Augusto Frassineti: differenze tra le versioni

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|LuogoNascita = Faenza
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[30 novembre]] [[1911]]
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 31 marzo
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== Biografia ==
Augusto Frassineti nasce dain unaun'abbiente famiglia del[[borghesia|borghese]].<ref>{{cita ceto medioweb|url=https://augustofrassineti.wordpress.com/2020/08/24/augusto-frassineti-biografia-e-foto/|titolo=Augusto Frassineti, biografie e foto|data=2 novembre 2023}}</ref> La prima parte della sua vita è simile all'[[infanzia]] e all'[[adolescenza]] di tanti giovani italiani di quegli anni, condizionata cioè da una rigida educazione tesa a un rigoroso controllo morale e a un severo indottrinamento [[religione|religioso]].
 
Negli [[anni 1930|anni trenta]] studia [[filosofia]] a [[Bologna]], frequentando in particolare le lezioni di [[Roberto Longhi (storico dell'arte)|Roberto Longhi]]. A questo periodo risalgono le sue prime amicizie intellettuali: [[Attilio Bertolucci]], [[Giorgio Bassani]], "Momi" [[Francesco Arcangeli]] e [[Cesare Gnudi]]. Si lega agli ambienti della lotta [[antifascismo|antifascista]] clandestina del movimento «"[[Giustizia e Libertà]]»".
 
[[Laurea]]tosi, ottiene i primi incarichi di insegnante. Dichiarerà:
[[Laurea]]tosi, ottiene i primi incarichi di insegnante. Dira°: "Credo che fosse quello il mestiere giusto per me, e lo rimpiango".<ref>Claudio Marabini, ''I Grandi di Romagna'', Bologna, Poligrafici Editoriale, 1990, p. 62.</ref> Nel [[1940]] sposa Enrichetta Giorgi, che resterà la compagna di tutta la sua vita.
 
[[Laurea]]tosi, ottiene i primi incarichi di insegnante. Dira°: "<blockquote>Credo che fosse quello il mestiere giusto per me, e lo rimpiango".<ref>{{cita libro|autore=Claudio Marabini, |titolo=''I Grandi di Romagna'', |città=Bologna, |editore=Poligrafici Editoriale, |anno=1990, |p.= 62.}}</ref> Nel [[1940]] sposa Enrichetta Giorgi, che resterà la compagna di tutta la sua vita.</blockquote>
La [[seconda guerra mondiale]] rappresenta il tragico spartiacque della vita di Frassineti, come fu del resto per l'intera sua generazione. L'esperienza bellica segnerà in modo decisivo le sue scelte future: fatto prigioniero nel [[1943]] in [[Sicilia]], viene portato nei [[campo di concentramento|campi di concentramento]] degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] prima in [[Algeria]], poi in [[Tunisia]] e infine in [[Marocco]]. È costretto a patire umilianti privazioni fisiche e morali, e a [[Casablanca]] si ammala di una grave infiltrazione polmonare, i cui postumi lo segneranno per il resto della vita.
 
Nel 1940 sposa Enrichetta Giorgi, che resterà la compagna di tutta la sua vita.
È quindi trasferito in [[Francia]], dove le sue condizioni migliorano al punto che, sul finire della guerra, partecipa attivamente alla [[Resistenza italiana|Resistenza]], collaborando con le truppe degli Alleati. In virtù dell'attività svolta in questo periodo, nell'immediato [[secondo dopoguerra|dopoguerra]] il Ministro [[Emilio Lussu|Lussu]] gli affida la direzione del Servizio Reduci dell'appena costituito Ministero dell'Assistenza Postbellica. Si stabilisce dunque a [[Roma]], ma, nonostante la legge vieti espressamente il declassamento, si ritrova trasferito in un altro Ministero, retrocesso al grado infimo della gerarchia burocratica: l'avventiziato.
 
La [[seconda guerra mondiale]] rappresenta il tragico spartiacque della vita di Frassineti, come fu del resto per l'intera sua generazione. L'esperienza bellica segnerà in modo decisivo le sue scelte future: fatto prigioniero nel [[1943]] in [[Sicilia]], viene portato nei [[campo di concentramento|campi di concentramento]] degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] prima in [[Algeria]], poi in [[Tunisia]] e infine in [[Marocco]]. È costretto a patire umilianti privazioni fisiche e morali, e a [[Casablanca]] si ammala di una grave infiltrazione polmonare, i cui postumi lo segneranno per il resto della vita.
 
È quindi trasferito in [[Francia]], dove le sue condizioni migliorano al punto che, sul finire della guerra, partecipa attivamente alla [[Resistenza italiana|Resistenza]], collaborando con le truppe degli Alleati. In virtù dell'attività svolta in questo periodo, nell'immediato [[secondo dopoguerra|dopoguerra]] il Ministroministro [[Emilio Lussu|Lussu]] gli affida la direzione del Servizio Reduci dell'appena costituito Ministero dell'Assistenza Postbellica. Si stabilisce dunque a [[Roma]], ma, nonostante la legge vieti espressamente il declassamento, si ritrova trasferito in un altro Ministero, retrocesso al grado infimominore della gerarchia burocratica: l'avventiziato.
{{Approfondimento
|allineamento = sinistra
|larghezza = 300px
|titolo = All'origine della satira della ''ministerialità''
|contenuto = Le dolorose esperienze della prigionia nordafricana si ritrovano, quasi sempre deformate in chiave [[umorismo|umoristica]], in alcune delle più vivide pagine di ''[[Misteri dei Ministeri]]'', la sua opera maggiore. Ma furono le vicende del suo declassamento amministrativo ad incidere maggiormente nella sua vita. Era giunto a Roma su invito di un Ministroministro e del tutto ignaro del nuovo terremoto che gli si preparava nella capitale. Sorsero presto conflitti di competenza fra il Ministero in cui andava a ricoprire un ruolo dirigenziale e la pontificia opera di assistenza; conflitti che culminano di lì a breve nella soppressione del neonato organo istituzionale. Il suo successivo trasferimento e [[demansionamento]], con il drammatico corollario di disordini economici e morali che porta nella sua vita, costituisce il trauma definitivo, e al contempo la consacrazione alla sua "missione" di [[scrittore]] della "Ministerialità", tutto votato alla ricerca e allo svelamento dell'[[irrazionalità]] disumana che sottende ai meccanismi della vita [[Stato|statale]].
}}
 
Gli [[anni 1950|anni cinquanta]]Cinquanta segnano l'ingresso di Frassineti nel mondo delle lettere e della cultura dell'Italia. Al [[1952]] risale la prima edizione di ''[[Misteri dei Ministeri]]'', uno dei testi più corrosivi sulla burocrazia centrale.<ref>{{cita libro|autore=Vittorio Emiliani, |titolo=''Romagnoli & romagnolacci'', |città=Bologna, |editore=Minerva Edizioni, |anno=2014, |p.=90.}}</ref> In questi anni Frassineti frequenta attivamente gli ambienti legati alla rivista letteraria «"[[Il Caffè (Vicari)|Il Caffè]]»" di [[Giambattista Vicari]] (1952-[[1977]]). Nella redazione di questa coraggiosa pubblicazione indipendente, situata in realtà nella stessa casa romana di Vicari, Frassineti si farà conoscere e apprezzare da molti intellettuali di punta di quell'epoca, stringendo a volte duraturi sodalizi: da [[Ennio Flaiano]] a [[Mario Soldati]], da [[Giorgio Manganelli]] — che lo aiuterà anche economicamente in momenti di difficoltà<ref>{{cita libro|autore=Lisetta Manganelli|titolo=''Album fotografico Giorgio Manganelli''|città=Macerata|editore=Quodlibet|anno=2010|isbn=9788874623136}}</ref> — a [[Luigi Malerba]], da [[Mino Maccari]] a [[Gianni Celati]], da [[Italo Calvino]] a [[Pier Paolo Pasolini]]. Molti di questi personaggi elogiarono nei loro scritti le opere dell'autore, e Calvino lo chiamerà un «"satirico senza illusioni»", ricollegando la sua opera alla nobile tradizione che da [[Aristofane]] arriva a [[Ionesco]], passando per [[Jonathan Swift|Swift]]. «Prosatore di singolare e riposata raffinatezza, maneggiatore impassibile ed impeccabile di una arguta [[sintassi]], delicato deliberatore di [[Sinonimia|sinonimi]] e contrari, [[lessicografia|lessicografo]] ghiotto e di molto palato» lo definirà invece Giorgio Manganelli nell'articolo "''Anche l'eden è burocrazia''" scritto nel [[1974]].
 
Così ne parla Giorgio Manganelli nell'articolo "Anche l'eden è burocrazia" scritto nel 1974:
Ma il rapporto col mondo culturale di quegli anni non fu dei più facili, e l'autore si vide progressivamente emarginato, nonostante il plauso e i consensi che la sua opera da sempre suscita presso una limitata cerchia di lettori colti. Gli unici riconoscimenti pubblici gli verranno dalla sua attività di [[traduttore]]. La sua resa di ''[[Gargantua e Pantagruel]]'' di [[François Rabelais]] è unanimemente riconosciuta, negli ambienti specialistici, come la migliore e tuttora insuperata, e gli varrà il [[Premio Monselice]] [[1981]].
 
<blockquote>Prosatore di singolare e riposata raffinatezza, maneggiatore impassibile ed impeccabile di un'arguta [[sintassi]], delicato delibatore di [[Sinonimia|sinonimi]] e contrari, [[lessicografia|lessicografo]] ghiotto e di molto palato.</blockquote>
Muore nel sonno, a Roma, ormai sua città d'elezione, nel [[1985]]<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0003/articleid,1002_01_1985_0065_0003_13858737/ Scompare Frassineti, lo scrittore che tradusse Diderot e Rabelais] Archiviolastampa.it</ref>. In un suo aforisma aveva così sintetizzato il suo impegno intellettuale:
 
:''Il solo impiego razionale della ragione sta nella ricerca ragionata delle ragioni delle infinite sragionevolezze dell'animale ragionevole uomo.''
Ma il rapporto col mondo culturale di quegli anni non fu dei più facili, e l'autore si vide progressivamente emarginato, nonostante il plauso e i consensi che la sua opera da sempre suscita presso una limitata cerchia di lettori colti. Gli unici riconoscimenti pubblici gli verranno dalla sua attività di [[traduttore]]. La sua resa di ''[[Gargantua e Pantagruel]]'' di [[François Rabelais]] è unanimemente riconosciuta, negli ambienti specialistici, come la migliore e tuttora insuperata, e gli varrà il [[Premio Monselice]] [[1981]].<ref>{{Cita web|url = http://www.bibliotecamonselice.it/wp-content/uploads/2018/04/vincitoremonselice.pdf|titolo=I vincitori del Premio "Monselice" per la traduzione|sito=bibliotecamonselice.it|accesso=5 novembre 2019}}</ref>
 
Muore nel sonno, a Roma, ormai sua città d'elezione, nel [[1985]].<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0003/articleid,1002_01_1985_0065_0003_13858737/ Scompare Frassineti, lo scrittore che tradusse Diderot e Rabelais] Archiviolastampa.it</ref>. In un suo aforisma aveva così sintetizzato il suo impegno intellettuale:
 
In un suo aforisma aveva così sintetizzato il suo impegno intellettuale:
 
:''<blockquote>Il solo impiego razionale della ragione sta nella ricerca ragionata delle ragioni delle infinite sragionevolezze dell'animale ragionevole uomo.''</blockquote>
 
== Opere ==
;Narrativa
* ''[[Misteri dei Ministeri]]'', unico "[[romanzo]]" di Frassineti, di cui si susseguirono nel tempo tre edizioni:
** la prima, con una ristampa, risale al 1952, e uscì per l'editore [[Guanda]] di [[Parma]];
** la seconda edizione apparve nel 1959 per i tipi di [[Longanesi]], con una ristampa nel 1964
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*** Celestino Calò
*** Relazione al Congresso
«::::::"Autore di un solo libro (poiché i pochi altri sono in pratica corollari e annessi della sua "'summa ministerialis"')»" è definito Frassineti dall'autore della nota in appendice a ''Lo spirito delle leggi''. Anche a un confronto poco approfondito, infatti, emerge chiaramente come tutti questi racconti mantengano inalterati lo stile e le tematiche di ''[[Misteri dei Ministeri]]'', e si presentino quali integrazioni e varianti del macrocosmo che si squaderna nell'opera maggiore.
 
«Autore di un solo libro (poiché i pochi altri sono in pratica corollari e annessi della sua "summa ministerialis")» è definito Frassineti dall'autore della nota in appendice a ''Lo spirito delle leggi''. Anche a un confronto poco approfondito, infatti, emerge chiaramente come tutti questi racconti mantengano inalterati lo stile e le tematiche di ''[[Misteri dei Ministeri]]'', e si presentino quali integrazioni e varianti del macrocosmo che si squaderna nell'opera maggiore.
;Poesia
* Frassineti è autore di due sillogi [[poesia|poetiche]].:
** ''Vita! Vita! Vita!'': uscì nel 1966 per i tipi dell'editrice Alfa di Bologna, con veste grafica a cura dell'artista concettuale [[Gastone Novelli (artista)|Gastone Novelli]]. In questa raccolta si apprezzano riprese dal [[futurismo]], soprattutto per quanto riguarda l'impostazione tipografica.
** La seconda, ''Tutto Sommato'', stampata dall'editrice [[Milano|milanese]] All'insegna del pesce d'oro nel 1985, anno della morte di Frassineti, raccoglie versi composti dal 1959 al 1983, una meditazione amara e realistica sulla vita in poesie di impianto tradizionale e di tono [[epigramma]]tico.
;Teatro
Il rapporto col [[teatro]] è stato molto importante per Frassineti. Egli vi profuse molta energia, non ottenendo sempre i riscontri sperati. Paradossalmente il suo più grande successo teatrale non gli derivò dall'impegno diretto, ma dalla sua narrativa: l'11 novembre [[1959]], infatti, [[Dario Fo]] e [[Franca Rame]] riportarono un buon risultato, sui [[palcoscenico|palcoscenici]] milanesi, con la pièce ''[[Gli arcangeli non giocano a flipper]]'', ispirata ad alcuni brani di ''Misteri dei Ministeri'' e delle raccolte di novelle.
I suoi primi lavori sono frutto di collaborazioni.
* ''Isabella comica gelosa'', 1955, con lo scrittore [[Sardegna|sardo]] [[Giuseppe Dessì]]
* ''Teo, o L'acceleratore della storia. Ipotesi fantastiche ma probabili sui fasti e nefasti della cibernetica nella civiltà di massa'', nato dalla collaborazione con Manganelli, nel 1966; il [[dramma]] umoristico che fu trasmesso in [[Radio (mass media)|radio]] dalla [[RAI Radiotelevisione Italiana|RAI]] il 18 aprile 1967.
* ''Il tubo e il cubo'', 19671966 (primo testo teatrale scritto totalmente di suo pugno, a cui seguirono:
** ''Innamorati in trappola'' (1968),
** ''Tre bestemmie uguali e distinte, magari quattro'' (1969)
** ''La farsa dei tre gobi'' (1974).
 
Compose anche il [[libretto]] per l'[[opera lirica]] ''Gargantua'' di [[Azio Corghi]], la cui prima andò in scena al [[Teatro Regio (Torino)|Teatro Regio]] di [[Torino]] la sera del 2 maggio [[1984]]. Fu infine coautore, intorno alla metà degli [[anni 1970|anni settanta]], insieme a [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], [[Alberto Moravia|Moravia]], [[Carlo Levi]], [[Furio Colombo]] ed [[Enzo Siciliano]] tra gli altri, di un [[recital]] poetico e musicale scritto per l'attrice [[Laura Betti]], dal titolo ''Potentissima signora'', che non fu mai rappresentato.
;Sceneggiature cinematografiche
Frassineti collaborò anche ad alcune [[sceneggiatura|sceneggiature]] [[cinema]]tografiche:, ricordiamo quiquali:
* la collaborazione per ''[[Lo svitato]]'' (1956) di e con [[Dario Fo]], (1956)
* ''[[Ti-Koyo e il suo pescecane]]'' con [[Ottavio Alessi]] e con il regista [[Folco Quilici]] (1962)
* e soprattutto ''[[Italiani brava gente (film 1965)|Italiani brava gente]]'' (1966) dicon [[GiuseppeEnnio De SantisConcini]], alla cui sceneggiatura lavorò in tandeme con loil stesso [[regista]] e con [[EnnioGiuseppe De ConciniSantis]] (1966).
;Traduzioni
È la sua attività di traduttore a valergli, a tutt'oggi, i riconoscimenti più unanimi. Frassineti, assertore di una traduzione libera in grado di essere più fedele al testo proprio nel momento in cui se ne distacca, tradusse molto, dal [[lingua francese|francese]] e dall'[[lingua inglese|inglese]]. Ricordiamo, in ordine sparso:
* la già citata traduzione di ''Gargantua e Pantagruele''
* ''Il romanzo dei comici di campagna'' da [[Paul Scarron|Scarron]] (Firenze, Sansoni 1982),
* ''L'arte di fare fortuna'' da [[Béroalde de Verville]] (Torino, Einaudi, collana "[[I millenni]]", 1989),
* ''Il nipote di Rameau'' da [[Diderot]] (Torino, Einaudi, 1984; nuova edizione: Macerata, [[Casa editrice Quodlibet|Quodlibet]], 2010),
* la ''Pantagruelina prognosticazione'' ancora da [[François Rabelais|Rabelais]].
 
Anche sul versante della traduzione poetica Frassineti si è cimentato con dei giganti: la sua traduzione dell{{'}}''Ode sopra un'urna greca'' di [[John Keats]], ad esempio, è considerata magistrale (A. Frassineti, ''Una traduzione da Keats'', edizione limitata con esemplari numerati; Roma, Marsia, 1959)
 
== Note ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.delteatro.it/dizionario_dello_spettacolo_del_900/f/frassineti.php|Augusto Frassineti sull'Enciclopedia dello Spettacolo del '900}}
 
{{Premio Monselice}}