Villa Serego: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|la villa a Sant'Ambrogio di Valpolicella|Villa Serego Alighieri}}
{{Coord|45.499301|N|10.924020|E|type:landmark|display=title}}<!-- fonte Google maps-->
{{Edificio civile
|nome edificio = Villa Serego
|immagine = VillaSarego20110707-1.jpg
|didascalia =
|paese = ITA
|divamm1 = [[Veneto]]
|città = San Pietro in Cariano
|cittàlink =
|indirizzo =
|stato = Italia
|periodo costruzione = 1565 - 1585 circa
|inaugurazione =
|demolito =
|distrutto =
|ricostruito =
|stile = [[palladianesimo|palladiano]]
|uso =
|altezza =
|costo =
|ingegnere =
|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario =
|committente = Marcantonio Serego
}}
 
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Villa Serego
|nomeInglese = City of Vicenza and the Palladian Villas of the Veneto
|immagine = Villa Serego_pianta_Bertotti Scamozzi 1781.jpg
|anno = 1996
|tipologia = Architettonico
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|pericolo = Nessuna indicazione
|link = 712
|stato = Italia
}}
 
'''Villa Serego''' (o '''Sarego'''), sita in località Santa Sofia di [[Pedemonte (San Pietro in Cariano)|Pedemonte]] in [[San Pietro in Cariano]] ([[provincia di Verona]]) e per questo detta anche '''villa Santa Sofia''', è una [[villa veneta]] progettata dall'architetto [[Andrea Palladio]] nel [[1565]].<ref name="CISA">{{CISA|64|accesso=27 maggio 2018}}</ref> È dal [[1996]] nella lista dei [[Patrimonio dell'umanità|patrimoni dell'umanità]] dell'[[UNESCO]], assieme alle altre [[ville palladiane]] del [[Veneto]].<ref name="UNESCO">{{Cita web|url=https://whc.unesco.org/en/list/712/multiple=1&unique_number=843|titolo=City of Vicenza and the Palladian Villas of the Veneto|autore=UNESCO World Heritage Centre|sito=whc.unesco.org|lingua=en|accesso=27 maggio 2018}}</ref>
 
È l'unica villa palladiana ancora presente in [[Provincia di Verona]].
Isolata all’estremo occidente della “geografia palladiana” del [[Veneto]] e una delle ultime fabbriche di [[villa]] progettate da Palladio, villa Serego a Santa Sofia rappresenta per molti versi un episodio eccezionale. A differenza della villa-tipo palladiana, generalmente un organismo fortemente [[gerarchia|gerarchizzato]] e dominato dal “pieno” della casa dominicale, Palladio preferisce qui articolare lo spazio attorno al grande “vuoto” del [[cortile]] centrale, prendendo probabilmente a modello le proprie ricostruzioni della [[villa romana]] antica.
[[Immagine:Villa Serego_sezione_Bertotti Scamozzi 1781.jpg|thumb|left|Villa Serego, sezione ([[Ottavio Bertotti Scamozzi]], 1781)]]
 
== Storia ==
Anziché di [[mattoni]] e [[intonaco]], le grandi [[colonna|colonne]] [[ordine ionico|ioniche]] sono realizzate con blocchi di [[pietra]] [[calcare|calcarea]] appena sbozzati e sovrapposti a creare pile irregolari: il tipo di materiale utilizzato (proveniente dalle [[miniera di superficie|cave]] che i Serego possedevano poco lontano) e la dimensione gigantesca delle colonne contribuiscono a generare una sensazione di potenza mai raggiunta da nessun'altra villa realizzata.
Il committente è il [[Verona|veronese]] Marcantonio Serego, che entra in possesso della proprietà di Santa Sofia nel [[1552]] ma che solamente dal [[1565]] decide di rinnovare radicalmente il complesso edilizio ereditato dal padre. Poche e frammentarie sono le notizie che riguardano le vicende costruttive del complesso, che venne realizzato solo in piccola parte rispetto alla grande estensione disegnata da Palladio nei ''[[I quattro libri dell'architettura|Quattro libri dell'architettura]]'' ([[1570]]): meno della metà del cortile rettangolare e in particolare la sezione settentrionale.<ref name="CISA" />
 
Nel [[1740]] [[Francesco Muttoni]] poté vedere il tracciato dell’interodell'intero cortile scandito dalle basi già poste in opera delle colonne che avrebbero dovuto completarlo. È dunque ipotizzabile che con la morte di Marcantonio negli [[anni 1580|anni ottanta del Cinquecento]] i lavori siano stati definitivamente interrotti, anche se pare dimostrata la volontà di concludere almeno la parte del complesso riservata agli appartamenti signorili.<ref name="CISA" />
Il committente è il [[Verona|veronese]] Marcantonio Serego, che entra in possesso della proprietà di Santa Sofia nel [[1552]] ma che solamente dal [[1565]] decide di rinnovare radicalmente il complesso edilizio ereditato dal padre. Poche e frammentarie sono le notizie che riguardano le vicende costruttive del complesso, che venne realizzato solo in piccola parte rispetto alla grande estensione disegnata da Palladio nei ''[[Quattro libri dell'architettura]]'' ([[1570]]): meno della metà del cortile rettangolare e in particolare la sezione settentrionale.
 
Con rogito del 30 marzo 1811 il conte Marcantonio Serego Alighieri cedette la proprietà all'avvocato Giovanni Battista Cressotti. Entro la metà dell’dell'[[XIX secolo|Ottocento]] la villa subì notevoli mutamenti a opera dell’architettodell'architetto [[Luigi Trezza]]: nuovi ambienti abitabili vennero ad aggiungersi lungo il lato occidentale dell’edificiodell'edificio, innestandosi al tratto originale cinquecentesco e in parte manomettendolo, mentre alle testate del cortile lasciate incompiute veniva data un’immagineun'immagine definitiva facendo girare [[trabeazione]] e [[balaustra]].<ref name="CISA" />
Nel [[1740]] [[Francesco Muttoni]] poté vedere il tracciato dell’intero cortile scandito dalle basi già poste in opera delle colonne che avrebbero dovuto completarlo. È dunque ipotizzabile che con la morte di Marcantonio negli [[anni 1580|anni ottanta del Cinquecento]] i lavori siano stati definitivamente interrotti, anche se pare dimostrata la volontà di concludere almeno la parte del complesso riservata agli appartamenti signorili.
 
Nel 1996 è stata inserita nel [[patrimonio dell'umanità]] dell'[[UNESCO]] "[[Vicenza]] e le [[ville palladiane]] del [[Veneto]]".<ref name="UNESCO" /> La villa è sede di una azienda [[Viticoltura|vinicola]].
Entro la metà dell’[[XIX secolo|Ottocento]] la villa subì notevoli mutamenti a opera dell’architetto [[Luigi Trezza]]: nuovi ambienti abitabili vennero ad aggiungersi lungo il lato occidentale dell’edificio, innestandosi al tratto originale cinquecentesco e in parte manomettendolo, mentre alle testate del cortile lasciate incompiute veniva data un’immagine definitiva facendo girare [[trabeazione]] e [[balaustra]].
 
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La villa possiede un grande [[giardino]], posto di fronte, ed è attualmente sede di una azienda vinicola.
[[Immagine:Villa Serego_sezione_Bertotti Scamozzi 1781.jpg|thumb|left|Villa Serego, sezione ([[Ottavio Bertotti Scamozzi]], 1781)]]
Villa Serego_pianta_Bertotti Scamozzi 1781.jpg|Pianta della villa (Ottavio Bertotti Scamozzi, 1781)
</gallery>
 
== Descrizione ==
Isolata all’estremoall'estremo occidente della “geografia palladiana” del [[Veneto]] e una delle ultime fabbriche di [[villa]] progettate da Palladio, villa Serego a Santa Sofia rappresenta per molti versi un episodio eccezionale.<ref name="CISA" /> A differenza della villa-tipo palladiana, generalmente un organismo fortemente [[gerarchia|gerarchizzato]] e dominato dal “pieno” della casa dominicale, Palladio preferisce qui articolare lo spazio attorno al grande “vuoto” del [[corte (architettura)|cortile]] centrale, prendendo probabilmente a modello le proprie ricostruzioni della [[villa romana]] antica.<ref name="CISA" />
 
Anziché di [[Mattone|mattoni]] e [[intonaco]], le grandi [[colonna|colonne]] [[ordine ionico|ioniche]] sono realizzate con blocchi di [[pietra]] [[calcare|calcarea]]a appena sbozzati e sovrapposti a creare pile irregolari: il tipo di materiale utilizzato (proveniente dalle [[miniera di superficie|cave]] che i Serego possedevano poco lontano) e la dimensione gigantesca delle colonne contribuiscono a generare una sensazione di potenza mai raggiunta da nessun'altra villa realizzata.<ref name="CISA" />
 
La villa possiede un grande [[giardino]], posto di fronte, ed è attualmente sede di una azienda vinicola.
 
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VillaSarego20110707-2.jpg|Dettaglio dell'angolo
VillaSarego20110707-3.jpg|Dettaglio di colonna
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== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
;Fonti utilizzate
* {{CISA|2564}} (fonte della prima revisione di questa voce)
 
;Approfondimenti
;Per approfondimenti
*P. Brugnoli e A. Sandrini (a cura di), ''L’architetturaL'architettura a Verona nell'età della Serenissima'', pag.184-196
*{{cita pubblicazione|url=https://www.academia.edu/3345838/Restauri_e_manomissioni_ottocentesche_della_villa_palladiana_di_Santa_Sofia_di_Pedemonte|titolo=Restauri e manomissioni ottocentesche della villa palladiana di Santa Sofia di Pedemonte|autore=Giulio Zavatta|pubblicazione=Annuario Storico della Valpolicella, 2009-2010}}
* Giuseppe Conforti, ''Villa Serego detta "Villa Santa Sofia"'', in ''Centootto Ville della Valpolicella'', testo di Giuseppe Conforti, foto di Lou Embo e Fulvio Roiter, Verona, 2016, pp.&nbsp;794–811.
 
==Voci correlate==
* [[Giovanni Antonio Campostrini]]
* [[Valpolicella]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=:Category:Villa Serego}}
 
== Collegamenti esterni ==
*[https://web.archive.org/web/20150923210003/http://www.comune.sanpietroincariano.vr.it/index.aspx?IDMenu=34&IDMenuAPP=8&IDDoc=10 Villa Serego a Santa Sofia] nel sito del comune di San Pietro in Cariano
 
{{Ville diAndrea Palladio}}
{{Valpolicella}}
{{portale|architettura|patrimoni dell'umanità|Veneto}}
 
[[Categoria:Ville palladiane|Serego]]
[[Categoria:Ville delladi provinciaSan diPietro in VeronaCariano|Serego]]
[[Categoria:Serego (famiglia)|Villa Serego]]
 
[[en:Villa Serego]]
[[es:Villa Serego]]
[[fr:Villa Serego]]