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==25 settembre 2017==
== Il Regno di Carlo III di Borbone ==
[[File:Goya Karol3.jpg|thumb|left|Carlo III.]]
 
=== Gli omicidi dei giudici Saetta e Livatino ===
Nel [[1734]] la [[Sicilia]] si ritrovò unita a [[Napoli]], allorché [[Carlo III di Spagna|Carlo]], infante di Spagna, mosse alla conquista del Regno di Sicilia diventandone Re col titolo di Carlo III. Egli non aveva trovato difficoltà a cacciare gli austriaci il cui esercito non aveva opposto molta resistenza. I siciliani, da parte loro, non avevano fatto nulla per ribellarsi all'[[Austria]] e per chiedere l'aiuto spagnolo per la liberazione, tuttavia la costituzione della nuova monarchia borbonica, che riuniva in un unico stato indipendente e sovrano il [[Mezzogiorno]] continentale ed insulare, fu salutata dalla popolazione con straordinario entusiasmo. Questo era dovuto al fatto che, liberato dalla condizione di provincia, il Mezzogiorno poteva affrontare un processo di trasformazione che consolidasse il nuovo dell'indipendenza.
{{Immagine multipla|larghezza totale=220|immagine1=Giudice Antonino Saetta.jpg|immagine2=Giudice Rosario Livatino.jpg|sotto=I giudici [[Antonino Saetta]] e [[Rosario Livatino]].}}
La strada fu teatro degli omicidi dei giudici [[Antonino Saetta]], nel [[1988]], e [[Rosario Livatino]], nel [[1990]], entrambi uccisi per mano di [[Cosa Nostra]]: Saetta venne assassinato il 25 settembre 1988 in località Grotta d'Acqua ([[Caltanissetta]]), durante il suo rientro a [[Palermo]], e nell'attentato vi rimase vittima anche il figlio; Livatino fu ucciso due anni dopo, il 21 settembre 1990, in contrada Gasena ([[Agrigento]]), mentre si stava dirigendo ad Agrigento. Nei luoghi in cui avvennero gli omicidi sono stati realizzati due cippi funebri che ricordano i magistrati.
 
Nel [[2011]] il sindaco di [[Canicattì]] Vincenzo Corbo propose di intitolare la strada ai giudici Saetta e Livatino,<ref>{{cita web|url=http://www.canicattiweb.com/2011/08/24/canicatti-il-sindaco-corbo-intitolare-la-statale-640-ai-giudici-livatino-e-saetta/|titolo=Canicattì, il sindaco Corbo: intitolare la Statale 640 ai giudici Livatino e Saetta|sito=CanicattìWeb|data=24 agosto 2011|accesso=6 luglio 2016}}</ref> ma la proposta non ebbe seguito; tuttavia ai due magistrati sono intitolati due viadotti, realizzati nell'ambito dei lavori di ammodernamento della strada, che si trovano in prossimità dei luoghi in cui avvennero rispettivamente i due omicidi. La cerimonia di intitolazione del viadotto "Giudice Livatino", precedentemente chiamato "Gasena", avvenne il 21 settembre 2016, in occasione del ventiseiesimo anniversario della morte di Livatino;<ref>{{cita web|url=http://www.stradeanas.it/sala_stampa/comunicati_stampa/dettaglio/arg/comunicati/id/16990|titolo=Sicilia, Anas: il nuovo viadotto `Gasena` della strada statale 640 `di Porto Empedocle` intitolato al magistrato Rosario Livatino|data=21 settembre 2016|accesso=25 settembre 2016}}</ref> il viadotto "Giudice Saetta" venne intitolato e aperto al traffico con una cerimonia il 25 settembre [[2017]], esattamente ventinove anni dopo l'omicidio di Saetta.<ref>{{cita web|url=|data=25 settembre 2017|accesso=25 settembre 2017}}</ref>
Il [[2 settembre]] [[1734]], il generale spagnolo [[Duca di Montemar|Montemar]] prese possesso dell'ufficio di [[Viceré]] a [[Palermo]]; ma Montemar non rappresentava il solito Viceré, come tanti in precedenza, in quanto il suo mandato era quello di gettare le premesse militari e politiche per la fondazione di una nuova monarchia. La novità era evidente per il fatto che le truppe spagnole, per tanto tempo strumento di dominio straniero, adesso concorrevano a dar vita ad uno stato indipendente e nazionale che avrebbe rappresentato il fatto nuovo del [[XVIII secolo|settecento]] [[Italia|italiano]].
 
=== L'incoronazioneTabella di Carlopercorso ===
Su sfondo colorato i tratti interessati dai lavori di ammodernamento del secondo lotto:
I nobili palermitani anelavano da molto tempo ad avere un proprio Re che garantisse loro tutti i simboli del potere e del prestigio, per questa ragione si sentirono lusingati quando Carlo III di Borbone si fece incoronare a Palermo. Solo dopo che il Re giurò nel [[Duomo di Palermo]] sui [[Vangeli]] il rispetto e l'osservanza della [[Costituzione del Regno di Sicilia|Costituzione]] e dei [[Capitoli del Regno di Sicilia]], oltre che dei [[privilegi]] e delle [[consuetudini]] della sua capitale, i baroni e gli ecclesiastici siciliani gli giurarono fedeltà ma senza manifestare mai nulla di più che un consenso di massima.
*su sfondo <span style="background:#99cbff"> celeste </span> i tratti già ammodernati;
*su sfondo <span style="background:#f7e89f"> ocra </span> i tratti non ancora ammodernati.
 
{| class="wikitable"
L'incoronazione avvenne mentre le cittadelle di [[Messina]], [[Siracusa]] e [[Trapani]] erano ancora in mani austriache. La fretta di ricevere la corona proprio a Palermo non fu dettata dal desiderio di compiacere i siciliani, bensì dall'atteggiamento dello [[Stato Pontificio]] al quale occorreva contrapporre un pronto riparo. La [[Santa Sede]] considerava i Regni di [[Regno di Napoli|Napoli]] e di Sicilia feudi della [[Chiesa romana]], anche se con differenti condizioni di vassallaggio. Riguardo [[Napoli]] i giuristi del tempo si chiedevano se la [[Chinea]] offerta al [[Papa]] il [[29 giugno|giorno di SS. Pietro e Paolo]] potesse considerassi atto di vassallaggio; il dubbio esisteva, ma nessuno si sentiva di escludere il preteso diritto della [[chiesa (istituzione)|Chiesa]].
|- align="center" style="color: white;font-size:100%;" bgcolor="#00408b"
| colspan="5" | [[File:Strada Statale 640 Italia.svg|50px]]<br />''Strada degli Scrittori''
|-
!Tipo!!Indicazione!!km!!Provincia!!Strada europea
|-
| {{simbolo|Italian traffic signs - città.svg|23}} || [[Porto Empedocle]]<br />{{simbolo|Italian traffic signs - icona traghetto.svg|17}} <small> [[Linosa]], [[Lampedusa]] </small> ||align="right"| 0,6 ||rowspan=19 align="center"|[[Provincia di Agrigento|AG]] || rowspan=2|
|-
| {{simbolo|AB-AZ-blau.svg}} {{simbolo|Italian traffic signs - divieto di transito.svg|15}} || {{simbolo|Italian traffic signs - lavori.svg|15}} Variante di Porto Empedocle<br />{{simbolo|Italian traffic signs - icona industria.svg|15}} <small>Zona industriale</small> ||align="right"| 1,3
|-
| {{simbolo|AB-AZ-blau.svg}} || {{simbolo|Italian traffic signs - strada europea 931.svg|35}} {{simbolo|Strada Statale 115 Italia.svg|40}} ''[[Strada statale 115 Sud Occidentale Sicula#Da Trapani a Porto Empedocle|Sud Occidentale Sicula]]'' <small> (direzione [[Trapani]]) </small> ||align="right"| 2,9 || align="center" rowspan=3|[[File:Italian traffic signs - strada europea 931.svg|35px|link=Strada europea E931]]
|-
| {{simbolo|AB-AZ-blau.svg}} || [[San Leone (Agrigento)|San Leone]] ||align="right"| 5,3
|-
| {{simbolo|Italian traffic signs - rotatoria.svg|17}} || ''Rotonda Giunone''<br />{{simbolo|Italian traffic signs - strada europea 931.svg|35}} {{simbolo|Strada Statale 115 Italia.svg|40}} ''[[Strada statale 115 Sud Occidentale Sicula#Da Agrigento a Siracusa|Sud Occidentale Sicula]]'' <small> (direzione [[Siracusa]]) </small><br /><small>{{simbolo|Italian traffic signs - icona zona archeologica.svg|17}} [[Valle dei Templi]], [[Agrigento]], [[Villaseta]]</small> ||align="right"| 6,6
|-
| [[File:AB-Kreuzung-blau.svg]] || [[Favara]] - [[Villaggio Mosè]]<br />{{simbolo|Strada Statale 115 Italia.svg|30}} <small>[[Palma di Montechiaro]]</small>||align="right"| 7,9 || rowspan=29|
|-
| {{simbolo|Italian traffic signs - rotatoria.svg|17}} || ''Rotonda San Pietro''<br />{{simbolo|Strada Provinciale 80 Italia.svg|30}} <small>[[Agrigento]] est, [[Favara]]</small> || rowspan=2 align="right"| 9,8
|-
| {{simbolo|Italian traffic signs - strada_extraurbana principale.svg|17}} || <small>Inizio tratto a doppia carreggiata</small>
|-
| {{simbolo|Italian traffic signs - simbolo area servizio.svg}} || Area di servizio<br /><small>Solo in direzione A19</small> || align="right"| 10,0
|-
| {{simbolo|AB-AS-blau.svg}} || {{simbolo|Italian traffic signs - lavori.svg|15}} ''Petrusa''<br />{{simbolo|Strada Statale 122 Italia.svg|30}} <small>Favara, Agrigento nord (''[[Quadrivio Spinasanta]]'', ''[[Fontanelle (Agrigento)|Fontanelle]]'')</small>|| align="right"| 10,9
|-
| {{simbolo|Italian traffic signs - ponte blu.svg|17}} || Viadotto [[Rosario Livatino|Giudice Livatino]] <small>(520&nbsp;m)</small> || align="right"| 12,5
|-
| {{simbolo|AB-AS-blau.svg}} || ''Caldare''<br /><small>{{simbolo|Strada Provinciale 3 Italia.svg|30}} [[Aragona (Italia)|Aragona]], Favara, Agrigento nord (''Quadrivio Spinasanta'', ''Fontanelle'')</small> || align="right"| 16,2
|-
| {{simbolo|AB-AS-blau.svg}} || ''Scintilia''<br /><small>{{simbolo|Strada Provinciale 85 Italia.svg|30}} Favara</small> || align="right"| 19,0
|-
| {{simbolo|AB-AS-blau.svg}} || ''Noce''<br /><small>{{simbolo|Strada Provinciale 13 Italia.svg|30}} [[Grotte]]</small>|| align="right"| 23,2
|-
| {{simbolo|AB-AS-blau.svg}} || ''Colmitella''<br /><small>[[Castrofilippo]], [[Racalmuto]]</small> || align="right"| 25,3
|-
| {{simbolo|AB-AS-blau.svg}} || ''Aquilata''<br /><small>{{simbolo|Nuova Strada ANAS 388 Italia.png|30}}''[[Strada statale 640 Strada degli Scrittori#Nuova strada ANAS 388 ex SS 640 (Tratto sotteso da variante)|(ex SS 640)]]'' [[Castrofilippo]], [[Canicattì]] sud<br />{{simbolo|Strada Provinciale 15 Italia.svg|30}} Racalmuto</small>|| align="right"| 28,5
|-
| {{simbolo|Italian traffic signs - ponte blu.svg|17}} || [[Viadotto Serra Cazzola]] <small>(980&nbsp;m)</small> || align="right"| 29,1
|-
| {{simbolo|AB-AS-blau.svg}} || ''Vecchia Dama''<br /><small>{{simbolo|Nuova Strada ANAS 388 Italia.png|30}}''[[Strada statale 640 Strada degli Scrittori#Nuova strada ANAS 388 ex SS 640 (Tratto sotteso da variante)|(ex SS 640)]]'' Castrofilippo, Canicattì sud</small>|| align="right"| 32,6
|-
| {{simbolo|AB-AS-blau.svg}} || ''Cannemaschi''<br /><small>{{simbolo|Strada Statale 122 Italia.svg|30}} Canicattì nord, [[Serradifalco]]</small>|| align="right"| 37,2
|-
| {{simbolo|Italian traffic signs - simbolo area servizio.svg}} || Area di servizio<br /><small>Solo in direzione A19</small> || align="right"| 39,1 || rowspan=14 align="center"|[[Provincia di Caltanissetta|CL]]
|- bgcolor="#99cbff"
| {{simbolo|AB-AS-blau.svg}} {{simbolo|Italian traffic signs - divieto di transito.svg|15}} || {{simbolo|Italian traffic signs - lavori.svg|15}} ''[[Serradifalco]]''<br /><small>{{simbolo|Strada Provinciale 133 Italia.svg|30}} Serradifalco, [[Delia (Italia)|Delia]]</small> || align="right"| 42,4
|- bgcolor="#99cbff"
| {{simbolo|Italian traffic signs - ponte blu.svg|17}} || Viadotto [[Antonino Saetta|Giudice Saetta]] <small>(800&nbsp;m)</small> || align="right"| 44,1
|- bgcolor="#99cbff"
| {{simbolo|Italian traffic signs - fine strada extraurbana principale (figura II 346).svg|17}} || <small>Fine tratto a doppia carreggiata</small> || 47,5
|- bgcolor="#f7e89f"
| {{simbolo|AB-AZ-blau.svg}} || {{simbolo|Strada Provinciale 34 Italia.svg|40}} [[Delia (Italia)|Delia]] - [[Sommatino]] || align="right"| 52,5
|- bgcolor="#f7e89f"
| {{simbolo|AB-AZ-blau.svg}} || ''[[San Cataldo (Italia)|San Cataldo]]''<br />{{simbolo|Strada Provinciale 6 Italia.svg|30}} || align="right"| 56,0
|- bgcolor="#f7e89f"
| {{simbolo|AB-AZ-blau.svg}} || ''[[Caltanissetta]] sud''<br />{{simbolo|Strada Provinciale 5 Italia.svg|30}} <small>''[[Strada provinciale 5 Bivio Minichelli-Favarella|bivio Minichelli-Favarella]]''</small> || align="right"| 57,4
|-
| {{simbolo|AB-AZ-blau.svg}} || {{simbolo|Strada Statale 640dir Italia.svg|40}} ''[[Strada statale 640 Strada degli Scrittori#Strada statale 640 dir Raccordo di Pietraperzia|Raccordo di Pietraperzia]]'' || align="right"| 59,0
|-
| {{simbolo|AB-AZ-blau.svg}} || ''[[Caltanissetta]]''<br />{{simbolo|Strada Provinciale 29 Italia.svg|30}} <small>San Cataldo</small> || align="right"| 61,0
|- bgcolor="#f7e89f"
| {{simbolo|AB-AZ-blau.svg}} || ''Xirbi''<br /><small>{{simbolo|Strada Statale 122bis Italia.svg|30}} ''[[Strada statale 122 Agrigentina#Strada statale 122 bis Agrigentina|Agrigentina]]''<br />[[Caltanissetta]] nord, [[Santa Caterina Villarmosa]]</small>|| align="right"| 65,0
|- bgcolor="#99cbff"
| {{simbolo|Italian traffic signs - strada_extraurbana principale.svg|17}} || <small>Inizio tratto a doppia carreggiata</small> || align="right"| 67,0
|- bgcolor="#99cbff"
| {{simbolo|Italian traffic signs - simbolo area servizio.svg}} || Area di servizio<br /><small>Solo in direzione A19</small> || align="right"| 67,6
|- bgcolor="#99cbff"
| {{simbolo|Italian traffic signs - fine strada extraurbana principale (figura II 346).svg|17}} || <small>Fine tratto a doppia carreggiata</small> || 71,0
|- bgcolor="#f7e89f"
| {{simbolo|AB-AZ-blau.svg}} || ''Imera''<br /><small>{{simbolo|Strada Statale 626 Italia.svg|30}} ''[[Strada statale 626 della Valle del Salso|della Valle del Salso]]''<br />[[Caltanissetta]] sud, [[Gela]]</small>|| align="right" | 72,6
|-
| bgcolor="#f7e89f"| {{simbolo|Italian traffic signs - autostrada.svg|17}} || bgcolor="#f7e89f"| {{simbolo|Italian traffic signs - strada europea 932.svg|27}} {{simbolo|Autostrada A19 Italia.svg|24}} ''[[Autostrada A19 (Italia)|Palermo-Catania]]'' || bgcolor="#f7e89f" align="right" |74,5 ||align="center"|[[Provincia di Enna|EN]]
|}
 
=== II maxilotto ===
Per la [[Sicilia]], invece, si aveva motivo di affermare che non si trattava di feudo soggetto a servitù poiché il Re, per diritto ereditario, agiva quale rappresentante del capo della Chiesa e non era quindi tenuto a sottoporsi all'investitura papale.
[[File:Busita 3 in costruzione.jpg|thumb|Il viadotto Busita III in costruzione nei pressi dell'uscita Caltanissetta Nord (settembre 2014).]]
[[File:Strada Statale 640 Arenella.jpg|thumb|Tratto della "bretella" in località Arenella, con la sola carreggiata in direzione Agrigento provvisoriamente aperta a doppio senso di circolazione (marzo 2016).]]
L'adeguamento a strada extraurbana principale del secondo maxilotto, da Canicattì all'innesto con la [[Autostrada A19 (Italia)|A19]], è finanziato con 990 milioni di euro dal [[Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica|CIPE]]. Per questo tratto sono previsti sedici viadotti, nove gallerie e sei svincoli.<ref name=delibera_cipe>{{cita web|url=http://www.cipecomitato.it/it/il_cipe/delibere/download?f=E090037.pdf|titolo=Deliberazione CIPE 26 giugno 2009, n. 37|formato=PDF|accesso=21 gennaio 2016}}</ref> Pur ricalcando in linea di massima il vecchio tracciato, la nuova arteria presenterà alcuni tratti in variante, il più importante dei quali è quello tra i nuovi svincoli di Caltanissetta sud e Caltanissetta nord, che permetterà di evitare il centro abitato attraverso la realizzazione di una [[Galleria Caltanissetta|nuova grande galleria, denominata "Caltanissetta"]], a ovest della città, e la costruzione di nuovi viadotti e gallerie a nord di questa che correranno paralleli ai tre viadotti esistenti (San Giuliano di 1140&nbsp;m, La Spia di 420&nbsp;m e Xirbi di 348&nbsp;m, tutti e tre progettati dall'ingegner [[Silvano Zorzi]]) ma ad una quota più bassa.<ref name=delibera_cipe /> {{Citazione necessaria|Tali viadotti sono stati progettati in base ad un vincolo paesaggistico che già negli [[Anni 1970|anni settanta]], epoca di costruzione della SS 640, spinse Zorzi a realizzare le pile del viadotto Xirbi ispirandosi all'antico viadotto ferroviario che sorge ad ovest del viadotto La Spia.}}
La nuova arteria si ricollegherà al tracciato di quella attuale in prossimità dello svincolo Caltanissetta-Xirbi sulla [[Strada statale 122 Agrigentina#Strada statale 122 bis Agrigentina|SS 122 bis]] che verrà riqualificato e fungerà da svincolo per Caltanissetta nord. Tutto il vecchio tracciato sarà a servizio della città di Caltanissetta: il tratto compreso tra il costruendo svincolo di Caltanissetta sud e l'attuale svincolo di Caltanissetta centro sarà implementato di spartitraffico e illuminazione, e la sua gestione sarà devoluta al Comune di Caltanissetta; la restante parte sarà affidata alla Provincia.<ref>{{Cita news|titolo=Le opere di compensazione dell'ANAS - Saranno realizzate nuove strade di accesso alla città|pubblicazione=[[La Sicilia]] (edizione Caltanissetta e provincia)|data=19 gennaio 2012|p= 29}}</ref>
 
I lavori sono ufficialmente cominciati il 16 aprile [[2012]] con la cerimonia della posa della prima pietra.<ref name=2_lotto>{{cita web|url=http://cmcgruppo.com/blogit/2012/04/16/ss-640-posa-della-prima-pietra-del-2-lotto-mentre-aprono-al-traffico-95-km-del-1/|titolo=SS 640: posa della prima pietra del 2º lotto mentre aprono al traffico 9,5 km del 1°|accesso=7 settembre 2012}}</ref> I primi 5&nbsp;km ammodernati del II maxilotto, situati tra gli svincoli di Caltanissetta Nord e Imera, nel tratto comunemente noto come "[[Raccordo A19-Caltanissetta|bretella]]", sono stati aperti al traffico l'8 luglio [[2016]].<ref>{{cita web|url=http://www.stradeanas.it/it/sicilia-anas-aperti-al-traffico-5-km-di-nuova-viabilit%C3%A0-della-strada-statale-640-degli-scrittori-tra|titolo=Sicilia, Anas: aperti al traffico 5 km di nuova viabilità della strada statale 640 `Degli Scrittori` tra l`autostrada A19 e lo svincolo di Caltanissetta Nord|data=8 luglio 2016|accesso=23 settembre 2016}}</ref> Per consentire la realizzazione di questo tratto ed eseguire i lavori con maggiore celerità e sicurezza, si è reso necessario chiudere la bretella tra gli svincoli di Xirbi e Imera dal 18 settembre 2014<ref name=anas_chiusura_bretella>{{cita web|url=http://www.stradeanas.it/sala_stampa/comunicati_stampa/dettaglio/arg/comunicati/id/12138|titolo=Sicilia, Anas: dalla mezzanotte del 18 settembre, chiusura della strada statale 640 `Di Porto Empedocle`, in entrambi i sensi di marcia, dal km 65,200 al km 72,500, a Caltanissetta|data=15 settembre 2014|accesso=22 marzo 2016}}</ref> al 21 marzo 2016, data in cui è stata aperta la sola carreggiata in direzione Caltanissetta, provvisoriamente predisposta a doppio senso di marcia.<ref>{{cita news|autore=Stefano Gallo|url=http://caltanissetta.gds.it/2016/03/22/statale-640-riaperta-la-bretella_490473/|titolo=Statale 640, riaperta la bretella|pubblicazione=[[Giornale di Sicilia]]|data=22 marzo 2016|accesso=22 settembre 2016}}</ref> La riapertura del tratto di strada, inizialmente prevista dopo pochi mesi,<ref name=anas_chiusura_bretella /> è stata più volte rinviata.<ref>{{cita news|autore=Giuseppe Scibetta|titolo=Riapre la "bretella", quattro chilometri col nuovo percorso|pubblicazione=[[La Sicilia]]|data=20 marzo 2016}}</ref> Durante i 17 mesi di chiusura il traffico è stato allora deviato sulla [[Strada statale 640 Strada degli Scrittori#Strada statale 640 dir Raccordo di Pietrperzia|strada statale 640 dir Raccordo di Pietraperzia]] (tra l'innesto con la SS&nbsp;640 e lo svincolo con la SS&nbsp;626) e sulla [[strada statale 626 della Valle del Salso]] (dalla SS&nbsp;640&nbsp;dir all'innesto con la SS&nbsp;640 presso lo svincolo di Imera),<ref name=anas_chiusura_bretella /> entrambe con caratteristiche di scorrimento veloce, sulle quali si è registrato un notevole aumento del traffico, e conseguentemente di incidenti stradali.<ref>{{cita news|autore=Stefano Gallo|url=http://caltanissetta.gds.it/2015/05/14/autovelox-in-arrivo-sulle-strade-di-caltanissetta_355888/|titolo=Autovelox in arrivo sulle strade di Caltanissetta|pubblicazione=[[Giornale di Sicilia]]|data=14 maggio 2015|accesso=22 marzo 2016}}</ref> Il 25 settembre 2017 sono stati aperti al traffico 8,5&nbsp;km di nuova arteria tra le contrade Grottarossa e Favarella.<ref>{{cita web|url=|data=25 settembre 2017|accesso=25 settembre 2017}}</ref>
Non sentendosi certo di essere dalla parte della ragione, nello smentire il preteso diritto della Chiesa sul [[Regno di Napoli]], Carlo III scelse la formula ambigua di [[Re delle Due Sicilie]] e, bruciando i tempi, il 3 luglio del [[1735]] riceve dalla [[Arcidiocesi di Palermo]] per mano di [[Matteo Basile]], O.F.M. † (arcivescovo dal 3 settembre 1731 - deceduto nel 1736) la corona di Sicilia legittimando di fronte a Roma il nuovo [[regime borbonico]] e la conquista del regno meridionale. Fu un successo per la sua diplomazia e di conseguenza uno scacco per la politica vaticana.
 
==Tabelle percorso==
La grande cerimonia dell’incoronazione a Palermo, imposta da circostanze di forza maggiore, fece pensare che Carlo volesse fissare la propria dimora nella capitale siciliana invece che a [[Napoli]]. Fu una cerimonia fastosa e solenne rimasta celebre negli annali della cronaca palermitana; ma la speranza di una corte reale insediata a Palermo durò solo una settimana, infatti allo scadere di questa il Re spostò la capitale a Napoli lasciando a Palermo un Viceré.
 
{| class="wikitable"
La partenza di Carlo da Palermo rappresentò per i siciliani un affronto che generò quel clima di profonda delusione nel quale si rafforzò l'antico dualismo tra Napoli e Palermo che avrebbe avuto, negli anni seguenti, risvolti drammatici.
|- align="center" bgcolor="00408B" style="color: white;font-size:100%;"
| colspan="4" | [[Immagine:Strada Statale 640 Italia.svg|50px]] ''di Porto Empedocle'' <br> '''I maxilotto Agrigento - Canicattì'''
|-
!Tipo!!Indicazione!!km!!Provincia
|-
| [[File:Italian traffic signs - rotatoria.svg|18px]] || [[Agrigento]] est <br> [[File:Strada Statale 640 Italia.svg|40px]] ''di Porto Empedocle'' <br> <small> [[Porto Empedocle]] - [[Immagine:Italian traffic signs - icona zona archeologica.svg|17px]] [[Valle dei Templi]]</small> <br> [[File:Italian traffic signs - strada europea 931.svg|25px]] [[File:Strada Statale 115 Italia.svg|30px]] ''[[Strada statale 115 Sud Occidentale Sicula#Da Trapani a Porto Empedocle|Sud Occidentale Sicula]]'' <br> <small> [[Trapani]] - [[Siracusa]] </small> || 9,8 ||rowspan="11" align="center"| [[Provincia di Agrigento|AG]]
|-
| [[File:AB-AS-blau.svg]] || [[File:Strada Statale 122 Italia.svg|40px]] ''[[Strada statale 122 Agrigentina|Agrigentina]]'' <br> <small> [[Favara]] - [[Agrigento]] nord </small>
|-
| [[File:AB-AS-blau.svg]] || [[Favara]] - [[Aragona (Italia)|Aragona]]
|-
| [[File:AB-AS-blau.svg]] || [[Favara]] - [[Grotte]]
|-
| [[File:AB-AS-blau.svg]] || [[Grotte]]
|-
| [[File:AB-AS-blau.svg]] || [[Racalmuto]]
|-
| [[File:AB-AS-blau.svg]] || [[Canicattì]] sud - [[Racalmuto]] <br> <small> ''ex [[File:Strada Statale 640 Italia.svg|40px]] di Porto Empedocle'' </small>
|-
| [[File:Italian traffic signs - ponte blu.svg|23px]] || "Serra Cazzola"
|-
| [[File:AB-AS-blau.svg]] || ''ex [[File:Strada Statale 640 Italia.svg|40px]] di Porto Empedocle''
|-
| [[File:AB-AS-blau.svg]] || [[Canicattì]] nord <br> [[File:Strada Statale 122 Italia.svg|30px]] ''[[Strada statale 122 Agrigentina|Agrigentina]]'' <br> <small> [[Serradifalco]] </small>
|-
| [[File:Italian traffic signs - strada extraurbana principale.svg|23px]] || [[File:Strada Statale 640 Italia.svg|40px]] ''di Porto Empedocle'' <br> '''II maxilotto''' <br> <small> [[Caltanissetta]] - [[File:Italian traffic signs - strada europea 932.svg|25px]] [[File:Autostrada A19 Italia.svg|22px]] ''[[Autostrada A19|Palermo-Catania]]''</small> || 44,4
|}
 
;cronologia delle aperture dei segmenti ammodernati del I lotto (dal km 9,8 al km 44,4)
=== Il piano riformistico di Montallegre ===
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Carlo III si trovò a regnare su uno stato nel quale molti dei poteri della sovranità, che altrove costituivano normali attributi del regno, risultavano concentrati parte nel [[clero]] e nel [[baronaggio]], parte nelle comunità territoriali e parte negli stessi organi amministrativi e giudiziari che, seppure formalmente dipendenti dal Re, nella sostanza risultavano appannaggio di ceti e gruppi particolari. La nuova monarchia meridionale, che non poteva contare sul sostegno apprezzabile di forze interne, si trovò quindi nella necessità di costruire un apparato politico ed amministrativo che ne garantisse il funzionamento. Ma per attuare un simile programma si rendeva indispensabile riportare alla corona poteri che di fatto s'erano perduti nei meandri della consuetudine, oppure erano divenuti strumenti di forza nelle mani di caste privilegiate.
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Nel [[1738]], dopo la firma del [[trattato di Vienna]] e la concessione dell'investitura da parte del [[Papa]], Carlo III affidò a [[Montallegre]] la direzione politica di un piano di riforme contenente una serie di proposte ufficialmente tendenti al buon governo e al miglioramento del [[Regio erario]], ma che in effetti scaturivano dalle raccomandazioni della corte spagnola in base alle quali vi era da tener testa al [[baronaggio]] per non esserne sopraffatti. Il piano di riforme, una vera e propria strategia volta a rafforzare il potere regio, si era avvalso di uno studio sull'amministrazione della giustizia affidato ad un gruppo di giuristi e alti funzionari; si prevedeva di limitare il numero dei chierici e dei religiosi, di ridurre la consistenza del patrimonio ecclesiastico proibendo alla Chiesa l'acquisto di nuovi beni immobili, inoltre si prospettava la necessità di togliere ai baroni la giurisdizione ritenuta di provenienza illegale. Altri suggerimenti riguardavano la concessione di vantaggi ai commercianti e l’attuazione di misure di austerità tendenti a moderare il lusso e a ripartire più equamente il peso fiscale tra i sudditi.
|rowspan=2| [[2011]] || [[10 novembre]] || dal km 13,2 al km 16,2 (3&nbsp;km) || [[Favara]] || <ref>{{cita web|url=http://cmcgruppo.com/blogit/2011/11/10/inaugurato-oggi-un-tratto-a-4-corsie-della-nuova-strada-statale-640-di-porto-empedocle/|titolo=Inaugurato oggi un tratto a 4 corsie della nuova strada statale 640 di Porto Empedocle|accesso=7 settembre 2012}}</ref>
 
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La nomina del principe [[Bartolomeo Corsini (diplomatico)|Bartolomeo Corsini]] a [[Viceré di Sicilia]] rappresentò un fatto politico e rilevante, nel senso della precisa volontà di perseguire l'obiettivo delle riforme acquisendo un minimo di consenso. [[Corsini]], infatti, una volta insediatosi a [[Palermo]], non si comportò mai da Viceré assolutista ma ritenne di dover agire da Viceré costituzionale. Questo metodo, insolito per quel tempo, lo rese ben visto negli ambienti politici palermitani e gli consentì di svolgere una certa mediazione tra le direttive assolutistiche del governo e le opposizioni che puntualmente nascevano nella capitale siciliana. Per evitare che contrasti ampi e diffusi nei due regni potessero bloccare il piano di riforme, fu previsto uno sviluppo separato, articolato e anche differenziato nei tempi. Si decise, che alcune riforme venissero attuate ora nel [[Regno di Napoli]] ed ora nel Regno di Sicilia e, infine, che altre ancora fossero proposte esclusivamente nell'uno o nell'altro regno.
| [[22 dicembre]] || (1&nbsp;km) || contrada Petrusa ([[Agrigento]])|| <ref>{{cita web|url=http://cmcgruppo.com/blogit/2011/12/22/ss-640-di-porto-empedocle-aperto-al-traffico-un-km-di-nuova-carreggiata/|titolo=
 
SS 640 di Porto Empedocle, aperto al traffico un km di nuova carreggiata|accesso=7 settembre 2012}}</ref>
Il riformismo di Carlo di Borbone venne però sempre considerato, dal ceto nobile e dall'ambiente ecclesiastico, come una sorta di provocazione, in particolare quando questi decise di avvalersi della collaborazione di personale ebraico nell'intento di sviluppare le attività commerciali e finanziarie dei due regni. Preti e gesuiti fomentarono la popolazione con una propaganda sfrenata a base di pregiudizi e di superstizioni, tanto da costringere il governo a tornare sui propri passi.
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|rowspan=5| [[2012]] || [[15 febbraio]] || dal km 17 al km 19 (2&nbsp;km) || Favara || <ref>{{cita web|url=http://cmcgruppo.com/blogit/2012/02/15/4894/|titolo=Sicilia, continuano a ritmo serrato i lavori sulla SS 640|accesso=7 settembre 2012}}</ref>
Ancora più forti furono le resistenze, specie da parte dell’aristocrazia, quando Carlo III decise di istituire la figura del [[Supremo Magistrato del Commercio]] tanto a Napoli che a Palermo. L'iniziativa provocò la sollevazione degli ambienti giudiziari partenopei e siciliani nonché del baronaggio e delle istituzioni rappresentative dei due regni. In Sicilia il [[Parlamento]], espressione diretta del potere baronale, arrivò ad offrire al Re un donativo di duecentomila scudi affinché si riducessero le competenze del [[Tribunale del Commercio]], annullando in pratica la riforma. Tale opposizione rappresentò la prima manifestazione di lotta politica nei confronti del nuovo regno, condotta all'insegna di comuni propositi e iniziative da parte delle magistrature siciliana e partenopea e delle due nobiltà. [[Montallegre]], al cospetto di un'opposizione così estesa ed ostinata, dovette soccombere.
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|rowspan=2| [[16 aprile]] || dal km 37,4 al km 44,4 (7&nbsp;km) || contrada Grottarossa ([[Canicattì]])||rowspan=2| <ref name=2_lotto>{{cita web|url=http://cmcgruppo.com/blogit/2012/04/16/ss-640-posa-della-prima-pietra-del-2-lotto-mentre-aprono-al-traffico-95-km-del-1/|
Ma il programma di riforme doveva continuare, per cui sul fronte della giurisdizione baronale e di quella ecclesiastica si decise di adottare provvedimenti differenziati, allo scopo di non provocare una comune resistenza della nobiltà e del clero nei due regni.
titolo=SS 640: posa della prima pietra del 2° lotto mentre aprono al traffico 9,5 km del 1°|accesso=7 settembre 2012}}</ref>
 
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=== La questione di Sortino e il fallimento del piano di Montallegre ===
| (2,5&nbsp;km) || vari tratti
Il contrasto, comunque, apparve evidente quando, nel [[1740]], il comune di [[Sortino]] chiese di passare dal dominio baronale a quello regio pagando un congruo riscatto. Tale singolare decisione con iniziativa apparentemente circoscritta e limitata a quel Comune, mise in discussione la giurisdizione baronale in Sicilia. L'Università di [[Sortino]] avanzava la sua richiesta con evidente consenso e manifesto appoggio del governo, infatti, il suo passaggio sotto il dominio regio avrebbe portato al fisco un'entrata straordinaria annua di mille [[Onza|onze]]. I baroni sapevano che se fosse passata la richiesta, molti altri comuni feudali dell'isola avrebbero seguito il suo esempio ed essi avrebbero perduto buona parte del loro effettivo potere. La difesa delle ragioni della nobiltà venne affidata al maggior avvocato del tempo [[Carlo Di Napoli]], e questi diede alla causa un carattere preminentemente politico. La sua proposizione divenne argomento privilegiato della giurisprudenza siciliana e punto di riferimento del pensiero dominante dell'aristocrazia isolana. La tesi di [[Di Napoli]] rivendica l'esistenza di [[Diritto feudale|diritti feudali]], la cui origine e natura sono originari e fondamentali, pertanto in Sicilia, tanto la monarchia quanto il feudo, essendo nati entrambi contemporaneamente con la conquista normanna hanno pari dignità e la momentanea riduzione al fisco regio di un bene feudale non ne muta la natura a differenza di quello demaniale che può trasformarsi in feudale. Questa visione della feudalità in Sicilia venne accolta dal [[Tribunale del Real Patrimonio]] che dichiarò infondata la pretese del [[Comune di Sortino]] e respinse la sua richiesta di passare sotto il dominio regio. Il governo si affrettò a chiudere la vertenza mentre i baroni, approfittando della clamorosa vittoria, attaccarono a viso aperto le pretese riformatrici di Carlo tra cui, in modo particolare il [[Supremo Magistrato al Commercio]].
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| [[19 giugno]] || dal km 25,7 al km 28,7 (3&nbsp;km) || [[Racalmuto]]|| <ref>{{cita web|url=http://cmcgruppo.com/blogit/2012/06/19/ss-640-aperti-tre-chilometri-a-doppio-senso-di-marcia/|titolo=Ss 640, aperti tre chilometri a doppio senso di marcia|accesso=7 settembre 2012}}</ref>
Dopo la conclusione della causa di Sortino, il programma di riforme di [[Montallegre]] subì il definitivo arresto prima in Sicilia e poi a Napoli. Lo stesso [[Montallegre]], qualche tempo dopo, fu costretto a lasciare la guida del governo e rientrare a [[Madrid]]. La stessa politica riformistica di Carlo III si spense ed il re venne indotto a cercare sempre di più l'accordo coi baroni.
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| [[30 luglio]] || dal km 19 al km 23,2 (3&nbsp;km) || contrada Scintilia (Favara)|| <ref>{{cita web|url=http://cmcgruppo.com/blogit/2012/07/30/un-nuovo-tratto-di-4-km-della-empedocle-sara-aperto-oggi-al-traffico/|titolo=Un nuovo tratto di 4 km della Empedocle sarà aperto oggi al traffico|accesso=7 settembre 2012}}</ref>
Il nuovo Viceré [[Labieufuille]], succeduto a [[Corsini]] nel [[1747]], in mancanza di coerenti direttive da Napoli si guardò bene dal prendere posizione contro i [[baroni siciliani]]; così la giurisdizione baronale divenne, giorno dopo giorno, diritto incontrastabile tanto che [[Giovanni Fogliani Aragona|Fogliani]], divenuto [[Viceré]] nel [[1755]], affermava di ispirarsi alle istruzioni del ministro spagnolo [[conte Olivares]]: “Coi baroni in Sicilia si è tutto, senza i baroni si è niente”. Il regno di Carlo III che era nato nel segno del riformismo e con l'intento di limitare il più possibile il dominio dei baroni, si concluse con un governo basato su una filosofia politica del tutto opposta.
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[[SS640]]
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