Governo Martignac: differenze tra le versioni

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[[File:Jean Baptiste Gay, vicomte de Martignac.jpg|thumb|Jean-Baptiste Gaye, visconte di Martignac]]
Il '''Governo Martignac''' fu in carica dal [[4 gennaio]] [[1828]] all’[[all'8 agosto]] [[1829]], per un totale di 582 giorni, ovvero 1 anno 7 mesi e 4 giorni.
 
Il precedente [[Governo de Villèle|governo]] del [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|conte di Villèle]] cadde a seguito della vittoria liberale nelle elezioni della Camera dei deputati del [[17 novembre|17]] e [[24 novembre]] [[1827]]. La [[Carta francese del 1814|Carta del 1814]] non costringeva affatto il [[Carlo X di Francia|re]] a mutare governo al mutare delle maggioranze parlamentari, ma [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]] aveva sempre seguito tale prassi come buona regola di comportamento e, per l’ultimal'ultima volta, [[Carlo X di Francia|Carlo X]] decise di seguirne il saggio esempio<ref>[[Carlo X di Francia|Carlo X]] sarebbe caduto proprio per non aver accomodato la maggioranza liberale, insistendo per tenere in carica il governo ''[[Ultrarealista|ultra-realista]]'' del [[Jules, Principe di Polignac|Polignac]]</ref>.
Il [[Carlo X di Francia|monarca]] cercò, quindi, un ministero più liberale: al [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|Villèle]] successe, quindi, il [[4 gennaio]] [[1828]], un governo guidato dal [[Jean-Baptiste Gaye, visconte di Martignac|visconte di Martignac]]: benché [[Carlo X di Francia|Carlo X]] avesse evitato di attribuire ad alcuno il titolo formale di primo ministro, Martignac disponeva dell’essenziale portafoglio degli interni e veniva considerato, a tutti gli effetti, il leader della compagine governativa.
 
Il [[Carlo X di Francia|monarca]] cercò, quindi, un ministero più liberale: al [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|Villèle]] successe, quindi, il [[4 gennaio]] [[1828]], un governo guidato dal [[Jean-Baptiste Gaye, visconte di Martignac|visconte di Martignac]]: benché [[Carlo X di Francia|Carlo X]] avesse evitato di attribuire ad alcuno il titolo formale di primo ministro, Martignac disponeva dell’essenzialedell'essenziale portafoglio degli interni e veniva considerato, a tutti gli effetti, il leader della compagine governativa.
Questi era un avvocato e magistrato di [[Bordeaux]], già iniziale sostenitore del [[Governo de Villèle]], tanto da accompagnare, nel [[1823]] come commissario civile, il [[Luigi Antonio di Borbone-Francia |duca di Angoulême]] nella fortunata [[Spedizione di Spagna (1823)|spedizione di Spagna]] ed essere creato visconte, nel [[1824]]. <br/>
Negli anni successivi, tuttavia, maturò una visione politica più prossima a quella dei '[[Liberali dottrinari]]', abbastanza pronunciata che [[Carlo X di Francia|Carlo X]] pensasse di poterne fare lo strumento di una nuova politica di compromesso.
 
Questi era un avvocato e magistrato di [[Bordeaux]], già iniziale sostenitore del [[Governo de Villèle]], tanto da accompagnare, nel [[1823]] come commissario civile, il [[Luigi Antonio di Borbone-Francia |duca di Angoulême]] nella fortunata [[Spedizione di Spagna (1823)|spedizione di Spagna]] ed essere creato visconte, nel [[1824]]. Negli <br/>anni successivi, tuttavia, maturò una visione politica più prossima a quella dei [[Liberali dottrinari]], sufficientemente pronunciata in modo che [[Carlo X di Francia|Carlo X]] ne potesse fare lo strumento di una nuova politica di compromesso.
In politica estera Martignac sostenne l’invio di un nutrito [[Spedizione di Morea|corpo di spedizione francese]] (salpato da [[Tolone]] proprio nel luglio-agosto [[1828]], quindi a cavallo con il successivo [[governo Polignac]]), che diede un decisivo contributo alla liberazione della [[Grecia]]. Si trattava, d'altra parte,di un intervento ''bipartisan'', in quanto sostenuto tanto da [[Carlo X di Francia|Carlo X]] (il quale considerava suo dovere di sovrano cristiano soccorrere i Greci ridotti, letteralmente, in schiavitù) che dai liberali più radicali (che vedevano nella [[guerra d'indipendenza greca]] l'affermazione del principio di nazionalità, di ascendenza [[Rivoluzione francese|rivoluzionaria]] e [[Napoleone I di Francia|napoleonica]]). <br/>
Per meglio esaltarne il carattere ''bipartisan'' Martignac indusse [[Carlo X di Francia|Carlo X]] ad affidare la spedizione al [[Tiburzio Sebastiani]], un [[Corsica|corso]], fratello di quell'[[Orazio Sebastiani|Orazio]] avversario dei Borbone e fra i futuri artefici della [[rivoluzione di luglio]]. Significativo, in tal senso, il commento di un sostenitore del [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|Villèle]], il [[Guillaume Isidore, conte di Montbel|conte di Montbel]], il quale definì 'rovinoso e romanzesco' ('ruineuse et romanesque') l’intervento a favore dei Greci: chiaramente, le due parti avevano agende non perfettamente coincidenti con quella dell'assai influente [[Carlo X di Francia|monarca]].
 
In politica estera Martignac sostenne l’inviol'invio di un nutrito [[Spedizione di Morea|corpo di spedizione francese]] (salpato da [[Tolone]] proprio nel luglio-agosto [[1828]], quindi a cavallo con il successivo [[governo Polignac]]), che diede un decisivo contributo alla liberazione della [[Grecia]]. Si trattava, dD'altra parte,di un l'intervento ''bipartisan''non veniva promosso da una parte sola, in quanto era sostenuto tanto da [[Carlo X di Francia|Carlo X]] (il quale considerava suo dovere di sovrano cristiano soccorrere i Greci ridotti, letteralmente, in schiavitù) che dai liberali più radicali (che vedevano nella [[guerra d'indipendenza greca]] l'affermazione del principio di nazionalità, di ascendenza [[Rivoluzione francese|rivoluzionaria]] e [[Napoleone I di Francia|napoleonica]]). <br/>
La vera partita si giocava, tuttavia, nella politica interna: il maggiore provvedimento di Martignac fu un progetto di legge sulla stampa periodica, approvata nel luglio [[1828]] che aboliva la censura della stampa periodica. Alla Camera dei deputati esso venne ferocemente combattuto dagli ''[[Ultrarealista|ultra-realisti]]'' fedeli al [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|Villèle]], a cominciare dal [[Guillaume Isidore, conte di Montbel|Montbel]], che reclamavano il mantenimento della cosiddetta censura facoltativa ('censure facultative').
Seguì una ordinanza, firmata dal [[Carlo X di Francia|sovrano]] il [[16 giugno]] [[1828]], che previde la esclusione dei [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]] dall’insegnamento e divieto di allievi esterni nei seminari minori (in pratica delle scuole secondarie a gestione ecclesiastica, otto delle quali gestite da Gesuiti): si trattava di due misure oggi incomprensibili, ma motivate, allora, dal desiderio militante dei liberali di fare piazza pulita della istruzione ecclesiastica, con la sola, ridotta, eccezione dei seminaristi.
 
Per meglio esaltarne il carattere ''bipartisan''trasversale e condiviso, Martignac indusse [[Carlo X di Francia|Carlo X]] ad affidare la spedizione al [[Tiburzio Sebastiani]], un [[Corsica|corso]], fratello di quell'[[Orazio Sebastiani|Orazio]] avversario dei Borbone e fra i futuri artefici della [[rivoluzione di luglio]]. Significativo, in tal senso, il commento di un sostenitore del [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|Villèle]], il [[Guillaume Isidore, conte di Montbel|conte di Montbel]], il quale definì 'rovinoso e romanzesco' (''ruineuse et romanesque'') l’interventol'intervento a favore dei Greci: chiaramente, le due parti avevano agendeordini di priorità non perfettamente coincidenti con quellaquelli dell'assai influente [[Carlo X di Francia|monarca]]. La vera partita si giocava, tuttavia, sulla politica interna: il maggiore provvedimento di Martignac fu un progetto di legge sulla stampa, approvato nel luglio [[1828]] che aboliva la censura della stampa periodica. Alla Camera dei deputati esso venne ferocemente combattuto dagli ''[[Ultrarealista|ultra-realisti]]'' fedeli al [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|Villèle]], a cominciare dal [[Guillaume Isidore, conte di Montbel|Montbel]], che reclamavano il mantenimento della cosiddetta censura facoltativa (''censure facultative'').
Una simile politica non poteva appoggiarsi, in un parlamento ormai spaccato fra '[[Liberali dottrinari|dottrinari]]' ed ''[[Ultrarealista|ultra-realisti]]'' (oltre ai pochi radicali), che su una maggioranza raccogliticcia, motivata unicamente dalla opposizione al lungo [[Governo de Villèle]]. Ciò faceva sì che Martignac fosse vittima di critiche concentriche, né poté, o seppe, saldare una solida maggioranza centrista. In ogni caso gli faceva difetto il sostegno della [[Carlo X di Francia|corona]], decisamente ostile ad una politica '[[Liberali dottrinari|dottrinaria]]' del tipo di quella che il governo andava implementando<ref>[[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]] attribuì tale ostilità a fattori piuttosto personali che politici: ''il re non tardò a detestarlo [il Martignac]. [[Carlo X di Francia|Carlo X]] seguiva piuttosto i propri gusti che i propri principi: se egli respingeva Martignac a causa della sua tendenza ai piaceri, egli amava [[Jacques Joseph, conte di Corbière|Corbière]] e [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|de Villèle]] che non andavano a messa, rif.: ''[[Mémoires d'Outre-Tombe]]'', 3 L28 Capitolo 16. </ref>. <br/>
L’occasione per la caduta del governo venne quando il governo mise in votazione una legge di riorganizzazione degli enti locali: una coalizione delle estreme lo mise in minoranza e [[Carlo X di Francia|Carlo X]] ne accettò le dimissioni.
 
Seguì una ordinanza, firmata dal [[Carlo X di Francia|sovrano]] il [[16 giugno]] [[1828]], che previde la l'esclusione dei [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]] dall’insegnamentodall'insegnamento e il divieto di allievi esterni nei seminari minori (in pratica delle scuole secondarie a gestione ecclesiastica, otto delle quali gestite da Gesuiti): si trattava di due misure oggi incomprensibili, ma motivate, allora, dal desiderio militante dei liberali di fare piazza pulita della dell'istruzione ecclesiastica, con la sola, ridotta, eccezione dei seminaristi.
Il [[Carlo X di Francia|monarca]] di dichiarò «stanco degli abusi dei liberali» (includendovi, senza dubbio,lo stesso Martignac) e decise di imporre le proprie scelte senza tener conto della maggioranza parlamentare: l’[[8 agosto]] [[1829]], nominò ministro degli esteri il [[Jules, Principe di Polignac|principe di Polignac]], suo confidente e leader del "partito" [[Ultrarealista|ultra]], passato, nel novembre [[1829]], a primo ministro<ref>nei mesi di mezzo, [[Carlo X di Francia|Carlo X]] evitò di attribuire ad alcuno il titolo formale di primo ministro, come nel caso del governo Martignac</ref>.
 
Una simile politica non poteva appoggiarsi, inIn un parlamento ormai spaccato fra '[[Liberali dottrinari|dottrinari]]' ed ''[[Ultrarealista|ultra-realisti]]'' (oltre ai pochi radicali), una simile politica non poteva appoggiarsi che su una maggioranza raccogliticcia, motivata unicamente dalla dall'opposizione al lungo [[Governo de Villèle]]. Ciò faceva sì che Martignac fosse vittima di critiche concentriche, né poté, o seppe, saldare una solida maggioranza centrista. In ogni caso gli faceva difetto il sostegno della [[Carlo X di Francia|corona]], decisamente ostile ad una politica '[[Liberali dottrinari|dottrinaria]]' del tipo di quella che il governo andava implementandoperseguendo<ref>[[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]] attribuì tale ostilità a fattori piuttosto personali che politici: ''il re non tardò a detestarlo [il Martignac]. [[Carlo X di Francia|Carlo X]] seguiva piuttosto i propri gusti che i propri principi: se egli respingeva Martignac a causa della sua tendenza ai piaceri, egli amava [[Jacques Joseph, conte di Corbière|Corbière]] e [[Jean-Baptiste Guillaume Joseph, conte di Villèle|de Villèle]] che non andavano a messa'', rif.: ''[[Mémoires d'Outre-Tombe]]'', 3 L28 Capitolo 16. </ref>. <br/>
==[[Primo ministro]]==
 
L'occasione per la caduta del governo venne quando esso mise in votazione una legge di riorganizzazione degli enti locali: una coalizione delle estreme lo mise in minoranza e [[Carlo X di Francia|Carlo X]] ne accettò le dimissioni. Il [[Carlo X di Francia|monarca]] disi dichiarò «stanco degli abusi dei liberali» (includendovi, senza dubbio, lo stesso Martignac) e decise di imporre le proprie scelte senza tener conto della maggioranza parlamentare: l’[[l'8 agosto]] [[1829]], nominò ministro degli esteri il [[Jules, Principe di Polignac|principe di Polignac]], suo confidente e leader del "partito" [[Ultrarealista|ultra]], passato, nel novembre [[1829]], a primo ministro<ref>nei mesi di mezzo, [[Carlo X di Francia|Carlo X]] evitò di attribuire ad alcuno il titolo formale di primo ministro, come nel caso del governo Martignac</ref>.
 
==[[ Primo ministro]] ==
{| border=0
| [[Jean-Baptiste Gaye, visconte di Martignac]]
| dal [[4 gennaio]] [[1828]] all’[[all'8 agosto]] [[1829]]
|}
 
== Ministeri ==
=== Affari Esteri ===
{| border=0
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Auguste, conte de La Ferronaye]] <ref>o Pierre Ferron, conte de La Ferronaye</ref>
| dal [[4 gennaio]] [[1828]] al [[22 aprile]] [[1829]]
|}
 
Riga 35:
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Anne Adrien Pierre, duca de Montmorency-Laval]]
| dal [[22 aprile]] [[1829]] al [[14 maggio]] [[1829]]
|}
 
Riga 41:
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Joseph Marie, conte di Portalis]]
| dal [[14 maggio]] [[1829]] al [[7 agosto]] [[1829]]
|}
 
=== Finanze ===
{| border=0
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Antoine Roy (ministro)|Antoine, conte Roy]]
| dal [[4 gennaio]] [[1828]] all’[[all'8 agosto]] [[1829]]
|}
 
=== Interno ===
{| border=0
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Jean-Baptiste Gaye, visconte di Martignac|visconte di Martignac]]
| dal [[4 gennaio]] [[1828]] all’[[all'8 agosto]] [[1829]]
|}
 
=== Commercio e Manifatture ===
{| border=0
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Pierre Laurent Barthélemy, conte di Saint-Cricq]]
| dal [[4 gennaio]] [[1828]] all’[[all'8 agosto]] [[1829]]
|}
 
=== Polizia Generale ===
Abolito per volontà del [[governo DesollesDessolles]].
 
=== Giustizia ===
{| border=0
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Joseph Marie, conte di Portalis]]
| dal [[4 gennaio]] [[1828]] all’[[all'14 maggio]] [[1829]]
|}
 
Riga 78:
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Pierre-Alpinien Bourdeau]]
| dal [[14 maggio]] [[1829]] all’[[all'8 agosto]] [[1829]]
|}
 
=== Culti ===
{| border=0
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Denis-Luc, conte di Frayssinous]]
| dal [[4 gennaio]] [[1828]] al [[3 marzo]] [[1829]]
|}
 
Riga 91:
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[François-Jean-Hyacinthe Feutrier]]
| dal [[3 marzo]] [[1828]] all’[[all'8 agosto]] [[1829]]
|}
 
=== Guerra ===
{| border=0
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Jean-Baptiste, conte di Caux de Blacquetot]]
| dal [[4 gennaio]] [[1828]] all’[[all'8 agosto]] [[1829]]
|}
 
=== Marina e Colonie ===
{| border=0
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Christophe de Chabrol, conte di Crouzol]]
| dal [[4 gennaio]] [[1828]] al [[3 marzo]] [[1828]]
|}
 
Riga 111:
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Jean-Guillaume Hyde de Neuville]]
| dal [[3 marzo]] [[1828]] al [[all'8 agosto]] [[1829]]
|}
 
=== Pubblica Istruzione<ref>Ministre de l'Instruction Publique</ref> ===
{| border=0
|rowspan=8 valign=top| '''Ministro'''
| [[Antoine François Henri Lefebvre de Vatimesnil]]
| dal [[10 febbraio]] [[1828]] all’[[all'8 agosto]] [[1829]]
|}
 
== Note ==
<references />
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{Governi restaurazionefranceseFrancesi Restaurazione e Monarchia di luglio}}
 
[[Categoria:Governi della Restaurazione francese| 07]]
 
[[fr:Gouvernement Jean-Baptiste de Martignac]]