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{{Nota disambigua|descrizione=l'''Ca' Zenobio degli Armeni''',omonimo palazzo di Venezia, situato nel sestiere di Dorsoduro, sulla fondamenta del Soccorso|titolo=[[Ca' Zenobio degli Armeni]]}}
{{citazione|Il luogo della nuova abitazione non poteva essere più delizioso; un recinto di muro con cancelli di ferro adornati di stemmi patrizi, un palazzo costruito con pochi fregi architettonici, una così detta barchessa, che ne aveva troppi, un orto, un brolo, ed un parterre popolato di statue mitologiche.|[[Aglaia Anassillide]]|
'''Ca' Zenobio''' è una [[villa veneta]] situata a [[Santa Bona]], nel comune di [[Treviso]], in via Santa Bona Nuova.
}}
{{Edificio civile
|nome edificio = Ca' Zenobio
|immagine =
|didascalia =
|paese = ITA
|divamm1 = [[Veneto]]
|città = Treviso
|indirizzo = via Santa Bona Nuova, 126
|stato = in uso
|periodo costruzione = [[XVII secolo|XVII]]-[[XVIII secolo]]
|stile =
|uso = centro culturale
|proprietario = [[fondazione Cassamarca]]
|committente = famiglie Biscaro, Morellato, Franceschi, Battistiol Torni, Uccelli, Zenobio, Avanzetti, Ceresa, Alverà, Cavallin, Ceccotto, Del Pra'
}}
'''Ca' Biscaro, Zenobio, Alverà''' è una [[villa veneta]] situata a [[Santa Bona]], nel comune di [[Treviso]], in via Santa Bona Nuova.
 
==Storia==
IlLa primovilla nucleocompare dellain villaforme èsimili visibilealle attuali già in una mappa del [[1680]], dove il complesso è segnalato come «casin e caseta et chiesa per suo uso» di proprietà di don [[Domenico Biscaro, membro di una numerosa famiglia del luogo. Nel [[1714]]: unaviene “''caseta''”rappresentato conlo stesso impianto («Palazzo orto chiesa et giardino») ema unproprietario oratoriorisulta affacciatoessere sullail via[[venezia]]no pubblica.Stefano Morellato.
 
Le successive [[visite pastorali]] del [[vescovo di Treviso]] testimoniano come il complesso fosse passato poi a Costantin Franceschi e alla famiglia Battistiol Torni, proprietaria anche dell'attuale [[villa Torni]] di [[Mogliano Veneto]].
Nel ‘700, il corpo centrale venne ristrutturato e ampliato, furono inoltre aggiunte le due ali laterali.
La [[barchessa]], con loggiato ad arcate prospettante il giardino, fu edificata inglobando un edificio preesistente, per volere del giurista veneziano [[Sebastiano Uccelli]], proprietario della villa dal [[1744]].
Lo stesso committente volle ricostruito anche l’oratorio nobiliare a pianta ottagonale.
La proprietà passò attraverso svariate famiglie: da quella degli Zenobio, tramite il conte Verità che la acquistò nel [[1779]], derivò la denominazione più usuale.
 
Nel [[1744]] la villa venne acquistata da Sebastiano Uccelli, ricco impiegato della [[Procuratoria di San Marco]] ''de citra''. A lui si deve un'importante ristrutturazione del complesso che vide anche una revisione dell'apparato decorativo con l'aggiunta di statue e affreschi. Durante i lavori venne edificata la [[barchessa]] (inglobando un edificio preesistente) e ricostruito l'oratorio privato.
Dopo esser stata degli Alverà, nella seconda metà del [[XX secolo]], la villa finì in mano ad uno speculatore il quale lottizzò i campi che la circondavano ed anche parte del vasto parco. Il muro di cinta fu abbattuto per i due terzi della sua lunghezza e i cancelli in ferro battuto, menzionati anche dal [[Luigi Coletti|Coletti]]<ref>Luigi Coletti, ''Catalogo delle cose d'arte e di antichità di Treviso'', p. 131.</ref>, venduti. Uno fu recuperato in un deposito di ferrivecchi e si trova oggi in deposito presso i [[Musei civici di Treviso]]<ref>Giuseppe Mazzotti, ''Le ville venete'', p.486.</ref>. La propietà passò poi all'ing. Ceccotto e ai Del Prà.
 
Il nome con cui è comunemente noto l'edificio si ricollega al successivo proprietario, il conte Verità [[Zenobio (famiglia)|Zenobio]] che lo tenne dal [[1779]] agli [[anni 1780]], per poi lasciarlo ai familiari. Durante questo periodo negli annessi trascorse l'infanzia la poetessa [[Angela Veronese]], figlia del giardiniere degli Zenobio.
A partire dalla fine degli anni '[[anni 1990|90]], Ca' Zenobio è entrata a far parte del patrimonio di [[Fondazione Cassamarca]], che, tramite la società strumentale Teatri SpA, l'ha adibita a scuola di specializzazione e sperimentazione teatrale e musicale internazionale<ref>Cfr. [http://www.fondazionecassamarca.it/wps/wcm/connect/fondazione+cassamarca/Italiano/Fondazione/Patrimonio+immobiliare/Immobili+di+proprieta/Villa+Ca+Zenobio sito] di Fondazione Cassamarca.</ref>.
 
DopoNell'[[XIX essersecolo|Ottocento]] statasi degliavvicendarono Alveràgli Avanzetti e, nelladal seconda[[1873]], metàPacifico delCeresa. Alla sua morte, avvenuta nel [[XX secolo1905]], lail villacomplesso finìviene ereditato dalla figlia Elisabetta Ceresa in manoAlverà ad(da unocui speculatorel'altra denominazione di Ca' Alverà). Nel [[1949]] gli Alverà vendettero il qualecomplesso lottizzòa iGiuseppe campiCavallin, noto per aver chelottizzato la circondavanotenuta edannessa e anche parte del vasto parco., Ilvendendo i tronchi dei secolari alberi a una segheria; il muro di cinta fu abbattuto per i due terzi della sua lunghezza e vennero venduti i cancelli in ferro battuto, menzionati anche dal [[Luigi Coletti|Coletti]]<ref>Luigi Coletti, ''Catalogo delle cose d'arte e di antichità di Treviso'', p. 131.</ref>, venduti. Uno fu recuperato in un deposito di ferrivecchi e si trova oggi innei depositodepositi presso idei [[Musei civici di Treviso]]<ref>Giuseppe Mazzotti, ''Le ville venete'', p.486.</ref>. La propietà passò poi all'ing. Ceccotto e ai Del Prà.
==Personalità legate a Villa Manfrin==
 
Negli annessi della villa visse la poetessa [[Angela Veronese]], figlia del giardiniere degli Zenobio, nota anche con il nome "pastorale" di Aglaja Anassillide.
Nel [[1951]] fu acquistato dall'ingegner Ceccotto e nel [[1960]] da Marcella Caccianiga in Del Pra' e ai suoi figli.
 
L'ultimo passaggio di proprietà è avvenuto alla fine degli [[anni 1990]] con la cessione alla [[fondazione Cassamarca]] che nel [[2002]] ha concluso un radicale restauro. Fino al [[2012]] ha ospitato una scuola di perfezionamento teatrale e musicale gestita dalla società Teatri SpA.<ref>[http://www.fondazionecassamarca.it/wps/wcm/connect/fondazione+cassamarca/Italiano/Fondazione/Patrimonio+immobiliare/Immobili+di+proprieta/Villa+Ca+Zenobio sito] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121001010903/http://www.fondazionecassamarca.it/wps/wcm/connect/fondazione+cassamarca/Italiano/Fondazione/Patrimonio+immobiliare/Immobili+di+proprieta/Villa+Ca+Zenobio |data=1 ottobre 2012 }} di Fondazione Cassamarca.</ref>
<ref>[http://www.irvv.net/nc/it/ville-aperte.html?villaId=6228 Ville aperte], I.R.V.V., Venezia, 2020</ref>
 
Per l'estate 2021 da lunedì 21 giugno, a partire dalle ore 15, la storica villa sarà riaperta al pubblico, che potrà visitare il parco secolare e la magnifica sala della musica.
<ref>[https://www.oggitreviso.it/treviso-cà-zenobio-riapre-al-pubblico-tra-musica-libreria-ragazzi-bistrot-256729 Treviso, Cà Zenobio riapre al pubblico tra musica, libreria per ragazzi e bistrot], OggiTreviso, 2021</ref>Fondazione Cassamarca apre le porte ad un'area di 1,2 ettari votata soprattutto ai ragazzi, con una libreria rivolta alla letteratura per l'infanzia, una ludoteca, una sala della musica. Il progetto è quello di creare un museo dello sport trevigiano. Sarà trasferito l'archivio del teatro comunale.<ref>[https://www.trevisotoday.it/attualita/treviso-villa-zenobio-21-giugno-2021.html B&B,bar, bistrot, ___location per matrimoni: così rinasce villa Ca' Zenobio], TrevisoToday, 2021</ref>
 
[[File:TV01335Ca Zenobio.jpg|miniatura|Villa Ca' Zenobio]]
 
== Edifici ==
=== Edificio dominicale ===
La struttura del corpo principale è quella tipica delle ville venete: inizialmente si trattava di un edificio a pianta quadrata, con un salone passante al pianterreno. La stessa struttura (sala principale affacciata sul cortile principale e sui giardini) si ripete al primo e al secondo piano. Nei lavori di ristrutturazione e ampliamento del 1744, al corpo centrale vennero aggiunte due ali laterali, che occupano soltanto il pianterreno, al di sopra del quale vi sono due terrazzi.
 
La Sala della Musica, al pianterreno, fu decorata nel [[anni 1710|secondo decennio del XVIII secolo]] dal pittore veneziano [[Gregorio Lazzarini]], maestro di [[Giambattista Tiepolo]], con affreschi alla moda, che propongono il tema amoroso attraverso la raffigurazione di [[Eros]] al centro del soffitto, e sulla parete coppie di innamorati desunte dalla mitologia ([[Ercole]] e [[Onfale]]) o dai poemi epici ([[Orlando Furioso]] e [[Gerusalemme liberata]])
 
Intorno alla metà del secolo intervenne, su commissione del proprietario di allora (l'avvocato veneziano Sebastiano Uccelli), il pittore veneziano [[Francesco Fontebasso]]. Nel salone al primo piano, Fontebasso affrescò entro raffinati [[stucco|stucchi]] [[rocaille]] le allegorie della Giustizia, della Pace e delle Virtù; il pittore realizzò anche una serie di tele, oggi in collezioni private.
 
=== Barchessa ===
Fontebasso affrontò anche l'impresa della decorazione della [[barchessa]], ispirandosi all'esempio di [[Giambattista Tiepolo]] e con l'aiuto di una équipe di [[Quadratura (pittura)|quadraturisti]] (almeno due): nella sala da ballo, entro un impianto scenico illusionistico spettacolare, sono rappresentati tre episodi di tematica storica. L'interpretazione dei soggetti non è ancora unanime. Credendo - erroneamente - che la decorazione fosse stata realizzata quando la proprietà della villa era già passata alla famiglia veneziana degli Zenobio ([[1779]]), si è voluto identificare il tema degli affreschi con l'incontro tra l'imperatore romano [[Aureliano]] e [[Zenobia]], regina di [[regno di Palmira|Palmira]] e mitica antenata degli Zenobi. Oggi, piuttosto, si pensa che Fontebasso abbia voluto rappresentare episodi leggendari legati alla [[castità|continenza]] di [[Scipione l'Africano]].
 
==Note==
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==Bibliografia==
*AA VV, ''Ville venete: la provincia di Treviso'', a.c. di Zucchello, Pratali Maffei, Ulmer, Marsilio editore, [[2001]].
*Luigi Coletti, ''Catalogo delle cose d'arte e di antichità di Treviso'', Libreria dello Stato, Roma, 1935.
*[[Giuseppe Mazzotti]], ''Le ville venete'', edizione Bassetti, 1973.
*Monicelli, Montagner, ''Guida alle ville venete'', 2000, Demetra editore.
 
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
*[ {{Collegamento interrotto|1=http://catalogowww.irvv.net/catalogonc/schedait/ville-aperte.formhtml?idvillaId=4195 Scheda] della6228 villa}} sul sito dell'[[IRVV]]
*[httphttps://www.fondazionecassamarca.it/wpsimmobili/wcmvilla-ca-zenobio/connect/fondazione+cassamarca/Italiano/Fondazione/Patrimonio+immobiliare/Immobili+di+proprieta/Villa+Ca+Zenobio DescrizoineDescrizione dell'immobile] nelsul sito di [[Cassa di Risparmio della Marca Trivigiana|Fondazione Cassamarca]]
 
{{Architetture di Treviso}}
{{portale|architettura|Treviso}}