Joe Adonis: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Ritratto del boss Joe Adonis eseguito dal pittore fiorentino Giovanni Bruzzi nel 1965
Nessun oggetto della modifica
 
(14 versioni intermedie di 10 utenti non mostrate)
Riga 4:
|Nome = Joe
|Cognome = Adonis
|PostCognomeVirgola = [[Lista di pseudonimi|pseudonimo]] di '''Giuseppe Antonio Doto'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Montemarano
Riga 12:
|GiornoMeseMorte = 26 novembre
|AnnoMorte = 1971
|Attività = criminalemafioso
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , potenteimportante mafioso italo-americanocomponente della [[Famiglia Genovese]]
|Categorie = no
}}
 
Riga 22 ⟶ 21:
Iniziò a fare il borseggiatore e negli anni '20 cambiò il nome in '''Joe Adonis''', iniziando a lavorare nella [[Banda (criminalità)|banda]] del [[gangster]] [[Frankie Yale]], che operava a [[Brooklyn]]; in seguito si legò al [[gangster]] [[Lucky Luciano]], di cui divenne amico e con il quale iniziò a operare nel campo della [[prostituzione]] e del [[gioco d'azzardo]] a [[Manhattan]].
 
Il 15 aprile del [[1931]] a [[Coney Island]] Luciano organizzò l'omicidio di [[Joe Masseria]] a [[Coney Island]], al quale partecipò anche lo stesso Adonis, insieme a [[Bugsy Siegel]], [[Vito Genovese]] e [[Albert Anastasia]].
 
Con laAlla fine della [[guerra castellammarese]], Luciano creò una nuova «[[Famiglia Genovese|Famiglia]]» che sostituì quella di [[Joe Masseria]], in cui Adonis venne affiliato, venendo nominato [[capodecina]]. Adonis divenne uno dei luogotenenti più importanti e fidati di Luciano, controllando racket come la prostituzione e il gioco d'azzardo nei territori di [[Broadway]] e Midtown a [[Manhattan]]. A Brooklyn aprì un ristorante chiamato ''Joe Italian kitchen''. I soldi guadagnati illegalmente furono reinvestiti in concessionarie di automobili nel [[New Jersey]] e nella produzione di sigarette.
 
Dopo l'esilio di Luciano in [[Italia]], al termine della [[seconda guerra mondiale]], Adonis curò le sue principali attività criminali in America.
Riga 31 ⟶ 30:
Nel [[1953]] venne espulso in Italia in seguito alla scoperta che non era un cittadino americano naturalizzato, e si stabilì in una villa fuori [[Napoli]], da dove continuò a mantenere stretti contatti con Luciano. Nel febbraio del [[1958]] si trasferì a [[Milano]], in un appartamento al settimo piano di via Albricci. Li visse da gran signore, frequentando i locali alla moda ed i night clubs, mostrando maniere raffinate e vestendo con eleganza.
 
Nel 1965, a Milano, il pittore fiorentino Giovanni "Professore" Bruzzi conobbe Joe Adonis durante una riunione al Club Morocco di tutti i biscazzieri in Italia, per definire le strategie del gioco d'azzardo clandestino e proprio in quell'occasione, il boss accettò di farsi ritrarre dall'artista (ed è l'unico ritratto esistente). <ref>[http://www.giovannibruzzi.it/frame_principale.asp?Pagina=22<nowiki/>i JOE ADONIS] </ref>
 
Venne convocato in questura il 1º giugno [[1963]] per essere sentito in merito all'imboscata tesa ad [[Angelo La Barbera]] che Adonis conosceva e col quale aveva avuto qualche contatto. Indagini condotte tra il [[1970]] e il [[1971]] rivelarono come Adonis avesse ancora funzioni di "capo" mafioso e che la scelta di Milano come sua residenza fosse stata determinata da precise esigenze strategiche: la direzione del traffico internazionale di preziosi, soprattutto brillanti, con ramificazioni in Francia ed in Svizzera ed il coordinamento del contrabbando di stupefacenti.
Riga 39 ⟶ 38:
La passione di Adonis per il mondo musicale non fu mai un mistero. A parte night-club e cantanti, nei primi anni ‘60 girò anche voce su un suo tentativo di scalzare il Festival di Sanremo con una manifestazione in concorrenza.
 
L'8 ottobre la [[Corte di appello]] di Milano ridusse il soggiorno obbligato a tre anni e autorizzò Adonis ad utilizzare il telefono sotto il controllo delle autorità di polizia. Morì di attacco cardiaco il successivo 26 novembre,in Ancona durante un interrogatorio in questura.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Davis, John H. ''Mafia Dynasty: The Rise and Fall of the Gambino Crime Family''. New York: Harper Torch, 1994. ISBN 0-06-109184-7
* Lacey, Robert. ''Little Man: Meyer Lansky and the Gangster Life''Little, Brown and Company (November 1, 1992) ISBN 0-316-51163-3
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Genovese}}
{{Cosa nostra statunitense}}
{{Portale|biografie|migrazioni umane}}
 
[[Categoria:Mafiosi italoamericani]]
[[Categoria:Italiani emigrati negli Stati Uniti d'America]]
[[Categoria:Murder, Inc.]]