Wasif al-Turki: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Waṣīf al-Turkī
|Cognome =
|PreData = {{arabo|ﻭﺻﻴﻒ ﺍﻟﺘﺮﻛﻲ}}, ossia "Waṣīf<ref>Che significa "schiavo", o "servitore".
|Sesso = M
|LuogoNascita =
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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = ?
|
|Attività = militare
|Nazionalità = turco
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato un comandante militare [[Turcico|turco]] di spicco durante il califfato degli [[abbasidi]] [[al-Mu'tasim|al-Muʿtaṣim]], [[al-Wathiq|al-Wāthiq bi-llāh]] e [[al-Mutawakkil (Abbaside)|al-Mutawakkil]] ([[847]]-[[861]]) e [[al-Muntasir|al-Muntaṣir]]
}}
Non si sa nulla di preciso della sua etnia<ref>Il termine "Turco" (''al-Atrāk'') indicava all'epoca tutta la vasta e indifferenziata congerie dei turcofoni dell'[[Asia centrale]], dall'[[Orhon (fiume)|Orkhon]] alla [[Transoxiana]], ma anche chi proveniva da regioni non-turche, bensì iraniche, quali il [[Gorgan|Gurgan]], il [[Corasmia|Khwārizm]] e il [[Sistan]] (o, alla araba, Sigistan).</ref> e della sua origine geografica (quasi certamente il [[Transoxiana|Mā warāʾ al-Nahr]]), essendo stato comperato come [[schiavo]] (''[[ghulam|ghulām]]'', o ''[[
Secondo l'esame fatto da [[Hugh Kennedy]]<ref>
Reso quasi subito uomo libero da al-Muʿtaṣim, la sua carriera militare fu rapida e - come per tutti gli altri comandanti turchi - notevolmente redditizia, potendo vantare ricche proprietà a [[Isfahan]] e ad [[Hamadan]].<ref>
==Durante l'anarchia di Samarra==
Prima della piena manifestazione della cosiddetta [[Anarchia di Samarra]] Waṣīf ebbe modo di mettersi in luce ulteriormente.<br>
Durante il califfato di [[al-Musta'in (Abbaside di Samarra)|al-Mustaʿīn]], convinse infatti il califfo, unitamente a [[Bugha al-Sharabi]] (il Giovane), perché abbandonasse [[Samarra|Sāmarrāʾ]] alla volta dell'antica capitale abbaside. La fazione turca a loro avversa reagì però nominando califfo [[al-Mu'tazz|al-Muʿtazz]] e [[Guerra civile (865–866)|ponendo sotto assedio Baghdad]] nell'[[865]].<ref>Il primo assedio si era svolto tra l'agosto dell'812 e il settembre dell'813, al termine della [[Guerra civile tra al-Amin e al-Ma'mun|guerra civile tra al-Amīn e al-Maʾmūn]], con l'espugnazione della "Città della Pace" da parte del generale [[persia]]no [[Tahir ibn 'Abd Allah|Ṭāhir b. ʿAbd Allāh]], l'uccisione di [[al-Amin|al-Amīn]] e la vittoria di [[
La sua figura di importante esponente della classe dominante ebbe modo di mostrarsi quando nell'[[841]] morì il Califfo [[al-Wathiq|al-Wāthiq bi-llāh]] (''Il fiducioso in Dio'').<br>
Lo si ritrova infatti intorno al suo capezzale di morte, insieme a tutti i principali collaboratori di al-Wāthiq: il [[vizir]] Ibn al-Zayyāt, al giudice supremo (''qāḍī al-qudāt'') Aḥmad b. Abī Duʾād, a [[Itakh|Ītākh]], a ʿUmar b. al-Faraj, ad Aḥmad b. Khālid Abū l-Wazīr e a [[Bugha al-Sharabi|Bughā il Giovane]] (o "al-Sharābī").
Fu grazie al suo intervento che la dignità califfale non fu offerta al figlio di al-Wāthiq, Muḥammad, ma al fratello ventiseienne del defunto, Jaʿfar, il suo ''[[laqab]]'' sarà quello di [[al-Mutawakkil (Abbaside)|al-Mutawakkil]] ʿalā Allāh (''il Confidente in Dio'').<ref>{{Cita|Lo Jacono
L'errore del nuovo califfo (assai meno remissivo di quanto i suoi "grandi elettori" non avessero inizialmente sperato) fu quello di provare ad eliminarli tutti, per recuperare quella libertà di movimento politico che gli era di fatto fortemente preclusa, chiosata dalla volontà di abbandonare Sāmarrāʾ in favore della nuova residenza di al-Jaʿfariyya (una trentina di chilometri più a nord della capitale abbaside) che lo allontanasse anche fisicamente dai pervasivi Turchi. Dopo aver fatto giustiziare con i più diversi pretesti sia Ibn al-Zayyāt sia Ītākh al-Ṭabbākh,<ref>Ossia "Il cuoco": mestiere che sembra lo avesse impegnato prima che al-Muʿtaṣim lo acquistasse e lo destinasse ad altre funzioni.</ref> fu il turno di Waṣīf, i cui beni a [[Isfahan|Iṣfahān]] furono sequestrati per disposizione di al-Mutawakkil e assegnati al collaboratore e intimo amico d'infanzia del califfo, al-Fatḥ ibn Khāqān.<ref>Adottato quando aveva appena sette anni da al-Muʿtaṣim.</ref>
Un complotto fu portato perciò a termine da Bughā il Giovane e Waṣīf, concluso dall'assassinio di al-Mutawakkil e di al-Fatḥ ibn Khāqān (che cercò inutilmente di fare da scudo col suo corpo al Califfo). La successione fu garantita a [[al-Muntasir|al-Muntaṣir]] e lo stesso Waṣīf concesse immediatamente la sua ''[[
Si apriva in quel modo il lungo distruttivo periodo dell'[[Anarchia di Samarra|Anarchia di Sāmarrāʾ]].
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==Bibliografia==
*[[
* [[Hugh Kennedy]], ''The Prophet and the Age of the Caliphates'', London-New York, Longman, 1986.
*{{Cita libro|titolo= The breaking of a thousand swords: a history of the Turkish military of Samarra, A.H. 200–275/815–889 C.E. |nome= Matthew |cognome= Gordon |città=Albany NY|editore= State University of New York Press |anno= 2001 | isbn = 978-0-7914-4795-6 |url= http://books.google.com/books?id=G1cxAkNm61IC|cid=Gordon}}
* {{Cita libro|titolo= The armies of the caliphs: military and society in the early Islamic state |nome= Hugh N. |cognome= Kennedy |wkautore= Hugh N. Kennedy |città=London and New York|editore= Routledge |anno= 2001 | isbn = 0-415-25093-5 |url= http://books.google.com/books?id=UIspERtZEHIC|cid=Kennedy}}
* {{Cita libro|titolo= Slave soldiers and Islam: the genesis of a military system |nome= Daniel |cognome= Pipes |anno= 1981 | isbn = 0-300-02447-9 |url= http://books.google.com/books?id=ByLG-2hZX-MC}}
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==Voci correlate==
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