Elegie (Properzio): differenze tra le versioni
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|protagonista = [[Cinzia|Cynthya]]
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Le '''''Elegie
{{Citazione|Cinzia per prima con i cari occhi mi prese, misero,<br />prima nessuna passione mi aveva sfiorato.|[[Sesto Properzio]], ''Elegiae'', I 1, vv. 1-2<ref>Traduzione italiana di Roberto Gazich.</ref>|Cynthia prima suis miserum me cepit ocellis,<br />contactum nullis ante Cupidinibus.|lingua= la}}
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I tentativi di ricostruire la realtà [[biografia|biografica]] della protagonista assoluta della "Monobiblos" di Properzio è stato da sempre un compito difficile e delicato per via del fatto che inevitabili deformazioni si vengono a creare nel passaggio dalla realtà alla finzione letteraria.<br />Tuttavia siamo in grado di ricostruire la figura della donna, seppur con le dovute cautele relative al fatto che gran parte della descrizione della sua personalità dipende dalle parole di un uomo e poeta che di tale donna era profondamente innamorato ma anche succube.
Un'antica testimonianza dello [[scrittore]] latino [[Apuleio]] (Apologia, 10) identifica questo personaggio con una certa Hostia. Tale testimonianza pare avvalorata da diverse osservazioni: in primo luogo l'equivalenza di [[sillaba|sillabe]] tra il nome fittizio e il nome reale; il nome di Cynthia inoltre poteva ben gareggiare con lo [[pseudonimo]] dato da altri poeti elegiaci alle donne amate in quanto rievocava [[Apollo]] Cinzio (ovvero nato sul [[Monte Cinto (Grecia)|Monte Cinto]], nell'[[isola]] di [[Delo]]).
Lo stesso Properzio accenna alla presenza di un antenato poeta nella famiglia della donna, il quale potrebbe essere identificato con [[Hostius]], autore, probabilmente poco dopo il [[129 a.C.]], di un [[poema]] [[epica|epico]]-[[storia|storico]] sul [[Bellum Histricum]] e ancora una volta appartenente alla stessa famiglia riportata da [[Apuleio]]<ref>Properzio, ''Elegie'', III, 20, v. 8.</ref>.
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* [[Sesto Properzio]]
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma|letteratura|lingua latina}}
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