Inaros: differenze tra le versioni

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{{Bio
'''Inaros''' o '''Inaro''' ([[Floruit|fl.]] ca [[460 a.C.]]) fu un principe e capo ribelle [[Antico Egitto|egizio]].
|Nome = Inaros
|Cognome =
|PostCognome = o '''Inaro'''
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = ?
|Floruit = ca [[460 a.C.]]
|Epoca = -400
|Attività = principe
|AttivitàAltre = e capo ribelle
|Nazionalità = egizio
|PostNazionalità =
}}
 
Il suo nome è legato ad una rivolta durante la quale l'Egitto tentò, col supporto politico e militare di [[Atene]], di liberarsi dalla [[Antico Egitto#La conquista persiana|dominazione persiana]] (la [[XXVII dinastia egizia|XXVII dinastia]] [[Manetone|manetoniana]]).
 
==La rivolta e l'ascesa di Inaros==
Inaros - forma grecizzata dell'egizio ˁIrt n ḥr r w, ''"L'occhio di [[Horus|Horo]] [è contro di essi]"'' - era figlio di Psametek (Psammetico), un principe imparentato con la decaduta [[dinastia saitica]] e definito da [[Tucidide]] ''"re dei [[Libu]]"'', probabilmente in riferimento alle origini libiche della dinastia. Dal suo centro amministrativo di Marea, egli esercitava la propria autorità su varie zone del [[Delta del Nilo|Delta]] occidentale.
[[File:KimonSculpture.jpg|thumb|170pxupright|Il comandante Cimone]]
 
Dopo l'assassinio di [[Serse I]] avvenuto nel [[465 a.C.]], le lotte per la successione al trono causarono un temporaneo indebolimento dell'influenza dell'[[impero achemenide]] sulle proprie satrapie.<br>
Questa occasione non sfuggì ad Inaros, il quale assoldò mercenari e scacciò gli esattori persiani, dando così inizio alla rivolta dell’Egittodell'Egitto contro l'occupazione cui era sottoposto da sessant'anni.<br>
All'epoca la città di [[Sais]] era governata dal principe Amonirdisu (Amirteo), discendente della famiglia reale saitica nonché antenato del [[Amonirdisu|futuro faraone omonimo]]. Questi si schierò al fianco di Inaros, annettendo alla causa ribelle il suo governatorato e le zone paludose del Nord.
===La battaglia di Papremi===
Intanto [[Artaserse I]], figlio di Serse, aveva avuto ragione degli altri pretendenti al trono. Informato della rivolta nella [[satrapia]] d'Egitto, il nuovo [[Gran Re]] inviò prontamente un esercito di circa 400 &nbsp;000 soldati ed 80 navi guidato dallo zio [[Achemene (satrapo)|Achemene]].<br>
Atene, in guerra da tempo con i Persiani, comprese l'importanza strategica dell'appoggiare la causa ribelle ed inviò truppe di terra ed una flotta di oltre 200 navi, che si trovava di stanza a [[Cipro]] al comando di [[Caritimide]] e di [[Cimone]].
 
Così, nel [[459 a.C.]] l'esercito persiano e quello della coalizione greco-egizia si scontrarono a [[Papremi]], nel Delta occidentale.<br>
Achemene venne sconfitto ed ucciso insieme a 100 &nbsp;000 Persiani mentre il resto del suo esercito si ritirò a [[Menfi (Egitto)|Menfi]]. Al largo i comandanti della flotta ateniese con quaranta navi diedero battaglia a conquantacinquanta navi persiane, catturandone venti col loro equipaggio ed affondando le rimanenti. In seguito al successo della battaglia, i ribelli inviarono il cadavere di Achemene al Gran Re.
 
Dopo questa vittoria Inaros era virtualmente il padrone di tutto il Delta. Nonostante ciò, non si arrogò mai i [[Titolatura reale dell'antico Egitto|titoli della sovranità]].
 
==La cattura e l'esecuzione==
[[File:Artaxerxes I.jpg|thumb|140pxupright=0.6|left|Artaserse I]]
 
Nel [[456 a.C.]] l'esercito della coalizione marciò quindi su [[Menfi (Egitto)|Menfi]] e la cinse d'assedio, arrivando a conquistarne i due terzi. L'arrivo dei rinforzi persiani al comando del generale e satrapo di Siria [[Megabizo]] respinse gli assedianti nelle paludi del Delta. Durante questi scontri Inaros venne ferito e Caritimide perse la vita.<br>
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Fu quindi così che nel [[454 a.C.]] Inaros e gli ultimi alleati greci si trovarono circondati sull'isola di Prosopitide. Vennero quindi catturati e condotti a [[Susa (Elam)|Susa]].
 
Secondo [[Ctesia di Cnido]], Megabizo promise ad Inaro ed ai ribelli greci che non sarebbero stati messi a morte una volta giunti a Susa. La regina madre [[Amestris|Amestri]] però non poté perdonare loro la morte di Achemene (che Ctesia riporta non come cognato di lei, bensì come figlio) e pretese che pagassero con la vita. Artaserse mantenne la promessa fatta da Megabizo per cinque anni, ma poi dovette cedere alle richieste della regina madre.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Ctesias' Account of the Revolt of Inarus|rivista=Phoenix (Classical Association of Canada)|data=Spring 1976|nome=J.M.|cognome=Bigwood|coautori=|volume=30|numero=1|pagine=1–25|id= |url=httphttps://jstor.org/stable/1088018|format=|accesso=23 maggio 2008|doi=|publishereditore=Classical Association of Canada}}</ref>
 
Esistono versioni diverse della morte di Inaros: fu forse [[crocifissione|crocifisso]] o forse impalato, mentre cinquanta compagni greci furono, a quanto pare, decapitati.<ref>{{en}} [http://www.livius.org/ct-cz/ctesias/photius_persica2.html Fozio - Estratto da ''Persica'' di Ctesia (§ 14.37-39)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100304162827/http://www.livius.org/ct-cz/ctesias/photius_persica2.html |date=4 marzo 2010 }}</ref><br>
Tucidide riporta una versione ancora diversa, dalla quale si dedurrebbe che Inaros venne tradito, catturato e crocifisso subito dopo o perlomeno entro lo stesso anno, nel 454 a.C.
===Fine della rivolta===
Dopo la cattura di Inaros la rivolta venne portata avantiproseguita da Amonirdisu di Sais, sfuggito ai Persiani e rifugiatosi nelle vaste zone paludose del Delta nord-occidentale che ancora erano fuori dal controllo nemico. Questi chiese aiuto ad Atene, che in quel periodo tentava di sottrarre Cipro ai Persiani (vedi [[Battaglia di Salamina in Cipro (450 a.C.)|Battaglia di Salamina in Cipro]]). Sessanta navi ateniesi partirono quindi da Cipro alla volta dell'Egitto ma non vi arrivarono mai, in quanto la sopraggiunta morte del comandante Cimone a causa di un’epidemiaun'epidemia ([[450 a.C.]]) le indusse a ritornare indietro.
<br>
Questi furono gli ultimi interventi ateniesi nella ormai rappacificatapacificata satrapia d'Egitto: nel [[448 a.C.]], infatti, venne firmata la [[pace di Callia]] tra Grecia ed Impero achemenide.
 
Il nuovo satrapo Arsame cercò sin dall'inizio di assumere una politica conciliante con la popolazione egizia: a tale scopo pose Tannira e Paosiri, figli rispettivamente di Inaros e di Amonirdisu, a capo dei [[nomosNomo (Egitto)|distretti]] di cui erano originari. Secondo [[Erodoto]] si sarebbe trattato non di un atto di benevolenza del satrapo ma semplicemente di un costume persiano in uso presso le popolazioni sottomesse.
 
==L’ereditàL'eredità==
La ribellione di Inaros non fu la prima né l'ultima a scoppiare durante la [[XXVII dinastia egizia|prima occupazione persiana]], ma fu quella che lasciò l'impronta più profonda nella storia egiziana; qualche anno più tardi Erodoto scriverà: «''Nessuno ha mai recato maggiori danni ai Persiani di Inaro e di Amirteo''».
 
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* Erodoto – ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'' – B.U.R., Milano 1958 (1° ed), vol. III § 15.
* [[Alan Gardiner|Gardiner, Alan]] - ''La civiltà egizia'' - Oxford University Press 1961 (Einaudi, Torino 1997), p. 333 - ISBN 88-06-13913-4
* {{en}} {{cita web|cognome=|nome=|wkautore=|coautori=|autore=Tucidide|url=httphttps://en.wikisource.org/wiki/History_of_the_Peloponnesian_War/Book_1|titolo=Guerra del Peloponneso, vol I|accesso=23 novembre 2011|formato=|lingua=|editorepagine=104-109-110-112|operadata=}}
|volume=|pagine=104-109-110-112|pagina=|data=|anno=|mese=|urlarchivio=|dataarchivio=|id=|citazione= }}
 
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