Collegio Romano: differenze tra le versioni
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Secondo Polanco, si incominciarono subito le lezioni di latino e greco e poco dopo anche di ebraico: ''“vi si insegnava ancora la dottrina cristiana e sopra la porta delle scuole vi era scritto in una tabella: scuola di grammatica, d'umanità, e di dottrina cristiana, gratis”'' (riservata ai soli maschi). Primi alunni gesuiti furono [[Edmond Auger]], francese, Emmanuel Gomez, portoghese, Giovanni Egnazi, fiorentino, ed [[Emerio de Bonis]] mantovano. Ben presto, però, diventando lo spazio esiguo per il notevole afflusso di studenti, Ignazio pensò di utilizzare un'altra abitazione più comoda e più adatta a ricevere un sempre maggior numero di alunni. Senza lasciare il centro di Roma, nel settembre [[1551]] prese in affitto una casa situata fra piazza del Gesù e la chiesa della Minerva, in una via poi detta via del Gesù. Corrispondeva dietro l'attuale tribuna della [[chiesa di Santo Stefano del Cacco]], edificata successivamente. Di fronte, come dice il Ms. “''Origini d. C. R.''”, al palazzo dei Signori Muti, passato poi in proprietà del Duca d'Acquasparta. Al tempo del compilatore del manoscritto (circa l'anno [[1770]]), questa seconda abitazione del Collegio Romano era detta ''casa dei Frangipani'', perché Orazio, membro di questa famiglia, l'aveva comprata il 13 aprile [[1470]] dai signori Capocci. Nel [[1631]] ne divennero proprietari i Padri Silvestrini di S. Stefano del Cacco che la comprarono dalla signora Laura Frangipani per la somma di 9 500 scudi. Il palazzo fu in seguito demolito. Questa fu quindi la seconda abitazione occupata dal Collegio Romano.
Nonostante le difficoltà economiche, Ignazio volle che a partire
Nelle tesi del [[1556]] è detto “''Romae in aedibus Soc. Iesu'' “. Risulta così che in quest'anno fu fondata la tipografia, che andò arricchendosi nel corso degli anni di nuovi caratteri tipografici, diventando il modello per le altre. Presa l'occasione dalla inondazione che danneggiò parte della casa Frangipani, e per il numero crescente degli studenti, il Collegio Romano trasferì nel [[1558]] la sua dimora nella casa del sig. Giovan Battista Salviati, situata nella piazza detta dell'Olmo. Detta casa, dal retro, si congiungeva alla Chiesa di S. Maria in Via Lata, e più tardi fu ingrandita e abbellita dal cardinale Antonio Maria Salviati. L'affitto annuo era di 350 scudi. Il Ms. citato riporta che il trasloco delle masserizie fu fatto dai Padri stessi. Meglio determinata è l'ubicazione della casa Salviati nel breve cenno storico del Collegio “''De Coll. Rom. 1555 ad 1561” che rimonta appunto a questo tempo.''“ ''Nel 1557 il Collegio passò nell'abitazione più vasta di Giov. Battista Salviati, unita ai giardini del duca di Urbino e posta di fronte all'arco di Camillo, il numero dei gesuiti fu di 145, gli esterni superavano il numero degli anni precedenti'' “.
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== La piazza ==
Il nome ''piazza del Collegio Romano'' fu attribuito solo nel [[1584]], quando fu inaugurato il palazzo omonimo, ma anticamente era chiamata ''Campo Camilliano'', da un arco che sorgeva all'imbocco dell'adiacente via del [[Pie' di Marmo]] ed era appunto chiamato ''Arco di Camigliano''. La configurazione generale della piazza si acquisì soltanto nel [[1659]], quando i Gesuiti comprarono
La piazza, antistante il prospetto principale del Collegio Romano da cui prende nome, è il frutto materiale dell'irradiazione culturale della [[Compagnia di Gesù]], essa fu trasformata radicalmente per meglio evidenziare l'edificio, a costo di imponenti demolizioni e attraverso complesse strategie culturali, che sono lo specchio dell'autorevolezza culturale dell'ordine nel XVI-XVII secolo.
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