Utente:In-Lock 37.06/Sandbox: differenze tra le versioni
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==Versi latino==
===TIBULLO I, 3 vv.19-56 (DAL LATINO)===
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Si tratta adesso della differenza fra '''''Sensibilità''''' (''Sinnlichem''), '''''Rappresentazione''''' (''Vorstellung'') e '''''Pensiero''''' (''Gedanken zur Sprache'').
=====Il sensibile=====
Si è soliti cominciare la descrizione del sensibile mettendo in risalto il suo carattere di ''esteriorità'' rispetto al soggetto, dal momento che questi individua il sensibile tramite gli omonimi '''''sensi'''''. Dire questo, tuttavia, non significa niente: ci dà informazioni solo sul mezzo (i sensi) e non sull'oggetto (il sensibile). L'elemento caratteristico del sensibile è invece la sua '''''individualità''''', che è anche ciò che fondamentalmente lo differenzia dal Pensiero. Dice Hegel: {{citazione|Per quel che concerne il sensibile, si suol addurre dapprima, come spiegazione di esso, la sua origine esterna, i sensi o gli organi dei sensi. Ma nominare lo strumento non dà alcuna determinazione di ciò che con esso vien appreso. La differenza del sensibile dal pensiero è da riporre nella individualità, che è il carattere del sensibile.|Für das Sinnliche wird zunächst sein äußerlicher Ursprung, die Sinne oder Sinneswerkzeuge, zur Erklärung genomme Allein die Nennung des Werkzeuges gibt keine Bestimmung für das, wu damit erfaßt wird. Der Unterschied des Sinnlichen vom Gedanken i darein zu setzen, daß die Bestimmung von jenem die Einzelheit ist, und indem das Einzelne (ganz abstrakt das Atome) auch im Zusammenhang steht, so ist das Sinnliche ein Außereinander, dessen nähere abstrakt Formen das Nebenund das Nacheinander sind.|fonte=''Enzyclopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse'', I, <small> VORBEGRIFF </small>, 20}}Ora: Hegel definisce il Singolare un'''Esteriorità reciproca'':{{citazione|Der Unterschied des Sinnlichen vom Gedanken ist darein zu setzen, daß die Bestimmung von jenem die Einzelheit ist, und indem das Einzelne (ganz abstrakt das Atome) auch im Zusammenhange steht, so ist das Sinnliche ein Außereinander, dessen nähere abstrakte Formen das Neben- und das Nacheinander sind.|fonte=''Enzyclopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse'', I, <small> VORBEGRIFF </small>, 20}} Questo significa che gli elementi sensibili, nelle loro singolarità '''non universali''', sono ''esteriori'' gli uni rispetto agli altri - "divisi tra loro", per intendersi.
=====La rappresentazione=====
Sostiene Hegel:{{citazione|Il rappresentare ha questa materia sensibile per suo contenuto; ma l'ha con la determinazione del ''mio'' (che quel contenuto è ''in me''), e della ''universalità'', del riferimento a sé, della semplicità. Oltre quella sensibile, la rappresentazione ha per contenuto anche la materia che proviene dal pensiero consapevole, come le rappresentazioni dei fatti giuridici, morali, religiosi, ed anche di quelli del pensiero stesso; e non si presenta facile la distinzione tra siffatte rappresentazioni e i pensieri di tal contenuto.|Das Vorstellen hat sol chen sinnlichen Stoff zum Inhalte aber in die Bestimmung des Meinige daß solcher Inhalt in Mir ist, und der Allgemeinheit, der Beziehung au sich, der Einfachheit, gesetzt. Außer dem Sinnlichen hat jedoch die - Vorstellung auch Stoff zum Inhalt, der aus dem selbstbewußten Denken entsprungen, wie die Vorstellungen vom Rechtlichen, Sittlichen, Religiosen, auch vom Denken selbst, und es fällt nicht so leicht auf, worin de Unterschied solcher Vorstellungen von den Gedanken solchen Inhalts za setzen sei.|fonte=''Enzyclopädie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse'', I, <small> VORBEGRIFF </small>, 20}}
Cosa significa tutto ciò? Procediamo per passi.<br/>Oggetto della rappresentazione sono il '''''sensibile''''' e '''''il materiale prodotto dal pensiero dell'autocoscienza''''', cioè i concetti che nascono dall'incontro di più coscienze, come nella società (Hegel cita il diritto, l'etica, la religione etc.).<br/>Il '''sensibile''' è universale per due motivi: '''1.''' perché è ''entro Me'', '''2.''' perché è in relazione a-sé, e cioè è ''semplice''.<br/>Il '''materiale prodotto dal pensiero dell'autocoscienza''' è universale per altri due motivi: '''1.''' perché è pensiero, '''2.''' perché è ''entro Me'', e dunque rappresentazione.<br/> Tuttavia, queste rappresentazioni si trovano ugualmente '''isolate e singolarizzate'''. Secondo Hegel, infatti, per quanto le idee vengano applicate concretamente lungo la storia secondo una visione che vede l'umanità in continuo progresso, esse, nella sfera della rappresentazione, '''restano isolate''' e, pertanto, '''semplici'''.<br/>Ora, queste rappresentazioni possono comportarsi in due modi:
*'''rimanere fine a sé stesse''', ad esempio «Dio è dio», «il diritto è diritto»;
*oppure, «in una forma più coltivata», si connettono queste rappresentazioni con altri predicati: «Dio ''è creatore del mondo'', è onniscente, è onnipotente''» etc.
In quest'ultimo caso, secondo Hegel, si associano delle determinazioni che tuttavia rimangono '''''reciprocamente esteriori''''' nella stessa misura del sensibile.
======La differenza fra rappresentazione e intelletto======
Quando avviene questo, '''la rappresentazione coincide con l'intelletto'''. Ma qual è la differenza fra le due? Dunque:
*l''''intelletto''' crea relazioni '''''necessarie''''' fra le determinazioni isolate della rappresentazione;
*la '''rappresentazione''' invece, dice Hegel, «lascia le determinazioni ''nebeneinander'' («giustapposte»), «collegate da un mero ''Auch'' («Anche»)»: in buona sostanza, le sue relazioni non sono ''necessarie''.
==Citazioni in template Wiki Maffei==
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==Hermeneumata Pseudodositheana==
Gli '''''Hermeneumata Pseudodositheana''''' sono dei manuali d'istruzione che i pedagoghi antichi usavano per insegnare il latino a chi parlasse greco e viceversa.
Gli ''hermeneumata''
== Discorso decisivo ==
===Riassunto particolareggiato===
====Breve prologo====
Il filosofo chiarifica sin dall'inizio l'oggetto della sua indagine:
{{citazione|L'obiettivo di questo trattato è esaminare, dal punto di vista dello studio della Legge, se lo studio della filosofia e della logica sia permesso dalla Legge, o vietato, o comandato, sia per via della raccomandazione che come obbligatorio.|§2-5|فإن الغرض من هذا القول أن نفحص، على جهة النظر الشرعي، هل النظر في الفلسفة وعلوم المنطق مباح بالشرع، أم محظور، أم مأمور به، إما على جهة الندب، وإما على جهة الوجوب؟|lingua=arabo}}
====Capitolo I====
Se la filosofia, sostiene Averroè (§7-9), non è che «lo studio degli esseri esistenti e la riflessione su di essi come prodotti del Creatore» (إن كان فعل الفلسفة ليس شيئاً أكثر من النظر في الموجودات، واعتبارها من جهة دلالتها على الصانع) allora più tale conoscenza è approfondita, più approfondita sarà la conoscenza del Creatore stesso. Dunque:
{{citazione|Se la Legge ha incoraggiato e sollecitato la riflessione sugli esseri, allora è chiaro che ciò che questo nome indica [''la filosofia''] è o obbligatorio o raccomandato dalla Legge.|§11|وكأن الشرع قد ندب إلى اعتبار الموجودات، وحث على ذلك. فبين أن ما يدل عليه هذا الاسم إما واجب بالشرع، وإما مندوب اليه.|lingua=ar}}
In altre parole, se la filosofia è lo studio teologico del mondo, ed è la stessa [[Shari'a|shariʿa]], la legge islamica, ad incoraggiare tale studio, allora la shariʿa incoraggia lo studio della filosofia.
Il fatto che la norma religiosa stimoli un'indagine intellettuale è testimoniato ad una serie di versetti nei testi sacri che il filosofo cita testualmente, ad esempio: «Ma non guardano dunque gli uomini al cammello, come fu creato, e al cielo, come fu innalzato?» (''[[Corano]]'', <small>LXXXVIII</small>, 17-18)
==Note==
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