Ca' Vendramin Calergi: differenze tra le versioni
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|didascalia = La facciata di Palazzo Vendramin Calergi.
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|città = Venezia
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[[File:Naya, Carlo (1816-1882) - Venezia - Palazzo Vendramin 1870s 1.jpg|thumb|Palazzo Vendramin Calergi in una foto d'epoca di [[Carlo Naya]].]]
[[File:Venezia 2008, Ca' Vendramin Calergi, ingresso e facciata posteriori - Foto di Paolo Steffan.jpg|thumb|Ingresso e facciata posteriori. Al secondo piano nobile le insegne del Casinò di Venezia.]]
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{{citazione|Una nuvola effigiata che posasse sull'acqua|[[Gabriele D'Annunzio]], descrivendo Palazzo Vendramin Calergi}}
'''Palazzo Loredan Vendramin Calergi''', brevemente '''Ca' Vendramin Calergi''', è un [[Palazzi di Venezia|palazzo veneziano]], situato nel [[sestiere (Venezia)|sestiere]] di [[Cannaregio]] e affacciato sul [[Canal Grande]] tra [[Casa Volpi]] e [[Palazzo Marcello (Cannaregio)|Palazzo Marcello]], di fronte a [[Palazzo Belloni Battagia]] e al [[Fontego del Megio]]. Il palazzo ospita il [[Casinò di Venezia]].
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Fu la famiglia [[Loredan]] a volere la costruzione del palazzo, per il quale ingaggiarono con ogni probabilità l'architetto [[Mauro Codussi]]. Le date di inizio e fine del cantiere ci pervengono con grande precisione dagli storici e dai critici contemporanei: la sua costruzione cominciò nel [[1481]] e venne ultimata nel [[1509]], come ci informa lo storico d'arte Gerolamo Priuli.<ref name=autogenerato1 /> Per la decorazione di alcune pareti interne, oggi perduta, fu richiesta la mano del [[Giorgione]], che le [[affresco|affrescò]]. Nel [[1581]] i Loredan furono costretti a vendere l'edificio al duca [[Eric II di Brunswick-Calenberg]].
Dopo essere passato al [[Ducato di Mantova|duca di Mantova]] [[Guglielmo Gonzaga]],<ref>[http://www.vendramincalergi.com/palazzo/storia.asp Vendramin Calergi. Storia.]</ref> il palazzo venne acquistato nel [[1589]] da Vettor [[Calergi]] per le sue nozze con la nobildonna Isabetta [[Gritti (famiglia)|Gritti]]: da tale matrimonio nacque una sola figlia, Marina, andata sposa nel [[1608]] a Vincenzo Grimani. Nel [[1614]] i proprietari fecero ampliare l'ala destra del palazzo, coprendo parte del giardino e dando alla struttura l'attuale forma a ''L'', su progetto di [[Vincenzo Scamozzi]]. Tale ala venne però abbattuta in seguito all'assassinio di [[Francesco Querini Stampalia]], ucciso dai tre figli maschi di Marina, e sostituita con una colonna d'infamia, prontamente rimossa dai tre.<ref>{{cita|Brusegan|p. 358}}.</ref>
Nel [[1739]] il palazzo passò per via ereditaria ai [[Vendramin]] e in particolare a Niccolò, pronipote di Marina. I Vendramin divennero i nuovi proprietari e il palazzo prese il nome di queste due famiglie legate da parentela: Vendramin Calergi.
Nel [[1844]] la
Nel 1946 il palazzo passò al Comune di Venezia, che vi installò la sede invernale del [[Casinò di Venezia]].<ref>{{cita|Brusegan|p. 359}}.</ref><ref>[http://www.vendramincalergi.com/palazzo/storia.asp Storia del palazzo sul sito ufficiale]</ref> Soltanto agli inizi degli anni 2000, il Comune di Venezia cedette al Casinò di Venezia SpA, propria società partecipata, la proprietà effettiva dell'edificio e delle pertinenze.
== Architettura ==
=== Esterni ===
Edificio disposto ''a L'', Palazzo Vendramin presenta una delle più rappresentative facciate del [[Rinascimento veneziano]], essendo un'interpretazione locale dell'[[Leon Battista Alberti|albertiano]] [[Palazzo Rucellai]] a [[Firenze]] e dalla [[travata ritmica]] che Alberti aveva utilizzato a [[Mantova]]. Il gioco architettonico crea un riuscito effetto per mezzo del contrasto di [[chiaroscuro|luci ed ombre]]. La facciata risulta composta di tre livelli, divisi da dei pronunciati marcapiani, a loro volta retti da semicolonne a ordini sovrapposti: [[Ordine dorico|dorico]], [[Ordine ionico|ionico]] e [[Ordine corinzio|corinzio]]. Cinque ampie bifore, dal ritmo diseguale (tre affiancate al centro, due più isolate ai lati), movimentano il prospetto di ciascun piano, dandogli l'aspetto di una loggia a due piani, che si rispecchia anche nel pian terreno, dove al posto della finestra centrale si trova il portale.
Tali bifore sono derivate dalla fusione di due monofore a tutto sesto, a loro volta racchiuse da un semicerchio. Tra le due si trova una finestrella circolare, che ricorda quelle periformi di [[Palazzo Corner Spinelli]], da cui si distanzia per disegno.<ref>{{cita|Brusegan|p. 354}}.</ref> A differenza dei palazzi [[gotico italiano|gotici]] e tardogotici veneziani, è il telaio architettonico a dominare la facciata, subordinando i sobri intarsi policromi e gli elementi decorativi. Sui pannelli sottodavanzale del basamento è inciso il motto dei Cavalieri templari dell'Ordo Templi ''[[Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam]]'' ("Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria"). Il testo è la traduzione dei versetti mediani del
Davanti all'ala seicentesca (detta ''Ala bianca''), a destra del blocco principale dell'edificio, il palazzo vanta un discreto giardino con vista sulle facciate antistanti, accessibile anche dal canale attraverso una cancellata i cui pilastri sono sovrastati da due grandi statue.
Sul retro il palazzo presenta una piccola [[Corte (Venezia)|corte]], chiusa su un lato da un muro di cinta, presso il quale, oltre a un elegante ingresso a tutto sesto sovrastato da [[timpano (architettura)|timpano]] e da stemma, esternamente è affissa una lapide che ricorda che la morte di Wagner è avvenuta fra le mura del palazzo
{{citazione|In questo palagio / l'ultimo spiro di Riccardo Wagner / odono le anime / perpetuarsi come la marea / che lambe i marmi. }}
<gallery mode="packed" caption="Particolari della facciata nelle foto di [[Paolo Monti]], 1977">
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== Sale Wagner di Palazzo Vendramin Calergi ==
Il compositore tedesco [[Richard Wagner]] soggiornò a Venezia per sei volte tra il 1858 fino alla morte. Giunto in Italia durante il suo ultimo viaggio, dopo la prima del [[Parsifal (opera)|Parsifal]] alla seconda edizione del [[Festival di Bayreuth]], affittò l'intero mezzanino di Ca' Vendramin Calergi dal [[Enrico Carlo di Borbone-Parma|Conte di Bardi]] prima della partenza dalla Germania, e vi giunse quindi il 16 settembre 1882 con la moglie Cosima Liszt e quattro dei cinque figli (Daniela von Bülow, Isolde, Eva e Siegfried Wagner), nonché qualche domestico.<ref>{{Cita|Cosima Wagner
Wagner morì di crisi cardiaca all'interno del palazzo il 13 febbraio 1883 all'età di 69 anni.<ref>{{Cita|Cosima
: ''In questo palagio
: ''l'ultimo spiro di Riccardo Wagner
: ''odono le anime perpetuarsi come la marea
: ''che lambe i marmi''
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== Bibliografia ==
* Marcello Brusegan. ''La grande guida dei monumenti di Venezia''. Roma, Newton & Compton, 2005. ISBN 88-541-0475-2.
* ''Guida d'Italia – Venezia''. 3<sup>a</sup> ed. Milano, Touring Editore, 2007. ISBN 978-88-365-4347-2.▼
* {{cita libro|nome=Marcello|cognome=Brusegan|titolo=I Palazzi di Venezia|editore=Newton & Compton|città=Roma|anno=2007|ISBN=978-88-541-0820-2|cid=Brusegan}}
▲* ''Guida d'Italia – Venezia''. 3
* Cosima Wagner, ''Die Tagebücher'', volume IV, 1881-1883, a cura di Martin Gregor-Dellin e Dietrich Mack, München-Zürich, R. Piper & Co. Verlag, 1976, ISBN 3-492-00554-3.▼
* {{cita libro|autore= Massimo Gemin |autore2= Filippo Pedrocco |titolo= Ca' Vendramin Calergi |editore= Berenice |città= Milano |anno= 1990 |isbn= 88-85215-01-7 |cid= Gemin e Pedrocco}}
* {{cita libro|autore= Maria Luxoro |titolo= Il palazzo Vendramin-Calergi (Non nobis Domine…) |editore=Olschki |anno= 1957 |isbn= 978-88-222-1805-6 |cid= Luxoro }}
▲* {{cita libro|autore= Cosima Wagner
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.casinovenezia.it/|Sito ufficiale del Casinò di Venezia}}
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[[Categoria:Palazzi di Cannaregio|vendramin calergi]]
[[Categoria:Residenze dei Gonzaga di Mantova]]
[[Categoria:Vincenzo Scamozzi]]
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