Elimino el escudo, porque se corresponde con la ciudad de Valencia, NO con Cádiz.
Saludos.--[[Speciale:Contributi/194.179.126.152|194.179.126.152]] ([[User talk:194.179.126.152|msg]]) 12:46, 10 giu 2009 (CEST)
== Quadira ==
In Sardegna la parola Cadira o Quadira vuole dire sedia. Quella normale per sedersi con quattro gambe. Un treppiede ad esempio si dice "trebini". L'intreccio con tre corde per bloccare le zampe alle mucche si dice "trepei" (pei=piede). Il cavallo si dice "quaddu" ed il quadro è "quadru".
Cosicchè Cadice potrebbe essere "fortificata" dei fenici oppure "quadira" (circa quadra) in una lingua iberica preistorica. --[[Speciale:Contributi/151.47.29.191|151.47.29.191]] ([[User talk:151.47.29.191|msg]]) 16:14, 25 ago 2023 (CEST)
:Per fare un ulteriore esempio il forcone si dice "trebuzzu". Per cui le parole italiane come trebbiare potrebbero altresì derivare dal tre.
:Dunque in particolare la Sicilia era detta nella preistoria [[Trinacria (araldica)|Trinacria (araldica) - Wikipedia]] e una interpretazione analoga di Gadir (quattro gambe) è possibile. --[[Speciale:Contributi/151.43.68.3|151.43.68.3]] ([[User talk:151.43.68.3|msg]]) 16:28, 25 ago 2023 (CEST)
::Approfittiamo per argomentare meglio la tesi deviante su [[Bandiera della Sardegna|Bandiera della Sardegna - Wikipedia]] 4 mori e [[:es:Cerdeña|Cerdeña - Wikipedia, la enciclopedia libre]] .
::"Mori" è tutt'ora usato nel Campidano per dire "sentiero". Enìa è la contrazione di benìa, e cioè "venuta": participio passato di "venire".
::Quattro mori e Cerdeña verrebbero qui a coincidere nella interpretazione di "quattro vie", intese sia come "sentiero" che come "venuta" nel senso di arrivo. --[[Speciale:Contributi/151.35.198.166|151.35.198.166]] ([[User talk:151.35.198.166|msg]]) 16:52, 25 ago 2023 (CEST)
:::In senso fonetico vediamo qui ad esempio il passaggio bentu - hentu - vento: [[Mal di Ventre|Mal di Ventre - Wikipedia]] . Il verbo venire è identico ma io non sono completamente d'accordo sulla elisione. E' una h.
:::Perciò in un italiano arcaico il participio passato è regolare: venire- venita mentre la attuale forma "venuta" è irregolare. Il passato remoto "venne" non esiste ed esiste solo il passato semplice "veniva" che oggi è imperfetto. Dunque "venìa" con l'elisione medievale approssima sia il passato semplice che il participio passato: via, nel senso contemporaneo di strada.
:::Via Verdi è una approssimazione di venìa Verdi.
:::Cerdeña potrebbe interpretarsi quadrivenìa e coincidendo con quattro percorsi, quattro itinerari, quattro "moris" in sardo. --[[Speciale:Contributi/151.35.200.240|151.35.200.240]] ([[User talk:151.35.200.240|msg]]) 17:47, 25 ago 2023 (CEST)
::::Benìa=benida=venuta, participio passato
::::Benìada oppure heniada= veniva, imperfetto. Qui è come nel latino, non si dice veniva ma venivat, bisogna aggiungere la t.
::::Benìa ha la elisione di una t o d : beniada o beniata, in italiano venuTa.
::::Enìa è sinonimo di benìa.
::::Eniada è sinonimo di beniada e cioè di veniva imperfetto.
::::Se noi scriviamo henìa (benìda) ed henìat (benìada) possiamo trovare una logica, altrimenti anche la elisione risulta irregolare.
::::La parola henìa è in italiano anche traducibile come "maniera, modo, modalità" e quindi la ulteriore traduzione di quattro mori è quattro maniere, sempre nel senso di quattro vie e modi per venire. --[[Speciale:Contributi/151.35.200.240|151.35.200.240]] ([[User talk:151.35.200.240|msg]]) 18:03, 25 ago 2023 (CEST)
:::::La regola sarà dunque questa: se la consonante mancante è sempre uguale e cioè ad esempio qui nel finale la d-t allora la consideriamo elisione. Le tante consonanti mancanti che diventano volta per volta r ed l o d e t oppure b e v oppure n è meglio sostituirle con la h --[[Speciale:Contributi/151.35.200.240|151.35.200.240]] ([[User talk:151.35.200.240|msg]]) 18:15, 25 ago 2023 (CEST)
::::::Sperando dunque di semplificare la fonetica neolatina spieghiamo ancora meglio.
::::::Venuta in sardo è benìa o benìda, noi qui possiamo scrivere benì(d)a.
::::::Veniva è invece benìada, non si pronuncia mai benivada, non c'è una elisione. Scritta però benihada o benihat riusciamo a tradurla: bVenihVat, il legame con l'italiano risulta più evidente. Dal punto di vista sardo è un caso frequentissimo, l'italiano ha addolcito la pronuncia. --[[Speciale:Contributi/151.44.135.76|151.44.135.76]] ([[User talk:151.44.135.76|msg]]) 18:48, 25 ago 2023 (CEST)
:::::::Sarà dunque in sardo la parola cadriga o cardiga [[wikidata:Q31610609|Monte Cardiga - Wikidata]] la parola italiana graticola [[Griglia (termotecnica)|Griglia (termotecnica) - Wikipedia]]. Quadriglia, quadriga saranno parole affini a "cadira" in sardo. --[[Speciale:Contributi/151.47.16.238|151.47.16.238]] ([[User talk:151.47.16.238|msg]]) 19:33, 25 ago 2023 (CEST)
::::::::Peraltro ritornando a [[Mal di Ventre]] la parola ventre io la traduco "brenti". Qui oltre al solito anticipo della r si vede l'altro aspetto del discorso: la trasformazione delle lettere r ed l o d e t oppure b e v oppure n e tutte queste potrebbero essere sostituite da una h. Così malu e mala sono la pronuncia di Cagliari città mentre nello entroterra è mahu maschile e maba femminile, in italiano circa "malvagio/a".
::::::::Levia è notoriamente latino. Io lo pronuncio lebia, la b è molto dolce e simile ad una p: lepbia. Lieve, leggera. Se aggiungo una h: lepbiha.
::::::::[[Lepidoptera|Lepidoptera - Wikipedia]]
::::::::I lepidotteri diventano levitotteri. Lievitanti, galleggianti. Non è il greco squama. E' latina, leviha. --[[Speciale:Contributi/151.19.55.97|151.19.55.97]] ([[User talk:151.19.55.97|msg]]) 22:12, 25 ago 2023 (CEST)
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