Periandro: differenze tra le versioni
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{{Monarca
|nome = Periandro
|regno =
| titolo = [[Tiranno]] di [[Corinto (città antica)|Corinto]]
|
|fine regno = [[585 a.C.|585]]/[[540 a.C.]]<ref>{{cita|Treccani}}.</ref>
|immagine = Periander Pio-Clementino Inv276.jpg
|predecessore = [[Cipselo]]
|padre = [[Cipselo]]
|dinastia = Cipselidi
|coniuge 1 = Liside (Melissa) di Epidauro
|figli = Cipsele e Licofrone
|successore = Psammetico
}}
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|Nome = Periandro
|Cognome =
|PreData = {{lang-grc|Περίανδρος|Períandros}}
|Sesso = M
|LuogoNascita =
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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = ?
|NoteMorte = [[585 a.C.|585]] circa o [[540 a.C.]] circa
|Epoca = -600
|Epoca2 = -500
|Attività = filosofo
|Nazionalità = greco antico
}}
== Biografia ==
Periandro fu il secondo [[tiranno]] di [[Corinto (città antica)|Corinto]], figlio del primo tiranno [[Cipselo]], al quale successe nel [[585 a.C.]], secondo la data maggiormente accreditata tra gli storici.<ref>{{cita|Giannini|p. 8}}.</ref> Tramite la nonna paterna Labda discendeva dai nobili [[Bacchiadi]], ex dominatori della città. Per la sua intelligenza e saggezza, anche se in lui alcuni associano la figura di un tiranno crudele, fu annoverato come uno dei [[Sette sapienti greci|sette sapienti]].
La datazione del regno di Periandro si divide principalmente in due correnti, variamente sostenute: l'una accetta una "datazione alta" per la tirannide di Periandro (indicativamente 627 a 585 a.C.); e l'altra, sostenuta esclusivamente dalla testimonianza di [[Erodoto]], prevede una "datazione bassa" (indicativamente 580 a 540 a.C.) per primo sostenuta dallo storico tedesco [[Julius Beloch]] agli inizi del [[XX secolo]].<ref>{{cita libro|autore=K. Julius Beloch|titolo=Griechische Geschichte|anno=1912|volume=I|pp=274-76}}</ref><ref>{{cita|Giannini|pp. 7-8}}.</ref>
La cronologia alta si fonda sulle testimonianze di [[Diogene Laerzio]] (''Vite dei filosofi'', I, 95-98), [[Eusebio di Cesarea|Eusebio]] (''Chronicon'', Olimpiade 38) e sulla ''Suda'' (alla voce ''Περίανδρος'').
Come smentita per la cronologia alta, è presente la testimonianza di Erodoto (V, 94-95), che nel passo delle sue ''Storie'' lascia intendere che Periandro era ancora tiranno di Corinto al tempo dell'ascesa di Pisistrato ad Atene, dopo il primo esilio, e cioè durante gli anni [[540 a.C.]] La [[tradizione]] diretta del testo erodoteo non presenta ambiguità al proprio interno e si presta a una chiara traduzione. Così scrive lo storico di Alicarnasso:
{{citazione|E questi [Pisistrato], insignoritosene [di Mitilene], vi costituì tiranno il figliuolo suo bastardo Egesistrato, natogli da donna argiva. [...] I Mitilenei e gli Ateniesi conciliò poi Periandro di Cipselo.|Erodoto, ''Storie'', V, 94-95.<ref>Traduzione di [[Andrea Mustoxidi]], 1832, Harvard University, p. 58.</ref>|Πεισίστρατος αἰχμῇ παρὰ Μυτιληναίων, κρατήσας δὲ αὐτοῦ κατέστησε τύραννον εἶναι παῖδα τὸν ἑωυτοῦ νόθον Ἡγησίστρατον, γεγονότα ἐξ Ἀργείης γυναικός [...] Μυτιληναίους δὲ καὶ Ἀθηναίους κατήλλαξε Περίανδρος ὁ Κυψέλου.|lingua=grc}}
Il passo, che fa diventare coevi Pisistrato e Periandro, è attribuibile, stando al progressivo procedere nel tempo della narrazione di Erodoto, a una data compresa tra il 511 e il 500 a.C. (con buona probabilità il 506 a.C.).<ref>{{cita|Giannini|p. 9}}.</ref>
Periandro si occupò di potenziare il commercio, attività cui la città di [[Corinto (città antica)|Corinto]] era particolarmente votata: a lui si deve l'ammodernamento del porto della città, con la costruzione del [[Diolkos]], una rampa che permetteva alle navi il passaggio dell'[[istmo di Corinto]], evitando il [[periplo]] del [[Peloponneso]]. Grazie agli introiti derivati dal pedaggio Periandro abolì il pagamento delle tasse. Fondò Potidea in Calcidica, che esportava in Tracia, e Apollonia in Illiria.
Strinse alleanze e intrattenne rapporti con altri [[tiranni]], forse per evitare possibili ripristini dei precedenti regimi oligarchici: oltre al suocero [[Procle]], tiranno di [[Epidauro]] (che in seguito depose), notevole è il rapporto con [[Trasibulo di Mileto|Trasibulo]], tiranno di [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]], che ebbe secondo Erodoto notevole influenza sul suo modo di tenere il potere.
Fornì mercenari al [[faraone]] {{chiarire|[[Psammetico]]|Quale?}}. Proprio suo nipote fu chiamato con il nome di questo faraone.
Funse da arbitro nella [[guerra del Sigeo]] tra [[Ateniesi]] e [[Mitilenesi]], decidendo per l'assegnazione ai primi del possesso del [[Sigeo|forte]].
Fu mecenate: sotto la sua protezione era il poeta lesbico [[Arione di Metimna]].
Dopo aver governato per quarant'anni, lasciò il potere al nipote Psammetico.
Nelle fonti emerge soprattutto la crudeltà di Periandro, soprattutto rispetto alla relativa mitezza del padre.
Per consiglio del tiranno [[Trasibulo di Mileto]] uccise o deportò quanti fra quelli che potevano sperare di rovesciare i Cipselidi erano stati risparmiati dal padre.
Periandro aveva sposato [[Melissa (moglie di Periandro)|Liside]], la figlia del tiranno di [[Epidauro]], [[Procle]]; l'aveva ribattezza per la sua dolcezza Melissa. Con Melissa ebbe due figli, Cipsele (ritenuto indegno del potere) e [[Licofrone di Corinto|Licofrone]], simile al padre. La moglie era incinta per la terza volta quando, istigato da donne di Corinto, la uccise insieme al bambino.
Inoltre Periandro era [[Necrofilia|necrofilo]], lo rende noto la celebre frase "Periandro cuoceva il suo pane in un forno freddo".
== Massime ==
Di Periandro restano molte massimeː{{Citazione|Periandro, figlio di Cipselo, da Corinto, disse: <br />
<br />
1. Meletē to pān. <br />
“Pensa al tutto.”<br />
<br />
2. “Bella è la tranquillità.”<br />
3. "La democrazia è meglio della tirannia."<br />
6. "I piaceri sono mortali, le virtù invece immortali."<br />
7. "Sii misurato nella buona fortuna, invece sii saggio nelle avversità." <br />
10. "Cerca la lode mentre sei in vita, e dopo la morte la gloria."<br />
12. "Sii per i tuoi amici lo stesso, sia nella prosperità sia nelle avversità."<br />
14. "Non rivelare i segreti."<br />
15. "Insulta in modo tale, da poter ridivenire nuovamente amico."<br />
16. "Attieniti a leggi vecchie e a cibi freschi."|Δημητρίου Φαληρέως τῶν ἑπτὰ σοφῶν ἀποφθέγματα|Περίανδρος Κυψέλου Κορίνθιος ἔφη•<br />
<br />
αʹ Μελέτη τὸ πᾶν. <br />
<br />
βʹ Καλὸν ἡσυχία. <br />
ςʹ Δημοκρατία κρεῖττον τυραννίδος.<br />
ζʹ Αἱ μὲν ἡδοναὶ θνηταί, αἱ δ᾿ ἀρεταὶ ἀθάνατοι. <br />
ηʹ Εὐτυχῶν μὲν μέτριος ἴσθι, ἀτυχῶν δὲ φρόνιμος. <br />
ιαʹ Ζῶν μὲν ἐπαινοῦ, ἀποθανὼν δὲ μακαρίζου.<br />
ιβʹ Φίλοις εὐτυχοῦσι καὶ ἀτυχοῦσιν ὁ αὐτὸς ἴσθι.<br />
ιδʹ Λόγων ἀποῤῥήτων ἐκφορὰν μὴ ποιοῦ. <br />
ιεʹ Λοιδοροῦ ὡς ταχὺ φίλος ἐσόμενος. <br />
ιςʹ Τοῖς μὲν νόμοις παλαιοῖς χρῶ, τοῖς δ᾿ ὄψοις προσφάτοις.|lingua=grc|}}
Gli viene attribuito il celebre detto «μελέτα τὸ πᾶν», letteralmente "abbi cura del tutto", oggetto nel [[1941]] di un importante corso di lezioni del filosofo tedesco [[Martin Heidegger]], il quale sviluppò, attraverso la riflessione su questo detto, la tematica della [[differenza ontologica]] fra l'[[essere]] e l'[[essenza (filosofia)|ente]]: "aver cura dell'ente nella sua totalità" (così Heidegger intende e traduce il detto di Periandro), significa quindi distogliersi dall'occupazione rivolta a questo o quell'altro ente e volgersi invece a ciò che, in ciascun ente così come nell'ente inteso nel suo insieme, manifesta la sua pienezza: ovvero l'essere.
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
* {{Enciclopedia italiana|periandro|cid=Treccani}}
* {{cita libro|autore=Pietro Giannini|capitolo=[https://www.jstor.org/stable/20538807 La cronologia di Periandro: Erodoto (3,48; 5,94-95) e "P. Oxy." 664]|titolo=Quaderni Urbinati di Cultura Classica|volume=16|anno=1984|cid=Giannini}}
== Voci correlate ==
* [[Cipselo]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|antica Grecia|biografie|filosofia}}
[[Categoria:Tiranni greci antichi]]
[[Categoria:Sette savi]]
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