Inaros: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
integrazione |
Nessun oggetto della modifica |
||
(24 versioni intermedie di 19 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{Bio
|Nome = Inaros
|Cognome =
|PostCognome = o '''Inaro'''
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = ?
|Floruit = ca [[460 a.C.]]
|Epoca = -400
|Attività = principe
|AttivitàAltre = e capo ribelle
|Nazionalità = egizio
|PostNazionalità =
}}
Il suo nome è legato ad una rivolta durante la quale l'Egitto tentò, col supporto politico e militare di [[Atene]], di liberarsi dalla [[Antico Egitto#La conquista persiana|dominazione persiana]] (la [[XXVII dinastia egizia|XXVII dinastia]] [[Manetone|manetoniana]]).
==La rivolta e l'ascesa di Inaros==
Inaros - forma grecizzata dell'egizio ˁIrt n ḥr r w, ''"L'occhio di [[Horus|Horo]] [è contro di essi]"'' - era figlio di Psametek (Psammetico), un principe
[[File:KimonSculpture.jpg|thumb|upright|Il comandante Cimone]]
Dopo l'assassinio
Questa occasione non sfuggì ad Inaros,
All'epoca la città di [[Sais]] era governata dal principe Amonirdisu (Amirteo), discendente della famiglia reale saitica nonché antenato del [[Amonirdisu|futuro faraone omonimo]]. Questi si schierò al fianco di Inaros, annettendo alla causa ribelle il suo governatorato e le zone paludose del Nord.
===La battaglia di Papremi===
Intanto [[Artaserse I]], figlio di Serse, aveva avuto ragione degli altri pretendenti al trono. Informato della rivolta
▲Intanto [[Artaserse I]], figlio di Serse, aveva avuto ragione degli altri pretendenti al trono. Informato della rivolta in Egitto, il nuovo Gran Re inviò prontamente un esercito di circa 400.000 soldati ed 80 navi guidato dallo zio, il satrapo [[Achemene (satrapo)|Achemene]].<br>
Achemene venne sconfitto ed ucciso insieme a 100
▲[[Atene]], in guerra da tempo con i Persiani, comprese l'importanza strategica dell'appoggiare la causa di Inaros ed inviò truppe di terra ed una flotta di oltre 200 navi al comando di [[Caritimide]].
▲L'esercito persiano e quello della coalizione greco-egizia si scontrarono a [[Papremi]], una località non identificata nel Delta occidentale.<br>
▲Achemene venne sconfitto ed ucciso insieme a 100.000 persiani mentre il resto dell’esercito persiano si ritirò a [[Menphi]]. Al largo, i comandanti della flotta ateniese Caritimide e [[Cimone]], con quaranta navi diedero battaglia a conquanta navi persiane, catturandone venti col loro equipaggio ed affondando le rimanenti. In seguito al successo della battaglia, i ribelli inviarono il cadavere di Achemene al Gran Re.
Dopo questa vittoria Inaros era virtualmente il padrone di tutto il Delta. Nonostante ciò, non si arrogò mai i [[Titolatura reale dell'antico Egitto|titoli della sovranità]].
==La cattura e l'esecuzione==
[[File:Artaxerxes I.jpg|thumb|upright=0.6|left|Artaserse I]]
Nel [[456 a.C.]] l'esercito della coalizione marciò quindi su [[Menfi (Egitto)|Menfi]] e la cinse d'assedio, arrivando a conquistarne i due terzi. L'arrivo dei rinforzi persiani al comando del generale e satrapo di Siria [[Megabizo]] respinse gli assedianti nelle paludi del Delta. Durante questi scontri Inaros venne ferito e Caritimide perse la vita.<br>
Secondo [[Ctesia di Cnido]], Megabizo promise ad Inaros ed ai ribelli greci che non sarebbero stati messi a morte una volta giunti a Susa. La regina madre [[Amestris]] però non poté perdonare loro la morte di Achemene (che Ctesia riporta non come cognato di lei, bensì come figlio) e pretese che pagassero con la vita. Artaserse mantenne la promessa fatta da Megabizo per cinque anni, ma poi dovette cedere alle richieste della regina madre.▼
I duri combattimenti nelle paludi della costa durarono un anno e mezzo. Atene cercò di dare manforte ai ribelli inviando cinquanta navi che però vennero in parte affondate dalla flotta [[Fenici|fenicia]] al servizio di Artaserse ed in parte distrutte da [[Arsame (satrapo)|Arsame]], fresco di nomina a nuovo satrapo d'Egitto da parte di Megabizo, mentre tentavano di risalire il ramo [[Mendes (Egitto)|mendesiano]] del Nilo.<br>
Fu quindi così che nel [[454 a.C.]] Inaros e gli ultimi alleati greci si trovarono circondati sull'isola di Prosopitide. Vennero quindi catturati e condotti a [[Susa (Elam)|Susa]].
▲Secondo [[Ctesia di Cnido]], Megabizo promise ad
Esistono versioni diverse della morte di Inaros: fu forse [[crocifissione|crocifisso]] o forse impalato, mentre cinquanta compagni greci furono, a quanto pare, decapitati.<ref>{{en}} [http://www.livius.org/ct-cz/ctesias/photius_persica2.html Fozio - Estratto da ''Persica'' di Ctesia (§ 14.37-39)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100304162827/http://www.livius.org/ct-cz/ctesias/photius_persica2.html |date=4 marzo 2010 }}</ref><br>
Tucidide riporta una versione ancora diversa, dalla quale si dedurrebbe che Inaros venne tradito, catturato e crocifisso subito dopo o perlomeno entro lo stesso anno, nel 454 a.C.
Questi furono gli ultimi interventi ateniesi nella ormai rappacificata satrapia d'Egitto: nel 448 a.C., infatti, venne firmata la pace tra la Grecia e l'impero achemenide.▼
===Fine della rivolta===
Dopo la cattura di Inaros la rivolta venne proseguita da Amonirdisu di Sais, sfuggito ai Persiani e rifugiatosi nelle vaste zone paludose del Delta nord-occidentale che ancora erano fuori dal controllo nemico. Questi chiese aiuto ad Atene, che in quel periodo tentava di sottrarre Cipro ai Persiani (vedi [[Battaglia di Salamina in Cipro (450 a.C.)|Battaglia di Salamina in Cipro]]). Sessanta navi ateniesi partirono quindi da Cipro alla volta dell'Egitto ma non vi arrivarono mai, in quanto la morte del comandante Cimone a causa di un'epidemia ([[450 a.C.]]) le indusse a ritornare indietro.
<br>
▲Questi furono gli ultimi interventi ateniesi nella ormai
Il nuovo satrapo
==
La ribellione di Inaros non fu la prima né l'ultima a scoppiare durante la [[XXVII dinastia egizia|prima occupazione persiana]], ma fu quella che lasciò l'impronta più profonda nella storia egiziana
==Note==
Line 38 ⟶ 61:
==Bibliografia==
*''The Cambridge Ancient History, IV: Persia, Greece and the western Mediterranean c. 525-479 B.C.'' - Cambridge University Press, 2008, p. 266-276.
* Cimmino, Franco - ''Dizionario delle dinastie faraoniche'' - Bompiani, Milano 2003 - ISBN 88-452-5531-X
* [[Diodoro Siculo]] - ''[[Bibliotheca historica]]'', vol IV.
*[[Alan Gardiner|Gardiner, Alan]] - ''La civiltà egizia'' - Oxford University Press 1961 (Einaudi, Torino 1997) - ISBN 88-06-13913-4▼
* Erodoto – ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'' – B.U.R., Milano 1958 (1° ed), vol. III § 15.
▲* [[Alan Gardiner|Gardiner, Alan]] - ''La civiltà egizia'' - Oxford University Press 1961 (Einaudi, Torino 1997), p. 333 - ISBN 88-06-13913-4
* {{en}} {{cita web|cognome=|nome=|autore=Tucidide|url=https://en.wikisource.org/wiki/History_of_the_Peloponnesian_War/Book_1|titolo=Guerra del Peloponneso, vol I|accesso=23 novembre 2011|pagine=104-109-110-112|data=}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|antico Egitto|biografie}}
[[Categoria:Persone giustiziate]]
|