Il codice di Perelà: differenze tra le versioni

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{{libro
'''''Il Codice di Perelà''''' di [[Aldo Palazzeschi]], scritto negli anni [[1908]]-[[1910]] venne pubblicato nel [[1911]] dalle Edizioni futuriste di "[[Poesia (rivista)|Poesia]]" e in seguito ripubblicato, con alcune variazioni, nel [[1920]] dall'editore Vallecchi a Firenze e, sempre da Vallecchi nel [[1943]] nella raccolta ''Romanzi straordinari 1907-1914'' (con variazioni sostanziali), nel [[1954]] con il nuovo titolo ''Perelà uomo di fumo'', nel [[1958]] a [[Milano]] da Mondadori con il titolo originale fra le ''Opere giovanili'' e, da solo, con introduzione di L. De Maria, nell'edizione Mondadori del [[1973]].
|tipo = fantasy
|titolo = Il Codice di Perelà
|titoloalfa = Codice di Perela
|titolialt = L'uomo di fumo
|annoorig = 1911
|lingua = it
|genere = [[romanzo]]
|sottogenere = [[fantastico]], [[futurismo]]
}}
 
'''''Il codice di Perelà''''' è un [[romanzo]] [[futurista]] di [[Aldo Palazzeschi]]. Scritto negli anni [[1908]]-[[1910]] e pubblicato in prima edizione nel [[1911]] dalle Edizioni futuriste della rivista ''[[Poesia (periodico 1905)|Poesia]]'', il libro è stato ripubblicato più volte con alcune variazioni:
==Trama==
* nel [[1920]] dall'editore Vallecchi di Firenze
* nel [[1943]] sempre da Vallecchi, con variazioni sostanziali, all'interno della raccolta ''Romanzi straordinari 1907-1914''
* nel [[1954]] con il nuovo titolo ''L'uomo di fumo'' da Vallecchi
* nel [[1958]] con il titolo originale presso [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]] all'interno del volume ''Opere giovanili''
* nel [[1973]] sempre per Mondadori, con introduzione di L. De Maria.
 
Lo stile è sorprendente, soprattutto considerato l'anno di pubblicazione; è estremamente esplicito e complicato al tempo stesso. Il libro si presenta come un'[[opera teatrale]],<ref>Nel 1970 è stato messo in scena dal [[Gruppo della Rocca]], regia di [[Roberto Guicciardini]]</ref> dove il protagonista, Perelà, passa attraverso gli eventi manifestando pochissime reazioni, il cui valore viene implicitamente rimandato, attraverso i dialoghi dei co-protagonisti, al giudizio del lettore. ''Il codice'' è un testo che si presta a molteplici interpretazioni.
{{trama}}
 
== Trama ==
La vicenda di questa [[favola]] allegorica o antiromanzo è molto semplice.
La vicenda di questa [[favola]] allegorica o antiromanzo è molto semplice. Perelà arriva nella città che fa da sfondo alla vicenda ripetendo fra sé le parole: :''"{{q|Pena! Rete! Lama! Pena! Rete! Lama! Pe...Re...La..."''. }}
 
Perelà arriva nella città che fa da sfondo alla vicenda ripetendo fra sé le parole: :''"Pena!Rete!Lama!Pena!Rete!Lama!Pe...Re...La..."''.
I primi che lo incontrano sono una vecchia e i soldati del re che si accorgono subito che il personaggio è un essere strano, un piccolo uomo fatto solamente di fumo che alle loro domande risponde: "io sono leggero... un uomo leggero... tanto leggero". La sua storia si conosce dai brevi dialoghi con le persone che incontra sul suo cammino.
 
Perelà è vissuto per trentatré anni nella cappa del camino di una villa, vicino al quale stavano sedute tre vecchie, Pena, Rete e Lama, che tenevano alimentato il fuoco e parlavano tra di loro. Perelà era stato formato ed educato dai loro lunghi discorsi e quando, d'un tratto, il chiacchierio delle tre donne era cessato, aveva atteso tre giorni e poi era sceso dal camino. Davanti al camino avevoaveva trovato un paio di stivali che aveva indossato e poi si era messo in cammino verso la città. Giunto così in città attira la curiosità di tutti per il suo modo ondeggiante di camminare, per la materia impalpabile di cui è fatto, per la semplicità e il candore con cui parla.
 
Giunto così in città attira la curiosità di tutti per il suo modo ondeggiante di camminare, per la materia impalpabile di cui è fatto, per la semplicità e il candore con cui parla.
 
Quando giunge al palazzo del re viene degnamente ospitato e ha occasione di ricevere una lunga schiera di persone autorevoli che vengono ad esporgli i loro progetti e i loro pensieri. Perelà risponde a tutti con brevi monosillabi e lunghi silenzi, prende il tè con le più importanti dame della città e ascolta le confidenze di amori, passioni, invidie e gelosie. Fra queste dame c'è Olivia di Bellonda che è convinta di aver trovato in Perelà l'anima gemella che aveva tanto e inutilmente cercato. Perelà rimane comunque un mistero e intorno a lui si iniziano a fare mille ipotesi e insinuazioni, ad esprimere le più strane opinioni.
 
Un giorno Perelà incontra la regina e rimane con lei a lungo. Nel corso dell'incontro un pappagallo, appartenente alla regina, ripete continuamente la parola "Dio". Nel frattempo il re, che sembra stimare molto Perelà, gli affida il compito di compilare il nuovo codice del paese e dà ordini che venga organizzato un grande ballo di corte in onore di Perelà durante il quale Olivia di Bellonda gli dichiarerà il suo amore.
 
Per preparare il codice Perelà si reca a visitare suor Marianna Fonte, peccatrice pentita e suor Colomba Messerino, vergine pura. Si reca inoltre al camposanto, al Prato dell'amore, al carcere nel quale è tenuto prigioniero l'ex re Iba, al manicomio di Villa Rosa, dove ha modo di conoscere il principe Zarlino, pazzo volontario. Ovunque Perelà rimane attento e disponibile ascoltatore ma sempre silenzioso.
 
Ad un tratto la posizione favorevole alla corte di Perelà si ribalta, perché il domestico Alloro, impazzito e voglioso di imitare Perelà, si dà fuoco per diventare anche lui fumo. Perelà viene accusato di questa morte e tutta la folla lo insulta. Il re dà ordini che venga processato e condannato ad essere rinchiuso in una minuscola cella in cima al monte Calleio.
 
Olivia di Bellonda, dopo molte implorazioni, ottiene dal re che sia consentito a Perelà di avere, nella sua cella, un caminetto e un pertugio dal quale ricevere legna da ardere. Questa si dimostrerà la salvezza di Perelà il quale, dopo aver attraversato per l'ultima volta la città tra gli sputi e gli insulti della folla, appena rinchiuso nella cella, si toglie gli stivali e, attraverso il camino, scompare nel cielo sotto forma di una nuvola di fumo.
 
Quando giunge al palazzo del re viene degnamente ospitato e ha occasione di ricevere una lunga schiera di persone autorevoli che vengono ad esporgli i loro progetti e i loro pensieri. Perelà risponde a tutti con brevi monosillabi e lunghi silenzi, prende il tè con le più importanti dame della città e ascolta le confidenze di amori, passioni, invidie e gelosie. Fra queste dame c'è OliviaOliva di Bellonda che è convinta di aver trovato in Perelà l'anima gemella che aveva tanto e inutilmente cercato. Perelà rimane comunque un mistero e intorno a lui si iniziano a fare mille ipotesi e insinuazioni, ad esprimere le più strane opinioni.
==Il codice Perelà nelle pagine della critica==
 
Un giorno Perelà incontra la regina e rimane con lei a lungo. Nel corso dell'incontro un pappagallo, appartenente alla regina, ripete continuamente la parola "Dio". Nel frattempo il re, che sembra stimare molto Perelà, gli affida il compito di compilare il nuovo codice del paese e dà ordini che venga organizzato un grande ballo di corte in onore di Perelà. durantePer preparare il codice Perelà si reca a visitare suor Marianna Fonte, peccatrice pentita e suor Colomba Messerino, vergine pura. Si reca inoltre al camposanto, al Prato dell'amore, al carcere nel quale Oliviaè tenuto prigioniero l'ex re Iba, al [[manicomio]] di BellondaVilla gliRosa, dichiareràdove ha modo di conoscere il suoprincipe amoreZarlino, pazzo volontario. Ovunque Perelà rimane attento e disponibile ascoltatore ma sempre silenzioso.
===Luigi Baldacci===
 
Ad un tratto la posizione favorevole alla corte di Perelà si ribalta, perché il domestico Alloro, impazzito e voglioso di imitare Perelà, si dà fuoco per diventare anche lui fumo. Perelà viene accusato di questa morte e tutta la folla lo insulta. Il re dà ordini che venga processato e condannato ad essere rinchiuso in una minuscola cella in cima al monte Calleio. Durante il processo, tutti i personaggi da Perelà incontrati, che avevano dimostrato immediatamente simpatia e ammirazione, lo accusano senza pietà, chi mosso da invidia o chi semplicemente perché lo fanno gli altri.
Il primo a sostenere, in un articolo pubblicato nel [[1956]] sulla rivista "[[Belfagor]]" e in seguito raccolto nel volume ''Letteratura e verità'' edito a Milano-Napoli da Ricciardi nel [[1963]], che Il codice di Perelà era senza dubbio il libro meglio riuscito ed importante di Aldo Palazzeschi, è stato [[Luigi Baldacci (critico letterario)|Luigi Baldacci]].
 
OliviaOliva di Bellonda, dopo molte implorazioni, ottiene dal re che sia consentito a Perelà di avere, nella sua cella, un caminetto e un pertugio dal quale ricevere legna da ardere. Questa si dimostrerà la salvezza di Perelà il quale, dopo aver attraversato per l'ultima volta la città tra gli sputi e gli insulti della folla, appena rinchiuso nella cella, si toglie gli stivali e, attraverso il camino, scompare nel cielo sotto forma di una nuvola di fumo, mentre Oliva di Bellonda muore di crepacuore per aver perso l'anima gemella trovata da così poco.
Con questo giudizio il critico ribaltava i giudizi finora espressi e spostava l'attenzione dai libri più maturi dello scrittore, come le [[Sorelle Materassi]] finora ritenuto il migliore, a questa prima opera di carattere [[futurista]].
 
== Giudizi della critica ==
===Luciano De Maria===
=== Luigi Baldacci ===
Nella sua Introduzione alla ristampa da parte di Mondadori del libro nel [[1973]], raccolta in seguito in ''Palazzeschi e l'avanguardia'', Milano, all'insegna del Pesce d'oro, [[1976]], il critico [[Luciano De Maria]] comparava la storia di Perelà a quella di Cristo trovando così molti punti in comune: trentatré anni per l'uno e per l'altro; l'arrivo improvviso nel mondo, senza intervento paterno; l'ascesa fra la gente che termina in un processo e una condanna; la riflessione sulla collina fuori città simile all'[[Orto degli Ulivi|orto degli Ulivi]], il monte Calleio che richiama il [[Monte Calvario|monte Calvario]], l'ascesa al cielo e il messaggio lasciato agli uomini: Il codice di Perelà.
Il primo a sostenere, in un articolo pubblicato nel [[1956]] sulla rivista "''[[Belfagor (rivista)|Belfagor]]"'' e in seguito raccolto nel volume ''Letteratura e verità'' edito a Milano-Napoli da Ricciardi nel [[1963]], che Il codice di Perelà era senza dubbio il libro meglio riuscito ed importante di [[Aldo Palazzeschi]], è stato [[Luigi Baldacci (critico letterario)|Luigi Baldacci]].
 
Con questo giudizio il critico ribaltava i giudizi finora espressi e spostava l'attenzione dai libri più maturi dello scrittore, come leil [[romanzo]] ''[[Sorelle Materassi (romanzo)|Sorelle Materassi]]'', finoraprecedentemente ritenuto il migliore all'interno della sua produzione, a questa prima opera di carattere [[futurista]].
===Marco Forti===
 
=== Luciano De Maria ===
In ''Romanzi straordinari'', in AA.VV., ''Palazzeschi oggi. Atti del convegno Firenze 6-8 novembre 1976'', a cura di [[L. Carretti]], edito dal Saggiatore a Milano nel [[1978]], [[Marco Forti]] ha utilizzato strumenti interpretativi molto acuti sui vari tipi di scrittura che vengono utilizzati nel [[romanzo]]. Egli ha messo in evidenza soprattutto l'uso continuo del [[dialogo]], l'uso del [[monologo]], l'uso dei [[parlati teatrali]], i racconti all'interno del racconto, lo [[Stilistica|stile]] che anticipa soluzioni [[Surrealismo|surrealistiche]], il gusto particolare del [[Generi letterari|fantastico]] e un forte [[Realismo|realismo]] [[Magia|magico]].
Nella sua Introduzione alla ristampa da parte di Mondadori del libro nel [[1973]], raccolta in seguito in ''Palazzeschi e l'avanguardia'', Milano, all'insegna del Pesce d'oro, [[1976]], il critico [[Luciano De Maria]] comparava la storia di Perelà a quella di Cristo trovando così molti punti in comune: trentatré anni per l'uno e per l'altro; l'arrivo improvviso nel mondo, senza intervento paterno; l'ascesa fra la gente che termina in un processo e una condanna; la riflessione sulla collina fuori città simile all'[[Orto degli Ulivi|orto degli Ulivi]], il monte Calleio che richiama il [[Monte Calvario|monte Calvario]], l'ascesa al cielo e il messaggio lasciato agli uomini: ''Il codice di Perelà''.
 
=== Marco Forti ===
===Alberto Asor Rosa e Edoardo Sanguineti===
In ''Romanzi straordinari'', in AA.VV., ''Palazzeschi oggi. Atti del convegno Firenze 6-8 novembre 1976'', a cura di [[L.Lanfranco CarrettiCaretti]], edito dal Saggiatore a Milano nel [[1978]], [[Marco Forti]] ha utilizzato strumenti interpretativi molto acuti sui vari tipi di scrittura che vengono utilizzati nel [[romanzo]]. Egli ha messo in evidenza soprattutto l'uso continuo del [[dialogo]], l'uso del [[monologo]], l'uso dei [[parlati teatrali]], i racconti all'interno del racconto, lo [[Stilistica|stile]] che anticipa soluzioni [[Surrealismo|surrealistiche]], il gusto particolare del [[Generi letterari|fantastico]] e un forte [[Realismo|realismo]] [[Magia|magico]].
 
=== Alberto Asor Rosa ed Edoardo Sanguineti ===
In '' Palazzeschi oggi'', AA.VV., [[Alberto Asor Rosa]] eed [[Edoardo Sanguineti]], analizzando il romanzo fanno acute considerazioni sostenendo che Perelà non è altro se non l'espressione di quella [[ utopia]] che si è venuta a creare dalla divaricazione tra [[letteratura]] e [[ideologia]] provocata dalla guerra.
 
=== Fausto Curi ===
[[Fausto Curi]], sempre in ''Palazzeschi oggi'', ritiene che nell'opera analizzata vi siano suggestioni dovute a [[Friedrich Nietzsche]] e alla figura del principe Myskin di [[FedorFëdor MichailovicMichajlovič Dostoevskij|Dostoevskij]] ma soprattutto sostiene che al libro è necessario dare una un'interpretazione [[Psicoanalisi|psicoanalitica]] e paragona Perelà alle fantasie dell'[[Inconscio|inconscio]].
 
=== Piero Pieri ===
[[Fausto Curi]], sempre in ''Palazzeschi oggi'', ritiene che nell'opera analizzata vi siano suggestioni dovute a [[Friedrich Nietzsche]] e alla figura del principe Myskin di [[Fedor Michailovic Dostoevskij|Dostoevskij]] ma soprattutto sostiene che al libro è necessario dare una interpretazione [[Psicoanalisi|psicoanalitica]] e paragona Perelà alle fantasie dell'[[Inconscio|inconscio]].
[[Piero Pieri]] nel suo testo critico, ''L'uomo di fumo'', in ''Ritratto del saltimbanco da giovane. Palazzeschi 1905-1914'' pubblicato a Bologna da Patron nel [[1980]], approfondisce la ricerca dei significati e analizza i collegamenti letterari con l'[[Espressionismo|espressionismo]] e il [[futurismo]].
Nel saggio critico più recente, ''Il codice di Perelà di Palazzeschi. L'altro del fumo, l'oltre dell'uomo'', Pieri, si avventura in una un'analisi molto più approfondita del libro di Palazzeschi nel quale vede una parabola [[Nichilismo|nichilista]].
 
===Piero PieriGuido Guglielmi ===
[[Guido Guglielmi]], in ''Capricci e maschere'', in ''L'udienza del poeta. Saggi su Palazzeschi e il futurismo'', Torino, Einaudi, [[1979]], nel condurre una un'accurata [[Narratologia|analisi testuale]] dell'opera, collega gli elementi del testo con le diverse interpretazioni [[Simbolismo|simboliche]] e [[Sociologia|sociologiche]].
 
=== Anthony Julian Tamburri ===
[[Piero Pieri]] nel suo testo critico, ''L'uomo di fumo'', in ''Ritratto del saltimbanco da giovane. Palazzeschi 1905-1914'' pubblicato a Bologna da Patron nel [[1980]], approfondisce la ricerca dei significati e analizza i collegamenti letterari con l'[[Espressionismo|espressionismo]] e il [[futurismo]].
Anthony Julian Tamburri, in “''Il codice di Perelà'': svelamento del codice”, in ''Una semiotica della ri-lettura: Guido Gozzano, Aldo Palazzeschi, e Italo Calvino'', Franco Cesati Editore, 2003, dimostra tramite una lettura retrospettiva che il romanzo futurista del Palazzeschi è in effetti una specie di manifesto ''ante quem'' della filosofia controdoloriana che apparirà tre anni dopo nei suoi manifesti lacerbiani.
Nel saggio critico più recente, ''Il codice di Perelà di Palazzeschi. L'altro del fumo, l'oltre dell'uomo'', Pieri, si avventura in una analisi molto più approfondita del libro di Palazzeschi nel quale vede una parabola [[Nichilismo|nichilista]].
 
===Guido GuglielmiFrancesco Grisi ===
Secondo [[Francesco Grisi (scrittore)|Francesco Grisi]] la novità di ''Perelà'' consiste "nell'essere libero da ogni movimento e di avere ricomposto in una poesia della libertà, oltre il corpo, il segreto del reale".<ref>{{Cita libro|autore=Francesco Grisi|titolo=Avventura del personaggio|editore=Ceschina|città=Milano|anno=1968|p=161}}</ref>
 
== Note ==
[[Guido Guglielmi]], in ''Capricci e maschere'', in ''L'udienza del poeta. Saggi su Palazzeschi e il futurismo'', Torino, Einaudi, [[1979]], nel condurre una accurata [[Narratologia|analisi testuale]] dell'opera, collega gli elementi del testo con le diverse interpretazioni [[Simbolismo|simboliche]] e [[Sociologia|sociologiche]].
<references/>
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.griseldaonline.it/percorsi/pieri.htm Per la lettura di un saggio molto interessante su Il codice di Perelà]
* {{cita web | 1 = http://www.griseldaonline.it/percorsi/pieri.htm | 2 = Per la lettura di un saggio molto interessante su Il codice di Perelà | accesso = 4 gennaio 2005 | dataarchivio = 14 dicembre 2004 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20041214201005/http://www.griseldaonline.it/percorsi/pieri.htm | urlmorto = sì }}
* [http://www.radioradio3.rai.it/dl/radio3/terzo_anelloprogrammi/alta_voce/archivio_2007/eventi/2007_09_03_ilcodicediperela/indexPublishingBlock-1058a209-995c-439a-ba44-963727e164e9.cfmhtml Versione radiofonica] trasmessa dalla trasmissione radiofonica [[Il Terzo Anello#Ad Alta Voce|"Ad alta voce]]" di [[Rai Radio 3]]
* {{cita web|url=http://www.distanzelab.it/news_una.php?idNews=176|titolo=Premio Perelà}}
 
{{Portale|fantasy|letteratura}}
 
[[Categoria:Futurismo]]
[[categoria:opere letterarie italiane|Codice di Perelà]]
[[Categoria:Romanzi di Aldo Palazzeschi]]
[[categoria:Futurismo|Codice di Perelà]]
[[Categoria:Romanzi fantastici]]