Tomaso Ghilini: differenze tra le versioni
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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 1402
|NoteMorte = <ref
|Epoca = 1300
|Attività = nobile
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Figlio di Giovanni Giacomo, decurione di Alessandria tra il [[1334]] e il [[1338]], appartenente all'antica famiglia patrizia alessandrina dei [[Ghilini]]. Nulla si conosce della madre ma si sa che ebbe due fratelli, Giovanni e Gerardo, dei quali, probabilmente, Tomaso fu il più giovane.
Anche della sua formazione culturale e degli anni giovanili non si hanno notizie. È più certo che intraprese con successo la carriera militare e, durante la rivolta delle città fiamminghe in Francia nel [[1378]], si mise al servizio di [[Carlo VIII di Francia|Carlo VI]], [[Sovrani di Francia|re di Francia]]. La rivolta fu repressa durante una dura campagna che perdurò quattro anni e si concluse con la [[battaglia di Roosebeke]]<ref>{{Cita|Guglielmo Schiavina|p. 195}}.</ref>, nelle Fiandre orientali, nel novembre del [[1382]]. Grazie al valore dimostrato sul campo di battaglia e alla sua lealtà al re che, nel [[1385]], gli affidò il comando di un corpo d'armata e lo nominò [[maresciallo di Francia]]<ref
Richiamato in Italia da [[Gian Galeazzo Visconti]], [[Sovrani di Milano|signore di Milano]], nel [[1386]], Tomaso guidò un contingente di cavalleria nella vittoriosa guerra contro [[Gian_Galeazzo_Visconti#La_deposizione_degli_Scaligeri|Verona e Vicenza]], che portò all'estensione del dominio milanese su gran parte del Veneto.
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Nel [[1387]], le cerimonie per il matrimonio tra Valentina Visconti, figlia di Gian Galeazzo, e Luigi duca d'Orléans, fratello di Carlo VI, confermarono la posizione di rilievo che Ghilini aveva acquisito presso il signore di Milano e, di conseguenza, ad Alessandria.
In rappresentanza di Alessandria, a Tomaso Ghilini fu conferito l'onore di accogliere, il 24 giugno 1387, [[Valentina Visconti]], figlia del duca e nata dal suo primo matrimonio con [[Isabella di Valois]], insieme a [[Tavole_genealogiche_della_famiglia_Guasco#Signori_di_Alice|Beltramo Guasco]]<ref>Beltramo Guasco fu inviato nel [[1387]] in [[Francia]] per negoziare il matrimonio. Beltramo condusse abilmente e con prudenza le trattative con gli zii dello sposo, i [[duchi di Berry]] e di [[duchi di Borgogna|Borgogna]], e il contratto matrimoniale venne firmato l'8 aprile. A nome di Visconti Beltramo promise una dote considerevole di 450.000 [[Fiorino|fiorini]], gioielli per 75.000 fiorini, la città di [[Asti]] e la contea di Vertus. Conclusa la sua ambasciata, con grande soddisfazione del duca, Beltramo tornò ad [[Alessandria]]. Nel [[1388]], accompagnò Valentina in Francia sotto scorta del cugino paterno [[Amedeo VII di Savoia]], il ''Conte Rosso'', e con [[Francesco I Gonzaga]], [[Capitano del popolo]] di [[Mantova]], [[Teodoro II del Monferrato]], [[Sovrani del Monferrato#Paleologi_(1306_–_1533)|marchese di Monferrato]] e Antonio Porro, [[Castello di Pollenzo|conte di Pollenzo]]. La comitiva fece tappa ad [[Alessandria]], dove Beltramo accolse Valentina nel suo palazzo a [[Bergoglio (Alessandria)|Bergoglio]] il 24 dicembre. Nel [[1389]], su incarico di Giovanni Galeazzo, Beltramo tornò in Francia per consegnare a Luigi d'Orléans un cospicuo anticipo della dote promessa di 200.000 [[Scudo (moneta)|scudi]] d'oro, stoffe e pietre preziose. L'anno successivo ospitò nel suo palazzo Luigi stesso e i duchi di Borgogna e di Berry, che si stavano dirigendo a Milano insieme all'intera nobiltà francese. (Cfr. {{Cita|Francesco Guasco di Bisio / I|tav. IV}})</ref> e [[Tavole_genealogiche_della_famiglia_Trotti#Linea_originaria|Andreino Trotti]]. Valentina, che si stava dirigendo in [[Francia]] per incontrare il suo sposo, [[Luigi I di Valois-Orléans]], fratello di Carlo VI, fu ospitata nel palazzo di Beltramo a [[Bergoglio (Alessandria)|Bergoglio]]. Quando riprese il suo viaggio, fu scortata fuori dalle mura della città dai tre nobiluomini fino ai confini del contado<ref
[[File:CHIESA DI SAN GIACOMO DELLA VITTORIA (ALESSANDRIA).JPG|thumb|Facciata della [[Chiesa di San Giacomo della Vittoria|chiesa di san Giacomo della Vittoria]] di [[Alessandria]], eretta in occasione della vittoria della [[battaglia di Alessandria (1391)|battaglia di Alessandria]] nel [[1391]].]]
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==Discendenza==
[[Francesco di Paola III Guasco Gallarati di Bisio|Francesco Guasco di Bisio]] non cita né la moglie né alcun figlio nelle sue "Tavole genealogiche"<ref
==Note==
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