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== Svolgimento della violenza squadrista ==
[[File:Bologna_1921_Manifestazione_dei_Fasci_italiani_di_Combattimento.jpg|miniatura|Manifestazione dei [[Fasci italiani di combattimento]] a [[Bologna]] nel 1921]]
Con l'intensificazione degli scioperi del "[[Biennio rosso in Italia|biennio rosso]]" la piccola e media borghesia reagì, organizzandosi nella primavera del 1920 in numerose leghe e associazioni "antibolsceviche" allo scopo di mitigare i disagi attraverso azioni di [[Crumiro|crumiraggio]].<ref>{{Cita|Gentile|pp. 81-82}}.</ref> A questo fenomeno si associarono anche i [[Fasci italiani di combattimento]] di [[Benito Mussolini]], che in estate ricevettero da parte del segretario [[Umberto Pasella]] l'incarico di formare delle [[squadre d'azione]], armate di rivoltelle e manganelli, per sopprimere gli scioperi e in generale tutte le organizzazioni dei lavoratori.<ref>{{Cita|Gentile|p. 99}}.</ref> Su impulso di [[Francesco Giunta]], lo [[squadrismo]] fascista si diffuse inizialmente in tutta la [[provincia di Trieste]] (ancora sotto occupazione militare) colpendo sistematicamente le sedi delle organizzazioni socialiste e della [[Sloveni in Italia|minoranza slovena]], come la redazione de [[Il Lavoratore|''Il Lavoratore'']] e il [[Narodni dom]].<ref>{{Cita|Gentile|p. 100}}.</ref> Alle [[Elezioni amministrative in Italia del 1920|elezioni amministrative del novembre 1920]], con l'occupazione delle fabbriche da poco conclusa, le forze "antibolsceviche": liberaldemocratici, nazionalisti e fascisti, si presentarono coalizzati nelle liste dei [[Blocchi Nazionali]] ottenendo la maggioranza in 33 [[Consiglio provinciale|consigli provinciali]] su 69, il [[Partito Socialista Italiano]] (PSI) ne conquistò 26, mentre il [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito Popolare Italiano]] (PPI) 10.<ref>{{Cita|Gentile|p. 104}}.</ref> L'offensiva fascista contro le nuove amministrazioni socialiste cominciò il 21 novembre 1920 da [[Bologna]] con la [[strage di Palazzo d'Accursio]];<ref>{{Cita|Gentile|pp. 105-106}}.</ref> in generale nel corso del 1921 lo squadrismo si diffuse in tutta la penisola nella sostanziale indifferenza delle forze dell'ordine, aggredendo tutte le organizzazioni legate PSI e alla [[Confederazione Generale del Lavoro]] (CGdL).<ref>{{Cita|Gentile|p. 111}}.</ref> Lo [[squadrismo]] si trasformò rapidamente in un fenomeno di massa: i Fasci italiani di combattimento passarono così dai {{M|20165}} iscritti del dicembre 1920 ai {{M|187588}} del maggio 1921.<ref>{{Cita|Gentile|p. 113}}.</ref> Col patrocinio dal [[Presidenti del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|presidente del consiglio]] [[Giovanni Giolitti]], alle [[Elezioni politiche in Italia del 1921|elezioni politiche del maggio 1921]] furono riproposti i [[Blocchi Nazionali]],<ref>{{Cita|Gentile|p. 137}}.</ref> consentendo a 37 fascisti l'ingresso in parlamento.<ref>{{Cita|Gentile|p. 142}}.</ref> All'apertura della [[XXVI legislatura del Regno d'Italia|XXVI legislatura]] Mussolini però votò la sfiducia [[Governo Giolitti V|governo Giolitti]], che a causa dell'esigua maggioranza rassegnò le dimissioni, mentre rivolse al PSI una proposta di pacificazione.<ref name=":0">{{Cita|Gentile|p. 143}}.</ref> A luglio re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] affidò l'incarico di governo a [[Ivanoe Bonomi]], ministro del tesoro nel [[Governo Giolitti V|governo uscente]], che si adoperò per la buona riuscita del "[[patto di pacificazione]]".<ref name=":0" /> In seguito all'intervento delle forze dell'ordine nei [[fatti di Sarzana]] e all'efferatezza della violenza squadrista nel [[massacro di Roccastrada]], nonostante la contrarietà di molto fascisti, Mussolini proseguì per l'approvazione del patto di pacificazione, che fu firmato tra i fasci il PSI e la CGdL il 3 agosto 1921.<ref>{{Cita|Gentile|pp. 145-147}}.</ref> Le forti resistenze interne alla pacificazione, furono risolte a novembre al [[III Congresso dei Fasci italiani di combattimento]] in cui Mussolini si impegnò ad abbondonare la strada della pacificazione a patto di trasformare il movimento in partito, Il [[Partito Nazionale Fascista]] (PNF).<ref>{{Cita|Gentile|p. 169}}.</ref> Di fronte alla al fallimento del [[patto di pacificazione]], il 2 febbraio 1922 il [[Governo Bonomi I|governo Bonomi]] venne sfiduciato, innescando la più lunga crisi di governo della storia del Regno d'Italia.<ref>{{Cita|Gentile|p. 202}}.</ref> La crisi fu risolta quando re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] affidò a [[Luigi Facta]], ex ministro delle finanze nel [[Governo Giolitti V|governo Giolitti]], l'incarico di formare un [[governo di scopo]] tra le forze liberaldemocratiche e i popolari per l'organizzazione della [[conferenza di Genova]], ottenendo la fiducia il 18 marzo 1922, col voto favorevole dei fascisti.<ref>{{Cita|Gentile|p. 203}}.</ref>
[[File:Barricate_di_Parma,_l'erezione_in_via_Bixio.jpg|sinistra|miniatura|Barricate contro l'[[Fatti di Parma|assedio squadrista di Parma]] nell'agosto del 1922 dopo lo [[sciopero legalitario]]]]
Tra la fine di aprile e i primi di giugno del 1922, le squadre fasciste irruppero in tutti i maggiori centri della [[bassa padana]], "occupando" [[Ferrara]], [[Bologna]], [[Cremona]] e [[Ravenna]], e causando indirettamente la caduta del [[Governo Facta I|governo Facta]] il 20 luglio 1922.<ref name=":1">{{Cita|Nello|p. 46}}.</ref> Nel corso della crisi di governo le maggiori sigle sindacali, riunite nell'[[Alleanza del Lavoro|Alleanza del lavoro]], proclamarono il 31 agosto 1922 lo [[sciopero legalitario]] in segno di protesta contro le violenze fasciste.<ref name=":4">{{Cita|Nello|p. 47}}.</ref> Lo sciopero provocò la reazione delle squadre, che intimarono di sostituirsi alle forze dell'ordine, e che col sostegno dell'opinione pubblica borghese riuscirono ad agire anche nelle città più refrattarie al fascismo quali [[Genova]], [[Milano]], [[Livorno]], [[Parma]] e [[Ancona]].<ref name=":4" /> Con la formazione di un [[Governo Facta II|nuovo governo Facta]], ancora più debole del precedente, la dirigenza del PNF si organizzò per fare in modo di raggiungere il potere attraverso le elezioni anticipate, oppure nel caso di mancato scioglimento delle camere, attraverso un'insurrezione armata coordinata da [[Italo Balbo]], [[Michele Bianchi]], [[Emilio De Bono]] e [[Cesare Maria De Vecchi]].<ref>{{Cita|Nello|p. 48}}.</ref> Il 20 settembre 1922 [[Benito Mussolini]] nel [[discorso di Udine]] esternò il proprio sostegno alla [[Re d'Italia|monarchia]] e condusse da Milano le trattative per la formazione di un nuovo governo che vedesse la partecipazione dei fascisti, rimanendo costantemente in contatto con esponenti della [[Confindustria]] e della classe dirigente liberale, tra cui il prefetto [[Alfredo Lusignoli]], emissario di [[Giovanni Giolitti]].<ref name=":2">{{Cita|Nello|p. 49}}.</ref>
[[File:March_on_Rome_1922_-_Quirinale.jpg|miniatura|Sfilata delle squadre il 31 ottobre 1922 in seguito alla "[[marcia su Roma]]"]]
Il 24 ottobre 1922, al consiglio nazionale di Napoli, la dirigenza fascista organizzò i tempi e i modi dell'insurrezione, così nella notte tra il 27 e il 28 ottobre circa {{M|25000}} squadristi iniziarono ad affluire a [[Roma]], nonostante la presenza di alcuni sbarramenti organizzati dall'[[Regio Esercito|esercito]] e dalle [[Formazioni di difesa proletaria|formazioni antifasciste]].<ref>{{Treccani|marcia-su-roma_(Dizionario-di-Storia)|Marcia su Roma|data=2010}}</ref> La mattina della "[[marcia su Roma]]" il governo decise di decretare lo [[stato d'assedio]], ma il re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] rifiutò di firmarlo, provocando in questo modo le dimissioni del [[Presidenti del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|presidente del consiglio]] [[Luigi Facta]].<ref name=":02">{{Cita|Nello|p. 50}}.</ref> Il re conferì allora ad [[Antonio Salandra]] l'incarico di formare un governo con la partecipazione dei fascisti, ma Mussolini si oppose, venendo così convocato a Roma il 30 ottobre 1922 per sottoporre al re la lista dei ministri.<ref name=":02" />
 
=== Lo squadrismo urbanonel biennio rosso (gennaioaprile 1919 - ottobre 1920) ===
 
=== L'espansione del fascismo (ottobre 1920 - maggio 1921) ===
 
=== LaIl patto di pacificazione (maggio 1921 - novembre 1921) ===
 
=== L'offensiva nazionale (novembre 1921 - ottobre 1922) ===
 
== Squadristi ==
== Lo Stato liberale e lo squadrismo ==
 
=== Le squadre d'azione ===
== Squadrismo durante il regime fascista ==
=== Le motivazioni degli squadristi ===
== Lo Stato liberale e lo squadrismo ==
 
== Squadrismo durante ilnel regime fascista ==
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=[[Mimmo Franzinelli]]|titolo=Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922|collana=Universale economica|annooriginale=2003|anno=2019|editore=[[Giangiacomo Feltrinelli Editore]]|cid=Franzinelli|ISBN=978-88-07-89287-5}}