Strada statale 610 Selice o Montanara Imolese: differenze tra le versioni

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Superata quest'ultima inizia a risalire l'[[Appennino imolese]] costeggiando il fiume [[Santerno]]: passa così per [[Casalfiumanese]], [[Borgo Tossignano]], [[Fontanelice]] e [[Castel del Rio]]; entra quindi in [[Toscana]] e, dopo 15 chilometri, raggiunge [[Firenzuola]] dove termina il suo percorso.
 
== Storia ==
;=== La costruzione del tratto appenninico ===
All'inizio del [[XIX secolo]] la parte di strada che risale la vallata del [[Santerno]] era carrozzabile solo da [[Imola]] a [[Fontanelice]]. A [[Borgo Tossignano]], prima di Fontanelice, era necessario guadare il fiume. Il ponte, infatti, era crollato nel 1557 e da allora non era più stato ricostruito<ref>Giovanni Magnani, ''L'antico Santuario di Riviera'', in «Nuovo Diario-Messaggero», 29 agosto 1987, p. 20.</ref>. Passata Fontanelice, il tracciato era ridotto a una mulattiera. L'unica infrastruttura esistente nel tratto appenninico era l'antico ponte di [[Castel del Rio]]. A partire dal [[1829]] la strada fu rifatta interamente. Secondo i canoni dell'epoca fu costruito un tracciato in ghiaia della larghezza di sei metri, con fossi laterali e paracarri<ref name=Raspanti>Lorenzo Raspanti, ''I racconti del ponte'', Imola 1994.</ref>. La costruzione della strada impegnò dapprima lo [[Stato Pontificio]] e si protrasse anche dopo la nascita del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]. Il primo tratto ad essere realizzato fu Imola-Casalfiumanese. Qualche anno dopo i lavori furono completati fino a Fontanelice.
 
Dal momento che la strada dopo Fontanelice era da progettare ''ex novo'', furono considerate due alternative per raggiungere la [[Toscana]]: a) seguire la valle del Santerno; b) oppure andare verso il [[Passo della Raticosa]]. In base a questa seconda opzione il tracciato avrebbe abbandonato il Santerno subito dopo Fontanelice e si sarebbe diretto verso Belvedere e Piancaldoli, nella valle del [[Sillaro]]. La scelta definitiva fu presa nel [[1838]]: si decise di seguire il fondovalle del Santerno; contestualmente l'infrastruttura fu classificata come “strada provinciale”, sollevando così i comuni attraversati dagli oneri di manutenzione. La costruzione del tratto appenninico richiese un ingente investimento finanziario. Furono costruiti tre ponti: due per il passaggio del fiume e uno per l'attraversamento della gola del [[Rio di Gaggio|rio Gaggio]].
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Intanto, nel [[1866]] le Province di Bologna e di Ravenna avevano ammesso il tratto di pianura tra le strade provinciali dei rispettivi territori (il tratto Imola-Massa Lombarda per Bologna e il tratto Massa Lombarda-Bastia per Ravenna)<ref>A. F. Babini, ''Dalla Bastia del Zaniolo alla Bastia di Ca’ di Lugo'', Lavezzola, Santerno, 1959, pp. 228-29.</ref>.
 
;Il=== XX secolo ===
Già contemplata nel piano generale delle strade aventi i requisiti di statale del 1959<ref name=dec1959>Al numero 263 nel {{cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/do/gazzetta/foglio_ordinario2/2/pdfPaginato?dataPubblicazioneGazzetta=19590730&numeroGazzetta=181&tipoSerie=FO&tipoSupplemento=SO&numeroSupplemento=0&numPagina=20&edizione=0&elenco30giorni=| titolo=Decreto ministeriale 27 marzo 1959 - Approvazione del piano generale delle strade aventi i requisiti di statali, comprendente le strade già classificate statali e quelle da classificare tali, gradualmente, a norma della legge 12 febbraio 1958, n. 126|editore=Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 181 del 30 luglio 1959}}</ref>, è solo col [[Decreto ministeriale|decreto]] del Ministro dei lavori pubblici del 30 luglio 1970 che viene parzialmente elevata a rango di statale con i seguenti capisaldi d'itinerario: "Ponte Candina - Imola - Firenzuola"<ref name = ist />.
 
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Proprio questi lavori di ammodernamento avevano interrotto il processo di classificazione del tratto di competenza ravennate, che venne completato col [[Decreto ministeriale|decreto]] del Ministro dei lavori pubblici del 4 giugno 1980 grazie al quale anche il tratto iniziale venne inserito nell'itinerario dell'arteria i cui capisaldi divennero: "Innesto strada statale n. 16 presso Lavezzola - Imola - innesto strada statale n. 503 a Firenzuola"<ref>{{cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/do/gazzetta/foglio_ordinario2/2/pdfPaginato?dataPubblicazioneGazzetta=19800617&numeroGazzetta=164&tipoSerie=FO&tipoSupplemento=GU&numeroSupplemento=0&edizione=0&elenco30giorni=&numPagina=12|titolo=Decreto ministeriale 4 giugno 1980 - Statizzazione del tratto iniziale della strada statale n. 610 "Selice o Montanara Imolese"|editore=Gazzetta Ufficiale n. 164 del 17 giugno 1980}}</ref>.
 
;Il=== XXI secolo ===
In seguito al [[decreto legislativo n. 112 del 1998]], dal [[2001]] la gestione del tratto in Emilia-Romagna è passata dall'[[ANAS]] alla [[Emilia-Romagna|Regione Emilia-Romagna]], che ha provveduto al trasferimento dell'infrastruttura al demanio della [[Provincia di Ravenna]] e della [[Provincia di Bologna]] ([[Città metropolitana di Bologna]] dal 2015) per le tratte territorialmente competenti<ref name=reteemi>{{cita web|url=http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/articolo?urn=er:assemblealegislativa:legge:2001;12|titolo=L.R. 4 maggio 2001, N.12 (art. 164)|editore=Regione Emilia-Romagna - B.U. 58 del 7 maggio 2001}}</ref>; la gestione del tratto toscano è passata alla [[Regione Toscana]] che ha provveduto al trasferimento dell'infrastruttura al demanio della [[Provincia di Firenze]] ([[Città metropolitana di Firenze]] dal 2015)<ref name=retetos>{{cita web|url=http://www.regione.toscana.it/-/delibera-n-274-2000-strade-statali-da-trasferire-al-demanio-regionale-e-al-demanio-provinciale|titolo=D.C.R. 19 dicembre 2000, N. 274|editore=Regione Toscana|accesso=31 ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151222172121/http://www.regione.toscana.it/-/delibera-n-274-2000-strade-statali-da-trasferire-al-demanio-regionale-e-al-demanio-provinciale|urlmorto=sì}}</ref>.
 
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==Bibliografia==
*Lorenzo Raspanti, ''I racconti del ponte'', Imola, 1994.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{Strade statali italiane}}