, da un sentimento sia di compassione sia di giustizia (''ẓedaḳah''). (Vedi [[Septuaginta|LXX]]. (nota: Septuaginta) su {{Cita passo biblico|Proverbi|21:21}} e {{Cita passo biblico|Daniele|4:24}})"{{cita libro |autore= Kaufmann Kohler|titolo=Alms|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/1295-alms|opera=1906 [[Jewish Encyclopedia]] |accesso=3 aprile 2016|lingua=en}}</ref>
 
== Nella letteratura rabbinica ==
Nella [[letteratura rabbinica]] classica si affermava che le regole [[Tanakh|bibliche]] sulle rimanenze si applicavano solo a campi di grano, frutteti e vigne ma non agli orti; gli [[maestri ebrei|scrittori rabbinici classici]] erano molto più severi in merito a chi poteva riceverle. Si affermava che il contadino non poteva beneficiare delle spigolature e non si permetteva di fare discriminazioni tra i poveri, né tentare di spaventarli con cani o leoni;<ref>[[Hullin]] 131a, [[Pe'ah]] 5:6 - [[Maimonide]], ''[[Mishneh Torah]]'', 4:11</ref> al fattore non era permesso nemmeno di aiutare i poveri a raccogliere le rimanenze. Si sosteneva però che la legge era applicabile solamente in [[Canaan]],<ref>[[Talmud di Gerusalemme]], [[Pe'ah]] 2:5</ref>, sebbene anche molti scrittori rabbinici classici stabilitisi in [[Babilonia]] osservassero tali leggi;<ref>[[Hullin]] 134b. Cfr. Maimonide, ''[[Mishneh Torah]]'', 1:14</ref> si reputava che le regole bibliche si applicassero solo agli indigenti ebrei, ma ne beneficiavano anche non ebrei per amor di pace civica<ref>[[Gittin]] 59b.</ref>
 
[[Maimonide]] elenca i suoi "Otto Livelli del Dare", come li descrive nella ''[[Mishneh Torah]]'', ''Hilkhot matanot aniyim'' ("Leggi sul Dare ai Poveri"), Cap. 10:7-14:
 
# Dare un prestito ad una persona bisognosa; formare una società con una persona bisognosa; dare una sovvenzione ad una persona bisognosa; trovare un lavoro ad una persona bisognosa; a condizione che prestito, sovvenzione, associazione o lavoro permettano a quella persona di non vivere più dipendendo economicamente unicamente sugli altri.
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# Dare adeguatamente quando te lo richiedono.
# Dare volontariamente ma inadeguatamente.
# Dare "con tristezza" - si pensa che [[Maimonide]] si riferisse al dare con un senso di tristezza/commiserazione per la condizione dei poveri che si presentano (invece di dare perché è un obbligo religioso dare per pietà).<ref>''[[b:Guida maimonidea|Guida maimonidea]]'', ''s.v.'', 2015.</ref>
 
== In pratica ==
Si suggerisce di non guardare il volto di chi riceve nel momento esatto in cui si offre la propria Zedaqah per evitare di coglierlo in una fase che altrimenti sarebbe disumanizzata.
[[File:Jewish cemetery Otwock Karczew Anielin IMGP6721.jpg|thumb|Iscrizione di Zedaqah su una lapide ebraica, cimitero ebraico di [[Otwock]] ([[Polonia]])]]
In pratica, la maggioranza degli [[ebrei]] fanno ''zedaqah'' donando una porzione del proprio reddito a istituzioni caritatevoli, o a persone indigenti che incontrano; la percezioni tra molti ebrei d'oggi è che se la donazione in questa forma non fosse possibile, l'obbligo di ''zedaqah'' richiede comunque che qualcosa venga donato. Gli ebrei tradizionali (nella fattispecie, [[ebraismo ortodosso|ebrei ortodossi]] e [[ebraismo conservatore|conservatori]]) comunemente praticano ''"ma'aser kesafim"'', cioè la [[decima]] (10%) del loro reddito per sostenere chi è in difficoltà.<ref name="Wayne">[[Rabbino|Rabbi]] Wayne Dossick, ''Living Judaism: The Complete Guide to Jewish Belief, Tradition, and Practice.'', pp. 249–251.</ref>
 
Atti particolari di ''zedaqah'' vengono eseguiti in giorni particolari; ai matrimoni, gli sposi ebrei tradizionali fanno donativi di beneficenza e carità, a simboleggiare il carattere sacro del matrimonio; durante la [[Pesach]] (Pasqua), [[Festività ebraiche|festività]] importante della [[ebraismo|tradizione ebraica]], è d'uso di invitare stranieri indigenti e dar loro da mangiare ai propri tavoli; durante [[Purim]] si considera obbligatorio che ogni ebreo dia cibo ad un'altra persona, e donativi ad almeno due persone povere (''Mishloach manot'' - da {{passo biblico|Ester|9:22}})<ref>{{Cita passo biblico|Ester|9:22}}: "...perché giorni nei quali i Giudei ebbero tregua dagli attacchi dei nemici e il mese in cui il loro dolore era stato mutato in gioia, il loro lutto in festa, e perché facessero di questi giorni di banchetto e di gioia, ''nei quali si mandassero regali scambievolmente e si facessero doni ai poveri''."</ref> in una quantità pari ad un pasto ciascuno, con il fine di "aumentare la felicità totale" durante il [[calendario ebraico|mese]] di [[Adar]].<ref name="Wayne"/>
Secondo l'[[Halakhah]] bisogna dare il 10% del guadagno netto, con le spese necessarie già compiute o sottratte dal guadagno netto del complessivo, ma secondo altri il 5% ({{cn|pare anche il 3%}}); anche le offerte per i propri figli vengono considerate di Zedaqah. Tra chi offre il 20% considera il 10% aggiunto come Zedaqah per parenti e per lo studio effettuato dai propri figli o per studiosi di [[Torah]]; quindi anche il denaro per i figli riguarda la Zedaqah.<br />Comunque non vi è limite alla Zedaqah.
 
Relativamente alla forma più limitata di ''zedaqah'' espressa dalle leggi bibliche, cioè di lasciare le "spigolature" (rimanenze) di certi raccolti, il [[Shulchan Aruch]] afferma che durante l'esilio i contadini ebrei non erano obbligati a rispettare tali leggi.<ref>[[Shulchan Aruch]], ''Yoreh De'ah'' 332:1.</ref> Ciononostante, nella odierna [[Israele]], i rabbini dell'[[ebraismo ortodosso]] insistono che gli ebrei permettano ai poveri e agli indigenti di consumare le "spigolature", e durante gli [[Shemittah|anni sabbatici]] tutti i raccolti (non soltanto le rimanenze) gratuitamente a chiunque li desideri.<ref>{{cita news |autore=Ruchama Weiss e Rabbi Levi Brackman|titolo=Shmita|url=http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3445115,00.html |editore=Ynetnews |accesso=4 aprile 2016|lingua=en}}</ref><ref>Geoffrey Wigoder (cur.), ''The New Standard Jewish Encyclopedia'', Facts on File, 1992, ''s.v.'' "Tzedakah".</ref>
Secondo un'opinione la Zedaqah è quella parte offerta ai bisognosi come spettante loro di diritto (cfr [[Provvidenza]]) infatti la parte offerta viene considerata loro appartenente a priori tanto che il donatore può essere considerato tramite della parte loro destinata da Dio, questo pur considerandone grande merito e causa di redenzione.
 
Inoltre, i rabbini ammoniscono che si deve stare molto attenti a come offrire denaro per ''zedaqah''. Non è sufficiente donarlo a chiunque o ad una qualsiasi organizzazione, piuttosto si devono controllare le relative credenziali e finanze per essere certi che il denaro ''zedaqah'' venga usato saggiamente, efficientemente ed efficacemente: "Non derubare il povero, perché è povero" ({{passo biblico|Proverbi|22:22}}). Il [[Talmud]] insegna che il denaro ''zedaqah'' "non era tuo per cominciare, mentre invece appartiene sempre a Dio, che solo te lo affida cosicché tu possa usarlo appropriatamente. Pertanto è tuo obbligo assicurarti che venga ricevuto da coloro che meritano."<ref>Da commentari [[talmud]]ici, tra cui ''Numeri Rabba'' 5:2.</ref>
La Zedaqah viene considerata una tra le [[Mitzvot]] più importanti in quanto segno di sostegno degli individui per il proprio prossimo, anche in questo caso quindi non solo materiale; la tradizione ebraica la considera necessaria per i propri fratelli correligionari e sottolinea l'importanza anche di quella fatta per i [[non-ebrei]], motivo di bontà.
 
=== Ghemilut Chassadim ===
Per adempiere alla Mitzvah della Zedaqah in dati momenti "desiderati", essa si compie prima che inizino [[Yom Kippur]], prima di [[Yom Tov]] e prima di [[Shabbat]].
''Ghemilut Chassadim'' ({{ebraico|גמילות חסדים}}), che letteralmente significa “dispensare gentilezza amorevole”<ref>Il termine ebraico חסדים, ''Chassadim'', compare anche nell'[[Amidah]] con riferimento ai "''benefici''" di [[Qadosh BarukhHu]].</ref>, è un valore sociale fondamentale nella vita quotidiana degli ebrei. Rappresenta una [[mitzvah]] (precetto) che la persona completa, facendo ''ghemilut chassadim'' senza l'anticipazione di ricevere qualcosa in cambio. Non c'è una misura fissa di ''ghemilut chassadim'', per cui gli insegnanti rabbinici spiegano l'importanza di farlo sempre, in ogni momento. Tra gli esempi di ''ghemilut chassadim'' si annovera il vestire gli ignudi, nutrire gli affamati, seppellire i defunti e visitare gli ammalati.<ref name="JE1">[https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/gemilut_hasadim.html "Gemilut Hasadim", ''Jewish Practices & Rituals''], voce della ''[[Jewish Virtual Library]]''.</ref>
 
Anche nell'[[era messianica]] continueranno ad esservi persone povere e bisognose.
 
=== Ghemilut Chassadim ===
{{vedi anche|Avraham|Goy (ebraismo)#Buone relazioni|Matrimonio ebraico|Partzufim|Principi di fede ebraica#Amore per il prossimo|Teshuvah}}
{{citazione|Prima di tutto si deve sapere che la definizione di 'Ghemilut Chassadim' ("''generosità''") non comporta specificamente il fatto di prestare denaro, come alcuni credono. Si applica piuttosto ad atti di benevolenza, in cui la persona agisce generosamente e beneficia un'altra persona senza ricevere nulla in cambio.|Rabbi [[Yisrael Meir Kagan]], ''Ahavat Chesed'', Introd.}}
 
Il [[Talmud]] insegna che ''ghemilut chassadim'' è più importante della ''zedaqah'' per tre ragioni distinte: la carità può esser fatta solo ai poveri, mentre ''ghemilut chassadim'' può esser data sia ai ricchi che ai poveri; la carità può esser fatta solo ai viventi, mentre ''ghemilut chassadim'' può essere elargita sia ai viventi che ai defunti (presenziando ad un servizio funebre); inoltre, la carità può esser fatta solo con denaro, mentre ''ghemilut chassadim'' può essere compiuta mediante denaro o assistenza.<ref name="JE1"/>
{{quote|È "facile" criticare gli altri e "farli sentire" indesiderati: chiunque può farlo! Quello che richiede impegno ed abilità è "risollevarli" e "farli sentire bene" (NT n.31)|''[[Nachman di Brazlav]], La sedia vuota''}}
 
Il più alto grado di ''ghemilut chassadim'' è quello di andare ad un [[lutto nell'ebraismo|funerale]]. Ciò è perché i defunti non hanno opportunità futura di ripagare tale gentilezza. Fu [[Dio (ebraismo)|Dio]] che per primo illustrò il significato di seppellire i morti; è scritto nella [[Torah]] che "[Dio] seppellì [Mosè] nella valle, nel paese di Moab” ({{passo biblico|Deuteronomio|34:6}}). Infine, gli [[ebrei]] possono dimostrare la loro fedeltà alle leggi di Dio compiendo atti di ''ghemilut chassadim''.<ref>Ariel Scheib, [https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/gemilut_hasadim.html "Gemilut Hasadim"], su ''Jewish Virtual Library''.</ref>
'''Ghemilut Chassadim''' ([[Lingua ebraica|ebr]] '''גמילות חסדים'''), che letteralmente significa “dispensare gentilezza amorevole”<ref>Il termine ebraico '''חסדים''', ''Chassadim'', compare anche nell'[[Amidah]] con riferimento ai "''benefici''" di [[Qadosh BarukhHu]]</ref>, è un valore sociale fondamentale nella vita quotidiana degli ebrei. Rappresenta una [[mitzvah]] che la persona completa, facendo ''ghemilut chassadim'' senza l'anticipazione di ricevere qualcosa in cambio. Non c'è una misura fissa di ''ghemilut chassadim'', per cui gli insegnanti rabbinici spiegano l'importanza di farlo sempre, in ogni momento.
 
{{quote biblico|[[HaShem]] è Clemente, Misericordioso e Longanime, grande è la Sua Bontà (''uGdol '''Chesed''''')|Sal|145}}
 
La [[tradizione ebraica]] della [[letteratura rabbinica]] ne sancisce l'importanza tale sino ad affermare che in momenti di grande difficoltà Dio ebbe Pietà e Misericordia per il popolo ebraico proprio [anche solo] per Ghemilut Chassadim reciproca.<br />La Ghemilut Chassadim richiede anche forza ed impegno; è radicata negli ebrei quasi oltre ogni confronto o paragone.
 
Proprio l'[[Amidah]] stessa comincia e termina con le seguenti [[Benedizioni]] o [[Berakhot]]: <<Benedetto [sii] Tu, o [[HaShem|Eterno]], nostro [[Dio (ebraismo)|Dio]] e Dio dei nostri P/padri, Dio di [[Avraham]], Dio di [[Isacco]] e Dio di [[Giacobbe]], Dio Grande, Potente e Temibile, Dio Altissimo... ...Che concede ''grandi benefici'', Creatore di tutto, Che serba il "ricordo" delle '''buone azioni''' dei patriarchi e porta il redentore ai figli dei loro figli, pepr grazia del Suo Nome, "''con Amore''" - Re che aiuta, salva ('''''[[Mashiach|uMoshia']]''''') e protegge... Benedetto Tu HaShem, "scudo" di Avraham>>, concludendo appunto con l'ultima Benedizione della medesima: <<Colui che fa' pace nei Suoi "alti luoghi", con la Sua Misericordia conceda pace a noi e a tutto [[Ebrei|Israel]] e dite ''Amen''>><ref>''Sìyakh Yitzkhàk'', Milano, [[Mamash]], 2005 ISBN 88-86674-01-5 {{lingue|it|he}}</ref>
 
Tra gli esempi di ''ghemilut chassadim'' si annovera il vestire gli ignudi, nutrire gli affamati, seppellire i defunti e visitare gli ammalati.
 
{{citazione|...Come sappiamo che la [[Presenza divina]] viene chiamata ''Zedeq''? È scritto: "Colui che "cavalca nei cieli in tuo aiuto, e la Sua Maesta` nei cieli (''[[Deuteronomio]] 33.26'')". E` anche scritto: "I cieli si conducono con rettitudine (''Isaia 1.21'')"|''[[Sefer haBahir]] 120''}}
 
Nel [[Sefer haBahir]] è scritto che anche il ''consiglio è Ghemilut Chassadim'', d'altronde esiste [[Teshuvah]] persino per consigli errati.
 
Il [[Talmud]] insegna che ''ghemilut chassadim'' è più importante della ''tzedakah'' (carità) per tre ragioni distinte: la carità può esser fatta solo ai poveri, mentre ''ghemilut chassadim'' può esser data sia ai ricchi che ai poveri; la carità può esser fatta solo ai viventi, mentre ''ghemilut chassadim'' può essere elargita sia ai viventi che ai defunti (presenziando ad un servizio funebre); inoltre, la carità può esser fatta solo con denaro, mentre ''ghemilut chassadim'' può essere compiuta mediante denaro o assistenza.
 
Il più alto grado di ''ghemilut chassadim'' è quello di andare ad un funerale. Ciò è perché i defunti non hanno opportunità futura di ripagare tale gentilezza. Fu Dio che per primo illustrò il significato di seppellire i morti; è scritto nella [[Torah]] che “[Dio] seppellì [Mosè] nella valle, nel paese di Moab” ({{passo biblico2|Deuteronomio|34:6}}).
 
{{quote|"Guardati" da chi non vuole "regalarti" la sua fiducia e dubita delle loro "insicurezze"|''[[Yehudah haLevì]]''}}
 
Talvolta v'è chi non accetta "aiuto" da alcuni e v'è anche chi non "aiuta" mai.<br />Ancora Yehudah haLevì consigliava di valutare considerevolmente anche la "''carità''", dicendo infatti che ''deve essere "ragionata"''; differentemente dalla Zedaqah, che generalmente può essere distribuita alla maggioranza degli individui, non è sempre "lecito" o "conveniente" compiere Ghemilut Chassadim indistintamente: per questo motivo ne consegue misura, proprio nelle [[Middot]] della "compassione" e/o della "commiserazione".
 
Anche [[Nachman di Brazlav]] insegna:
 
{{quote|Per dare inizio a qualcosa bisogna "aprire nuove porte". La "chiave" è dare e fare: dai amore e compi atti di Gentilezza<ref>Rabbi [[Nachman di Brazlav]]. ''La Sedia vuota'' (pag. 20) [[Gribaudi]], Milano, ''Ristampa: giugno 2012'' ISBN 978-88-7152-570-9</ref>
|LM II, 4}}
 
Infine, gli [[ebrei]] possono dimostrare la loro fedeltà alle leggi di Dio compiendo atti di ''ghemilut chassadim''.<ref>Ariel Scheib, [http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Judaism/gemilut_hasadim.html "Gemilut Hasadim"], su ''Jewish Virtual Library''.</ref>
 
{{quote|[[HaShem]] è con me fra coloro che mi aiutano!|''[[Hallel]]''}}
 
D'altronde il [[popolo ebraico]] compie Ghemilut Chassadim [quasi] persino verso [[Dio (ebraismo)|Dio]], proprio con lo [[studio della Torah]]; valore importante presenta quindi anche la [[Chavruta]].
 
Si insegna poi ad essere giusti e buoni anche considerando i "giovani" la cui [[anima]] richiede, come per tutti gli ebrei nel corso della Vita, ancora "completamento": ''...ché ([[Qadosh BarukhHu]]) esaudisce/ha ascoltato (la "[[Selichot|supplica]]"/le [[Preghiera ebraica|richiesta]]/e de) il "misero"'' (''[[Libro dei Salmi]]''); una volta avuto accesso alla consapevolezza del proprio miglioramento etico e spirituale, come comunque già precedentemente, si riesce ad "aiutare" il prossimo con meno difficoltà e con maggior agio.
 
Ghemilut Chassadim è quindi anche aiutare a rispettare le Mitzvot amate dagli ebrei: ciò è "occasione" meritevole ed unitaria.
 
Dio "ha dimostrato" predilezione ed amore per il popolo ebraico donandogli e rivelandogli le verità della Torah: esiste infatti una [[Berakhah]] [[preghiera ebraica|ebraica]] attraverso la quale si dichiara benedizione per Dio ''Che "ama" tutto il Suo popolo [[Ebrei|Israel]]''.
 
Disse Rav Yosef (''[[Talmud]]'') riguardo agli '''atti di "carità" verso il prossimo''', al sostentamento, al diritto ed ai suoi "limiti" nonché al "funerale" ed alla visita ai malati<ref>Nel ''Talmud'' è scritto che il "''coetaneo/simile''" prende 1/60 della "sua malattia" e che deve andare da lui malgrado ciò; v'è anche una narrazione dello stesso secondo cui un amico chiese ad un individuo notabile malato se avesse voluto guarire: ad un cenno affermativo il primo porse la mano e, (e)levandolo verso sé in posizione eretta, "fu guarito" [quasi] per [[miracolo]]</ref>:
 
{{quote|''Indicherai loro '''la via''' per la quale essi devono camminare e le opere che devono compiere''<ref>''Il Talmud. Introduzione, testi, commenti''. [[Edizioni Dehoniane Bologna|EDB]], Bologna, 2012 ISBN 978-88-10-21507-4 (pag. 126)</ref>}}
 
Peraltro anche nel [[Sefer haZohar]] (''233, 234, 235, 236'') viene discusso in merito sino ad affermare che la proclamazione di Dio, descritta in [[Bereshit (libro)|Bereshit]], ''...Facciamo...'' si riferisce agli atti di Carità e/o Compassione.
<!--- da tradurre
====Atti di amorevole gentilezza====
The dictionary meaning of the root g-m-l that is most supported by Talmudic usage is reciprocal acts. Gemilut signals that these are acts done in the context of a relationship with a built-in notion of benefit or compensation in return for the act. This immediately differentiates our tradition from those that emphasize the selflessness of service. The Talmud supports this, stating that the reward for service is in this world, not in the world to come (Shabbat 127a). Service can and should be valuable in some way to the person engaged in it.
 
Hesed appears in the Torah to communicate God's kindness and love toward humanity as well as human kindness and love toward each other. Hesed emerges as one of the essential ways humans engage with God to sustain creation. For example, in the story of Sodom and Gemorrah (Genesis 18:17), the 15th century Italian commentator, Seforno, notes that the reason that God decides to engage with Abraham in discussion is based on the hesed that Abraham showed to the angels who visited him just prior to this in the text (Genesis 18:2). Consequently, Lot and his family are rescued by God after Lot has tried to show hesed, in the form of hospitality, to his guests. Human hesed here results in evoking God's hesed.
 
The Talmud further establishes hesed as one of the core pillars of human behavior. ("The world rests upon three things, Torah, avodah, and gemilut hasadim." Pirkei Avot 1:2) The term gemilut hasadim is distinctly post-biblical and occurs for the first time in the Mishnah. In the Babylonian Talmud, Sukkot 49b, a discussion is related defining hesed by contrasting it with the other fundamental Jewish value of tzedakah. Hesed is laid out as the broader value because it can be done not only with money, but also with one's person. It can be given to the rich and the poor, the living and the dead. It furthermore states that, "The reward for charity depends entirely upon the extent of the kindness in it."
 
[The medieval commentator] Rashi's comment on this line succeeds in communicating the essence of their thinking. He writes that the actual giving of money or goods is tzedakah, and the tirkhah (the care, the bother) is the hesed. For example, when a person takes the trouble to give a poor person money in a compassionate manner and at a time when the poor person can use it well, he or she has brought hesed to the act of tzedakah. Rashi further states that hesed is when you give your heart and mind to the well-being of the poor person. Hesed occurs when there is understanding between two people and when the command to "love your neighbor as yourself" is fulfilled (see Mishneh Torah, chapter 14).
 
Acts of hesed are the active representation of a covenant among people, a social contract. This, as noted above in the discussion about Lot, has the mythic power to actively engage God in the covenant as well. This is not about simply getting a request in the mail for funds and writing a check, or bringing a can of soup to a box at your JCC or synagogue. It is not even about showing up once a year at the homeless shelter or soup kitchen or writing letters to Congress to effect social policies. Those are truly important, relevant acts, but they fail to engage people in relationships of understanding. It is when we become engaged with real people and communities on the other end of our giving of time and resources that we realize the covenantal aspect of hesed.
 
====Il significato della sofferenza====
There is much we can learn from these initial texts. On a practical level, a person who has received love and aid is far more likely to be able to pass on hesed to another person. Through acts of hesed (supported by tzedakah) where you treat someone like a human being, b'tselem elohim (in the image of God), with the respect they deserve, that person can be restored to the community. He or she can overcome the stigma of poverty, frailty, disease, or loneliness and can themselves become engaged, empowered actors of hesed.
 
The Talmud teaches (Shabbat 127a) that the reward for gemilut chasadim is in this world. How can we begin to understand this? Emanuel Levinas teaches that the meaning of suffering is in the opportunity for the other to respond to that suffering, to embrace the sufferer and, through doing so, bring God into the world. Suffering is meaningless for the sufferer. It only holds meaning when considering the perspective of the observer. The only meaning for suffering is the redemptive power it may have for the person who may bear witness to that suffering; indeed, our responsiveness to suffering may be our only means of redemption. When we respond to the other at a time of need, we fulfill our humanity and can find existential meaning in life.
(Rabbi S. Paasche-Orlow:[http://www.myjewishlearning.com/practices/Ethics/Caring_For_Others/Social_Welfare/Defining_Service.shtml#.UXPPCaK-rm4]
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== Galleria d'immagini ==
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File:Tzedoko gelt.JPG|Borsa TzedakahZedaqah e monete, su imbottitura di finta pelle.
File:Oberdorf am Ipf Synagoge 3631.JPG|Cassetta Zedaqah della Sinagoga di [[Bopfingen|Oberdorf]] ([[Germania]]).
File:Jewish cemetery Otwock Karczew Anielin IMGP6721.jpg|Raffigurazione di Cassetta Tzedakah su pietra tombale ebraica. Cimitero ebreo di [[Otwock]] (Karczew-Anielin).
File:Kirkut Otwock 11.jpg|Cassetta TzedakahZedaqah scolpita su lapide ebraica. Cimitero ebreo di [[Distretto di Otwock|Otwock]] (Eliezer Ari).
File:Pappenheim Jüdischer Friedhof 012.JPG|Cassetta TzedakahZedaqah scolpita su lapide ebraica. Cimitero ebreo a [[Pappenheim]].
File:Kupsa kchula 2006.jpg|Cassette della raccolta FNE. La cassetta blu del [[Fondo Nazionale Ebraico]] serviva a raccogliere donazioni per il consolidamento dello [[Stato di Israele]] nei primi anni.
File:Óbuda Synagogue interior (09).jpg|Nicchia Zedaqah per donazioni, interno della Sinagoga di [[Óbuda]] ([[Ungheria]]). L'iscrizione riporta: "L'offerta dà la vita".
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== Bibliografia ==
* {{it}} Maurizio Picciotto, rav Shlomo Bekhor (a cura di), ''Tzedakà: Giustizia o Beneficenza?'', [[Mamash]], Milano 2009. ISBN 978-88-86674-40-9
* [[Rabbino|Rabbi]]{{en}} Wayne Dossick, ''Living Judaism: The Complete Guide to Jewish Belief, Tradition, and Practice.'', pp.&nbsp;249–251.
* {{en}} Ronald L. Eisenberg, ''The JPS Guide to Jewish Traditions'', Jewish Publication Society, 2004.
 
== Voci correlate ==
* [[Amor di Dio]]
* [[Carità]]
* [[Elemosina]]
* [[Etica ebraica]]
* [[Imitatio DeiShemittah]]
* [[Studio della Torah]]
* [[Teshuvah]]
 
== Altri progetti ==
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{{Interprogetto|commons=Category:Tzedakah boxes on Jewish gravestones}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [https://toldot.ru/en/help-us/partner/ "Tzedakah" online] {{en}}
* [http://www.jewfaq.org/tzedakah.htm "Tzedakah at Judaism 101"] {{en}}ì
* [https://web.archive.org/web/20200226222210/http://www.mitzvahheroesfund.org/ "Examples of a Tzedakah Fund - Mitzvah Heroes Fund - Israel"] {{en}}
* [http://www.chabad.org/article.asp?AID=3056 "Tzedakah - Charity in Judaism"] {{en}}
* [http://www.handsontzedakah.org "Examples of a Tzedakah Fund - Hands on Tzedakah - USA and Israel"] {{en}}
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{{Portale|ebraismo}}
 
[[Categoria:Ebraismo]]
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