Un tè con Mussolini: differenze tra le versioni

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{{S|film storici}}
{{Film
|titolo italiano = Un tè con Mussolini
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== Trama ==
[[Firenze]], [[1935]]: alcune signore britanniche vivono in [[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] perché affascinate dalla sua cultura e dal suo senso artistico. Una di loro, Mary Wallace, si prende cura di Luca, il figlio nato da una relazione extraconiugale di Paolo, mercante di stoffe che non lo vuole riconoscere.<ref>
{{da chiarire|Da un'intervista di Zeffirelli:
{{da chiarire|Intervista fatta dove, a chi e quando? Inoltre citazione lunghissima che probabilmente viola il diritto di corta citazione}}
È una storia che mi porto dietro dal ‘52, quando ero aiuto regista di Visconti; il titolo era "Le nemiche", che poi ho raccontato anche nel mio libro autobiografico pubblicato a New York e tradotto in dodici lingue, ma non in italiano. Ci sono stati tanti registi che hanno parlato di se stessi sempre trasfigurando la realtà, "Un tè con Mussolini" è un film storico, anche se non segue una rigorosa rappresentazione storica. Alla storia appartengono questo gruppo di signore inglesi chiamate affettuosamente e ironicamente "Scorpioni" perché potevano morderti con il veleno della loro lingua e vi appartengono anche la mia infanzia e la mia adolescenza. Io sono figlio naturale di un mercante di tessuti. Alla morte di mia madre, mio padre, un vero mascalzone che ha riempito Firenze di figli illegittimi, mi affidò ad una donna inglese, il cui ruolo è intepretatointerpretato da Joan Plowright, che mi insegnò la lingua e tramite lei, entrai in contatto con questo gruppo di signore bizzarre e prepotenti, le quali mi fecero capire in che mondo ricco di arte vivevo. Se oggi sono orgoglioso di essere fiorentino è merito loro; mi hanno trasmesso la passione per il teatro, per l'arte e le cose belle. In quel periodo a Firenze c'erano diciottomila residenti inglesi, almeno fino alla dichiarazione di guerra di Mussolini all'Inghilterra. Dopo, quasi tutti lasciarono la città, non però il "mio" gruppo di signore che venne recluso a San Gimignano. Non fu una vera prigione per loro, perché avevano l'intero paese a disposizione e si divertivano da morire. Verso la fine della guerra riuscirono anche a salvare le torri del paese che i tedeschi volevano far saltare in aria prima di ritirarsi.|Intervista fatta dove, a chi e quando? Inoltre citazione lunghissima che probabilmente viola il diritto di corta citazione}}
Da un'intervista di Zeffirelli:
È una storia che mi porto dietro dal ‘52, quando ero aiuto regista di Visconti; il titolo era "Le nemiche", che poi ho raccontato anche nel mio libro autobiografico pubblicato a New York e tradotto in dodici lingue, ma non in italiano. Ci sono stati tanti registi che hanno parlato di se stessi sempre trasfigurando la realtà, "Un tè con Mussolini" è un film storico, anche se non segue una rigorosa rappresentazione storica. Alla storia appartengono questo gruppo di signore inglesi chiamate affettuosamente e ironicamente "Scorpioni" perché potevano morderti con il veleno della loro lingua e vi appartengono anche la mia infanzia e la mia adolescenza. Io sono figlio naturale di un mercante di tessuti. Alla morte di mia madre, mio padre, un vero mascalzone che ha riempito Firenze di figli illegittimi, mi affidò ad una donna inglese, il cui ruolo è intepretato da Joan Plowright, che mi insegnò la lingua e tramite lei, entrai in contatto con questo gruppo di signore bizzarre e prepotenti, le quali mi fecero capire in che mondo ricco di arte vivevo. Se oggi sono orgoglioso di essere fiorentino è merito loro; mi hanno trasmesso la passione per il teatro, per l'arte e le cose belle. In quel periodo a Firenze c'erano diciottomila residenti inglesi, almeno fino alla dichiarazione di guerra di Mussolini all'Inghilterra. Dopo, quasi tutti lasciarono la città, non però il "mio" gruppo di signore che venne recluso a San Gimignano. Non fu una vera prigione per loro, perché avevano l'intero paese a disposizione e si divertivano da morire. Verso la fine della guerra riuscirono anche a salvare le torri del paese che i tedeschi volevano far saltare in aria prima di ritirarsi.
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* [[Nastri d'argento 2000|2000]] - [[Nastro d'argento]]
** [[Nastro d'argento ai migliori costumi|Migliori costumi]] ad Anna Anni e Alberto Spiazzi
 
== Note ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Riferimenti ==
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== Collegamenti esterni ==