Gabali: differenze tra le versioni

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I '''Gabali''' furono una [[Galli|tribù gallica]], cliente degli [[Arverni]], stanziata nella provincia di [[Gévaudan]] (diventato con la [[Rivoluzione francese]] il [[dipartimentoDipartimenti della franceseFrancia|dipartimento]] della [[Lozère]]). Fecero parte della coalizione gallica schieratasi a fianco degli Arverni. Nel [[52 a.C.]] parteciparono all'attacco della [[Gallia narbonense|Narbonense]] insieme a [[Nitiobrogi]] e [[Ruteni (Celti)|Ruteni]] sotto il comando di [[Lucterio]], prima di rivolgersi contro gli [[Elvi]].
 
==Capoluogo==
[[ImmagineFile:Gallia tribù png59 aC.PNG|thumb|240px|Popoli della Gallia prima della [[conquista della Gallia|conquista romana]] ([[59 a.C.]])]]
 
Il loro capoluogo gallo-romano era ''Anderitum'', presente sulla [[Tavola Peutingeriana|Tabula Peutingeriana]]. Anderitum è per i Romani, che gli daranno infatti il nome di Gabalum, la « città dei Gabali »; in seguito Gabalum diventerà ''Ad Gabals'', e, sotto l'influenza [[Lingua occitana|occitana]], ''Gabouls'' e poi [[Javols]]. Il nome di [[Gévaudan]] è d'altro canto anch'esso legato a questo popolo. Un cantiere annuale di scavi archeologici si occupa di investigare ulteriormente gli aspetti dell'[[urbanizzazione|occupazione urbana]] di Javols.
 
==Altri centri abitati==
[[Immagine:France Lozère Lanuéjols Mausolée romain 1.jpg|thumb|right|300pxupright=1.4|Il [[mausoleo]] romano di [[Lanuéjols (Lozère)|Lanuéjols]]]]
 
Si sa poco sui principali centri abitati dei Gabali. A parte Javols, si sa del villaggio di [[Banassac]], sviluppatosi ai tempi dell'occupazione romana. Il colle di [[Saint-Bonnet-de-Chirac]] veniva probabilmente utilizzato quale luogo di culto, così come la sommità dell'altura (''truc'') di [[Grèzes (Lozère)|Grèzes]]. D'altronde il villaggio di [[Grèzes (Lozère)|Grèzes]] (''Gredone'' all'epoca) sembra esser servito da [[oppidum]] prima della venuta dei Romani, perché è senza dubbio lì che una parte dei primi Gabali si sarebbe insediata al momento del loro arrivo nella regione, allo scopo di difendersi dagli [[Popoli indigeni|autoctoni]].<ref>Indicazioni desunte dal percorso didattico realizzato nel villaggio e dal [http://grezes.lozere-online.com/presentation/index.php?r=hier&p=oppidum sito ufficiale] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071009163840/http://grezes.lozere-online.com/presentation/index.php?r=hier |data=9 ottobre 2007 }}{{fr}}.</ref>
 
Fatto sta che la fortezza gallica, sostituita da un [[castrum]] romano, sarà a lungo il luogo di difesa privilegiato della popolazione. È lì, ad esempio, che si rifugiò la popolazione durante la prima invasione degli [[Alemanni]], nel [[III secolo]], organizzando una resistenza ad un assedio durato tre anni,<ref>Benjamin Bardy in ''Mende'', édition SAEP Colmar-Ingersheim, 1974, p. 14.</ref> respingendo l'invasione con il [[martirio (Cristianesimo)|martirio]] di [[Privat de Mende|Saint Privat]].<ref>Félix Buffière, ''Ce tant rude Gévaudan'', tome I, p. 178.</ref> È [[Gregorio di Tours]] a informarci che la popolazione della diocesi « era asserragliata nei trinceramenti del [[castrum|campo]] di [[Grèzes (Lozère)|Grèzes]] ».<ref>{{fr}} [httphttps://fr.wikisource.org/wiki/Histoires_-_1 Histoire des Francs - Livre premier].</ref> San Privat fu ritrovato dagli [[Alemanni]] nelle grotte che egli aveva trasformato in luogo di [[eremitaggio]] sul [[Mont Mimat|monte Mimat]]. Alcuni ritrovamenti mostrano che vi erano senza dubbio delle abitazioni ai piedi del monte, un borgo di nome Mimata, oggi [[Mende (LozèreFrancia)|Mende]].
 
La valle del [[Lot (fiume)|fiume Lot]] verso Mende, e quelle viciniore della Nize e del [[Bramont (fiume)|Bramont]], sembrano essere state apprezzate dai romani, come testimoniano i ritrovamenti di resti di alcune ''[[villa romana|villae]]'' a Sirvens (Mende) e, soprattutto, un imponente [[mausoleo]] romano che si trova a [[Lanuéjols (Lozère)|Lanuéjols]]. Si sa d'altronde che i romani apprezzavano le acque termali del Gévaudan, dal momento che hanno lasciato delle tracce a [[Bagnols-les-Bains]] (anticamente ''aquae calida'', come molte città termali) così come anche alla sorgente di [[Frézal de Mende|San Frézal]] a fianco della [[La Canourgue]]-[[Banassac]]. Tutto ciò lascia supporre che i Gabali dovevano avere degli abitati in quei luoghi, già prima dell'arrivo dei romani. [[Plinio il Vecchio|Plinio]] ci riferisce peraltro che a Roma si faceva gran diletto dei formaggi provenienti prodotti dai Gabali sul [[mont Lozère|monte Lozère]].<ref>[[Plinio il Vecchio|Plinio]], ''[[Naturalis Historia]]'', xi, 97, [http://web2.bium.univ-paris5.fr/livanc/?p=485&cote=39197x01&do=page].</ref>
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==Etimologia==
In [[lingua gallica]], il termine ''gabal'' designava una forca. S ritrova questo termine in [[lingua bretone]] con ''gaol'' (che proviene da ''gabl'') e in vecchio irlandese ''gabul''. Per estensione, il termine ''gabal'' sembra abbia dato origine al termine francese [[giavellotto]].<ref>J. Lacroix, « ''Les noms d'origine gauloise, la Gaule des combats'' », Errance, Paris, 2003</ref> In questo modo l'[[etnonimo]] ''Gabali'' potrebbe voler significare: « gli uomini dai giavellotti ».<ref>Pierre Combret, [http://www.arbre-celtique.com/encyclopedie/gabal-fourche-lance-1314.htm l'Arbre celtique]</ref>
 
Ma potrebbe esservi un'altra [[etimologia|origine del termine]]: potrebbe semplicemente trattarsi di « altura ».
 
==La campagna romana in Gallia==
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{{Vedi anche|Conquista della Gallia|De bello Gallico}}
Il popolo dei Gabali lo ritroviamo in due riprese all'interno del ''[[De bello Gallico|Bellum Gallicum]]'' di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]]: in un passo ci viene detto che i Gabali erano clienti degli [[Arverni]] agli ordini di [[Vercingetorige]]. Nel libro settimo, si apprende che [[Lucterio]], il capo dei [[Cadurci]], prepara delle truppe per attaccare la [[Narbona|città narbonense]]:
{{QuoteCitazione|Avanza (Lucterio ndr) nel territorio dei [[Nitiobrogi]] e dei
Gabali, riceve ostaggi da entrambi i popoli e, avendo raccolte ingenti truppe, intraprende un'incursione nella [[Gallia narbonense|Provincia, verso Narbona]].|[[Gaio Giulio Cesare|Cesare]]|[[De bello Gallico]]'', vii, 7}}
 
Dopo la sconfitta romana nella [[battaglia di Gergovia]], i Galli tentano di respingere i Romani nella loro Provincia. Cesare ci riferisce che:
{{QuoteCitazione|Sull'altro versante, [Vercingetorige ndr] invia contro gli [[Elvi]] i Gabali e le vicine tribù degli [[Arverni]] [...]|[[Gaio Giulio Cesare|Cesare]]|[[De bello Gallico]]'', vii, 64}}
 
Gli [[Elvi]], è opportuno precisare, erano alleati dei Romani, cui avevano dato aiuto nel transitare i valichi innevati dei monti della [[Cevenne]] (nel [[Massiccio Centrale]], in parte sul loro territorio, ora incluso nel [[dipartimentoDipartimenti francesedella Francia|dipartimento]] dell'[[Ardèche]]), quando Cesare, con mossa audace, decise di raggiungere a sorpresa la regione [[Arverni|arverna]] prima della [[battaglia di Gergovia]].
 
Ma la reazione dei Galli sarà vana e un nuovo [[battaglia di Alesia|assedio avrà luogo ad Alesia]]. Vercingetorige, ancora una volta, esorta i Gabali a fornirgli aiuto:
{{QuoteCitazione|Chiede agli [[Edui]] e ai loro alleati, ossia i [[Segusiavi]], gli [[Ambivareti]], gli [[Aulerci Brannovici]], i [[Blannovi]], ordinando di fornire trentacinquemila uomini; altrettanti ne chiede agli [[Arverni]] insieme agli [[Eleuteti]], ai [[Cadurci]], ai Gabali, ai [[Vellavi]], da tempo clienti degli Arverni stessi; [...]|[[Gaio Giulio Cesare|Cesare]]|[[De bello Gallico]]'', vii, 75}}
 
==Note==
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[[Categoria:Tribù galliche]]
 
[[ca:Gabals]]
[[en:Gabali]]
[[es:Gábalos]]
[[fr:Gabales]]
[[lad:Gaballi]]
[[nl:Gabali]]