José Calvo Sotelo: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = spagnolo
}}
[[conservatorismo|Conservatore]], fu [[Ministri delle finanze della Spagna|Ministro delle finanze]] tra il [[1925]] e il [[1930]] durante la dittatura di [[Miguel Primo de Rivera]]. Leader dell'opposizione al [[Fronte Popolare (Spagna)|Fronte Repubblicano]] che andò al potere nel 1936, fu assassinato pochi giorni prima dello scoppio della [[guerra civile spagnola]].
 
==Biografia==
Nacque a Tui, presso la città [[Galizia (Spagna)|galiziana]] di [[Pontevedra]]. Studiò diritto ed economia all'università di [[Saragozza]]. Divenne segretario dell'Accademia di Scienze Etiche e Politiche dell'''Ateneo Mercantil de Madrid'' e professore universitario presso l'[[Università Complutense di Madrid|Universidad Central]].
===Durante la Monarchia===
Si iscrisse al [[Partido Liberal-Conservador]] di [[Antonio Maura]] di cui divenne segretario. NelFu [[1918]]funzionario fudel nominato''Cuerpo Governatorede civileAbogados didel Estado''. Dal 1919 al 1920 fu Deputato alle [[Valencia|ValenzaCortes Generales]].
Nel [[1921]] fu nominato Governatore civile di [[Valencia]] e lo rimase fino all'anno successivo. Nel dicembre 1923 fu nominato Direttore generale della ''Administración Pública''.
 
Uomo politico di idee monarchiche e conservatrici, di intensa fede cattolica, rappresentò gli ideali conservatori spagnoli e anti-marxisti. Successivamente divenne [[Ministri delle finanze della Spagna|Ministro delle finanze]] nel governo presieduto da [[Miguel Primo de Rivera]] dal dicembre [[1925]] al [[1930]] tentò inutilmente di risollevare l'economia ancorando la [[Peseta spagnola]] all'[[oro]]<ref>Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Milano, BUR, 2006, p. 30</ref>. Nel febbraio 1930 fu chiamato alla presidenza del ''Banco Central'', da cui si dimise in settembre.
===Nella Seconda repubblica===
All'avvento della [[Seconda repubblica spagnola]] nel giugno 1931, nonostante fosse stato eletto deputato monarchico, preferì partire in volontario esilio per [[Parigi]], incriminato dal nuovo governo con una nuova norma a carattere retroattivo per aver fatto parte del governo di [[Miguel Primo de Rivera]]<ref>José Antonio Primo de Rivera, ''Scritti e discorsi di battaglia'' a cura di Primo Siena, Roma, Giovanni Volpe Editore, 1967, (nota) pp. 37-38</ref> e dichiarato decaduto nel 1932. Calvo Sotelo ritornò nel settembre [[1933]], perché eletto nel collegio del ''Tribunal de Garantías Constitucionales''.
 
All'avventoRieletto delladeputato [[SecondaCortes repubblica spagnolaGenerales]] nelnelle 1931,elezioni nonostantedel fossedicembre stato eletto deputato preferì partire1933 in volontario esilio per [[ParigiRenovación Española]], incriminatocon dalil nuovosuccesso governodei conconservatori unadella nuova[[CEDA]] normache adivenne carattereprimo retroattivopartito, perma averche fattodovette parteallearsi delcon governo presieduto dail ''[[Miguel Primo dePartido RiveraRadical]]<ref>José Antonio Primo de Rivera, ''Scritti e discorsi di battaglia'' a cura di Primo Siena, Roma, Giovanni Volpe Editore, 1967, (nota) pp. 37-38</ref>. Calvo Sotelo ritornòfu neldal [[1934]] alla guida del movimento politico ''[[RenovaciónRinnovazione EspanolaSpagnola]]'' al posto di [[Antonio Goicoechea]]<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Torino, Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 94</ref>, col quale fu rieletto nel novembre [[1933]] alle [[Cortes Generales]], in seguito alla vittoria conservatrice della [[CEDA]] che divenne primo partito. La [[Rivoluzione delle Asturie (1934)|Rivoluzione delle Asturie]], di matrice anarco-socialista scoppiata il 5 ottobre [[1934]] e durata due settimane, e gli [[Martiri di Turón|eccidi compiuti dagli insorti]], confermarono in Calvo Sotelo la convinzione che solo l'[[Ejército de Tierra|esercito]] poteva essere garanzia di sicurezza dai moti rivoluzionari<ref>Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Milano, BUR, 2006, p. 45</ref>.

Alle successive elezioni del 16 febbraio [[1936]] tutte le forze di destra si riunirono nel ''[[Fronte Nazionale Controrivoluzionario]]'', ma le elezioni furono vinte dal ''[[Fronte popolare (Spagna)|Fronte popolare]]''. L'insuccesso, all'interno del Fronte Nazionale del principale movimento, la [[Confederazione Spagnola delle Destre Autonome]] di [[José María Gil-Robles y Quiñones|Gil Robles]] che puntava alla vittoria, incoronò Calvo Sotelo come principale leader dell'opposizione<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Torino, Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 102</ref>.
 
Alle denunce in parlamento di Sotelo contro le violenze fatte dai miliziani comunisti il presidente del consiglio [[Santiago Casares Quiroga]] si lasciò sfuggire una minaccia nei confronti del leader della destra monarchica "''La violenza contro il capo del partito monarchico non sarebbe un crimine''"<ref name=autogenerato3>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 85</ref>. Sotelo rispose a Casares Quiroga:
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{{quote|Ho le spalle larghe, signor Casares Quiroga. Voi siete altra tempra d'uomo, pronto alla sfida o alle minacce. Ho sentito due o tre vostri discorsi in vita mia, tutti pronunciati dallo stesso banco nel quale vi trovate ora e sempre ugualmente violenti. Prendo quindi atto delle vostre minacce. Voi mi ritenete responsabile non soltanto delle mie azioni, ma anche di quelle che potrebbero verificarsi. Ebbene accetto ogni mia responsabilità e anche quella di azioni nelle quali non ho avuto parte, purché siano state compiute per il bene della Spagna. E adesso ascolto queste vostre parole: non ci mancava che questo. Ebbene, vi ripeterò quello che disse san Domenico di Silos al re di Castiglia: "Sire, potete privarmi della vita, ma niente più". Ed è meglio morire con onore che vivere indegnamente.|Calvo Sotelo il 16 giugno [[1936]]<ref name=autogenerato3 />}}
 
====L'omicidio====
[[José del Castillo Sáenz de Tejada|José del Castillo]], responsabile dell'uccisione del falangista [[Andrés Saenz de Heredia]]<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 123</ref><ref>Indro Montanelli e Mario Cervi, ''L'Italia dell'Asse'', Milano, Rizzoli, 1980, p. 14</ref>, il quale nel frattempo era diventato un membro importante dell'organizzazione [[Unión Militar Republicana Antifascista]], fu ucciso dai Falangisti il 12 luglio 1936.
Quella stessa notte Sotelo fu rapito e ucciso per ritorsione da un gruppo di commilitoni della vittima. Il rapimento fu pianificato da [[Fernando Condés]] della [[Guardia Civil]], noto per le sue idee di sinistra<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 124</ref>, nel [[1934]] era stato allontanato dall'esercito per complicità con i [[Rivoluzione delle Asturie (1934)|ribelli delle Asturie]], ma poi recentemente reintegrato da Casares Quiroga<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Torino, Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 124</ref>.
 
Un camion degli "Asaltos" e una vettura uscirono dalla caserma Pontejos<ref name=autogenerato6>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 126</ref>. La vettura si diresse verso la casa di [[José María Gil-Robles y Quiñones]] leader della [[Confederazione Spagnola delle Destre Autonome]] mentre il camion a casa di Calvo Sotelo in calle Velázquez. Sul camion erano presenti lo stesso Condés, [[Victoriano Cuenca]] che a Cuba era stato guardia del corpo del generale [[Gerardo Machado]], due membri della gioventù social-comunista e alcuni ''"asaltos"''<ref name=autogenerato6 />. Giunti a casa di Sotelo alle tre del mattino, lo svegliarono e lo invitarono a venire al comando della polizia. Sotelo godeva dell'immunità parlamentare. Non fu possibile verificare la legittimità della richiesta poiché gli ''asaltos'' avevano già provveduto a tagliare i fili del telefono<ref>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 87</ref>. Sotelo si tranquillizzò quando Condés gli mostrò il tesserino della [[Guardia Civil]]<ref name=autogenerato6 />, ma mantenendo comunque forti dubbi promise alla famiglia di farsi sentire al più presto aggiungendo «a meno che questi signori non mi facciano saltare le cervella»<ref name=autogenerato6 />. Partiti con il camion, dopo circa mezzo chilometro, Cuenca gli sparò due volte alla nuca<ref name=autogenerato6 /><ref>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 88</ref> poi scaricarono il corpo al cimitero dell'Est<ref>Arrigo Petacco, ''Viva la muerte!'', Milano, Le Scie Mondadori, 2006, p. 10</ref> che fu identificato solo il giorno dopo. La macchina che era andata alla ricerca di Gil Robles non lo aveva trovato perché si era recato a [[Biarritz]] per lail [[fine settimana]].
 
===Conseguenze===
[[File:Monumento a José Calvo Sotelo (Madrid) 01.jpg|thumb|Il monumento a José Calvo Sotelo eretto a [[Madrid]] nel [[1960]]]]
La notizia della sua morte si diffuse il 14 luglio e si ebbe la sensazione che il governo presieduto da [[Santiago Casares Quiroga]] non fosse in grado di controllare la propria polizia<ref name=autogenerato5>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 128</ref>. Lo stesso giorno dell'omicidio alcuni degli ''Asaltos'' furono arrestati dalla polizia mentre Condés e Cuenca, coperti dal partito e dal corpo degli ''Asaltos'', riuscirono a nascondersi<ref name=autogenerato5 />. Nel frattempo il governo dispose la chiusura di tutte le sedi politiche madrilene della [[Confederazione Spagnola delle Destre Autonome|CEDA]], dei [[Carlismo|carlisti]] e degli anarchici<ref name=autogenerato4>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 89</ref>. L'[[Unión General de Trabajadores|UGT]] e il [[Partito Comunista di Spagna]] espressero solidarietà al Governo.
 
[[Indalecio Prieto]] si recò in delegazione, accompagnato da rappresentanti del partito socialista e comunista, da Quiroga reclamando armi<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 128-129</ref>, ma, avuta risposta negativa, i miliziani di sinistra consegnarono ai propri militanti tutte le armi che avevano nei propri arsenali. In occasione dei funerali di Castillo e di Sotelo, avvenuti lo stesso giorno nel medesimo cimitero, tra i due gruppi contrapposti ci fu uno scontro a fuoco<ref name=autogenerato4 />.
 
Il 15 luglio [[1936]] ci fu l'ultima riunione in Parlamento, innella cuiquale i rappresentantideputati monarchici accusarono il governo repubblicano di aver portato il paese all'anarchia e Gil[[José María Gil-Robles]] tenne una pubblica orazione in onore di Sotelo nel corso della quale elencò tutti gli atti di violenza avvenuti nel paese, accusandone il Governo, e ricordò che esponenti della maggioranza avevano minacciato lo stesso Sotelo concludendo «''Il sangue di Calvo Sotelo sommergerà il governo''»<ref>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 91</ref>. Poi quasi tutti i rappresentanti didella destra abbandonarono Madrid per recarsi in città più sicure.
La data dell'insurrezione da parte dei militari fu inizialmente fissata per il 25 luglio anniversario del patrono di Spagna<ref>{{Cita web |url=http://www.lunario.com/docs/mesepermese/Mesi/celebrazioni_luglio.html |titolo=Celebrazioni di Luglio |accesso=11 settembre 2012 |dataarchivio=27 agosto 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110827153745/http://www.lunario.com/docs/mesepermese/Mesi/celebrazioni_luglio.html |urlmorto=sì }}</ref> [[Giacomo il Maggiore|san Giacomo]]<ref name=autogenerato1>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 96</ref>, nonostante che molti, [[Emilio Mola]] innanzitutto, preferissero che fosse anticipata almeno al 12, onde prevenire un'analoga insurrezione della sinistra redicale data per certa<ref name=autogenerato1 />. Ma a seguito dell'assassinio il 13 luglio di Calvo Sotelo, i militari pressati dal crescente clima violento videro in questo ultimo evento il segnale che l'insurrezione non poteva essere procrastinata oltre<ref>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 98</ref> e fissarono l'insurrezione per il 18 luglio<ref name=autogenerato2>Arrigo Petacco, 'Viva la muerte!'', collana Le Scie, Arnoldo Mondadori Editore, 2006, p. 22</ref>. Ricevuta la parola d'ordine "''Sin novedad''" (''nessuna novità'') tutte le unità militari si sarebbero dovute sollevare contemporaneamente e occupare le città<ref name=autogenerato2 />. L'armata d'Africa, dopo aver preso il controllo del [[Marocco spagnolo]] si sarebbe trasferta in [[Spagna]] in [[Andalusia]] dove si supponeva vi sarebbero state maggiori resistenze<ref name=autogenerato2 />. In realtà l'insurrezione scoppiò ancor prima, il 17 luglio [[1936]].
 
Ma a seguito dell'assassinio di Calvo Sotelo, i militari pressati dal crescente clima violento videro in questo ultimo evento il segnale che l'insurrezione non poteva essere procrastinata oltre<ref>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 98</ref> e fissarono l'insurrezione per il 18 luglio<ref name=autogenerato2>Arrigo Petacco, ''Viva la muerte!'', collana Le Scie, Arnoldo Mondadori Editore, 2006, p. 22</ref>. Ricevuta la parola d'ordine "''Sin novedad''" (''nessuna novità'') tutte le unità militari si sarebbero dovute sollevare contemporaneamente e occupare le città<ref name=autogenerato2 />. L'armata d'Africa, dopo aver preso il controllo del [[Marocco spagnolo]] si sarebbe trasferta in [[Spagna]], in [[Andalusia]], dove si supponeva vi sarebbero state maggiori resistenze<ref name=autogenerato2 />.
 
L'[[Alzamiento]] così scoppiò il 17 luglio [[1936]].
La data dell'insurrezione da parte dei militari fu fissata per il 25 luglio anniversario del patrono di Spagna<ref>{{Cita web |url=http://www.lunario.com/docs/mesepermese/Mesi/celebrazioni_luglio.html |titolo=Celebrazioni di Luglio |accesso=11 settembre 2012 |dataarchivio=27 agosto 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110827153745/http://www.lunario.com/docs/mesepermese/Mesi/celebrazioni_luglio.html |urlmorto=sì }}</ref> [[Giacomo il Maggiore|san Giacomo]]<ref name=autogenerato1>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 96</ref>, nonostante che molti, [[Emilio Mola]] innanzitutto, preferissero che fosse anticipata almeno al 12, onde prevenire un'analoga insurrezione della sinistra data per certa<ref name=autogenerato1 />. Ma a seguito dell'assassinio il 13 luglio di Calvo Sotelo, i militari pressati dal crescente clima violento videro in questo ultimo evento il segnale che l'insurrezione non poteva essere procrastinata oltre<ref>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 98</ref> e fissarono l'insurrezione per il 18 luglio<ref name=autogenerato2>Arrigo Petacco, 'Viva la muerte!'', collana Le Scie, Arnoldo Mondadori Editore, 2006, p. 22</ref>. Ricevuta la parola d'ordine "''Sin novedad''" (''nessuna novità'') tutte le unità militari si sarebbero dovute sollevare contemporaneamente e occupare le città<ref name=autogenerato2 />. L'armata d'Africa, dopo aver preso il controllo del [[Marocco spagnolo]] si sarebbe trasferta in [[Spagna]] in [[Andalusia]] dove si supponeva vi sarebbero state maggiori resistenze<ref name=autogenerato2 />. In realtà l'insurrezione scoppiò ancor prima, il 17 luglio [[1936]].
 
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