Gerardo D'Ambrosio: differenze tra le versioni

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{{Carica pubblica
|nome = Gerardo D'Ambrosio
|immagine = Gerardo D'Ambrosio XVI.jpg
|didascalia =
|carica = [[Senato della Repubblica|Senatore della Repubblica Italiana]]
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|sito = https://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Attsen/00022729.htm
|partito = Indipendente
|tendenza =
|titolo di studio = Laurea in [[Giurisprudenza]]
|alma mater = [[Università degli Studi di Napoli Federico II]]
|professione = [[Magistratura (diritto)|Magistrato]]
|firma =
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|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività2 = politico
|Attività = magistrato
|Attività2 = politico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , fra i protagonisti di [[Mani pulite]]
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== Biografia ==
Diplomato al [[liceo classico]] e laureato a pieni voti in [[Giurisprudenza]] a [[Napoli]] nel [[1952]] con tesi in [[diritto amministrativo]]. Nel 1953 diventa [[procuratore legale]], entra in [[Magistratura]] nel [[1957]]. Dopo una breve permanenza alla [[Procura della Repubblica]] presso il Tribunale di [[Nola]], viene destinato al [[Tribunale]] di [[Voghera]]. In seguito viene trasferito al [[Tribunale]] di [[Milano]], dapprima come [[Pretore (ordinamenti moderni)|Pretore]] Civile (per cinque anni), poi come ''[[Giudicegiudice Istruttore]]istruttore Penale''penale.
 
Da rilevare che con quest'ultimo incarico ha, tra l'altro, condotto l'istruttoria relativa alla [[strage di piazza Fontana]], indagando sugli ambienti neofascisti ([[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]]): per questo, e per la sua appartenenza a [[Magistratura democratica]], fu etichettato come «comunista»<ref name="Daltonico">{{Cita news|autore=Marco Travaglio|url=http://temi.repubblica.it/micromega-online/gerardo-d%E2%80%99ambrosio-il-giudice-daltonico/|titolo=''Gerardo D’AmbrosioD'Ambrosio, il giudice daltonico''|pubblicazione=''[[MicroMega (periodico)|MicroMega]]''|data=31 marzo 2014|accesso=25 gennaio 2016}}</ref>. Successivamente fu bollato come «fascista» per aver scagionato [[Pino Rauti]] dall'accusa di strage<ref name="Daltonico" />, e per aver stabilito che l'anarchico [[Giuseppe Pinelli]] morì a causa di un malore. D'Ambrosio, il cui intervento nell'istruttoria era stato chiesto a gran voce da chi temeva che la verità fosse inquinata<ref name="MontanelliCervi">{{Cita libro|autore=Indro Montanelli|autore2=Mario Cervi|titolo=L'Italia degli anni di piombo|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=1991}}</ref>, scrisse: «L'istruttoria lascia tranquillamente ritenere che il commissario Calabresi non era nel suo ufficio al momento della morte di Pinelli». Tutti gli imputati, agenti e funzionari di polizia, furono prosciolti con formula piena «perché il fatto non sussiste»<ref name="MontanelliCervi" />.
 
Successivamente fu bollato come «fascista» per aver scagionato [[Pino Rauti]] dall'accusa di strage<ref name="Daltonico" /> e per aver stabilito che l'anarchico [[Giuseppe Pinelli]] morì a causa di un malore “attivo”, archiviando le indagini. D'Ambrosio, il cui intervento nell'istruttoria era stato chiesto a gran voce da chi temeva che la verità fosse inquinata<ref name="MontanelliCervi">{{Cita libro|autore=Indro Montanelli|autore2=Mario Cervi|titolo=L'Italia degli anni di piombo|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=1991}}</ref>, scrisse: «L'istruttoria lascia tranquillamente ritenere che il commissario Calabresi non era nel suo ufficio al momento della morte di Pinelli».
Nel [[1981]] è assegnato alla Procura Generale di [[Milano]] con funzione di ''Sostituto Procuratore Generale'', per otto anni. In questo periodo ha sostenuto l'accusa nei primi processi per terrorismo e nel processo conseguente allo scandalo dei petroli. Ha condotto inoltre le istruttorie relative agli illeciti del [[Banco Ambrosiano]], che vedeva tra gli altri imputati [[Roberto Calvi]]. Nel [[1989]] è stato nominato ''Procuratore aggiunto'' di [[Milano]] ed ha diretto dapprima il ''Dipartimento criminalità organizzata'' e, dal [[1991]], quello dei reati contro la pubblica amministrazione.
 
Tutti gli imputati, agenti e funzionari di polizia, furono prosciolti con formula piena «perché il fatto non sussiste»<ref name="MontanelliCervi" />.
Nel [[1991]] è stato sottoposto con successo ad un [[trapianto di cuore]]<ref>{{Cita news|titolo=È morto Gerardo D'Ambrosio: fu procuratore capo a Milano e protagonista di 'Mani pulite'| url=http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/03/30/news/e_morto_gerardo_d_ambrosio_fu_procuratore_capo_a_milano_e_protagonista_di_mani_pulite_-82317410/|pubblicazione=Repubblica.it|data=30 marzo 2014}}</ref>. Dal [[1992]] è tra i protagonisti (insieme a [[Francesco Saverio Borrelli]], [[Antonio Di Pietro]], [[Piercamillo Davigo]] e [[Gherardo Colombo]]) del ''[[Pool (magistratura italiana)|Pool]]'' che si occupa dell'inchiesta ''[[Mani pulite]]'': sono gli anni di ''Tangentopoli'', che gli dà grande notorietà<ref name="Daltonico" />. Nel [[1999]] è stato nominato ''Procuratore Capo'' della [[Procura della Repubblica]] di [[Milano]]<ref name="Daltonico" />, contribuendo alla riorganizzazione degli Uffici, necessitata dalla introduzione del ''Giudice unico''. Nel [[2002]] è stato collocato a riposo per limiti di età.
 
Nel [[1981]] è assegnato alla Procura Generalegenerale di [[Milano]] con funzione di ''Sostitutosostituto Procuratoreprocuratore Generale''generale, per otto anni. In questo periodo ha sostenuto l'accusa nei primi processi per terrorismo e nel processo conseguente allo scandalo dei petroli. Ha condotto inoltre le istruttorie relative agli illeciti del [[Banco Ambrosiano]], che vedeva tra gli altri imputati [[Roberto Calvi]]. Nel [[1989]] è stato nominato ''Procuratoreprocuratore aggiunto'' di [[Milano]] ed ha diretto dapprima il ''Dipartimento criminalità organizzata'' e, dal [[1991]], quello dei reati contro la pubblica amministrazione.
Dal [[2003]] collabora col quotidiano ''[[l'Unità]]''; cominciò poi a scrivere anche per il settimanale ''[[Oggi (rivista)|Oggi]]''.
 
Nel [[2005]], inoltre, pubblica presso la [[Casa editrice]] [[Rcs MediaGroup|RCS]] il saggio ''La giustizia ingiusta''.
Nel [[1991]] è stato sottoposto con successo ad un [[trapianto di cuore]]<ref>{{Cita news|titolo=È morto Gerardo D'Ambrosio: fu procuratore capo a Milano e protagonista di 'Mani pulite'| url=http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/03/30/news/e_morto_gerardo_d_ambrosio_fu_procuratore_capo_a_milano_e_protagonista_di_mani_pulite_-82317410/|pubblicazione=Repubblica.it|data=30 marzo 2014}}</ref>. Dal [[1992]] è tra i protagonisti (insieme a [[Francesco Saverio Borrelli]], [[Antonio Di Pietro]], [[Piercamillo Davigo]] e [[Gherardo Colombo]]) del ''[[Pool (magistratura italiana)|Pool]]'' che si occupa dell'inchiesta ''[[Mani pulite]]'': sono gli anni di ''Tangentopoli'', che gli dà grande notorietà<ref name="Daltonico" />. Nel [[1999]] è stato nominato ''Procuratoreprocuratore Capo''capo della [[Procura della Repubblica]] di [[Milano]]<ref name="Daltonico" />, contribuendo alla riorganizzazione degli Uffici, necessitata dalla introduzione del ''Giudicegiudice unico''. Nel [[2002]] è stato collocato a riposo per limiti di età.
 
Dal [[2003]] collabora col quotidiano ''[[l'Unità]]''; cominciò poi a scrivere anche per il settimanale ''[[Oggi (rivistaperiodico)|Oggi]]''. Nel [[2005]], inoltre, pubblica presso la [[Casa editrice]] [[Rcs MediaGroup|RCS]] il saggio ''La giustizia ingiusta''.
 
È deceduto il 30 marzo [[2014]] all'età di 83 anni.
 
=== Attività politica ===
In occasione delle [[Elezionielezioni politiche in Italia del 2006|elezioni politiche del 2006]], accetta la candidatura, proposta dai [[Democratici di Sinistra]], diper un seggio al [[Senato della Repubblica|Senato]], risultando eletto nella [[Regioni d'Italia|Regione]] [[Lombardia]]. È stato componente della ''II Commissione permanente'' («[[Giustizia]]») del [[Senato della Repubblica|Senato]].
 
Tra gli altri interventi in AulaSenato, vanno menzionati quelli contro un provvedimento (poi approvato nell'estate [[2006]]) d'[[indulto]] che prevedeva sconti di pena di tre anni. D'Ambrosio sosteneva che la quantificazione della riduzione di pena era eccessiva, in quanto sarebbero stati scarcerati molti più detenuti (secondo la stima di D'Ambrosio, circa 24.000) del previsto (la stima era di 10.000 scarcerazioni).
 
Alle elezioni del [[2008]] è stato confermato senatore del [[Partito Democratico (Italia)|PD]], restando in parlamento fino al febbraio [[2013]].
 
Il 21 maggio [[2012]] il consiglio comunale di [[Santa Maria a Vico]], sua città natale, gli ha negato – con decisione presa a maggioranza &nbsp;– la cittadinanza onoraria <ref>{propostaProposta nei mesi precedenti dall'associazione culturale locale ''Ethos Odv''. In fase di discussione il sindaco sammariano Alfonso Piscitelli ([[Il Popolo della Libertà]]) ha dichiarato: «Anche se D'Ambrosio è un nostro illustre cittadino riteniamo non abbia volato troppo in alto, non sia stato al di sopra delle parti»{{cita web|url=http://www.casertaon.it/web/provincia/51-santa-maria-a-vico/19677-il-comune-nega-la-cittadinanza-onoraria-a-gerardo-dambrosio |titolo=Il comune nega la cittadinanza onoraria a Gerardo D'ambrosio|editore=''casertaon.it''|accesso=30 marzo 2014|autore=|dataarchivio=4 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140404090522/http://www.casertaon.it/web/provincia/51-santa-maria-a-vico/19677-il-comune-nega-la-cittadinanza-onoraria-a-gerardo-dambrosio|urlmorto=sì}}</ref>.
 
È deceduto il 30 marzo [[2014]] all'età di 83 anni.
Criticò anche il collega giudice istruttore Guido Salvini per la riapertura dell’inchiesta sulla strage di Piazza Fontana, definendola, tra l’altro, “inutile”, così attirandosi l’ira dei familiari delle vittime.
 
== Opere ==
* ''La giustizia ingiusta'', Milano, Rizzoli, 2005, ISBN 88-17-00560-6. [[Premio Nazionale Letterario Pisa]] ex aequo nella sezione Saggistica.<ref>{{Cita web|url = http://www.premionazionaleletterariopisa.onweb.it/it/albo-doro|titolo = Albo d'oro|sito = premionazionaleletterariopisa.onweb.it|accesso = 7 novembre 2019}}</ref>
* ''Il Belpaese. L'Italia che ho vissuto raccontata agli italiani che verranno'', Milano, Carte scoperte, 2011, ISBN 978-88-7639-057-9.
 
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