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{{Divisione amministrativa
|Nome=Debba
|Panorama=Debba - Bacchiglione-2.jpg
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=4
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}}
'''Debba''' è una [[
Il 16 maggio 2024 sono entrati in funzione gli argini aggiuntivi per arginare il rischio alluvionate della città di Vicenza.
== Geografia ==
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=== Medioevo ed età moderna ===
Il nome della località di Debba viene citato in alcuni documenti dei secoli X-XII, con i quali i vescovi di Vicenza attribuivano questa parte del territorio alle benedettine del [[Chiesa e monastero di San Pietro|monastero di San Pietro]], con il compito di bonificarlo; questo spiegherebbe l'insediamento, già a quel tempo, di popolazione rurale<ref>Rosanna Caoduro Lodi e Francesco Pulin in {{cita|Debba, 1992|pp. 3-4}}</ref>. Il primo di essi si trova nel Privilegio concesso nel 1185 dal vescovo di Vicenza [[Pistore]] ai canonici della cattedrale, confermato l'anno successiva da una [[Bolla pontificia|bolla]] di [[papa Urbano III]]<ref>{{cita|Giarolli, 1955|pp. 363-64}}, che cita il [[Francesco Barbarano de' Mironi|Barbarano]]</ref>.
Il territorio, in parte pianeggiante e coltivato prevalentemente a cereali e canapa, in parte collinare e ricoperto da frutteti, olivi, viti e castagni, rispecchiava la tipica economia rurale della regione. Nel Cinquecento esisteva sul lato destro del fiume un mulino azionato da quattro ruote, affittato a un certo "Bastian de Deba, molinaro"; altri atti notarili parlano di case, terreni arativi, orti e molini della zona<ref>Archivio di Stato di Vicenza, ''Registro dell'estimo n. 16'', Balanzon Barbaran n. 25, anno 1544, citato da Galdino Pendin in {{cita|Debba, 1992|pp. 20-21}}</ref>.
Agli inizi del Cinquecento la famiglia Squarzi, che possedeva buona parte della zona, cedette le sue proprietà alla famiglia Mora, che a sua volta le cedette al veneziano Marc'Antonio Bonrizzo; suo figlio Alessandro, proprietario di centinaia di campi coltivati sui quali, sorgevano case coloniche, e anche le quattro ruote idrauliche di Debba, dopo la richiesta dei barcaioli di Vicenza al governo di Venezia finanziò nel 1583 la costruzione della conca di navigazione, di cui divenne proprietario esclusivo<ref>{{cita|Porte di Debba, 2018|pp. 32, 73-84}}.</ref>.
Il nome Debba viene citato dal viaggiatore e letterato [[Filippo Pigafetta]] nella sua ''Descrizione del territorio e del contado di Vicenza'' (1602-1603): "''… la valle di Fimon, co'l suo lago et la Fontega
=== Età contemporanea ===
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Durante il regno napoleonico, e cioè nel 1806-10 quando furono costituiti gli attuali comuni, l'area di Debba fu frazionata in tre sezioni distinte tenendo conto, più che delle abitazioni, della compattezza delle proprietà fondiarie e del percorso del fiume: la porzione a sinistra del fiume fu inserita nel comune censuario di "San Pietro Intrigogna con Casale", quella verso Vicenza nel comune censuario di "Lòngara" e la parte rimanente, subito a valle del mulino e proseguente lungo la Riviera Berica, a quello di "Longare"<ref>I primi due comuni censuari furono inseriti nel comune amministrativo di Vicenza, {{cita|Porte di Debba, 2018|pp. 27-28}}</ref>.
Nel 1813 [[Gaetano Maccà]], dopo aver ricordato le origini altomedievali di Debba, segnalava che qui vi erano le "porte" che consentivano alle imbarcazioni di superare il dislivello presente nell'alveo del fiume. Ricordava poi che nel censimento del 1803 nella contrada vi erano 45 famiglie con 284 persone<ref>{{cita|Porte di Debba, 2018|pp. 26-27}}.</ref>.
Nel 1873, su iniziativa dell'imprenditore friulano Giuseppe Roi, a Debba iniziarono i lavori per la costruzione di un [[canapificio]], lavori che probabilmente proseguirono per una dozzina d'anni, per cui lo stabilimento venne completato intorno al 1885-86. All'inizio i telai per la lavorazione della canapa erano alimentati da [[motori a vapore]], in seguito da una piccola [[centrale elettrica]]. All'inizio del Novecento vi lavoravano circa 450 operai, il 70% dei quali donne e fanciulle, anche per 10-12 ore al giorno.
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Verso la fine dell'Ottocento il conte Roi fece costruire anche alcune case popolari per gli operai e il Comune di Vicenza prolungò l'acquedotto urbano, collocando al centro del paese una fontanella pubblica.
Nel 1906 lo stabilimento passò in proprietà alla ditta Carugati & C., con il nome di "Linificio e Canapificio Nazionale"; nel 1927 però venne chiuso, a causa della mancanza di materiale grezzo che, provenendo quasi tutto dall'estero, era stato bloccato in nome dell'[[autarchia]] dal [[regime fascista]]. Nel 1928, acquistato dall'imprenditore trevigiano Dal Prà, riprese l'attività come cotonificio; nel 1935 divenne parte del gruppo tessile dell'imprenditore Domenico Rossi e continuò la sua storia con il nome di "Cotorossi".
Chiuso per motivi di sicurezza durante la seconda guerra mondiale, riprese la sua attività negli anni cinquanta, dando lavoro a circa 750 operai e operaie, con positivi riflessi di ordine sociale ed economico innanzitutto sul paese di Debba. Nei decenni successivi, però, il [[settore tessile]] entrò dappertutto in crisi e nel biennio 1983-84 il personale venne trasferito nello stabilimento di [[Porta Monte]], all'inizio della Riviera Berica<ref>Francesco Pulin e Maria Grazia Stocchiero in {{cita|Debba, 1992|pp. 35-42}}</ref>.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Vicenza - frazione Debba - chiesa
;Chiesa parrocchiale di San Gaetano
Fu costruita tra il 1922 e il 1924 su progetto dell'architetto [[Ferruccio Chemello]] su un terreno donato da Maria Fogazzaro, figlia di [[Antonio Fogazzaro|Antonio]], e con l'aiuto degli operai dello stabilimento
È in stile neo romanico lombardesco, con tetto a capanna. Un piccolo [[rosone]] a vetri colorati sovrasta il [[Portale (architettura)|portale]] della facciata, sorretto da colonne in pietra bianca; un cornicione in stile neo-gotico dà rilievo agli spioventi della facciata. L'interno mantiene l'atmosfera di una chiesa di villaggio; sopra l'altare maggiore il tabernacolo è realizzato in marmi policromi<ref>''All'ombra del campanile. La diocesi di Vicenza e le sue parrocchie, un patrimonio di storia e arte'', vol. 1, Vicenza, La Voce dei Berici, 2010, pp. 30-31</ref>.
Nel 1964 fu eretto il campanile e nel 1966 l'edificio fu prolungato per la creazione della "casa della dottrina cristiana"<ref>Francesco Pulin in {{cita|Debba, 1992|pp. 57-65}}</ref>.
;Ex Cotorossi e alloggi operai
[[File:Debba centro-1.jpg|thumb|Mappa del centro di Debba]]
▲[[File:Debba - Bacchiglione-2.jpg|thumb|Uno dei ponti sul Bacchiglione a Debba, la "casa dei pergoli" e la "matrona"]]
Le case costruite per gli operai, nuclei della Debba industriale all'inizio del Novecento, erano cinque, tutte giunte fino ad oggi, anche se ristrutturate negli ultimi anni:
* la più recente, del 1927, veniva chiamata la "casa degli impiegati", in quanto abitata da questo tipo di dipendenti; dotata di una certa signorilità, con cornici alle finestre, decorazione nel sottotetto e maggiori finiture rispetto alle altre
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Bacino di muratura per far passare le barche dal tronco del fiume più a monte a quello più a valle, dotato di porte (battenti mobili per contenere l'acqua della conca) sul Bacchiglione.
La più a monte tra le diverse conche del fiume, a forma di invaso ellittico, fu costruita nel 1583. All'inizio del Novecento ne fu progettato l'allungamento, fatto che ricorda ancora l'esistenza della navigazione<ref>{{cita|Porte di Debba, 2018|pp. 18-22}}.</ref>.
== Economia ==
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Il paese è attraversato dalla [[Strada statale 247 Riviera|strada provinciale 247 Riviera Berica]] (SP 247), che porta verso [[Noventa Vicentina|Noventa]] nel Basso Vicentino. Fino al 2009 era classificata come strada statale e percorsa da traffico intenso, parzialmente diminuito dopo il prolungamento dell'[[Autostrada A31 (Italia)|autostrada A31]] che scorre ad essa parallela. Oggi la strada è servita da autolinee [[SVT (Vicenza)|SVT]].
Per quasi un secolo il paese fu attraversato dalla [[Tranvia Vicenza-Noventa-Montagnana]] che offriva un servizio viaggiatori e merci tra la città di Vicenza e il sud della provincia. Aperta nel 1887 come tranvia a vapore a [[scartamento ridotto]] dalla [[
A partire dagli anni ottanta, il sedime tranviario fu oggetto di un progetto di recupero come [[pista ciclabile della Riviera Berica]], che collega Vicenza a Noventa Vicentina passando anche per Debba.
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* {{cita libro|titolo=Vicenza nella sua toponomastica stradale|autore= Giambattista Giarolli |editore= Scuola Tip. San Gaetano|città=Vicenza|anno=1955|cid= Giarolli, 1955}}
* {{cita libro|titolo=Le porte di Debba nel Bacchiglione: uomini, barche e mulini in un borgo del contado vicentino tra 16. e 19. secolo |autore= Claudio Grandis|editore=Cierre|città=Sommacampagna|anno=2018|cid= Porte di Debba, 2018}}
== Altri progetti ==
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{{Portale|Vicenza}}
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