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L''''autore''' (dal latino ''auctor'', derivato dallo stesso tema di ''auctus'', participio passato del verbo ''augeo'' "aumentare", ma anche dalla radice di ''auctoritas'', "autorità"), in senso [[Arché|archetipico]], è il creatore di qualche cosa, "colui che fa aumentare" l'insieme dello [[conoscenza|scibile]] e del fruibile.
[[File:Dante-alighieri.jpg|thumb|[[Dante Alighieri]], autore della [[Divina Commedia]], in un'opera di [[Giotto]].]]
L{{'}}'''autore''' (dal [[lingua latina|latino]] ''auctor'', derivato dallo stesso tema di ''auctus'', participio passato del verbo ''augeo'' "aumentare", ma anche dalla radice di ''auctoritas'', "autorità"), in senso [[ArchéArchè|archetipico]], è il creatore di qualche cosaqualcosa, "colui che fa aumentare" l'insieme dello [[conoscenza|scibile]] e del [[Accessibilità (design)|fruibile]].
 
== Concetto di autore ==
In [[letteratura]] per autore si intende il creatore dell'[[opera letteraria]], colui che ne concepisce il disegno nella propria mente. Non si tratta necessariamente di colui che scrive materialmente il testo, né va confuso con il [[narratore]], suo [[alter- ego]] all'interno del testo medesimo. Già i greci riconoscevano la paternità delle opere e nel Medioevo la nozione di ''auctoritas'' dell'autore ha condizionato la ricezione di opere letteraria contemporanee e passate, attribuendo a tutto ciò che era scritto un valore di verità che tutt'oggi si è restii a non riconoscere.
 
In [[letteratura]] per autore si intende il creatore dell'[[opera letteraria]], colui che ne concepisce il disegno nella propria mente. Non si tratta necessariamente di colui che scrive materialmente il testo, né va confuso con il [[narratore]], suo alter-ego all'interno del testo medesimo. Già i greci riconoscevano la paternità delle opere e nel Medioevo la nozione di ''auctoritas'' dell'autore ha condizionato la ricezione di opere letteraria contemporanee e passate, attribuendo a tutto ciò che era scritto un valore di verità che tutt'oggi si è restii a non riconoscere.
 
Il termine "autore" è anche utilizzato nell'ambito del [[diritto commerciale]] (segnatamente nel [[diritto d'autore]]) e nel linguaggio comune per indicare il soggetto creatore di un'opera dell'ingegno, ovvero chi, per primo, ha inventato qualcosa non precedentemente esistente.
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Di conseguenza, il [[diritto d'autore]] - articolato in [[Diritto d'autore italiano#Diritto morale|diritto morale]] e [[Diritto d'autore italiano#Diritti di utilizzazione economica|diritto di utilizzazione economica]] - è la posizione giuridica meritevole di tutela volta a riconoscere e a far riconoscere la paternità morale di un'opera dell'ingegno ed i diritti di sfruttamento economico della medesima.
 
Nell'Nel [[OxfordVocabolario English DictionaryTreccani]] "Ll'Autore" è definito sia come "lachi personaè che creacausa o origine vitadi auna tuttocosa, artefice, promotore", sia come "colui che espone"ha prodotto un'opera letteraria, scientifica o leartistica leggiin scrittegenere". La prima citazioneaccezione indica che la paternità determina la responsabilità di quanto si è creato.; Lala seconda continua a chiarirespecifica che, quando si usa la parola "autore", ciò che viene creato,per la maggior parte delle volte, èsi associatointende concolui lache letteraturaha scritto un'opera.
 
In [[musica]] viene indicato autore chi scrivecrea illa testoparte letteraria di unaun canzone,brano musicale o di un il libretto d'opera ecc. mentre(testo, parole), comunemente anche detto [[paroliere]]; viene indicato come [[compositore]] chi scrive la parte musicale.<ref>{{Cita web|url=https://www.dirittodautore.it/conosci-i-tuoi-diritti/musica/?cn-reloaded=1|titolo=Musica. Diritto d'autore|accesso=2020-12-28}}</ref>
 
In una conferenza del [[1969|1976]], lo storico francese [[Michel Foucault]] sostiene che la nozione d'autore non è la stessa che ha funzione di [[Sostantivo|nome]] nella [[grammatica]], e che bisogna intendere l'autore a seguito di quattro sue caratteristiche (variabili nella storia). L'autore è dunque:
* il responsabile del discorso (cioè giuridicamente punibile, esprimente [[Proprietà (diritto)|proprietà]]);
* il garante del senso (per conoscenza della tradizione o per ispirazione divina, esprimente credibilità);
* il progettista d’und'un discorso (coerente nello stile e nelle idee, esprimente costanza nel [[beneBene (filosofia)|valore]] e unità di [[stile]]);
* il portatore d’unad'una simulazione di diversi soggetti che parlano contemporaneamente (colui che fa il lavoro, colui che all’internoall'interno del lavoro assume una posizione condivisibile, colui che racconta il lavoro stesso all’internoall'interno d’altrid'altri lavori passati e futuri).
 
Il concetto filosofico fondamentale dietro la nozione d'autore è dunque, secondo Foucault, la "trandiscorsività", cioè l'opportunità di fondare la possibilità e la regola di formazione di altri discorsi, in un continuo rimando di senso che attraversa discorsi prima e dopo la vita singola dell'autore stesso, vuoi per analogia, vuoi per differenza. Insomma più che l'autore come persona (fisica, artistica, giuridica) è la «possibilità indefinita del discorso» che sovrasta l’operal'opera dalla parte dell’autoredell'autore mentre lo fa scomparire nei «modi di circolazione, valorizzazione, attribuzione e appropriazione dei discorsi» variabili e modificabili in culture diverse.
dei discorsi» variabili e modificabili in culture diverse.
 
Scrive infatti Foucault che: "in breve, si tratta di togliere al soggetto (o al suo sostituto) il suo ruolo di fondamento originario, e di analizzarlo come una funzione variabile e complessa del discorso"<ref>''Che cos'è un autore?'', in M.Michel Foucault, ''Scritti letterari'', a cura di Cesare Milanese, Feltrinelli, Milano 1971, pp. 1-21, in part. p. 20.</ref>. Sullo stesso asse, anche [[Roland Barthes]] ha parlato di ''morte dell'autore''<ref>R. Barthes, ''Il brusio della lingua'', trad. di Bruno Bellotto, Einaudi, Torino 1988, in part. pp. 13-22, 23-37 e 51-64.</ref>, sostenendo che l'autore, nei confronti del testo, è una chiusura, e facendo pendere la bilancia, non solo in sede critica verso l'opera, in un "luogo dove la molteplicità si riunisce, e tale luogo non è l'autore, come sinora è stato affermato, bensì il lettore [...] l'unità di un testo non sta nella sua origine ma nella sua destinazione"<ref>''ivi'', p. 56.</ref>. E ciò si può intendere anche fuori dall'ambito [[letteratura|letterario]].
 
== Note ==
<references />
 
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