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Si contrappose all'episcopato filogiansenista del suo predecessore [[Giovanni Pietro Losana]] e adottò per il seminario i testi dei [[neotomismo|neotomisti]] romani e napoletani invece dei testi [[Antonio Rosmini|rosminiani]] e persino preferiti alle pubblicazioni tomiste moderate del professore biellese Pietro Tarino. Si allineò così all'enciclica ''[[Aeterni Patris]]'' di [[papa Leone XIII]], che gli rivolse personali apprezzamenti nel [[breve pontificio|breve]] ''Gratulamur magnopere'' del 26 luglio 1880.<ref>Angelo Stefano Bessone, ''Giovanni Pietro Losana (1789-1873)'', Biella, 2006, pp. 213, 292-295</ref> Tuttavia, serbò una certa continuità, confermando il [[vicario generale]] di monsignor Losana, [[Davide Riccardi]], di cui preparò la nomina a vescovo, nonostante avesse simpatie [[Conciliatorismo|conciliatoriste]], attenuatesi tuttavia dopo il Concilio Vaticano I e la [[Breccia di Porta Pia|presa di Roma]].<ref>Angelo Stefano Bessone, ''Preti e ambienti della Chiesa biellese intorno a don Oreste Fontanella'', vol. 1, Biella, 1997, pp. 81-98</ref>
Celebrò il secondo sinodo diocesano nel 1882, in cui fra gli altri provvedimenti approvò un'associazione di preti diocesani che si dedicavano alla predicazione di missioni nelle parrocchie.<ref>Angelo Stefano Bessone, ''Uomini tempi e ambienti operai che hanno preparato Oreste Fontanella'', Biella, 1985,
Pur pastore di una diocesi che per via dell'industrializzazione era attraversata dal [[movimento operaio]], dimostrò una certa ostilità, soprattutto con la proibizione per le bandiere operaie di entrare in chiesa.<ref>Angelo Stefano Bessone, ''Giovanni Pietro Losana (1789-1873)'', Biella, 2006, p. 213</ref> Quest'atto segnerà la rottura fra i cattolici e la grande maggioranza del movimento operaio, che espresse tendenze [[Giuseppe Mazzini|mazziniane]], [[Socialismo|socialiste]] e anche apertamente [[Anticlericalismo|anticlericali]]. ''Biella Cattolica'', il giornale diocesano, sospettava le società operaie di essere inclini alla [[massoneria]] e le considerava in contrapposizione con le antiche confraternite religiose, che avevano anche scopi di mutuo soccorso. Secondo il diritto canonico potevano entrare in chiesa soltanto le bandiere e gli stendardi che erano stati benedetti e si potevano benedire solo quelle insegne che avevano simboli religiosi o appartenevano a confraternite erette canonicamente. Gli operai reclamano la benedizione, facendo leva sulla bontà dei fini civili delle loro società, in una testimonianza della crescente secolarizzazione e nel contempo di una volontà di non essere esclusi dalla chiesa, ai cui precetti e soprattutto alla carità e al soccorso fraterno si richiamano.<ref>Angelo Stefano Bessone, ''Giovanni Pietro Losana (1789-1873)'', Biella, 2006, pp. 272, 378</ref><ref>Angelo Stefano Bessone, ''Uomini tempi e ambienti operai che hanno preparato Oreste Fontanella'', Biella, 1985, pp. 237-240, 368-370</ref><ref>Angelo Stefano Bessone, ''Il giansenismo nel Biellese'', Biella, 1978, pp. 282-283</ref> La questione delle bandiere si trascinò a lungo: nel 1895 sarà indetto a [[Mosso (Valdilana)|Mosso]] un congresso per le bandiere, in cui gli interventi saranno ispirati a un anticlericalismo lampante. Al congresso seguiranno l'astensione dalla partecipazione ai funerali religiosi e le prime sepolture civili, in cui gli operai accompagneranno al cimitero le salme dei soci, con le bandiere e le bande musicali, ma senza l'intervento del clero.<ref>Angelo Stefano Bessone, ''Uomini tempi e ambienti operai che hanno preparato Oreste Fontanella'', Biella, 1985, pp. 246-253</ref>
Promosse l'attività sociale dell'[[Opera dei congressi e dei comitati cattolici|Opera dei Congressi]], la cui delegazione diocesana biellese fu costituita nel 1878,<ref>{{Cita web|url=https://www.tesionline.it/tesi/preview/occupanti-tedeschi-fascisti-repubblicani-e-movimento-partigiano-una-mediazione-cattolica-a-biella-il-caso-di-radio-baita/53107/7|titolo=Occupanti tedeschi, fascisti repubblicani e movimento partigiano: una mediazione cattolica a Biella. Il caso di radio Baita.}}</ref> con cui volle rilanciare l'associazionismo cattolico, per contrastare l'ascendente delle società operaie di ispirazione laica e anticlericale: durante il suo episcopato furono fondate la Società operaia di mutuo soccorso di Santo Stefano di Biella e la Società operaia di Sant'Anna del [[Piazzo (Biella)|Piazzo]].<ref>Angelo Stefano Bessone, ''Il giansenismo nel Biellese'', Biella, 1978, p. 285</ref>
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<ref>Angelo Stefano Bessone, ''Uomini tempi e ambienti operai che hanno preparato Oreste Fontanella'', Biella, 1985, pp. 388-389</ref>
Decretò l'erezione delle parrocchie di
Fondò il collegio De Fangis, superando l'impostazione del ginnasio-liceo del seminario voluto da Losana, che aveva rivendicato un ruolo attivo della diocesi nell'istruzione nei tempi in cui lo Stato istituiva scuole laiche. Il collegio De Fangis, considerato il terzo seminario, dopo il Seminario maggiore e quello minore per la formazione dei sacerdoti, era destinato agli alunni che non avrebbero potuto frequentare un'università e diventerà noto poi come l'istituto del padre Gurgo, dal nome del direttore, il [[Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri|filippino]] Agostino Gurgo.<ref>Angelo Stefano Bessone, ''Giovanni Pietro Losana (1789-1873)'', Biella, 2006, p. 303</ref>
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