Oculus fidei: differenze tra le versioni
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|lingua = Latino
|ambientazione = Europa, Impero mongolo
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== Il contesto di scrittura ==
L’''Oculus fidei'' è stato datato con molta facilità grazie a diverse notazioni all’interno del testo stesso: alcune di queste note fanno infatti riferimento a [[Santo|santi]] [[Canonizzazione|canonizzati]] durante la stesura dell’opera (in particolare [[Brigida di Svezia|Santa Brigida di Svezia]], [[Caterina da Siena|Santa Caterina da Siena]] e [[Vincenzo Ferreri|San Vincenzo Ferreri]]) mentre altre arrivano addirittura a vere e
L’''Oculus Fidei'' è stato per secoli erroneamente attribuito ad Enrico di Piro a causa di un’annotazione [[XVII secolo|seicentesca]] presente all’inizio del prologo dell’opera, solamente nel [[XXI secolo]] è stata però confutata questa ipotesi<ref name=":0" /> a causa dell’incongruenza cronologica tra questo personaggio e le datazioni interne all’opera.
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Il prologo è suddiviso in ben 21 capitoli nei quali vengono esposte diverse [[Argomentazione|argomentazioni]] volte a screditare le credenze dei tre popoli definiti “infedeli” dall’autore; il popolo [[Mongoli|mongolo]] (“tartaro”, nel testo) risulta essere quello trattato meno approfonditamente all’interno del prologo mentre gran parte del testo si concentra in un attacco molto serrato alla dottrina [[Ebraismo|ebraica]]. L’autore dimostra al contrario un’insolita [[tolleranza]] nei confronti della [[Islam|religione musulmana]], alla quale dedica persino un intero capitolo (il ventunesimo) in cui elenca tutti i passi di vicinanza tra la [[Bibbia]] e il [[Corano]]<ref name=":2" />.
L’unico capitolo giunto sino a noi dell’''Oculus fidei'' tratta proprio dei popoli mongoli, attraverso però la citazione sistematica di altre fonti che si presentano nell’ordine: il ''[[Flor des Estoires d'Orient]]'' di [[Aitone da Corico|Hayton]]<ref>Nella sua versione latina intitolata ''Flos historiarum terrae orientis.''</ref>, il ''[[Il Milione|Milione]]'' di [[Marco Polo]]<ref>Nella sua versione latina redatta da Francesco Pipino e intitolata ''Liber Marci Pauli de Veneciis de consuetudinibus et condicionibus orientalium regionum''</ref>, la ''[[Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum]]'' di [[Odorico da Pordenone|Oderico da Pordenone]] e l'''[[Historia Mongalorum]]'' di [[Giovanni da Pian del Carpine|Giovanni di Pian del Carpine]] (e lo ''[[Speculum maius|Speculum Historiale]]'' di [[Vincenzo di Beauvais]])<ref name=":2" /><ref>L’autore utilizza dichiaratamente tanto l’opera di [[Historia Mongalorum|Giovanni di Pian del Carpine]] quanto quella di [[Speculum maius|Vincenzo di Beauvais]], preferendo tuttavia la prima.</ref
La struttura dell’opera si presenta quindi in questo modo:
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* Inserto tratto dal ''[[Flor des Estoires d'Orient]]''.
* Inserto dal ''[[Il Milione|Milione]].''
* Inserto dalla ''[[Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum
* Inserto dall’''[[Historia Mongalorum]].''
* Conclusioni di tipo [[morale]] e religioso sulla [[religione]] dei [[Mongoli]]
Oltre alle fonti apertamente dichiarate, è stato dimostrato attraverso comparazioni testuali che Enrico di Dissen abbia utilizzato anche gli scritti di altri autori, in particolare [[I viaggi di Mandeville|John Mandeville]] e [[Niccolò Da Conti|Niccolò de’ Conti]].<ref>Inoltre, all’interno del prologo, dimostra di conoscere anche [[Riccoldo da Monte di Croce|Riccoldo da Montecroce]] e [[Paolo di Santa María|Paolo di Santa Maria]].</ref>
== L
[[File:FraMauroDetailedMapInverted.jpg|miniatura|La [[Mappamondo di Fra Mauro|Mappa di Fra Mauro]] è una [[carta geografica]] del [[1450]] che rappresenta con grande precisione il [[mondo]] fino ad allora conosciuto.]]
Il nome dell’opera viene implicitamente spiegato nel prologo stesso, dove si fa riferimento ad un concetto molto fortunato nel [[Medioevo]] secondo cui anche i grandi [[Filosofo|filosofi]] e [[Letteratura|scrittori]] nati prima dell’avvento di [[Cristo]] potessero essere portatori di verità divine, qualora debitamente [[Esegesi|interpretati]]; l’autore amplia questa teoria anche agli autori suoi contemporanei ma non [[Cristianesimo|cristiani]], asserendo [[Metafora|metaforicamente]] ad un “[[occhio]] interno della [[fede]]”<ref>In latino ''Oculus fidei'' significa, appunto, "l’occhio della fede".</ref> che li guiderebbe inconsapevolmente verso [[Dio (cristianesimo)|Dio]].
L’obiettivo dell’opera è anch’esso dichiarato, questa volta non nel prologo ma all’interno dell’''Oculus Fidei'': viene infatti detto come, se [[Conversione religiosa|l’evangelizzazione]] dei [[Territorio|territori]] vicini all’[[Europa]] è stata ampiamente descritta in [[passato]], la stessa cosa non vale per i [[Confine|confini]] [[Oriente (regione geografica)|orientali]] del [[mondo]] abitato e, per questo motivo, Enrico di Dissen vuole scrivere per “coloro che ridono quando sentono dire che anche ai
{{Citazione|Per coloro che ridono quando sentono che anche nei luoghi più remoti abitano dei cristiani.|Enrico di Dissen, Oculus fidei|Propter eos qui exhilarantur cum audiunt etiam in partibus remotissimis habitare christianos|lingua=Lat.|lingua2=Ita.}}
I passi estrapolati dalle opere del passato non sembrano essere stati scelti casualmente, trattano tutti infatti, in maniera più o meno esplicita, di vicende riguardanti contatti tra la cultura [[Europa|europea]] e [[Mongolia|mongola]], in particolare in riferimento alle missioni di [[Conversione religiosa|conversione]] da parte di alcune [[Delegazione|delegazioni]] verso la [[Corte (storia)|corte]] dell’[[Impero mongolo]]. Solo l’ultima delle opere citate sembra discostarsi (in verità, solo parzialmente) da questa strategia ma, al contempo, inserisce numerosi dettagli riguardo abitudini e riti del [[Mongoli|popolo mongolo]]<ref>Ad esempio, il fatto di cibarsi di topi e cani, il fatto che le donne si vestano come gli uomini, la poligamia e l’ereditarietà delle mogli.</ref> ritenuti incivili agli occhi di un [[Europa|europeo]], in modo tale da, verosimilmente, suscitare nel lettore una risposta [[Emozione|emotiva]] che approvi l’opera di [[Conversione religiosa|evangelizzazione]] di un [[popolo]] così barbaro e, al contempo, meravigliarlo per il successo delle opere di [[Conversione religiosa|conversione]] persino presso popolazioni così “selvagge”.
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La scansione del manoscritto è disponibile gratuitamente.<ref>{{Cita web|url=http://historischesarchivkoeln.de:8080/actaproweb/archive.jsf;jsessionid=8BD8DD1613B29809AC914C969697F07B|titolo=Digitalizzazione manoscritto}}</ref>
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<references />
== Bibliografia ==▼
* Mauro Gavazzeni, ''L’Oculus Fidei di Enrico di Dissen, saggio di edizione con commento'', tesi di laurea, Università degli studi di Milano, 2021.▼
* Gadrat-Ouerfelli C., Nebbiai Dalla Guarda D., ''Les livres d'un chartreux de Cologne au XVe siècle'' in ''Scriptorium. Revue internationale dés études relatives aux manuscrits,'' vol 71, Le Centre d'Etudes des Manuscrits, Bruxelles, 2017.▼
* Gadrat-Ouerfelli C., ''Terrarvm orbis. Histoire des représentations de l’espace: textes, images,'' vol. 12 ''Lire Marco Polo au Moyen Age. Traduction, diffusion et réception du Devisement du monde'', Brepolis, Turnhout, 2015.▼
* Gadrat-Ouerfelli C., ''Les conceptions d’un géographe du XVe siècle'' in ''Itineraria'' 5, Edizioni del Galluzzo, Firenze, 2006.▼
* Gadrat-Ouerfelli C., ''La description des religions orientales par les voyageurs occidentaux et son impact sur les débats théologiques'' in ''Ritus infidelium: miradas interconfesionales sobre las prácticas religiosas en la edad media. - (Collection de la Casa de Velázquez 1132-7340 v. 138),'' Casa de Velàzquez, Madrid, 2013.▼
== Voci correlate ==
* [[Mongolia]]
* [[Impero mongolo]]
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* [[Aitone da Corico]]
{{portale|Cina|Impero mongolo|letteratura|medioevo}}
▲== Bibliografia ==
▲* Mauro Gavazzeni, ''L’Oculus Fidei di Enrico di Dissen, saggio di edizione con commento'', tesi di laurea, Università degli studi di Milano, 2021.
▲* Gadrat-Ouerfelli C., Nebbiai Dalla Guarda D., ''Les livres d'un chartreux de Cologne au XVe siècle'' in ''Scriptorium. Revue internationale dés études relatives aux manuscrits,'' vol 71, Le Centre d'Etudes des Manuscrits, Bruxelles, 2017.
▲* Gadrat-Ouerfelli C., ''Terrarvm orbis. Histoire des représentations de l’espace: textes, images,'' vol. 12 ''Lire Marco Polo au Moyen Age. Traduction, diffusion et réception du Devisement du monde'', Brepolis, Turnhout, 2015.
▲* Gadrat-Ouerfelli C., ''Les conceptions d’un géographe du XVe siècle'' in ''Itineraria'' 5, Edizioni del Galluzzo, Firenze, 2006.
▲* Gadrat-Ouerfelli C., ''La description des religions orientales par les voyageurs occidentaux et son impact sur les débats théologiques'' in ''Ritus infidelium: miradas interconfesionales sobre las prácticas religiosas en la edad media. - (Collection de la Casa de Velázquez 1132-7340 v. 138),'' Casa de Velàzquez, Madrid, 2013.
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