Ca' Zenobio: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|descrizione=l'omonimo palazzo di Venezia|titolo=
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}}
{{Edificio civile
'''Ca' Biscaro, Zenobio, Alverà''' è una [[villa veneta]] situata a [[Santa Bona (Treviso)|Santa Bona]], nel comune di [[Treviso]], in via Santa Bona Nuova.▼
|nome edificio = Ca' Zenobio
|immagine =
|didascalia =
|paese = ITA
|divamm1 = [[Veneto]]
|città = Treviso
|indirizzo = via Santa Bona Nuova, 126
|stato = in uso
|periodo costruzione = [[XVII secolo|XVII]]-[[XVIII secolo]]
|stile =
|uso = centro culturale
|proprietario = [[fondazione Cassamarca]]
|committente = famiglie Biscaro, Morellato, Franceschi, Battistiol Torni, Uccelli, Zenobio, Avanzetti, Ceresa, Alverà, Cavallin, Ceccotto, Del Pra'
}}
▲'''Ca' Biscaro, Zenobio, Alverà''' è una [[villa veneta]] situata a
==Storia==
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Nel [[1744]] la villa venne acquistata da Sebastiano Uccelli, ricco impiegato della [[Procuratoria di San Marco]] ''de citra''. A lui si deve un'importante ristrutturazione del complesso che vide anche una revisione dell'apparato decorativo con l'aggiunta di statue e affreschi. Durante i lavori venne edificata la [[barchessa]] (inglobando un edificio preesistente) e ricostruito l'oratorio privato.
Il nome con cui è comunemente noto l'edificio si ricollega al successivo proprietario, il conte Verità [[Zenobio (famiglia)|Zenobio]] che lo tenne dal [[1779]] agli [[anni 1780]], per poi lasciarlo ai familiari. Durante questo periodo negli annessi trascorse l'infanzia la poetessa [[Angela Veronese]], figlia del giardiniere degli Zenobio.
Nell'[[XIX secolo|Ottocento]] si avvicendarono gli Avanzetti e, dal [[1873]], Pacifico Ceresa. Alla sua morte, avvenuta nel [[1905]], il complesso viene ereditato dalla figlia Elisabetta Ceresa in Alverà (da cui l'altra denominazione di Ca' Alverà). Nel [[1949]] gli Alverà vendettero il complesso a Giuseppe Cavallin, noto per aver lottizzato la tenuta annessa e anche parte del parco, vendendo i tronchi dei secolari alberi a una segheria; il muro di cinta fu abbattuto per i due terzi della sua lunghezza e vennero venduti i cancelli in ferro battuto, menzionati anche dal [[Luigi Coletti|Coletti]]<ref>Luigi Coletti, ''Catalogo delle cose d'arte e di antichità di Treviso'', p. 131.</ref>. Uno fu recuperato in un deposito di ferrivecchi e si trova oggi nei depositi dei [[Musei civici di Treviso]]<ref>Giuseppe Mazzotti, ''Le ville venete'', p.486.</ref>.
Nel [[1951]] fu acquistato dall'ingegner Ceccotto e nel [[1960]]
L'ultimo passaggio di proprietà è avvenuto alla fine degli [[anni 1990]] con la cessione alla [[fondazione Cassamarca]] che nel [[2002]] ha concluso un radicale restauro. Fino al [[2012]] ha ospitato una scuola di perfezionamento teatrale e musicale gestita dalla società Teatri SpA.<ref>
<ref>[http://www.irvv.net/nc/it/ville-aperte.html?villaId=6228 Ville aperte], I.R.V.V., Venezia, 2020</ref>
Per l'estate 2021 da lunedì 21 giugno, a partire dalle ore 15, la storica villa sarà riaperta al pubblico, che potrà visitare il parco secolare e la magnifica sala della musica.
== Edifici ==▼
<ref>[https://www.oggitreviso.it/treviso-cà-zenobio-riapre-al-pubblico-tra-musica-libreria-ragazzi-bistrot-256729 Treviso, Cà Zenobio riapre al pubblico tra musica, libreria per ragazzi e bistrot], OggiTreviso, 2021</ref>Fondazione Cassamarca apre le porte ad un'area di 1,2 ettari votata soprattutto ai ragazzi, con una libreria rivolta alla letteratura per l'infanzia, una ludoteca, una sala della musica. Il progetto è quello di creare un museo dello sport trevigiano. Sarà trasferito l'archivio del teatro comunale.<ref>[https://www.trevisotoday.it/attualita/treviso-villa-zenobio-21-giugno-2021.html B&B,bar, bistrot, ___location per matrimoni: così rinasce villa Ca' Zenobio], TrevisoToday, 2021</ref>
[[File:TV01335Ca Zenobio.jpg|miniatura|Villa Ca' Zenobio]]
▲== Edifici ==
=== Edificio dominicale ===
La struttura del corpo principale è quella tipica delle ville venete: inizialmente si trattava di un edificio a pianta quadrata, con un salone passante al pianterreno. La stessa struttura (sala principale affacciata sul cortile principale e sui giardini) si ripete al primo e al secondo piano. Nei lavori di ristrutturazione e ampliamento del 1744, al corpo centrale vennero aggiunte due ali laterali, che occupano soltanto il pianterreno, al di sopra del quale vi sono due terrazzi.
La Sala della Musica, al pianterreno, fu decorata nel [[anni 1710|secondo decennio del XVIII secolo]] dal pittore veneziano [[Gregorio Lazzarini]], maestro di [[Giambattista Tiepolo]], con affreschi alla moda, che propongono il tema amoroso attraverso la raffigurazione di [[
Intorno alla metà del secolo intervenne, su commissione del proprietario di allora (l'avvocato veneziano Sebastiano Uccelli), il pittore veneziano [[Francesco Fontebasso]]. Nel salone al primo piano, Fontebasso affrescò entro raffinati [[stucco|stucchi]] [[rocaille]] le allegorie della Giustizia, della Pace e delle Virtù; il pittore realizzò anche una serie di tele, oggi in collezioni private.
=== Barchessa ===
Fontebasso affrontò anche l'impresa della decorazione della [[barchessa]], ispirandosi all'esempio di [[Giambattista Tiepolo]] e con l'aiuto di una équipe di [[Quadratura (pittura)|quadraturisti]] (almeno due): nella sala da ballo, entro un impianto scenico illusionistico spettacolare, sono rappresentati tre episodi di tematica storica. L'interpretazione dei soggetti non è ancora unanime. Credendo - erroneamente - che la decorazione fosse stata realizzata quando la proprietà della villa era già passata alla famiglia veneziana degli Zenobio ([[1779]]), si è voluto identificare il tema degli affreschi con l'incontro tra l'imperatore romano [[Aureliano]] e [[Zenobia]], regina di [[regno di Palmira|Palmira]] e mitica antenata degli Zenobi. Oggi, piuttosto, si pensa che Fontebasso abbia voluto rappresentare episodi leggendari legati alla [[castità|continenza]] di [[Scipione l'Africano]].
==Note==
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==Bibliografia==
*AA VV, ''Ville venete: la provincia di Treviso'', a.c. di Zucchello, Pratali Maffei, Ulmer, Marsilio editore,
*Luigi Coletti, ''Catalogo delle cose d'arte e di antichità di Treviso'', Libreria dello Stato, Roma, 1935.
*[[Giuseppe Mazzotti]], ''Le ville venete'', edizione Bassetti, 1973.
*Monicelli, Montagner, ''Guida alle ville venete'', 2000, Demetra editore.
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
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*[
{{Architetture di Treviso}}
{{portale|architettura|Treviso}}
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