Terza rima: differenze tra le versioni

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La '''terza rima''', detta anche per [[antonomasia]] '''[[terzina dantesca]]''', è la [[strofa]] principale della [[metrica italiana]], usata e portata alla perfezione da [[Dante Alighieri]] nella ''[[Divina Commedia]]''.
 
{{citazione|Siede la terra dove nata fui<br />su la marina dove 'l Po discende<br />per aver pace co' seguaci sui|[[Dante Alighieri]], ''[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'', [[Inferno - Canto quinto|V Canto]], vv. 97-99}}
 
== Caratteristiche ==
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:''ABA BCB CDC DED ... UVU VZV Z''
 
Tutti i versi, tranne la prima e l'ultima coppia (A''AA'' e Z''ZZ''), rimano a tre a tre. Il numero complessivo dei versi del componimento può variare, ma se diviso per tre dà sempre il resto di 1. I gruppi di tre versi che rimano fra loro sono intrecciati l'uno con l'altro in una sequenza continua, come gli anelli di una catena: la terza rima viene quindi anche detta '''terzina incatenata'''.
 
La terza rima forma un'unità in sé, e contemporaneamente permette la continuità. La concatenazione delle unità è mantenuta grazie alla ripetizione della rima centrale della precedente terzina, che conferisce al testo poetico uno sviluppo pertinente e una coesione logica e ritmica. Inoltre questa concatenazione rendeva molto più ardua l'interpolazione di versi apocrifi da parte dei copisti.
Questo tipo di strofa si trova anche, ad esempio, in [[Cecco Angiolieri]] :
 
{{citazione|E non avem manti’ per asciugaglia<br /> asciughianci al gheron de la gonnella<br />quando no’ siam ben unti di sevaglia|C. Angiolieri, ''Salute manda lo tu' Buon Martini'', vv.12-14}}
La terza rima è stata usata da tutti i poeti italiani almeno fino al [[XIX secolo]], dai ''[[I Trionfi|Trionfi]]'' del [[Francesco Petrarca|Petrarca]], alla ''[[Bassvilliana]]'' del [[Vincenzo Monti|Monti]], al [[Ugo Foscolo|Foscolo]], al [[Giacomo Leopardi|Leopardi]]. Essa può anche far parte di strofe maggiori e specialmente del [[sonetto]].
 
La terza rima è stata usata da tutti i poeti italiani almeno fino al [[XIX secolo]], dai ''[[I Trionfi|Trionfi]]'' del [[Francesco Petrarca|Petrarca]], alla ''[[Bassvilliana]]'' del [[Vincenzo Monti|Monti]], al [[Ugo Foscolo|Foscolo]], al [[Giacomo Leopardi|Leopardi]]. Essa può anche far parte di strofe maggiori e specialmente del [[sonetto]].
 
Nella forma canonica i versi sono [[endecasillabi]].
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Sono definibili terze rime anche quelle usate da [[Cecco d'Ascoli]] ne ''[[L'Acerba]]'' (a schema ''ABA CBC'') e quelle, sempre di endecasillabi, portate in auge da [[Girolamo Pompei]] (a schema ''ABA CDC'', col secondo verso di ogni terzina sciolto), oltreché quelle, variamente rimate, della seconda parte del sonetto.
 
Si possono avere anche terze rime non di endecasillabi: [[Giovanni Berchet]] nel poemetto ''I profughi di Parga'' adoperautilizza la terza rima di [[Decasillabo|decasillabi]].
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
 
* Franco Gavazzeni, ''fuck you Approssimazioni metriche sulla terza rima'', Verona, Valdonega, 1983.
*Claudia Peirone, ''Storia e tradizione della terza rima. Poesia e cultura nella Firenze del Quattrocento'', Torino, Tirrenia Stampatori, 1990.
 
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==Collegamenti esterni==
*[[Ignazio Baldelli]], [http://www.treccani.it/enciclopedia/terzina_(Enciclopedia-Dantesca)/ Voce ''Terzina'' in ''Enciclopedia dantesca'']
 
{{Portale|letteratura|musica}}
 
[[Categoria:Metrica]]